Impulse Space annuncia un ''terzo stadio'' per Falcon 9 e Starship dedicato ai satelliti in orbita geostazionaria
Impulse Space, società fondata da una delle figure di spicco di SpaceX, ha annunciato un nuovo veicolo di trasferimento orbitale dedicato a razzi spaziali come Falcon 9 e Starship e pensato per satelliti in orbita geostazionaria e non solo.
di Mattia Speroni pubblicata il 20 Gennaio 2024, alle 18:40 nel canale Scienza e tecnologiaSpaceXImpulse Space
Come scritto in precedenza, il mercato dedicato allo Spazio e alle missioni spaziali (commerciali e non) ha visto negli ultimi anni un incremento significativo. Molte sono state le startup e le nuove realtà nate recentemente, anche sulla spinta di società ormai affermate come SpaceX. Un nuovo nome che ha un collegamento diretto con la società di Elon Musk è Impulse Space.
Questa società vede infatti come CEO e CTO Thomas Mueller, un nome che ha fatto la storia di SpaceX (che però ha lasciato nel 2020) essendo uno dei principali sviluppatori dei motori Merlin, utilizzati dai razzi spaziali Falcon, ma anche dei motori Draco delle capsule Dragon. La sua nuova società aveva già lanciato un OTV (orbital transfert vehicle) chiamato Mira durante una missione Transporter di SpaceX, ma ora ha presentato un altro progetto ambizioso.
Il nuovo kick stage, uno stadio che può essere impiegato su diverse tipologie di lanciatori si chiama Helios e promette di migliorare e, soprattutto velocizzare, il trasferimento orbitale di uno o più satelliti dall'orbita bassa terrestre (LEO) a quella geostazionaria (GEO). Helios impiegherà come propellenti metano e ossigeno liquidi e permetterà di portare satelliti con massa fino a 5 tonnellate da LEO a GEO in meno di 24 ore anziché più giorni o mesi. Impulse Space guarda anche a missioni ancora più lontane come quelle verso la Luna, Marte o i punti di Lagrange.
Questo kick stage è stato pensato per operare con Falcon 9 (ma anche Falcon Heavy, New Glenn, Terran R e Vulcan) e potrà essere adattato anche al futuro vettore completamente riutilizzabile, Starship. Impulse Space ha dichiarato che "Helios mira a ridurre drasticamente i costi di accesso a MEO, GEO e oltre di molte decine di milioni di dollari". Oltre a un fattore di costi ci sarà anche quello relativo alla velocità con la quale i satelliti che devono raggiungere orbite distanti come GEO, possano diventare operativi il prima possibile.
Thomas (Tom) Mueller (CEO e fondatore di Impulse Space) ha dichiarato che "il lavoro svolto da SpaceX e da altri per aprire l’accesso a LEO ha trasformato le industrie esistenti e creato innumerevoli nuove opportunità per aziende, scienziati e governi. Crediamo fermamente che estendere l’accesso affidabile alle orbite oltre LEO con Helios avrà un impatto simile e creerà nuovi mercati". Alla base di Helios troviamo il motore Deneb, con una spinta di 67 kN, che potrà essere alimentato dai serbatoi di metano/ossigeno criogenici da 14 tonnellate. Entro la metà del 2024 ci dovrebbero essere le prime accensioni di prova di Deneb mentre il primo lancio effettivo è attualmente fissato per l'inizio del 2026.
4 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoNe dubito. Questo "stadio" ha un uso spazio-spazio, non è progettato per il rientro. Il costo di un qualunque lancio sarebbe molto superiore al valore del materiale recuperato. Ha senso un vettore riutilizzabile in grado di atterrare in autonomia, non il recupero. L'importante è che abbiano previsto la sua distruzione nell'atmosfera per non lasciare in giro spazzatura.
Se viene portato in orbita (insieme al satellite) come carico interno di Starship, può anche essere riportato giù come carico interno.
Oppure può essere "parcheggiato" in orbita e rifornito più volte da missioni successive.
Già per le missioni lunari basate su Starship è previsto in futuro il rifornimento ship-to-ship (tra due Starship).
Lo stesso è potenzialmente fattibile con un evoluzione di questo modulo (usa pure esso metano ed ossigeno liquidi) e non penso che sua un caso.
Oppure può essere "parcheggiato" in orbita e rifornito più volte da missioni successive.
Già per le missioni lunari basate su Starship è previsto in futuro il rifornimento ship-to-ship (tra due Starship).
Lo stesso è potenzialmente fattibile con un evoluzione di questo modulo (usa pure esso metano ed ossigeno liquidi) e non penso che sua un caso.
Quello di cui parli direi che sono possibili evoluzioni, non credo abbiano Gia pensato a quelle funzionalità.
Il primo scopo è il trasferimento, se poi con lo sviluppo di future stazioni di rifornimento, si arriva a modelli riutilizzabili tanto meglio.
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