Il telescopio spaziale James Webb raccoglie dati su Titano, la luna di Saturno
Carrellata di novità per il telescopio spaziale James Webb. Nelle ultime ore sono state rilasciate le prime immagini della luna di Saturno, Titano che sarà oggetto nei prossimi anni della missione Dragonfly. Ecco le ultime novità.
di Mattia Speroni pubblicata il 01 Dicembre 2022, alle 21:01 nel canale Scienza e tecnologiaESANASA
Siamo spesso abituati a vedere nelle immagini e nei dati del telescopio spaziale James Webb mondi distanti e angoli di Universo molto distanti dalla Terra. Tra gli ultimi esempi possiamo trovare l'immagine di II ZW 96 (500 milioni di anni luce) oppure dei "pilastri della creazione" nella Nebulosa dell'Aquila (6500 anni luce). Anche quando si è trattato di esopianeti, come WASP-39 b, si trattava comunque di osservare a 700 anni luce. Ma il JWST ha osservato anche molto più vicino.

In passato infatti il telescopio spaziale ha osservato l'impatto di NASA DART contro l'asteroide Dimorphos oppure ha catturato immagini di Nettuno, Marte o Giove. Nelle ultime ore sono state però diffusi nuovi dati e immagini di Titano, la luna di Saturno. Il satellite è decisamente particolare ospitando sulla sua superficie laghi e mari non di acqua ma di idrocarburi come metano ed etano. Si tratta anche dell'unica luna del Sistema Solare ad avere un'atmosfera. In futuro questa luna sarà oggetto della missione Dragonfly della NASA che sfrutterà un drone (più grande di Ingenuity) che atterrerà nella zona del cratere Selk. Ecco cosa ha però rilevato il JWST.
Il telescopio spaziale James Webb cattura alcune immagini di Titano
Le osservazioni sono state effettuate tra il 4 novembre e il 6 novembre per una durata di 30 ore, grazie allo strumento NIRCam (vicino infrarosso). Nelle immagini visibili in questa notizia, a sinistra vediamo quanto rilevato dal JWST attraverso un filtro che consente di analizzare la parte bassa dell'atmosfera di Titano (F212N a 2,12 μm per l'idrogeno atmosferico). Come segnalato, le zone più luminose sono nuvole che si trovano nell'emisfero settentrionale. Nella zona inferiore invece si nota un'altra parte chiara, questa però sarebbe dovuta a foschia atmosferica. Le nuvole non hanno una lunga durata su questo satellite e quindi possono formarsi e sparire nel giro di pochi giorni.
Nell'immagine di destra, in falsi colori, sono state evidenziate alcune delle zone più note della luna di Saturno. In particolare il Kraken Mare che dovrebbe essere una grande distesa di idrocarburi allo stato liquido, Belet invece è una zona con dune di sabbia di colore scuro mentre Adiri, di contro, è particolarmente luminosa per sua natura. In questo caso i filtri impiegati sono stati F140M, F150W, F200W e F210M, rispettivamente per le frequenze a 1,40 μm, 1,50 μm, 2,00 μm e 2,10 assegnando i colori blu, verde e rosso (mentre l'ultimo è dedicato in particolare alla rilevazione del metano).

Confronto tra il JWST e lo strumento NIRC-2 dell'osservatorio delle Hawaii
I ricercatori hanno atteso con impazienza queste prime immagini da parte del telescopio spaziale James Webb. Grazie agli infrarossi è possibile avere informazioni sulla composizione gassosa e costruire così modelli meteorologici sempre più precisi per Titano. Dopo queste prime immagini ci sarà una nuova campagna osservativa fissata tra maggio e giugno 2023 dove saranno impiegati NIRCam, NIRSpec e MIRI. In particolare per il medio infrarosso si potranno catturare dati mai osservati prima per Titano.
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8 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoE per la ns. Luna ?
Quando lo punteranno sulla nostra Luna per inquadrare la bandiera USA lasciata nelle (presunte) missioni lunari precedenti ?La risposta ?
MAI, altrimenti ....
Bye!
Si trova in orbita nel punto di lagrange 2 (quindi esterno alla terra rispetto all'orbita terrestre attorno al sole) e lo scudo solare che ha il compito di tenerlo freddo (altrimenti non funziona) immagino copra completamente proprio la visuale sole/terra/luna.
E a parte quello, e' + distante della distanza terra-luna (quindi vedrebbe meno) e vede il lato nascosto della luna, mentre le bandiere sono da lato visibile dalla terra.
... forse..
Bye!
questo perché abbiamo una spinta limitata dalla terra, chissà se in futuro missioni che partiranno dalla luna potranno raggiungere velocità molto più elevate.
Al momento, per quelle che sono le nostre conoscenze e soprattutto per quel che è il nostro livello tecnologico, la spinta "iniziale" dovuta dal decollo dalla terra influisce solo per una minima parte sui tempi di viaggio, questo perché le velocità "di crociera" delle sonde vengono raggiunte tramite l'effetto della fionda gravitazionale.
In genere infatti le sonde indirizzate verso Marte o pianeti più lontani iniziano il loro viaggio anche andando verso Venere o Mercurio per essere accelerate dalla gravità di questi pianeti e da lì essere "sparate" verso la loro effettiva meta.
Può sembrare un paradosso partire andando nella direzione opposta, ma la velocità che si acquista in questo modo rende il viaggio più veloce e certamente molto più economico (non devi accelerare con i tuoi propulsori ma sfruttando la forza di gravità di un pianeta che è gratis, oltre a poter progettare dispositivi con serbatoi decisamente più piccoli, riducendo ingombri e pesi).
Un esempio tra tanti di questo è la sonda Galileo che, pur avendo come destinazione Giove, iniziò il suo viaggio andando appunto verso Venere e da lì, sfruttando la spinta dovuta alla gravità del pianeta, accelerò quindi verso Giove.
Bye!
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