Il CEO di Relativity Space parla della stampa 3D legata alla produzione di razzi

Il CEO di Relativity Space, Tim Ellis, ha parlato della tecnologia di stampa 3D utilizzata dalla sua società per la produzione di razzi. Si avvicina poi il debutto al lancio, a inizio 2022, per il modello più piccolo chiamato Terran 1.
di Mattia Speroni pubblicata il 08 Novembre 2021, alle 15:38 nel canale Scienza e tecnologiaRelativity Space
Di Relativity Space scrivemmo qualche mese fa quando la startup legata al mondo della produzione di razzi spaziali fu svelata al Mondo. Se avrà successo, questa realtà potrebbe essere tra le più innovative del panorama spaziale degli ultimi decenni e il suo successo potrebbe derivare da tecnologie come la stampa 3D.
In questi giorni il CEO e co-fondatore della società, Tim Ellis, ha parlato delle ultime attività e di quali potrebbero essere i vantaggi nell'utilizzare proprio le grandi stampanti 3D per la produzione di razzi e altre componenti (come i motori). Questo permetterebbe di ridurre i costi complessivi, velocizzare la produzione e migliorare più in generale i processi di sviluppo.
Come raccontato da Tim Ellis su Twitter, stampare i razzi della serie Terran R permetterà di realizzare strutture non possibili con metodi alternativi riducendo anche le parti necessarie. Inoltre la stampa 3D permette alcune ottimizzazioni nel processo di creazione che permettono di ottenere un peso inferiore, maggiore velocità di produzione e maggiore economicità.
Relativity Space e la stampa 3D dei razzi spaziali
Nella discussione sul social, Ellis ha aggiunto che per Relativity Space si tratta solo di un inizio. Questo perché tutti i vantaggi saranno sempre più evidenti con il passare del tempo e l'ottimizzazione delle tecnologie. Secondo il CEO della società ci vorranno circa una decina d'anni per vedere il vero potenziale della stampa 3D applicata alla produzione dei razzi.
Con il progredire delle tecnologie e la loro diffusione queste diventeranno sempre più prestazionali ed economiche. Il tutto consentirà anche la produzione in un unico stabilimento che sarà anche riconfigurabile e flessibile in base alle esigenze. "Relativity Space sta investendo per guidare questo futuro. Oggi è solo il punto di partenza" ha dichiarato Tim Ellis.
Legandosi alle idee e ai pensieri di Elon Musk, Ellis ha anche aggiunto che questo genere di tecnologie sarà fondamentale per realizzare una civiltà autosufficiente su Marte. "Non vedo altra strada sul lungo periodo per avere una base industriale se non la stampa 3D, guidata dall'intelligenza artificiale e dalla robotica" ha aggiunto.
In un altro messaggio Tim Ellis ha anche aggiunto che il primo razzo stampato in 3D, Terran 1, veniva chiamato Antoni 1. Questo nome è stato ispirato dall'architetto Antoni Gaudí e dalla sua visione che unisce natura e scienza per erigere le opere. In particolare Ellis ha visitato Barcellona e la Sagrada Familia (dove vive la sorella) proprio durante le prime fasi di Relativity Space.
Il razzo Terran 1 sempre più vicino al volo
La società si sta preparando al primo lancio del primo razzo Terran 1 all'inizio del 2022 dalla piattaforma LC-16 a Cape Canaveral (Florida). In questi giorni il primo stadio è stato verniciato recentemente con una pittura elettrostatica e dissipativa per proteggerlo durante il volo.
Sempre Relativity Space sta testando i suoi motori Aeon (anche questi basati sulla stampa 3D) al centro di Stennis in Mississippi che ha una superficie di oltre 200 mila metri quadrati. La struttura si trova nelle vicinanze di quella utilizzata dalla NASA per i test dello Space Launch System. A metà Ottobre erano stati eseguiti oltre 600 accensioni grazie a un team di oltre 49 persone. Saranno nove i motori Aeon alla base del razzo mentre un Aeon Vac sarà utilizzato per il secondo stadio.
Sempre a metà Ottobre era stato completato il nosecone del razzo Terran 1 utilizzando la tecnica della stampa 3D, come visibile nel video qui sopra. Questo razzo sarà il più piccolo dei due modelli prodotti, con una capacità di portare in 1,25 tonnellate in orbita LEO e 900 kg in SSO (500 km) o 700 kg a 1200 km (sempre in SSO).
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1 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoSarebbe stato interessante capire quali sono oggi vantaggi e svantaggi e quali siano le prospettive di miglioramento future. La prima domanda che viene da porsi è quali siano le caratteristiche dei materiali così stampati, e quali parti del razzo (e quali percentuali) possono essere realizzate in questo modo.
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