Boeing CST-100 Starliner: eseguiti i test sui propulsori di manovra, si resta in attesa degli aggiornamenti

La navicella spaziale Boeing CST-100 Starliner è ancora attraccata alla ISS con una durata della missione ben più lunga di quanto preventivato. Durante il fine settimana sono stati eseguiti dei test per comprendere lo stato dei propulsori di manovra.
di Mattia Speroni pubblicata il 29 Luglio 2024, alle 21:59 nel canale Scienza e tecnologiaBoeingNASASpaceX
Lo sviluppo e i test di certificazione (senza e con equipaggio) non sono stati senza difficoltà per la navicella spaziale Boeing CST-100 Starliner. La società statunitense ha eseguito due test senza equipaggio (OFT-1 nel 2019 e OFT-2 nel 2022) ed è attualmente in corso il test con equipaggio (CFT-1) per cercare di avere un'alternativa statunitense alle capsule Crew Dragon di SpaceX. Ritardi rispetto alla concorrenza e costi lievitati con il passare degli anni non sono certo un buon "biglietto da visita" per la soluzione di Boeing.
La società statunitense sta cercando di portare a termine il CFT-1 (Crew Flight Test) per far rientrare i due astronauti della NASA Butch Wilmore e Suni Williams. La preoccupazione maggiore riguarda i propulsori di manovra (Reaction Control System o RCS) che saranno fondamentali per l'inserimento corretto nella traiettoria di rientro.
Durante il fine settimane appena trascorso la società statunitense e la NASA hanno acceso brevemente i 27 propulsori di manovra (RCS) uno alla volta, mentre la navicella Boeing CST-100 Starliner era ancora attraccata alla Stazione Spaziale Internazionale. I propulsori rivolti verso la poppa sono stati accesi per 1,2" mentre gli altri per 0,4" con una capacità di spinta variabile di 97%-102%.
Questo test è servito per raccogliere dati utili per capire quali potrebbero essere i problemi durante il rientro, con la sicurezza dell'equipaggio come requisito fondamentale. Solo uno dei propulsori non è stato acceso, quello che ha mostrato una spinta molto più bassa durante le fasi di avvicinamento alla ISS.
Prima di questo test, erano state eseguite alcune prove alla White Sands Test Facility con un sistema analogo così da avere ulteriori dati da aggiungere ai test nello Spazio. Una delle ipotesi descritta è che le temperature elevate durante le fasi di lancio abbiano vaporizzato l'ossidante riducendo la spinta complessiva dei propulsori di manovra della capsula Boeing CST-100 Starliner.
In aggiunta ci sarebbe un rigonfiamento in una guarnizione in teflon sulla linea dell'ossidante che riduce a sua volta il flusso. Questo potrebbe essere un'altra spiegazione per una riduzione della spinta complessiva degli RCS. Durante l'accensione dei propulsori sono anche state monitorate le perdite di elio (un altro dei problemi verificatisi durante il lancio). Questo problema potrebbe essere riconducibile a guarnizioni che sono state troppo a contatto con il tetrossido di azoto, utilizzato come propellente.
La NASA starebbe anche valutando, come accade solitamente, opzioni alternative, come far rientrare entrambi gli astronauti su una capsula Crew Dragon. Questa ipotesi è comunque ritenuta "estrema" e l'agenzia preferirebbe far rientrare gli astronauti su Starliner.
Dopo il rientro (che potrebbe avvenire entro la fine di agosto) Boeing avrà circa un anno prima che la prossima missione possa decollare, Attualmente infatti si parla di un decollo previsto per agosto 2025, prima di Crew-11. Si tratterà della missione Starliner-1, la prima effettivamente "operativa" verso la ISS. La società dovrà comunque dimostrare alla NASA di aver compreso pienamente i problemi e di averli risolti.
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