Al Politecnico di Torino hanno sviluppato un circuito che potrebbe cambiare il futuro dell'Internet of Things

Al Politecnico di Torino hanno sviluppato un circuito che potrebbe cambiare il futuro dell'Internet of Things

L'amplificatore operazionale sviluppato da un dottorando del Politecnico di Torino abbatte i consumi e riduce le dimensioni rispetto alle migliori soluzioni odierne: potrebbe cambiare il futuro dell'Internet of Things.

di pubblicata il , alle 16:31 nel canale Scienza e tecnologia
 

Al Politecnico di Torino hanno messo a punto l'amplificatore operazionale a più basso consumo mai realizzato. Sviluppato da Pedro Toledo, dottorando presso il Dipartimento di Elettronica e Telecomunicazioni (DET) del Politecnico sotto la guida del professor Paolo Crovetti, in collaborazione con il gruppo del professor Sergio Bambi dell'Universidade Federal di Rio Grande do Sul e con il gruppo "GreenIC" del professor Massimo Alioto, presso la National University of Singapore (NUS).

"Ha le dimensioni di una cellula umana e consuma così poco da poter funzionare senza batterie, alimentato soltanto da una minuscola cella solare", si legge in una nota stampa diffusa dal Politecnico. I risultati della ricerca sono pubblicati in IEEE Solid-State Circuits Letters e saranno presentati nella conferenza ISICAS2021 che si terrà a Singapore dal 9 all'11 dicembre 2021.

L'amplificatore operazionale è un circuito necessario per elaborare il segnale analogico proveniente dai sensori. Quello messo a punto da Toledo presenta caratteristiche molto vantaggiose sia per quanto riguarda i consumi che le dimensioni: soltanto 500 picoWatt, oltre 30 volte meno rispetto ai migliori circuiti attualmente sul mercato, occupando un'area di silicio inferiore a 1500 micron quadrati, riducendo di 20 volte le dimensioni dei migliori amplificatori con caratteristiche simili.

"Questo risultato apre la strada a nuove applicazioni, per esempio in sistemi di Internet of Things (IoT) energeticamente autonomi, in grado cioè di prelevare direttamente dall'ambiente circostante l'energia necessaria per funzionare, senza necessità di batterie o collegamenti alla rete elettrica".

Altre applicazioni possono arrivare dall'ambito biomedicale, con dispositivi impiantabili nel corpo umano di dimensioni confrontabili con le cellule umane, in grado di rilevare in tempo reale informazioni di interesse clinico e di trasferirle all'esterno del corpo attraverso un collegamento wireless.

"L'amplificatore sviluppato da Pedro Toledo", spiega il professor Crovetti, "riesce ad abbattere i consumi e a ridurre le dimensioni grazie all'applicazione di una tecnica innovativa ideata dal nostro gruppo negli ultimi anni, che prevede di tradurre in digitale il funzionamento di circuiti analogici come gli amplificatori, così da poter trarre pienamente vantaggio dei recenti sviluppi delle tecnologie dei semiconduttori".

"L'amplificatore digitale proposto non solo batte i record di consumi e di area, ma permette anche di ridurre in modo significativo i tempi di progetto. Questo è di grande interesse per l'industria dei semiconduttori, dove il tempo è denaro", ha affermato il ricercatore Pedro Toledo.

6 Commenti
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emanuele8306 Settembre 2021, 16:57 #1
Si va bene tutto ma banda, rumore, guadagno ad anello aperto (facciamo che ci basta un GBPW)? DIG OTA cosa significa? Digital operational trnsconductance amplifier? E cmq il video ha una intestazione che solo un ing senza vergogna può aver fatto.
jepessen06 Settembre 2021, 17:11 #2
Originariamente inviato da: emanuele83
Si va bene tutto ma banda, rumore, guadagno ad anello aperto (facciamo che ci basta un GBPW)? DIG OTA cosa significa? Digital operational trnsconductance amplifier? E cmq il video ha una intestazione che solo un ing senza vergogna può aver fatto.


Scarica l'articolo dalla IEEE e avrai tutte queste informazioni... Ovviamente il video e' fatto senza troppi dettagli tecnici, quelli fanno parte degli articoli e delle presentazioni nelle conferenze per adesso...
Qarboz06 Settembre 2021, 22:39 #3
Ok ridurre le dimensioni e i consumi dei circuiti analogici, ma un device IoT, per definizione, ha necessità di collegarsi ad internet; e la sezione WiFi o ethernet continua a consumare ed ingombrare come ora. Non credo sia sufficiente "prelevare direttamente dall'ambiente circostante l'energia necessaria per funzionare", IMHO
emanuele8307 Settembre 2021, 08:05 #4
Originariamente inviato da: jepessen
Scarica l'articolo dalla IEEE e avrai tutte queste informazioni... Ovviamente il video e' fatto senza troppi dettagli tecnici, quelli fanno parte degli articoli e delle presentazioni nelle conferenze per adesso...


ci si aspetta che [aperte virgolette] testate giornalistiche [chiuse virgolette]
come HW Downgrade (che viola costantemente con le sue pubblicità mascherate da notizie il codice deontologico) legga gli articoli (sai come è non tutti gli ingegneri hanno accesso alla IEEE) e riporti estratti con le info relevanti per la gente comune. Ma è già buona che i gemelli Grasso non facciano errori nell'usare google translate, cosa vogliamo di più?
dai figa manco l'acronimo DIG OTA hanno ricercato.

Originariamente inviato da: Qarboz
Ok ridurre le dimensioni e i consumi dei circuiti analogici, ma un device IoT, per definizione, ha necessità di collegarsi ad internet; e la sezione WiFi o ethernet continua a consumare ed ingombrare come ora. Non credo sia sufficiente "prelevare direttamente dall'ambiente circostante l'energia necessaria per funzionare", IMHO


si vabbè, questo non è un sistema embedded per IoT ma un compoenente e l'esercizio di stile è prendere un fotodiodo, farlo lavorare in zona 3 della sua transcaratteristica I/V ovvero come una cella fotovoltaica e usarlo per fare funzionare l'intero circuito, il quale non è nient'alttro che un Amplificatore operazionale (quindi un singolo componente analogico, un amplificatore di segnale) tra l'altro in configurazione follower (ovvero buffer a guadagno ad anello chiuso unitario, il peggio in fatto di rumore, il meglio in fatto di banda passante). insomma nient'altro che un singolo componente da integrare in un intero sistema. da capire per quali applicazioni visto che non sappiamo neinte su banda, rumore e guadagni. la scala dei tempi sull'oscilloscopio è nell'ordine delle ceninaia di ms, ergo tra 1 e 10 Hz infatti nel video dice che a luce spenta si vedono i 50 hz di rete interferire. boh forse qualche accelerometro si può usare in quella banda.
!fazz07 Settembre 2021, 09:42 #5
Originariamente inviato da: Qarboz
Ok ridurre le dimensioni e i consumi dei circuiti analogici, ma un device IoT, per definizione, ha necessità di collegarsi ad internet; e la sezione WiFi o ethernet continua a consumare ed ingombrare come ora. Non credo sia sufficiente "prelevare direttamente dall'ambiente circostante l'energia necessaria per funzionare", IMHO


non è obbligatorio usare wifi o ethernet se si ha la necessità di operare a basso consumo ci sono dei protocolli specifici tipo LoRa, SigFox eventualmente nb iot
Gringo [ITF]07 Settembre 2021, 12:51 #6

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