Intel, trimestrale shock: annunciata la più grande perdita della sua storia

Il primo trimestre 2023 di Intel si è chiuso con una perdita netta di 2,8 miliardi di dollari, mentre il fatturato si è contratto del 36% sullo stesso periodo del 2022. I numeri superano le previsioni, ma dipingono un mercato hi-tech in contrazione tra calo della domanda, condizioni macroeconomiche e inventario ancora da smaltire.
di Manolo De Agostini pubblicata il 28 Aprile 2023, alle 07:01 nel canale MercatoIntel
La più grande perdita della sua storia e un calo dei ricavi del 36%. Sono questi i due dati che emergono dalla trimestrale di Intel, chiusa con un fatturato di 11,7 miliardi di dollari e una perdita netta di 2,8 miliardi di dollari. Il tutto condito da un margine lordo del 34,2%, ben lontano dai suoi standard. I freddi numeri, se raffrontati a quelli dello stesso periodo dello scorso anno, lasciano di stucco, ma erano attesi tanto da Intel quanto da Wall Street, dove anzi si pronosticavano risultati leggermente peggiori.
Si tratta del quinto trimestre consecutivo di contrazione del fatturato, ma anche il secondo di fila a far registrare una perdita (nel Q4 2022 fu di 664 milioni). Il valore di 2,8 miliardi di dollari supera, di molto, il precedente record fatto segnare nel quarto trimestre 2017 quando Intel mise a bilancio una perdita di 687 milioni di dollari.
In casa Intel cercano di vedere il bicchiere mezzo pieno. Il CEO Gelsinger e il CFO Zinsner pongono l'accento sui dati migliori delle attese e l'opera di riduzione dei costi che negli ultimi mesi ha portato alla chiusura o alla vendita di unità non profittevoli e in focus con il business, oltre a licenziamenti e altre efficienze interne.
Oltre ai problemi tra le proprie fila, Intel deve navigare in un mercato dove l'eccesso di inventario, ovvero un surplus di prodotti e componenti, nonché la domanda in calo da parte di consumatori e imprese dopo il periodo d'oro pandemico, non le facilitano la vita.
Secondo Gelsinger, il mercato PC ha digerito una buona parte dell'inventario nel primo trimestre e si punta a raggiungere un livello accettabile entro la fine del secondo trimestre. "Rimaniamo prudenti sulle prospettive macro anche se prevediamo una modesta ripresa nella seconda metà", sottolinea il CEO. "I settori server e networking non hanno ancora toccato il fondo, con cloud ed enterprise che rimangono deboli", ha aggiunto.
Andando più nello specifico, il Client Computing Group (CCG) ha chiuso con ricavi di 5,8 miliardi di dollari (-38%), migliori delle attese, e un utile operativo di 520 milioni di dollari. "Nel Q1 abbiamo guadagnato quote di mercato nel settore PC nel suo complesso", ha affermato il CEO. La divisione Data Center and AI (DCAI) si è fermata a 3,7 miliardi di dollari (-39%) con una perdita operativa di 518 milioni di dollari.
"Abbiamo assistito a una significativa contrazione del TAM sequenziale e su base annua in tutti i segmenti di mercato delle CPU e ci aspettiamo che la domanda rimanga debole nel secondo trimestre", ha spiegato il direttore finanziario Zinsner in riferimento al segmento server. "Abbiamo registrato una quota di mercato delle CPU stabile nel primo trimestre e siamo entusiasti della partenza di Sapphire Rapids. La perdita operativa è figlia di minori entrate, maggiori costi dei prodotti e investimenti sui prodotti futuri basati su nuovi processi produttivi". A influenzare il margine della divisione DCAI vi sono state anche la fusione del business AXG e le riserve di inventario legate all'uscita dal business dei sistemi server.
All'interno del DCAI, il Programmable Solutions Group ha raggiunto ricavi record per il secondo trimestre consecutivo, con un progresso del 36% su base annua, dovuta anche a un aumento del prezzo medio di vendita (ASP).
Il comparto Network and Edge Group (NEX) si è fermato a 1,5 miliardi di dollari (-30%), sotto le attese per il trimestre, sulla scia di una domanda debole e livelli d'inventario elevati. NEX ha registrato una perdita operativa di 300 milioni di dollari. Arrivano invece buone notizie da Mobileye, la divisione automotive, con un fatturato record per il Q1 di 458 milioni di dollari (+16%) e un utile operativo di 123 milioni di dollari.
Il fatturato di IFS, la divisione di Intel che vuole fare concorrenza a TSMC nel segmento della produzione per conto terzi, ha toccato quota 118 milioni (-24%), "incluso un aumento sul trimestre precedente del 67% nel fatturato legato ai packaging", ma ha anche registrato una perdita operativa di 140 milioni a causa dei costi di avvio di nuove linee produttive.
In tutto questo, Intel continua a perseguire la sua opera di riduzione dei costi: si punta a raggiungere i 3 miliardi di dollari entro l'anno, arrivando a efficienze per 8-10 miliardi di dollari annui entro il 2025. Per il secondo trimestre, la società californiana prevede un fatturato tra 11,5 e 12,5 miliardi di dollari, con un margine lordo del 33,2% e una perdita di 62 centesimi per azione.
13 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoContando pure che hanno anche perso un cliente come Apple che nel 22 ha venduto 25 milioni di mac.
Non credo sia un floppone, penso invece che ottenere quelle prestazioni alla prima generazione sia stato notevole. Peró é ovvio che non possono sperare che diventi profittevole fin da subito, é un progetto a cui devono dare fiducia per un pó prima che sia un successo.
Certo che se volevano vendere tanto dovevano aggredire con prezzi interessanti... forse, e dico forse, non erano interessati a vendere subito un botto, almeno finché la tecnologia é matura abbastanza.
Io spero che ci credano ancora, e che rinuncino alla prima difficoltá.
Contando pure che hanno anche perso un cliente come Apple che nel 22 ha venduto 25 milioni di mac.
Il passaggio di Apple verso la sua nuova architettura proprietaria Apple Silicon è iniziato nel 2020 ed " esploso " a cavallo tra il 2021 e 2022. Oggi l'unico Mac Intel è il Pro, macchina costosa che non ha mai venduto grandi quantità.
Ma il resto del mondo...
Ci vorrebbe una azione per questa cosa ,in modo da informare le aziende che la popolazione mondiale non sono polli da spennare a prescindere
Ci vorrebbe una azione per questa cosa ,in modo da informare le aziende che la popolazione mondiale non sono polli da spennare a prescindere
La popolazione mondiale forse no, gli appassionati di computer e videogames sicuramente si, basta guardare la corsa infinita ad accaparrarsi quel pacco di ps5 dagli scalpers, che solo ora comincia ad avere qualche gioco, o quelle cazzo fonderie che sono le schede video di fascia alta oggi al prezzo di un auto usata con la prospettiva di doversi prostituire per pagare ogni bolletta.
Non c'è limite alla cretineria di noi consumatori quando le aziende riescono a mettere in moto la macchina dell'hype
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