European Chips Act, il Parlamento europeo sblocca la situazione: Intel esulta, speranza per l'Italia?

European Chips Act, il Parlamento europeo sblocca la situazione: Intel esulta, speranza per l'Italia?

Il Parlamento europeo ha definito la sua posizione negoziale su "Chips Act" e "Impresa comune Chip" (Chips Joint Undertaking). Con l'ok ai due progetti di legge, il Parlamento è pronto ad avviare i negoziati con i governi UE su entrambi i dossier. Un passaggio importante accolto con giubilo da Intel.

di pubblicata il , alle 08:01 nel canale Mercato
 

Dopo il via libera dalla Commissione Industria ed Energia a fine gennaio, Chips Act e Chips Joint Undertaking compiono un nuovo passo avanti. Nelle scorse ore, infatti, il Parlamento europeo ha definito la sua posizione negoziale sui due progetti di legge.

Il "Chips Act" mira a rafforzare la capacità tecnologica e l'innovazione nel settore dei semiconduttori, con l'obiettivo di aumentare la quota dell'UE della produzione mondiale di semiconduttori al 20% entro il 2030, mentre il "Chips Joint Undertaking" nasce per aumentare gli investimenti e rafforzare l'ecosistema industriale europeo dei semiconduttori. Un piano che, nel complesso, mobilita oltre 43 miliardi di euro tra investimenti pubblici e privati.

Per quanto riguarda il Chips Act, i deputati hanno approvato il testo adottato dalla commissione Industria, che propone misure per sostenere la produzione di semiconduttori di nuova generazione e dei microchip quantistici, e la creazione di una rete di centri per affrontare la carenza di competenze e attrarre nuovi talenti in materia di ricerca, progettazione e produzione. Si punta, inoltre, a sostenere i progetti che mirano ad aumentare la sicurezza dell'approvvigionamento dell'UE, attirando investimenti e sviluppando la capacità produttiva. "Il mandato negoziale del Chips Act è stato approvato senza voto, a norma dell'articolo 71.2 del regolamento", recita una nota.

I deputati vogliono istituire un meccanismo di risposta alle crisi, bastato sulla valutazione della Commissione dei rischi per l'approvvigionamento di semiconduttori e su una serie di indicatori negli Stati membri, che potrebbero far scattare un'allerta a livello europeo. Tale situazione consentirebbe alla Commissione di introdurre immediatamente misure di emergenza, come stabilire una lista di priorità per la fornitura di prodotti particolarmente colpiti dalla carenza, o effettuare acquisti comuni per gli Stati membri.

In una votazione separata, i deputati hanno adottato con 594 voti a favore, 15 contrari e 27 astensioni la proposta di impresa comune Chip (Chips Joint Undertaking). L'iniziativa mira a sostenere lo sviluppo di capacità su larga scala attraverso investimenti in infrastrutture di ricerca, sviluppo e innovazione accessibili a tutta l'UE.

Sbrigato questo passaggio, il Parlamento è "pronto ad avviare i negoziati con i governi UE su entrambi i dossier".

Il relatore per il Chips Act Dan Nica (S&D, RO) ha dichiarato: "Il Chips Act dell'UE dovrebbe affermare l'Europa come attore chiave nell'arena globale dei semiconduttori. Non solo il bilancio deve essere commisurato alle sfide e finanziato con denaro fresco, ma l'UE deve essere leader nella ricerca e nell'innovazione, avere un ambiente favorevole alle imprese, un processo di autorizzazione rapido e investire in una forza lavoro qualificata per il settore dei semiconduttori. Il nostro obiettivo è garantire la crescita in Europa, prepararsi alle sfide future e disporre dei giusti meccanismi per affrontare le crisi".

"I microchip sono parte integrante della transizione digitale e verde dell'UE, nonché della nostra agenda geopolitica", spiega Eva Maydell (PPE, BG), relatrice sull'impresa comune Chip (Chips Joint Undertaking). Chiediamo nuovi finanziamenti che riflettano l'importanza strategica del settore europeo dei chip. Anche i partner e i concorrenti dell'Europa stanno investendo molto nei loro impianti di semiconduttori, nelle loro competenze e nell'innovazione. Forse non abbiamo l'enorme potenza finanziaria degli Stati Uniti, ma il bilancio offerto dalla Commissione e dal Consiglio deve riflettere la serietà della sfida".

Tra le più felici di questo ulteriore passaggio c'è Intel. La casa di Santa Clara, come noto, ha in programma di costruire e istituire molteplici siti produttivi e centri di ricerca in tutta Europa. In particolare, due Fab per la produzione di chip avanzati in Germania. Nel progetto dovrebbe essere coinvolta anche l'Italia, anche se come abbiamo riportato di recente è ancora tutto in gioco.

In un post dedicato, Hendrik Bourgeois, vicepresidente degli affari governativi europei di Intel, ha accolto con favore questo nuovo passaggio in sede europea. "Oggi abbiamo visto cosa può succedere quando grandi idee e buoni politici si uniscono", ha dichiarato. Nel post si parla anche di aiuti di Stato (o sussidi se preferite), un elemento centrale per concretizzare l'EU Chips Act e senza il quale Intel non potrebbe procedere con il suo progetto.

In particolare, Intel si dice felice della definizione di una tempistica di sei mesi per l'approvazione degli aiuti di Stato e di procedure rapide per le autorizzazioni nazionali. È probabilmente questo il nodo che ha bloccato finora la finalizzazione dell'accordo tra Intel e l'Italia per la costruzione di una fabbrica di back-end e packaging che potrebbe garantire migliaia posti di lavoro tra diretti e indotto.

Recentemente il tema dei sussidi è emerso anche in Germania, dove secondo indiscrezioni Intel a causa delle mutate condizioni economiche (inflazione, e di conseguenza costo dei materiali, ma anche tassi di interesse molto più alti che in passato) avrebbe chiesto un maggiore supporto dal governo, portando il sostegno previsto da 6,8 a circa 10 miliardi di euro.

25 Commenti
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supertigrotto17 Febbraio 2023, 09:30 #1
C'è solo un appunto da fare,investiamo noi per fare guadagnare Intel e forse Arm.
Mi piacerebbe che investissero pesantemente e seriamente su risc-V,
Dipendiamo troppo dalle proprietà intellettuali Americane e questo non va molto bene, l'Europa è sempre stata amica degli stati uniti, però non è una amicizia gratuita,dobbiamo sempre sottostare alle loro decisioni e questo non va bene per la comunità europea,non potremmo mai crescere se continuiamo con questa dipendenza.
coschizza17 Febbraio 2023, 09:42 #2
Originariamente inviato da: supertigrotto
C'è solo un appunto da fare,investiamo noi per fare guadagnare Intel e forse Arm.
Mi piacerebbe che investissero pesantemente e seriamente su risc-V,
Dipendiamo troppo dalle proprietà intellettuali Americane e questo non va molto bene, l'Europa è sempre stata amica degli stati uniti, però non è una amicizia gratuita,dobbiamo sempre sottostare alle loro decisioni e questo non va bene per la comunità europea,non potremmo mai crescere se continuiamo con questa dipendenza.


guarda che noi stiamo investendo sulle fonderie non sulla tecnologia intel x86
supertigrotto17 Febbraio 2023, 10:12 #3
Originariamente inviato da: coschizza
guarda che noi stiamo investendo sulle fonderie non sulla tecnologia intel x86

Questo lo so, però sono fonderie che produrranno spesso e volentieri per Intel,lasciandoci le briciole.
Dovremmo cominciare a pensare di non accontentarci delle briciole o degli avanzi,lo dico per il bene del nostro paese e di tutta Europa.
Anche Arm non è nemmeno più da considerare Europea se per questo.
coschizza17 Febbraio 2023, 10:24 #4
Originariamente inviato da: supertigrotto
Questo lo so, però sono fonderie che produrranno spesso e volentieri per Intel,lasciandoci le briciole.
Dovremmo cominciare a pensare di non accontentarci delle briciole o degli avanzi,lo dico per il bene del nostro paese e di tutta Europa.
Anche Arm non è nemmeno più da considerare Europea se per questo.


lo capisco ma il problema di fondo è che l'europa non ha le risorse per farsi le fabbriche da sola quindi o ci accontentiamo delle offerte o restiamo come ora
nickname8817 Febbraio 2023, 11:13 #5
Originariamente inviato da: coschizza
lo capisco ma il problema di fondo è che l'europa non ha le risorse per farsi le fabbriche da sola quindi o ci accontentiamo delle offerte o restiamo come ora

Non ha le risorse ?

Se non inizi mai ..... mai le avrai.

Cominciassero a mettere in piedi qualche fonderia con PP meno raffinato tipo un 28/32nm per iniziare almeno, giusto per renderci almeno indipendenti sia sul piano militare che in buona parte di dei prodotti civili.
coschizza17 Febbraio 2023, 11:20 #6
Originariamente inviato da: nickname88
Non ha le risorse ?

Se non inizi mai ..... mai le avrai.

Cominciassero a mettere in piedi qualche fonderia con PP meno raffinato tipo un 28/32nm per iniziare almeno, giusto per renderci almeno indipendenti sia sul piano militare che in buona parte di dei prodotti civili.


la fate troppo facile , se bastasse questo tutti ne sarebbero in grado ma non è cosi
nickname8817 Febbraio 2023, 11:28 #7
Originariamente inviato da: coschizza
la fate troppo facile , se bastasse questo tutti ne sarebbero in grado ma non è cosi

Produciamo noi i macchinari per i PP più evoluti ma non sappiamo usarli ?
coschizza17 Febbraio 2023, 11:29 #8
Originariamente inviato da: nickname88
Produciamo noi i macchinari per i PP più evoluti ma non sappiamo usarli ?


esatto

io posso essere un produttore di automobili ma posso non avere neppure la patente, il discorso è lo stesso
nickname8817 Febbraio 2023, 11:32 #9
Originariamente inviato da: coschizza
esatto

io posso essere un produttore di automobili ma posso non avere neppure la patente, il discorso è lo stesso


Costruire un automobile è molto più complesso che prendere una patente.
Senza contare che ci sono pure dei brevetti in vendita, che possono essere acquistati direttamente senza quindi necessità di progettare tutta il processo da zero.

Il punto è che NON VOGLIONO farlo, appoggiarsi a Taiwan e USA costa meno ed hai di meglio.
Pasquale_196517 Febbraio 2023, 11:32 #10
le nostre tasse regalate ad una multinazionale americana facile produrre in questo modo con i soldi degli altri. Una vergogna sotto gli occhi di tutti come anche i regali di Stato per le auto elettriche ed i pannelli solari, porcherie sociali che creano divario maggiore tra ricchi e poveri e che storicamente non finisce mai bene. Buon futuro a tutti

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