Fab Intel in Europa, in Germania sono sicuri: alzata la richiesta di sussidio, si punta a 10 miliardi di euro

Fab Intel in Europa, in Germania sono sicuri: alzata la richiesta di sussidio, si punta a 10 miliardi di euro

Il quotidiano locale Handelsblatt, citando "diversi funzionari governativi" non meglio precisati, afferma che Intel avrebbe chiesto di portare i sussidi garantiti dalla Germania per la costruzione delle Fab di Magdeburgo da 6,8 a circa 10 miliardi di euro.

di pubblicata il , alle 10:51 nel canale Mercato
Intel
 

Dell'attesa infinita sull'accordo tra l'Italia e Intel per la fabbrica di back-end e packaging dei chip, funzionale al supporto delle due mega-fab che nasceranno in Germania, parliamo da tempo (l'ultima volta qui). Non ci sono sviluppi su quel fronte, purtroppo, ma anche in terra teutonica serpeggia un certo nervosismo attorno all'operazione e nella stampa locale circolano indiscrezioni sull'evoluzione del progetto, in particolare sul tema dei sussidi.

Sappiamo che Intel si è assicurata un supporto dallo stato tedesco di 6,8 miliardi di euro, ma secondo il quotidiano locale Handelsblatt (che cita "diversi funzionari governativi"), la società statunitense avrebbe recentemente bussato alla porta del Ministro dell'economia tedesco per ottenere ulteriori 3,2 miliardi di dollari, per una cifra complessiva del sussidio di circa 10 miliardi di euro.

Il sito di Magdeburgo (ribattezzato Silicon Junction), svelato lo scorso marzo come parte di un primo investimento europeo da 33 miliardi di euro (ma si parla di 80 miliardi di euro in 10 anni), dovrebbe costare 17 miliardi di euro, dando vita a due Fab in funzione dal 2027. La prima pietra dovrebbe essere posata entro la prima metà di quest'anno.

Dall'iniziale slancio, però, sembra che l'entusiasmo sia andato un po' a scemare. Già nei mesi scorsi, tra indiscrezioni e smentite, si era parlato di un ritardo del progetto e di un problema di sussidi. Quello che è certo è che Intel viene da due trimestrali difficili, con l'ultima che ha segnato una perdita netta di 700 milioni di dollari e un calo del fatturato del 32%. La società ha dato il via a un piano di revisione dei costi, tagliando progetti, personale e persino i salari su più livelli.

Non è quindi da escludere che Intel abbia riallacciato i rapporti con i governi europei per rivedere l'entità dei sussidi, non solo perché il costo dei materiali e dell'energia è cambiato rispetto al marzo 2022, quando la società annunciò il progetto, ma anche per cercare di limare alcuni costi futuri e calmare gli investitori, certamente preoccupati per il recente andamento dei conti.

Interrogata da The Register, Intel ha dichiarato tramite un portavoce che da quando ha annunciato il sito di Magdeburgo "molto è cambiato: le sfide geopolitiche sono diventate più grandi, la domanda di semiconduttori è calata e l'inflazione e la recessione stanno distruggendo l'economia globale". Tuttavia, il portavoce ha reiterato il totale impegno della società verso la costruzione delle Fab in Germania.

Secondo voci di corridoio recenti, il progetto non richiederà più l'esborso di 17 miliardi di euro, bensì costerà almeno 20 miliardi di euro. La costruzione di un impianto per la produzione di semiconduttori avanzati è un investimento molto costoso e anche un piccolo cambiamento nei costi può farne lievitare il prezzo di costruzione.

Prendiamo per esempio le due Fab in Arizona annunciate nel 2021, un progetto che inizialmente doveva costare 20 miliardi di dollari, ma che è rapidamente salito a 30 miliardi di dollari costringendo Intel a cercare un partner finanziario, trovato in Brookfield Asset Management, per sostenere l'impegno.

L'economia globale in tumulto e il raffreddarsi delle vendite di chip dopo la pandemia stanno ponendo serie sfide a Intel che punta a tagliare i costi di 10 miliardi di dollari l'anno entro la fine del 2025. Il momento è quindi estremamente complesso, i miliardi in gioco sono molti e forse Intel sta giocando anche un po' con le istituzioni europee, puntando sul fatto che il Chips Act non è stato ancora formalmente varato, seppur di recente vi sia stato un passaggio importante.

6 Commenti
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Pasquale_196509 Febbraio 2023, 11:02 #1
Le Multinazionali producono con i soldi dei contribuenti e poi vendono i prodotti a prezzi gonfiati ed esagerati pagando tasse ridicole nei paradisi fiscali. Che società malata !!
Gringo [ITF]09 Febbraio 2023, 12:49 #2
Parliamo anche che lo stato con il più alto debito di tutta Europa poi "condonato" sta facendo il bello ed il brutto dell'Europa....(Starebbe ancora a pagare oggi) per il resto alla Germania serve e la avrà, noi siamo con le pezze al culo e ci facciamo pure scappare lux ottica e le grandi marche che ormai sono metà cinesi.
silvanotrevi09 Febbraio 2023, 13:35 #3
la Germania si pappa tutto in Europa. Loro si assicurano le ditte migliori, più stabili, con la manodopera pagata meglio di tutta Europa, i sussidi più alti, gli stipendi più alti. I Crucchi non sono come gli Italioti che prima assumono giovani fino a 29 anni grazie al sussidio del governo e poi dopo qualche mese ti licenziano perché le imprese vanno in crisi e anzi chiudono qui e aprono nell'est Europa dove i costi sono bassi. La Germania non tratta così i suoi lavoratori. Lì c'è benessere, le persone sono trattate da persone e non da schiavi, gli stipendi sono alti e la gente è contenta di lavorare. In Germania, non qui
MorgaNet09 Febbraio 2023, 13:51 #4
Ma siamo alla Zanzara qui?
phmk09 Febbraio 2023, 14:01 #5

Allora...

10 MLD di euro di "sussidi"...facciamo il "conto della serva"
1 dipendente all'anno (contributi esclusi) circa 30.0000 eur
2000 dipendenti = 60 milioni eur all'anno ...
Con 10 miliardi li mantengo tutti e 2000 a non fare niente per .... 166 ANNI ....
E questi stanno ancora a pensare ....
pachainti09 Febbraio 2023, 15:08 #6
Originariamente inviato da: Pasquale_1965
Le Multinazionali producono con i soldi dei contribuenti e poi vendono i prodotti a prezzi gonfiati ed esagerati pagando tasse ridicole nei paradisi fiscali. Che società malata !!


Per fortuna dicono che sia l'unica alternativa possibile.

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