Qimonda avvia la cessione dei macchinari

Qimonda avvia la cessione dei macchinari

Senza aver trovato investitori interessati a risollevarne le sorti, Qimonda avvia le procedure di liquidazione e rivende stabilimenti e macchinari precedentemente destinati alla produzione

di pubblicata il , alle 08:57 nel canale Memorie
 
18 Commenti
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Billabong09 Luglio 2009, 15:03 #11
Non capisco il tentativo di far passare quimonda per azienda "buona" rispetto alle altre "cattive"... Ricordo che buona parte dei concorrenti non delocalizzano perchè sono già aziende asiatiche. Inoltre dove sta scritto che sfruttano, inquinano (sappiamo che le norme ambientali in asia in genere sono più permissive, ma nn sappiamo nulla sulle emissioni dell'industria dei semiconduttori), ecc.?

Fosse un'azienda tessile il dubbio ci sta, ma nell'alta tecnologia il paradigma è diverso.

Anche negli USA le leggi ambientali sono lasche, perchè nn delocalizzare lì?

Il fatto è che qimonda aveva le attività ad alto valore aggiunto a Dresda perchè lì c'è un distretto e gode di ottime infrastrutture e capitale umano unite a generosi incentivi, mentre quelle a basso valore aggiunto sono in portogallo. Ergo, se stavano in Germania è perchè conveniva e se sono falliti è perchè non han più ragione di essere, non perchè erano paladini dei diritti umani travolti dalla spietatezza dei mercati globalizzati.

Non capisco come si possa essere così ingenui.
Ares1709 Luglio 2009, 15:03 #12
Originariamente inviato da: blackshard
Eh infatti. Noi in europa ci sbattiamo per cercare di arginare la mutazione della condizione climatica della terra ponendo limiti e blocchi alle emissioni di co2 e poi la cina sbotta che per la crescita non ha tempo per queste cose.

E' facile giocare ad armi impari, soprattutto se in oriente sei sottopagato e la questione ambientale non esiste.


Ma non è solo questo che fa la differenza: da noi occidentali (in europa sopratutto) la tutela della salute dei lavoratori, e degli utenti finali incide pesantemente sui costi.
Quello che mi rammarica però è sopratutto il fatto che il governo tedesco abbia portato una manovra decisa sul settore auto (non strategico gia nell'immediato futuro) ed abbia lasciato morire un'azienda impegnata in un settore estremamente importante e strategico gia adesso.

Che poi a chi mi dice che con la Opel rimanevano a casa migliaia di lavoratori dico anche che l'Europa oltre ad avere una sudditanza energetica, gia adesso inizia a manifestare una grande sudditanza tecnologica.
Ares1709 Luglio 2009, 15:11 #13
Originariamente inviato da: Billabong
Non capisco il tentativo di far passare quimonda per azienda "buona" rispetto alle altre "cattive"... Ricordo che buona parte dei concorrenti non delocalizzano perchè sono già aziende asiatiche. Inoltre dove sta scritto che sfruttano, inquinano (sappiamo che le norme ambientali in asia in genere sono più permissive, ma nn sappiamo nulla sulle emissioni dell'industria dei semiconduttori), ecc.?

Fosse un'azienda tessile il dubbio ci sta, ma nell'alta tecnologia il paradigma è diverso.

Anche negli USA le leggi ambientali sono lasche, perchè nn delocalizzare lì?

Il fatto è che qimonda aveva le attività ad alto valore aggiunto a Dresda perchè lì c'è un distretto e gode di ottime infrastrutture e capitale umano unite a generosi incentivi, mentre quelle a basso valore aggiunto sono in portogallo. Ergo, se stavano in Germania è perchè conveniva e se sono falliti è perchè non han più ragione di essere, non perchè erano paladini dei diritti umani travolti dalla spietatezza dei mercati globalizzati.

Non capisco come si possa essere così ingenui.


Guarda che l'energia che viene impiegata per far andare le fabbriche inquinano più delle fabbriche stesse, e poi nessuno vuol difendere qimonda come azienda paladina dei diritti, quanto piuttosto condannare la politica dei governi europei che non vedono ad un palmo oltre il proprio naso.

Per la produzione di semiconduttori il costo della mano d'opera è marginale rispetto a tutti gli altri (Ormai questo avviene in quasi tutti i settori, dato l'elevato grado di automazione di tutti i settori).

Purtroppo l'europa si è trasformata in un ingranaggio secondario del sistema globale, e in troppi settori si muove obbligata dai settori portanti.
Luca6909 Luglio 2009, 15:32 #14
Sono falliti a causa di una gestione poco occulata e di una strategia di marketing folle!
I costi di produzione non erano poi fuori dal mercato: lo erano i prodotti!
Volevo essere i primi del mercato per volumi, ma si sono dovuti scontrare con Samsung e Hynix!
Se invece avessero solo puntato a prodotti di nicchia con alto valore aggiunto sarebbero ancora vivi
Ares1709 Luglio 2009, 15:41 #15
Originariamente inviato da: Luca69
Sono falliti a causa di una gestione poco occulata e di una strategia di marketing folle!
I costi di produzione non erano poi fuori dal mercato: lo erano i prodotti!
Volevo essere i primi del mercato per volumi, ma si sono dovuti scontrare con Samsung e Hynix!
Se invece avessero solo puntato a prodotti di nicchia con alto valore aggiunto sarebbero ancora vivi


Ti do ragione nell'inserire quella della cattiva gestione (o politica aziendale) in una delle cause ( e forse la principale) del fallimento, ma anche in opel c'è stata una pessima gestione, eppure è ancora lì (probabilmente verra smembrata in meno di un anno dopo il suo acquisto) grazie agli interventi statali.

Fine ot
gotam09 Luglio 2009, 19:00 #16
Produrre memoria in Europa è quasi impossibile, DDR e flash vengono prodotte da samsung a prezzi bassissimi, per i competitor in tempi di crisi come questi, dove c'è poi 1 contrazione del mercato se non si ha liquidità in cassa il futuro è solo 1...il fallimento. Purtroppo è così.
maumau13809 Luglio 2009, 20:46 #17
Sul prezzo finale la manodopera in un'azienda che produce semiconduttori non ha lo stesso peso che ha in un'azienda tessile. Infatti Intel, AMD ad esempio hanno fabbriche in occidente e ci producono i chip più nuovi, il cui costo finale è dato per la maggior parte dall'ammortizzazione dei costi di progettazione, di acquisto dei macchinari e dei locali. Le fabbriche orientali invece sono destinate alla produzione di chip "vecchi" i cui costi di sviluppo sono già stati ammortizzati e per i quali la manodopera pesa di più.

Inoltre dovete considerare che la maggior parte delle aziende che hanno fabbriche in oriente non delocalizzano un bel niente, sono orientali (Samsung, TSMC, UMC etc. etc.). E' come accusare la Hyundai di mettere fabbriche in Corea perché costa di meno la manodopera.

Dovete inoltre tenere conto che per più di un anno le DDR2 sono state vendute sottocosto, quindi le aziende che hanno il core business nelle memorie flash, o in memorie che non siano di tipo consumer non hanno avuto eccessivi problemi, mentre quelle che producevano esclusivamente RAM hanno sofferto una concorrenza spietatissima. Quimonda sarebbe potuta sopravvivere con un aiuto statale, in quanto al momento del fallimento i prezzi erano appena tornati alla pari con il costo ed avevano praticamente il monopolio delle GDDR5, purtroppo così non è stato; spero solo che gli operai riescano a trovare presto un altro impiego, in quanto non ho dubbi che i manager siano già seduti in almeno un altro paio di CDA.

PS: Tutto questo IMHO
cristo197610 Luglio 2009, 12:01 #18
Originariamente inviato da: goldenboy-z
Questo succede a chi lavora seriamente e si impegna per dare lavoro... Hanno chiuso perchè produrre in Germania e negli USA costa ovviamente molto di più che "investire" nei paesi emergenti (a.k.a. aprire stabilimenti di produzione in vietnam et simili e sfruttare la madonopera a prezzo stracciato come la concorrenza..).
E cosi un produttore di qualità e che non è migrato verso i paradisi della manodopera è fallito miseramente... che schifo.
Sono profondamente sdegnato..
Se avesse chiuso le tre fabbriche in occidente e le avesse sostituite con altre tre in oriente (assieme alle tre gia esistenti) ora non saremmo qui a parlarne..


Quoto.

Il discorso è sicuramente complesso però mi sento di essere solidale con un tipo di "economia etica" che per ora rimane utopistica e che hai sottinteso tu.
Bisogna rivedere le regole planetarie sia di mercato che puramente macroeconomiche: in questo sono daccordo con Tremonti.

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