Intel al Mobile World Congress porta gli AI PC in azienda con i processori Core Ultra 200

Intel al Mobile World Congress porta gli AI PC in azienda con i processori Core Ultra 200

Intel predispone la propria offerta per rispondere al ciclo di aggiornamento dei PC aziendali, iniziato lo scorso anno con l’adozione di tecnologie legate all’AI e che quest'anno sarà catalizzato dalla fine del supporto a Windows 10 da parte di Microsoft

di pubblicata il , alle 15:10 nel canale Processori
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Intel sceglie il Mobile World Congress 2025 per annunciare alcune importanti novità che riguardano la sua linea di processori Core Ultra 200: dopo il lancio di Lunar Lake (Intel Core Ultra 200V) al CES, quest'oggi la società di Santa Clara lancia nuovi processori "Arrow Lake" per le famiglie Intel Core Ultra 200 U, H, HX e S destinate le prime due ai dispositivi mobile, l'ultima ai sistemi desktop e workstation desktop, e la famiglia HX per le workstation mobile ad elevate prestazioni.

Si tratta di un aggiornamento che punta a portare i processori per AI PC su tutti i segmenti commerciali e form factor e rappresenta il modo in cui Intel prepara la propria offerta per rispondere alla domanda innescata dal ciclo di rinnovamento dei parchi macchine delle grandi aziende, che ha preso il via lo scorso anno sulla scia dell'IA e che continuerà nel 2025 anche in vista del termine del supporto a Windows 10 da parte di Microsoft.

Intel Core Ultra 200: arrivano le CPU per tutti i segmenti commerciali e form factor

Ad illustrare le capacità dei nuovi processori Intel è David Feng, vice president del Client Computing Group e general manager Client Segments per Intel, che parte dalla considerazione che, nel segmento mobile, il ciclo di aggiornamento dei "commercial PC", cioè appunto i sistemi che costituiscono la "flotta" di PC aziendali, è un appuntamento che avviene circa ogni 4 anni. Per questo motivo i confronti prestazionali che la società ha presentato alla stampa e agli analisti sono basati sulle prestazioni registrate con i processori Intel Core di 11esima generazione (quelli conosciuti con il nome in codice di "Tiger Lake"). Da questi confronti Intel evidenzia un incremento del 50% nelle prestazioni single-thread, un miglioramento da due a tre volte nelle prestazioni multi-thread e quasi un raddoppio nella velocità di editing video

Sul versante desktop il confronto è leggermente differente, in quanto il ciclo di aggiornamento è leggermente più lungo, circa 5 anni: ecco perché il paragone è questa volta con processori Intel Core di 10ima generazione ("Comet Lake"). In questo caso Intel riscontra prestazioni single-thread superiori quasi del 90% e prestazioni multi-thread circa tre volte superiori. In particolare Intel sottolinea un incremento prestazionale di quasi 7 volte in attività di editing video.

Per quanto riguarda invece un'idea delle prestazioni comparative tra i processori Arrow Lake e la generazione precedente (Raptor Lake) vi rimandiamo alla nostra analisi.

Ci sono anche i confronti con la concorrenza, da prendere sempre cum grano salis, trattandosi di rilevazioni inevitabilmente di parte.

Ovviamente non possono mancare i cenni prestazionali nel campo dell'intelligenza artificiale, anche per via della tendenza che la stessa Intel ha avuto modo di sottolineare in occasione dell'AI Festival dei giorni scorsi e cioè che diverse attività di inferenza si spostano in locale, dal cloud all'edge. Intel ha collaborato con numerosi sviluppatori indipendenti per ottimizzare le sue soluzioni AI, mostrando benchmark relativi alla generazione di immagini e testi attraverso modelli linguistici di varie dimensioni. Le rilevazioni prestazionali sono state effettuate con la riconosciuta suite Procyon AI e mostrano incrementi fino a due volte superiori (in alcuni frangenti anche tre volte) rispetto a processori AMD Strix Point. Nello specifico, almeno dalla presentazione mostrata da Intel, il confronto è stato condotto tra un processore Intel Core Ultra 7 265H da 97 TOPS di picco complessivi e una CPU AMD Ryzen AI 7 PRO 360 da 72 TOPS di picco complessivi.

Il tema dell'IA ci ha consentito di parlare con Carla Rodriguez, vice president e general manager del Client SW Ecosystem per Intel, del progresso del programma AI PC Acceleration lanciato lo scorso anno con lo scopo di aiutare clienti e partner a realizzare quei casi d'uso IA. Il programma sta superando le aspettative, con 427 funzionalità IA uniche rispetto all'obiettivo prefissato di 300. E un ambito particolare in cui l'IA trova applicazione è quello della sicurezza, grazie alla possibilità di spostare i carichi di lavoro dalla GPU o dal cloud all'edge, come già indicato in precedenza. In alcune applicazioni, inoltre, la possibilità dell'esecuzione in locale permette di evitare tutte quelle richieste di conferma necessarie nel momento in cui è inevitabile la trasmissione di dati riservati e sensibili verso il cloud, riducendo costi, aumentando l'affidabilità e la produttività.

Intel ha inoltre sottolineato la presenza della connettività Wi-Fi 7 integrata con velocità fino a cinque volte superiori rispetto al Wi-Fi 6, e ha ribadito che tutti i processori Core Ultra Series 2 includono il protocollo Thunderbolt 4 integrato, mentre la maggior parte della serie supporterà Thunderbolt 5 tramite soluzioni discrete. Inoltre, la presenza della tecnologia Bluetooth Low Energy permette di ridurre i consumi quando si utilizzano accessori Bluetooth collegati, contribuendo a prolungare la durata della batteria: a tal proposito Intel ha collaborato con Logitech e altri partner (David Feng ha citato HyperX e Poly) per sviluppare accessori wireless mobili senza dongle USB, consentendo la connessione diretta di cuffie ai PC con alta qualità audio e lunga portata.

Con David Feng abbiamo inoltre avuto modo di approfondire il recente protocollo d'intesa firmato (tra l'altro per mano di Feng stesso) tra Intel e Samsung Display per la collaborazione allo sviluppo di soluzioni di display di nuova generazione, ottimizzate per i processori Intel e pensate per il mercato degli AI PC. Le due società hanno un rapporto di lungo corso, ma Feng sottolinea in particolare la posizione di "lion share" nel mercato dei pannelli QD-OLED per i monitor per PC a rappresentare una colonna portante di questo accordo.

Accordo che prevede, negli intenti, lo sviluppo da parte di Samsung Display di pannelli OLED e QD-OLED ottimizzati per i chip Intel, offrendo soluzioni che combinano alta qualità dell'immagine e basso consumo energetico. Questi pannelli saranno progettati per sfruttare le capacità AI dei processori Intel, nelle generazioni attuali e future, previste per il 2025 e il 2026. Intel si occuperà invece di sviluppare e implementare tecnologie che permettono di ridurre il consumo energetico dei display, estendendo la durata della batteria fino al 30%. Feng ci ha raccontato che la società sta lavorando su tecniche che consentono di adattare la frequenza di aggiornamento dello schermo, eventualmente anche in porzioni specifiche, a seconda dell'uso, come l'abbassamento a 1 Hz durante la lettura di documenti statici. La collaborazione punta inoltre a rendere gli OLED accessibili a una fascia più ampia di utenti attraverso una riduzione dei costi, così da offrire alta qualità di immagine anche su macchine di maggior diffusione sul mercato.

Dopo Lunar Lake, già disponibile sul mercato commerciale da gennaio, con la famiglia Arrow Lake al completo (che sarà lanciata nella seconda metà di marzo), Intel sta seguendo oltre 150 design sviluppati da più di dieci OEM a livello globale.

Novità per vPro: più semplificazione e sicurezza

All'interno dell'offerta commercial di Intel un ruolo importante è giocato dalla piattaforma vPro, il cui debutto è avvenuto quasi 20 anni fa e che da allora è stata oggetto di un'evoluzione continua basata su fondamenta che rappresentano esigenze chiave per ogni azienda: produttività, prestazioni, durata della batteria, connettività, sicurezza, gestibilità, stabilità e sostenibilità. Fino a qui ci siamo occupati delle prime quattro, ma parlare di vPro ci porta inevitabilmente a toccare il tema della sicurezza, che abbiamo potuto approfondire con una chiacchierata con Jen Larson, general manager del Commercial Client Segments, Client Computing Group per Intel.

In questo frangente una delle novità principali è la collaborazione di Intel con il framework MITRE ATT&CK, uno standard utilizzato mappandoli per aiutare i software di sicurezza a implementare mitigazioni efficaci. Questo framework supporta i team IT e le operazioni di sicurezza nella valutazione della loro postura di sicurezza, identificando le vulnerabilità e le soluzioni necessarie. Larson evidenzia che per la prima volta, anche l'hardware in silicio è stato mappato nel framework MITRE ATT&CK, evidenziando oltre 150 mitigazioni offerte dalla tecnologia Intel vPro contro attacchi reali e con la dimostrazione che ormai il software da solo non è più sufficiente e che le minacce moderne possono essere affrontate efficacemente solo con l'integrazione di hardware e software.

Un'altra novità riguarda l'uso del deep learning per rilevare minacce, grazie alla collaborazione con partner del settore della sicurezza che sfruttano le capacità della NPU. In questo modo, oltre a disporre di nuove contromisure per mitigare gli attacchi, diventa possibile ripensare l'architettura informatica: da un lato l'IA può introdurre nuove minacce, ma dall'altro si rivela anche uno strumento potente per irrobustire le difese contro gli attacchi avanzati.

Intel ha inoltre collaborato con Microsoft sul tracciato dei requisiti di sicurezza di Windows 11 Secured-core PC per mappare l'hardware vPro e, mediante una serie di test di emulazione di attacchi reali, è stato possibile identificare 90 mitigazioni hardware e software combinate: in questo modo le piattaforme vPro superano i requisiti di Microsoft per lo standard Secure Core PC Level 3.

Un altro aggiornamento che quest'anno interessa le piattaforme vPro riguarda la tecnologia Active Management Technology (AMT), introdotta con vPro fin dal suo lancio, e la cui attivazione viene ora considerevolmente semplificata, riducendo i passi necessari da 24 a 6 ed eliminando la necessità di server locali grazie a una soluzione SaaS completamente ospitata da Intel e che sarà integrata anche in Microsoft Intune. Questo aggiornamento è stato in qualche modo catalizzato dal famigerato incidente di Crowdstrike avvenuto a luglio dello scorso anno: coloro i quali avevano attivato le funzionalità AMT sono riusciti a risolvere rapidamente i problemi, in poche ore, a differenza di chi ha dovuto impiegare giorni per ripristinare sistemi senza strumenti di amministrazione remota. La nuova procedura di attivazione AMT è disponibile in anteprima privata su vrfleet.intel.com, con Intel che intende aprirla pubblicamente nelle prossime settimane.

Infine Intel ha annunciato una nuova iniziativa focalizzata sulla trasparenza nella catena di fornitura con il programma Assured Supply Chain per i prodotti commerciali. Si tratta di un sistema che offrirà ai clienti la possibilità di attestare personalmente il percorso produttivo predefinito del silicio. Il programma sarà ufficialmente attivo dalla seconda metà del 2025 su una selezione di  prodotti desktop e mobili della serie Intel Core 200 e inizialmente disponibile tramite HP e Lenovo, con altri OEM che andranno successivamente a popolare l'elenco. Questo programma consentirà ai clienti di poter scegliere di acquistare processori desktop della serie 2 con una produzione specifica in uno dei Paesi selezionati (Stati Uniti, Irlanda, Taiwan, Vietnam e Malesia), evitando che la scelta venga determinata automaticamente.

Gli annunci di oggi completano le novità di Intel al Mobile World Congress, che in un certo senso per l'azienda di Santa Clara è iniziato in anticipo di quasi una settimana con il lancio dei processori Xeon 6 lo scorso 24 febbraio. Si tratta della risposta di Intel alle sfide poste dall'avvento dell'IA alle reti di telecomunicazione. Le reti e i sistemi edge si trovano a supportare un'ampia varietà di carichi di lavoro, tra cui comunicazioni, networking e ora anche l'intelligenza artificiale, spesso in ambienti con vincoli di spazio, potenza e raffreddamento. Anche i processori Xeon 6 supportano quella tendenza che vede lo spostamento dell'inferenza dal cloud all'edge, consentendo quindi l'elaborazione di dati in locale, vicino alla fonte, riducendo la necessità di trasferimenti su lunghe distanze. Inferenza che, per molte attività proprie delle reti, non richiede le enormi potenze computazionali di sistemi basati su GPU dedicate. Un esempio interessante dell'applicazione del Xeon 6 è stato mostrato in un contesto aeroportuale: una singola piattaforma è stata in grado di gestire uno stack privato 5G, analizzare video provenienti da 12 telecamere tramite computer vision e utilizzare un modello linguistico (LLM) da 7 miliardi di parametri per interfacciarsi con il sistema tramite linguaggio naturale.

Insomma, il messaggio trasmesso da Intel in questo Mobile World Congress è diretto alle aziende ed è molto chiaro: Intel Core Ultra 200 è qui per equipaggiare gli AI PC nel rispondere alle esigenze di business. L'incontro con gli executive della società ci ha permesso inoltre di poter avere un rapido scambio niente meno che con Michelle Johnston Holthaus, Co-CEO di Intel, che ha espresso ottimismo in direzione del ciclo di aggiornamento del 2025, pur con un pizzico di cautela: "La nostra lineup è valida e le aziende hanno bisogno degli AI PC, ma ci auguriamo che il problema dei dazi e le guerre commerciali giungano presto al termine".

2 Commenti
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Pkarer05 Marzo 2025, 16:35 #1

I soliti pagliacci

ma perché confrontare la serie 200 con i processori di 3 o 4 generazioni fa?
siamo alle solite...
Ma se ho applicazioni che non usano l'AI vanno peggio? tanto vale che ci metta su un processore della 13a o 14a famiglia e una Geforce 4060 che l'AI la fa funzionare comunque bene...
Tedturb005 Marzo 2025, 20:36 #2
roba che non e' ne carne ne pesce. Alla fine arrivera un AMD o ARM qualsiasi e ciao.
Avrebbero l'occasione di vendere quello che serve ai clienti, e invece continuano a vendere quello che credono li fara guadagnare di piu.

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