Dal prossimo 1 giugno le app iOS dovranno essere compatibili IPv6
Tutte le app di iOS dovranno includere il supporto ad IPv6 a partire dal prossimo 1 giugno. Molte app sono in realtà già compatibili in quanto fanno uso di API IPv6 presenti nei normali framework di sviluppo
di Andrea Bai pubblicata il 05 Maggio 2016, alle 13:31 nel canale AppleAppleiOS










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18 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoRimango della mia idea che 2^64 sarebbero stati più che adeguati per espandere gli IP globalmente disponibili, e per definire con maggior granularità/usabilità le varie subnet & annesse maschere.
@andbad: tutti i dispositivi connessi hanno bisogno di un indirizzo MAC unico, e in questo caso vengono usati "soltanto" 48 bit: 16 per definire l'azienda, e i rimanenti 32 per l'ID del dispositivo.
2^48 bit sono di gran lunga sotto i 2^64 (di 4 ordini di grandezza) che IMO sarebbero stati sufficienti per l'IPv6...
Sono convinto che prima o poi l'attuale MAC ID si esaurirà (anche perché non si possono riciclare come gli IP), ma spero che anche qui non facciano la bestialità di aumentare a dismisura il nuovo ID soltanto perché "non si sa mai".
Rimango della mia idea che 2^64 sarebbero stati più che adeguati per espandere gli IP globalmente disponibili, e per definire con maggior granularità/usabilità le varie subnet & annesse maschere.
@andbad: tutti i dispositivi connessi hanno bisogno di un indirizzo MAC unico, e in questo caso vengono usati "soltanto" 48 bit: 16 per definire l'azienda, e i rimanenti 32 per l'ID del dispositivo.
2^48 bit sono di gran lunga sotto i 2^64 (di 4 ordini di grandezza) che IMO sarebbero stati sufficienti per l'IPv6...
Sono convinto che prima o poi l'attuale MAC ID si esaurirà (anche perché non si possono riciclare come gli IP), ma spero che anche qui non facciano la bestialità di aumentare a dismisura il nuovo ID soltanto perché "non si sa mai".
Ci sta che leghino l'IP al MAC, poiché di fatto sono due ID per uno stesso dispositivo (anche se ovviamente per layer diversi).
By(t)e
Magari esteso un po', aggiungendo un po' di bit per il produttore (in modo da lasciare inalterati i 4 miliardi di dispositivi per ognuno di essi), e lasciandone alcuni per definire la subnet, ma sempre rimanendo nei 2^64.
Magari esteso un po', aggiungendo un po' di bit per il produttore (in modo da lasciare inalterati i 4 miliardi di dispositivi per ognuno di essi), e lasciandone alcuni per definire la subnet, ma sempre rimanendo nei 2^64.
E se poi sostituiscono le porte con altri IP?
By(t)e
Però le porte sono nate per altri scopi: per esporre servizi.
Sulla stupidità umana non discuto, e sono d'accordo che prima o poi anche gli indirizzi IPv6 finiranno, anche se è alquanto improbabile (come del resto credo dica anche tu) che sia in un futuro prossimo, e aggiungo io anche improbabile in un futuro a medio termine.
In realtà il mio punto era sull'analogia, dal punto di vista logico/filosofico: perché sia valida devi avere almeno un elemento in comune (e sottolineo almeno, perché più sono gli elementi e più l'analogia è buona), da cui poi puoi trarre altre somiglianze. La tua analogia invece è basata unicamente sull'elemento che tu sostieni accomuni petrolio e indirizzi IPv6, e quindi non è valida.
In realtà il mio punto era sull'analogia, dal punto di vista logico/filosofico: perché sia valida devi avere almeno un elemento in comune (e sottolineo almeno, perché più sono gli elementi e più l'analogia è buona), da cui poi puoi trarre altre somiglianze. La tua analogia invece è basata unicamente sull'elemento che tu sostieni accomuni petrolio e indirizzi IPv6, e quindi non è valida.
Beh, lo davo per scontato. Quando è stato "scoperto" il petrolio (o meglio, i suoi molteplici scopi) non si è pensato che è in realtà una risorsa finita. L'economia corrente è basata sul valore del petrolio, in quanto fonte energetica principale. Il parametro principale con il quale viene valutata è la crescita. Più crescita=più richieste energetiche=più petrolio. E' ovvio che tale equazione non potrà crescere per sempre.
Discorso analogo per gli IP: quando sono nati, la rete era composta da poche decine di client/server e dunque IPv4 sembrava più che sufficiente per qualsiasi scopo. La crescita esponenziale della rete (forse) imprevedibile ha causato, in pochi anni (30-40 anni nella scala evolutiva sono un battito di ciglia) il loro esaurimento.
La differenza principale, per fortuna, è che la rete è governata da ingegneri (più o meno) che hanno trovato escamotage (NAT, porte e quant'altro) per sopperire a questa mancanza. I nostri politici, in quanto raramente ingegneri (
By(t)e
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