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#1 |
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DVB-T2, nuovo standard per il digitale terrestre dal 2015
Tempi difficili per le emittenti locali della televisione digitale terrestre.
Le nove frequenze da 61 a 69 UHF sono state espropriate dallo Stato: le frequenze messe all'asta se le sono aggiudicate le compagnie di telefonia cellulare (Wind, TIM e Vodafone) e sono state liberate a dicembre 2012 dalle emittenti che le occupavano, le quali devono spostarsi altrove, su frequenze più basse (peraltro già occupate..) Non solo, ma per altre tre frequenze della parte bassa dello spettro è allo studio la procedura di assegnazione ad asta ad emittenti televisive per un periodo di venti anni mentre invece le frequenze di 54 UHF e 55 UHF saranno riservate ai soli operatori nuovi entranti o piccoli (ossia che attualmente detengono un solo mux), come ad esempio Sky Italia o Discovery Channel. Le frequenze dal 57 al 60 UHF dovrebbero essere riservate alle telecomunicazioni, per evitare che i nuovi cellulari finiscano con l’invadere gli spazi della televisione. Sarà comunque l'authority per le garanzie nelle Telecomunicazioni (AgCom) a stabilire tempi e modalità delle aste. Come stabilito dalla legge n. 44 del 2012, dal 1 gennaio 2015 le aziende produttrici di televisori saranno obbligate a utilizzare solo sintonizzatori digitali in grado di ricevere il nuovo standard DVB-T2 (evoluzione del DVB-T, più efficiente e meno soggetto ad interferenze; consente di trasmettere più emittenti sulla stessa frequenza rispetto al DVB-T, e con un'area di copertura maggiore a parità di potenza di trasmissione). Le nuove tv, dal 1° luglio 2015, saranno le uniche a poter essere commercializzate. Inoltre dal 1 gennaio 2013 non potranno più essere commercializzati televisori con sintonizzatore analogico. Sempre nel 2015 ad una conferenza internazionale dell'Unione Internazionale delle TeleComunicazioni (ITU), la WRC-15, spetterà la decisione definitiva su tutta la fascia dei 700 MHz (da 50 a 60 UHF), che protrebbe essere assegnata anch'essa alla telefonia LTE. Ci sono infatti problemi tra nazioni adiacenti da risolvere (ad esempio le emittenti sul canale 56 UHF in Sicilia e Calabria meridionale sono incompatibili ed interferiscono con la telefonia cellulare in Tunisia, così come ci sono interferenze anche tra emittenti italiane, maltesi, slovene, croate, corse e montenegrine, ecc). L'assegnazione delle frequenze alla telefonia cellulare, qualora si concretizzasse, potrebbe essere effettiva con qualche anno di ritardo. Per compensare parte dello spettro UHF ceduto alla telefonia cellulare di nuova generazione (da 55 frequenze disponibili a 34) si ipotizza di far confluire la banda CATV (le frequenze destinate alla tv via cavo, non usate in Italia) nell'etere, cioè le frequenze dai 118 ai 174 MHz e dai 230 ai 446 MHz. Inoltre dovranno essere modificati gli impianti di ricezione esistenti, gli antennisti dovranno montare dei filtri per escludere le frequenze assegnate alla telefonia LTE. Il passaggio al DVB-T2 non sarà un altro switch-off, ma una sostituzione graduale del parco decoder/TV installati. Al momento esistono solo due decoder in standard DVB-T2 in vendita in Italia; quello usato per ricevere Europa 7, il Kaon 7Box-HD, ed il Jeppsen Mediabox ST-4 HD+. I decoder DVB-T2 sono perfettamente retrocompatibili col DVB-T (cioè in grado di ricevere i programmi DVB-T). Alcuni televisori di fascia alta disponibili in Italia hanno il sintonizzatore nativo DVB-T2 (vari modelli di Toshiba, alcuni Loewe ed LG di fascia alta) e l'intera gamma Sony del 2012 e Samsung 2013 è conforme al DVB-T2, ma buona parte dei televisori che è o che sarà in vendita nei prossimi dodici mesi è o sarà sprovvisto di tuner DVB-T2. Segnalate decoder e televisori compatibili disponibili in Italia, come usciranno.
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#2 |
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2001
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Ora io mi domando:
1) ma l'AGCOM non poteva far anticipare l'obbligo di vendere i televisori con decoder DVB-T2 a partire dal 1 gennaio 2013 (o 2014), anzichè dal 1 gennaio 2015 ? Un bel favore sia alle case produttrici di televisori (che potranno con tutta calma smaltire le scorte di modelli con decoder che tra due anni e mezzo saranno gia' vecchi), sia ai fabbricanti di decoder esterni. Infatti ci sono modelli dei quali le versioni inglesi hanno il tuner DVB-T2 e le corrispondenti versioni italiane ne sono invece sprovviste..... 2) chi paga gli antennisti per le modifiche agli impianti ? C'è il costo dei filtri, più la manodopera per un intervento che va a vantaggio esclusivo dei gestori di telefonia cellulare, e sarebbe auspicabile che si assumessero l'intero onere della spesa. Le frequenze da 61 a 69 UHF dovranno essere liberate a breve (entro la fine dell'anno), e questo non solo in Italia, ma in tutta l'Unione Europea. Sono molto probabili forti interferenze sulle frequenze adiacenti (soprattutto sul canale 60). Inoltre, soprattutto nelle grandi città, ci sono anche dei rischi di saturazione dei centralini televisivi (compromessa la ricezione di tutte le emittenti TV). Inoltre l'uplink del terminale mobile LTE potrebbe interferire con il decoder (in casi di sintonizzatori, schermature e cablaggi d'antenna non eseguite a regola d'arte). Nelle zone in cui il segnale Lte sarà più forte di quello televisivo, le antenne saranno accecate e non si riceveranno più le emittenti del digitale terrestre. Se gli operatori telefonici non contribuiranno in qualche modo, l'intervento rischia di essere particolarmente oneroso specialmente per gli impianti di ricezione terrestre singoli (in quelli centralizzati la spesa viene ripartita tra i vari condomini ed è assai più bassa).
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#3 |
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Iscritto dal: Oct 2001
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Per approfondire il problema, un bel pdf tecnico
LTE e DTT. Effetti dei segnali per la telefonia mobile di 4a generazione sugli attuali impianti d'antenna televisivi: www.crit.rai.it/eletel/2011-3/113-6.pdf In particolare si legge: "Simulazioni e misure, effettuate in condizioni realistiche e non eccessivamente pessimistiche. hanno concordemente mostrato che, in alcune situazioni, l'impatto dei segnali LTE sull'intermodulazione degli amplificatori potrebbe essere serio, a conferma dei risultati pubblicati in ambito internazionale. Gli effetti più evidenti si hanno sui canali più adiacenti (in particolare sul canale 60), ma tutti i canali della banda UHF possono essere degradati fino alla mancanza di ricezione." e "In ogni caso, la convivenza di servizi broadcast e 4G nella banda UHF richiederà una adeguata collaborazione tra tutti gli operatori coinvolti, in modo da evitare di far ricadere i relativi costi interamente sull'utente finale." un articolo: Digitale terrestre: in Francia le interferenze col 4G ‘più gravi del previsto’: http://www.key4biz.it/News/2011/12/2...4g_207548.html
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Guida CDR - SACD/DVD-A links - Pal,Secam, Ntsc - Fonts - Radio online - Jazz -Soul&Funky - siti traduzioni lingue non rispondo a msg privati sui monitor Ultima modifica di Adric : 17-05-2012 alle 22:23. |
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#4 |
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2001
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Cinque documenti tecnici in formato PDF sul DVB-T2:
tecnologie DVB di seconda generazione: http://www.fub.it/files/Trascrizione...20DVB%20T2.pdf DVB-T2: www.crit.rai.it/eletel/2008-3/83-3.pdf Il digitale terrestre di seconda generazione: www.crit.rai.it/eletel/2009-2/92-06.pdf DVB-T2 l'alta definizione sul digitale terrestre: www.fub.it/files/DVB_T2.pdf Lo standard DVB di seconda generazione per l'HDTV: www.fub.it/public/Morello020408B.pdf
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#5 | |
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Iscritto dal: Feb 2009
Messaggi: 52
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Addirittura la differenza tra Italia e Uk è veramente oscena... Inutile aggiungere che anche chiedendo da media***** ed eu****** nessun commesso sapeva del dvb-t2 (o forse qualcuno ha fatto finta di non saperlo). |
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#6 | |
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2001
Città: Lazio Età: 52 ex mod
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Quote:
Mentre il segnale video è lo stesso, la codifica dell'audio è ad una frequenza leggermente diversa; inoltre in UK la banda VHF ha cessato di funzionare, pertanto un televisore britannico non può sintonizzare RAI 1 in digitale terrestre dal momento che non riceve la banda VHF (può sintonizzarla solo tramite decoder satellitare esterno). Inoltre i televisori non destinati al mercato italiano spesso sono privi di LCN (Logical Channel Number), la modalità con la quale i nuovi televisori e i decoder assegnano a ogni programma il numero di posizione in memoria in base al piano di numerazione automatica delle emittenti del digitale terrestre. Questo fa escludere l'ipotesi d'acquisto di televisori in UK.
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Guida CDR - SACD/DVD-A links - Pal,Secam, Ntsc - Fonts - Radio online - Jazz -Soul&Funky - siti traduzioni lingue non rispondo a msg privati sui monitor Ultima modifica di Adric : 20-05-2012 alle 19:53. |
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#7 | |
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Iscritto dal: Mar 2008
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Senza contare le ripercussioni sulle vendite che una notizia del genere può portare, non dico blocco totale, ma quasi. Tranquillo che non sapevano nemmeno di che cosa stavi parlando...alcuni non conoscono nemmeno le caratteristiche di quello che stanno vendendo, figuriamoci se sanno di queste innovazioni.
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#8 |
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Iscritto dal: Feb 2003
Città: Torino
Messaggi: 3708
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Nel 2015 non cambierà nulla ,tranquilli
![]() Ci vorranno diversi anni prima del passaggio al DVB-T2 |
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#9 |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2008
Messaggi: 12316
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Non è un passaggio "complicato" come quello tra analogico e digitale, certo non è che il primo gennaio del 2015 cambiano tutto, ma non credo neanche che ci metteranno anni come adesso...ci sono molti interessi in gioco e tergiversare con i doppi standard per molto tempo non conviene a nessuno, ne alla televisione ne tantomeno agli operatori telefonici.
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#10 | |
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Iscritto dal: Oct 2001
Città: Lazio Età: 52 ex mod
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Sono molto più preoccupato per le antenne (argomento del quale praticamente non si parla al di fuori dei media del settore) dal momento che la telefonia LTE parte nei primi mesi del 2013 e verranno pertanto spente e liberate le frequenze da 61 a 69 UHF. D'altra parte, però, auspico fortemente il passaggio al DVB-T2, sia per la copertura maggiore dei ripetitori (si parla del quasi due volte e mezzo in Km rispetto al DVB-T, 160 contro 67), sia per la ricezione meno soggetta ad interferenze (si ricevono le emittenti senza squadrettamenti con intensità del segnale già con valori del 30 %).
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#11 |
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Iscritto dal: Aug 2008
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Riuppo questo thread per chiedere: ma sarà necessario cambiare il televisore o inserire un modulo esterno hardware per poter vedere i segnali DVB-T2 oppure basta solo un aggiornamento del firmware?
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"...qui vige l'uguaglianza: non conta un cazzo nessuno!" (Full Metal Jacket) |
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#12 |
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Iscritto dal: Jun 2001
Città: Codice Amico Sorgenia EmidioM56745
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anche se fosse possibile, chi vuoi che rilasci un firmware per aggiornare vecchie TV
il mercato impone la vendita di nuovi decoder/TV |
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#13 |
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Iscritto dal: Oct 2001
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Un aggiornamento del firmware non basta in quanto si tratta di un nuovo standard di trasmissione, retrocompatibile col precedente: vale a dire che le emittenti in DVB-T possono essere ricevute dai tuner DVB-T2, ma le emittenti in DVB-T2 non possono essere ricevute dai decoder DVD-T.
A proposito, segnalo che in Francia da questo mese tutti i decoder in vendita devono obbligatoriamente ricevere i segnali in Alta Definizione.... Pochi giorni fa sono stati spenti i trasponder in tutta Italia sugli 800 MHz (da 61 a 69 UHF), più anche altri trasponder le cui frequenze saranno riassegnate oppure messe all'asta. Il risultato è che questi sono giorni di gran caos, peggio ancora rispetto ai giorni degli switch-off regionali, tra emittenti che sono sparite dall'etere, altre che hanno cambiato frequenza, che ora si ricevono male quando prima il loro segnale era a fondo scala, o viceversa nuove emittenti. Altre ancora sono in trattative affannose con editori terzi per affittare canali sui trasponder; chi dovrà traslocare sui satelliti, chi dovrà spegnere definitivamente il segnale.... C'è ancora più caos di rispetto a prima, anche perchè non sono stati assegnati nuovi LCN, e su alcune frequenze ci sono decisamente troppe emittenti. L'assegnazione delle frequenze compensative è stata troppo arbitraria, inoltre le graduatorie non sono consultabili pubblicamente. Poca trasparenza, fretta, approssimazione, derivanti anche da normative non sempre chiare e lacunose dal punto di vista tecnico; aggiungiamo il fatto che questo è il periodo metereologicamente peggiore dell'anno per eseguire interventi tecnici alle antenne e agli impianti di trasmissione ..... ![]() E i primi mesi del 2013 verranno accesi gli impianti di telefonia LTE (o 4G), ne vedremo delle belle. Una cosa è sicura; non ci annoieremo. Ma chissà quanto durerà questo caos, le risintonizzazioni dovranno essere effettuate molto spesso, sin da ora.
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Guida CDR - SACD/DVD-A links - Pal,Secam, Ntsc - Fonts - Radio online - Jazz -Soul&Funky - siti traduzioni lingue non rispondo a msg privati sui monitor Ultima modifica di Adric : 26-12-2012 alle 00:23. |
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#14 |
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Iscritto dal: Aug 1999
Messaggi: 470
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ma quindi secondo voi quando verrà spento il metodo di trasferimento in dvb-t ? Perchè eviterei di comprarmi un tv samsung di fascia alta che non incorpora dvb-t2 se fra max 4 anni sarei obbligato a comprare un decoder nuovo..
grazie a tutti
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By [Gnomix] WM www.gnomixland.com Project Manager Founder di http://iptablesweb.sourceforge.net/ |
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#15 |
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SALTA L'ASTA DELLE FREQUENZE TV: SFUMA UN AFFARE DA 1,2 MILIARDI.
Passera l'aveva promessa per fine 2012. Non se ne è fatto nulla a causa dei ritardi AgCom e dei veti esteri. Malta e Croazia diffidano il Garante per le interferenze. Il ministero: grandi reti, nessun favore. di ALDO FONTANAROSA Il sogno di Corrado Passera, che voleva chiudere la sua esperienza di ministro dello Sviluppo con l'asta delle frequenze tv, resterà probabilmente tale. Ogni giorno l'asta incontra nuovi ostacoli, in parte ereditati dal passato, in parte sottovalutati. L'ultima "buca" coinvolge tre editori (Rai, Mediaset e Telecom), addirittura due Stati esteri, e ha già mosso i primi avvocati. Siamo in Croazia. Nel passaggio al digitale terrestre, la Rai riceve (dal ministero) delle frequenze per servire le nostre regioni adriatiche. Ma una volta accesi i ripetitori, il segnale "invade" il territorio croato, del Montenegro e quando va male della Slovenia. Viale Mazzini non ci sta e contesta l'inadeguatezza delle frequenze davanti ai giudici del Tar, che le danno ragione. L'assegnazione di questi "binari" del segnale è sospesa, in attesa di vederci chiaro nelle successive fasi del processo. Nel suo ricorso, la Rai fa una mossa precisa. Chiede nuove frequenze, di quelle che non interferiscano con le emittenti dei Paesi vicini. E le frequenze, dice Viale Mazzini, vanno pescate nel paniere che Passera spera ancora di mettere all'asta (in cambio di un incasso di 1,2 miliardi, stima Mediobanca). Anche Mediaset riceve delle frequenze e Telecom Italia delle altre per lanciare il digitale terrestre in Sicilia (sui canali 38, 56, 60). Il risultato? Noiose, continue interferenze investono i canali della vicina Malta che batte i pugni in tre sedi: davanti all'Rspg (braccio tecnico della Commissione Ue a Bruxelles); all'Unione internazionale delle tlc (l'Itu); ed ora davanti al nostro Garante per le Comunicazioni (l'AgCom). Prima di scrivere le regole generali dell'asta - che metterebbe in palio sei reti nazionali - il nostro Garante ha aperto le porte a chiunque volesse dire la sua sul tema. E nella sorpresa generale hanno depositato un dettagliato dossier - carico di contestazioni - Malta appunto e la stessa Croazia. La posizione di Mediaset e Telecom Italia? Come quella della Rai. I due gruppi tv sono disponibili a spegnere i ripetitori che tolgono il sonno ai maltesi. Chiedono però che il Garante e il governo assegnino loro frequenze migliori, coordinate sul piano internazionale, incapaci di invadere territori stranieri. Frequenze da pescare nel bouquet che il governo vorrebbe mettere all'asta prima delle Politiche di febbraio. Il caos europeo dei ripetitori non è imputabile a Monti o al ministro Passera. E' semmai un "regalo" del governo Berlusconi. Ma la situazione, ad oggi, non è stata risolta. Al punto che alcuni membri del nostro Garante vorrebbero fermare il treno dell'asta delle frequenze - con buona pace del ministero e dei suoi impegni - e varare un nuovo "piano regolatore" per sanare l'emergenza. Se questa linea avesse la meglio, l'asta verrebbe celebrata, certo. Ma in modo più ordinato e credibile, nella nuova legislatura, con un nuovo governo. Al ministero dello Sviluppo economico, sdrammatizzano il problema. Le richieste di Rai, Mediaset e Telecom Italia - che reclamano frequenze prive di interferenze - non saranno accolte. E' questa la promessa solenne. Soprattutto non sarà intaccato il patrimonio di canali che deve andare all'asta. Se un ripetitore a Ragusa o Caltanissetta "spara" troppo forte al punto da portare un canale televisivo fino alle coste di Malta, la sua potenza potrà sempre essere regolata verso il basso. E in ogni caso i grandi editori del Paese dispongono di così tante antenne da poter risolvere ogni questione. Il ministero dello Sviluppo economico fa anche presente che - delle sei reti nazionali destinate all'asta - tre hanno un diritto d'uso ventennale e sono ad uso prettamente televisivo. Le tre reti non potranno raggiungere l'intera popolazione italiana. Ma questo limite è imputabile proprio al fatto che le frequenze dell'asta sono "pulite" e non produrranno altre interferenze con Stati esteri. Almeno loro... (07 gennaio 2013) © Riproduzione riservata fonte: repubblica.it Digitale terrestre, sul sito Agcom la classificazione di Tv e decoder per la ricezione dei programmi televisivi La classificazione verrà presto completata anche con gli apparecchi in standard DVB-T2 che saranno gli unici commercializzabili a partire dal 1 luglio 2015, come stabilito dalla legge 44 del 2012. Media - Per favorire una scelta più consapevole dei consumatori nell’acquisto di televisori e decoder per la ricezione dei programmi televisivi in tecnica digitale, da oggi è possibile conoscere, collegandosi al portale www.agcom.it/decoder, quali sono i modelli in commercio classificati dai produttori secondo le indicazioni contenute nella delibera n. 255/11/CONS www.agcom.it/default.aspx?DocID=6499 dell’Agcom. Quest’ultima prevede una classificazione degli apparati sulla base delle loro caratteristiche tecnologiche. Si parte dalla classe 1 nella quale rientrano i modelli più avanzati, ossia dotati di funzionalità quali, l’alta definizione e la predisposizione per la pay-tv, e, soprattutto, multipiattaforma, (l’obiettivo dell’Autorità, infatti, è quello di diffondere informazioni chiare e trasparenti sulle caratteristiche di tutti i tipi di apparati per la ricezione di programmi televisivi in tecnica digitale, a prescindere dalla piattaforma utilizzata: satellitare, terrestre o internet), fino all’ultima classe di riferimento, la 6, nella quale rientrano i modelli monopiattaforma con caratteristiche più essenziali. Sono comunque esclusi dalla classificazione i cosiddetti “zapper” che non prevedono neanche l’ordinamento automatico dei canali. La classificazione verrà a breve completata con una categoria “plus” per quegli apparecchi delle classi da 1 a 6 dotati di un sintonizzatore/decodificatore digitale terrestre in standard DVB-T2/MPEG e che saranno gli unici commercializzabili a partire dal 1 luglio 2015 ai sensi della legge n. 44/2012. Il portale, in cui ad oggi sono presenti i prodotti 2012 di LG e Panasonic per gli apparecchi TV e Telesystem e Fuba per i decoder, si arricchirà di altri modelli via via che i loro produttori ne avranno completato l’inserimento nel database, richiesto dalla medesima delibera 255/11/CONS. 14 Gennaio 2013 - notizia 214962 fonte: (© 2002-2013 Key4biz)
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#16 |
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INTERFERENZE LTE-TV: LETTERA "TOP SECRET" AGLI ABBONATI RAI.
di Paolo Anastasio Saranno Tim, Vodafone e Wind ad allertare per posta i cittadini sul rischio di disturbi al segnale televisivo nelle aree in cui accenderanno di volta in volta gli impianti 4G. Una lettera a casa degli abbonati Rai, firmata dagli operatori - Tim, Vodafone o Wind - per avvertire i cittadini abbonati al canone Rai che nella loro zona di utenza sono stati accesi i ripetitori per l'Lte, la banda larghissima mobile (sulle frequenze a 800 Mhz). La lettera spiegherà che, in caso di disturbi al segnale televisivo, si potrà contattare il numero verde anti-interferenze e che il disturbo al segnale tv potrebbe dipendere dall'accensione dell'impianto. Questa, secondo quanto risulta al Corriere delle Comunicazioni, la modalità allo studio al tavolo anti-interferenze del Mise, per organizzare al meglio nei prossimi mesi l’accensione dei nuovi impianti Lte a 800 Mhz da parte degli operatori, pronti a farsi carico della spesa per il filtro anti interferenze in maniera proporzionale al disturbo arrecato. Gli impianti telefonici per la trasmissione dell'Lte a 800 Mhz, secondo stime della Fub (Fondazione Ugo Bordoni), potrebbero infatti causare interferenze alle antenne di ricezione del digitale terrestre di 700mila abitazioni sul territorio. L’accensione degli impianti a 800 Mhz da parte degli operatori sarà graduale: gli operatori vogliono mantenere il massimo riserbo sulla “road map” di accensione: la location degli impianti è infatti un’informazione “commercialmente sensibile”, che gli operatori intendono custodire gelosamente, per non favorire i concorrenti. Per questo, durante l’iter di accensione, soltanto il Mise sarà a conoscenza delle aree territoriali dove saranno attivati gli impianti e di volta in volta saranno informati i cittadini delle aree interessate. Prosegue intanto l’attività del tavolo anti interferenze del Mise, dopo il passaggio di inizio anno delle frequenze a 800 Mhz dalle tv locali ai legittimi proprietari Tim, Vodafone e Wind. Secondo quanto risulta al Corriere delle Comunicazioni, nell’ultima riunione ristretta del tavolo anti interferenze, che si è tenuta due giorni fa senza la presenza di operatori e consumatori, si è discusso del ruolo centrale degli ispettorati territoriali del Mise, che nei prossimi mesi, durante il processo di accensione dei ripetitori telefonici, avranno il compito di identificare le eventuali interferenze del segnale Lte ai danni degli impianti di ricezione del digitale terrestre. Saranno gli ispettorati territoriali a interagire con i cittadini, per dirimere eventuali situazioni delicate, ad esempio in caso di disturbo del segnale tv da parte dell’Lte. “Da quanto ci risulta, il processo di accensione degli impianti di trasmissione dell’Lte sulle frequenze a 800 Mhz da parte degli operatori sarà graduale e andrà avanti fino a giugno – dice Mauro Vergari di Adicosnum, rappresentante del Cncu (Consiglio nazionale consumatori e utenti) al tavolo anti interferenze del Mise – E’ discrezione degli operatori come, dove e quando accendere i ripetitori a 800 Mhz. Da parte nostra, abbiamo proposto di istituire un sistema di controllo di secondo grado rispetto all’attività degli ispettorati territoriali. e della Fub. Una sorta di conciliazione, nel caso che gli utenti non siano soddisfatti della risposta del servizio appositamente creato per l’installazione dei filtri sulla propria antenna da parte degli operatori, in caso di interferenza. Insomma, vigileremo”, dice Vergari, ricordando che saranno gli operatori a farsi carico di risolvere le interferenze, tramite un fondo appositamente costituito a carico delle telco previsto dal decreto Crescita 2.0 e che sarà la Fub (Fondazione Ugo Bordoni) a gestire eventuali problemi di interferenza sul territorio. “Le variabili che possono provocare interferenza sono molte – chiude Vergari – si va dall’accecamento totale all’attenuazione del segnale, che può dare effetti soltanto quando c’è vento o quando piove. Ma potrebbe dipendere da interferenze derivanti dall’Lte, e quindi vigileremo attivamente sul campo a garanzia degli utenti”. 16 Gennaio 2013 fonte: corrierecomunicazioni.it ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Gli interventi necessari per sanare le interferenze saranno gestiti da un fondo, costituito dalle telco assegnatarie delle frequenze a 800 MHz e amministrato privatamente dagli operatori interessati, in conformità alle previsioni del regolamento del Ministero dello Sviluppo economico. La Fondazione Ugo Bordoni (FUB), che sta studiando il problema per conto del MiSE, ha stimato che saranno circa 700 mila le abitazioni a essere coinvolte dai problemi di interferenze. Per questo motivo il MiSE in collaborazione con la FUB ha aperto uno sportello online ( HELP Interferenze) http://www.helpinterferenze.it/ per garantire assistenza ai cittadini che non ricevono correttamente i segnali televisivi a causa delle trasmissioni LTE. Ma per avere informazioni definitive su come installare i filtri anti-interferenze sulle antenne, bisognerà attendere il Regolamento collegato al Decreto Crescita per avere le disposizioni definitive”, come ha riferito a Key4biz una fonte del MiSE. Raffaella Natale 28 Gennaio 2013 - notizia 215266 fonte: © 2002-2013 Key4biz
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E' presumibile che il passaggio al DVB-T2 sarà accelerato sia dal passaggio di alcune frequenze alla telefonia 4G e dalla messa all'asta di altre frequenze. Pertanto le piccole emittenti locali, già oggi alle prese con la penuria di frequenze, dovrebbero passare al DVB-T2 ben prima rispetto ai grossi broadcasters dotati di due o più trasponder (e cioè Rai, Mediaset e Telecom Italia- La7). Attualmente in Italia soltanto Europa 7 trasmette regolarmente in DVB-T2. Entro febbraio la Rai dovrebbe partire con bouquet sperimentali in DVB-T2 in varie regioni (ma non tutte). Certo, questo non è un buon momento per comprare un televisore. Per i seguenti motivi: 1) l'obbligo del DVB-T2 non implica, almeno per il momento, anche l'obbligo in Italia di ricezione dei segnali in alta definizione (HD), anche se molti televisori possono riceverli. 2) Plasma e LCD sono quasi al capolinea della loro evoluzione tecnologica, il futuro prossimo è degli OLED, con abbassamenti significativi di prezzo previsti dal 2015 in poi. 3) Quasi tutti i televisori dotati di tuner DVB-T2 sono ancora privi del supporto all'HEVC: http://www.dday.it/redazione/8405/Ap...c-per-l8K.html, da poco approvato. Ad esempio solo il top di gamma della Samsung (F8000) è compatibile HEVC: http://www.dday.it/redazione/8402/Sa...e-TV-2013.html 4) soltanto nel 2015 una conferenza internazionale deciderà la destinazione di tutta la banda dei 700 MHz 5) i decoder esterni compatibili DVB-T2 sono ancora pochi, almeno in Italia. Pertanto aspetterei almeno la seconda metà del 2015 per un nuovo televisore.
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Guida CDR - SACD/DVD-A links - Pal,Secam, Ntsc - Fonts - Radio online - Jazz -Soul&Funky - siti traduzioni lingue non rispondo a msg privati sui monitor Ultima modifica di Adric : 29-01-2013 alle 23:26. |
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#18 | |
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considerato che con 100 megabit di banda 20 gigabyte si fanno fuori in circa 30 minuti. è come se ti dassero una ferrari che la puoi usare quando ti pare ma hai solo 20 litri di carburante al mese, geniale.
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Ultima modifica di t1g3m4n : 06-02-2013 alle 16:37. |
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#19 |
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Editoriale: il DVB-T2 affonda (ma nessuno lo dice)
People & Market Pubblicato da Gianfranco Giardina martedì 8 ottobre 2013 Nonostante nessuno lo dica apertamente, il DVB-T2 sembra destinato ad affondare: secondo quanto si è appreso all'ultimo "All Digital", già l'obbligo del 2015 potrebbe slittare... All’ultimo “All Digital”, la fiera di Vicenza per gli antennisti, finalmente è stata fatta un po’ di chiarezza sul DVB-T2. Certo, sempre una chiarezza all’italiana, da interpretare dietro le dichiarazioni di facciata. Ecco gli elementi: RAI ha chiesto e ottenuto la possibilità di usare il Mux5, inizialmente concesso per le sperimentazioni DVB-T2, anche per le trasmissioni regolari in alta definizione DVB-T; Giorgio Fatale, Strategic Planning Manager di RAI, ha affermato che il DVB-T2 senza il nuovo codec HEVC non dà abbastanza vantaggi per giustificarne l’adozione; Alberto Sigismondi di Mediaset ha poi detto che l’obbligo di legge di avere entro il 2015 solo TV DVB-T2 (senza specificare il codec) non ha senso e dimostra il mancato coordinamento tra il legislatore e l’industria. Benito Mari di Sony (e presidente di HD Forum) ha infine detto che sono già attive le negoziazioni con AGCOM per concordare un rinvio dell’obbligo: con questo Governo “rimandatore” non dovrebbero esserci problemi. Il combinato disposto di queste dichiarazioni e del fatto che le frequenze destinate alla TV saranno sempre meno, è che in Italia al DVB-T2 non ci crede più nessuno. Non c’è spazio nell’etere per trasmettere in simulcast in entrambi i formati. E quindi - è bene dire quello che nessuno dice - l’unico modo per passare al nuovo standard, con o senza l’HEVC, sarebbe fare un nuovo switch-off. Cioè l’obbligo di cambiare TV o di ricorrere ancora a un decoder esterno; per tutti, pensionati e nonne compresi. Semplicemente impensabile in questo decennio, salvo creare una sommossa popolare o decidere di finanziare interamente i nuovi decoder con fondi pubblici, cosa altrettanto inaccettabile. E allora si provi a pianificare bene il futuro per una volta: sul digitale terrestre restino i canali “standard”; i canali HD e l’offerta più ampia (solo per chi vuole) vadano su satellite appoggiandosi a TivùSat. Lo si dica subito e si levi questa enfasi tutta commerciale sul DVB-T2, che crea solo confusione: i TV di oggi e quelli del prossimo futuro non saranno mai compatibili con eventuali trasmissioni in HEVC, che comunque difficilmente arriveranno sul digitale terrestre. © RIPRODUZIONE RISERVATA (dday.it)
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#20 |
Senior Member
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Non sono d'accordo con l'articolista, il passaggio al DVB-T2 ci sarà lo stesso, anche senza obbligo di legge.
Le emittenti vi saranno costrette per la scarsità di frequenze disponibili sui MUX (l'alternativa è la definitiva chiusura). Nel 2015, infatti, alla conferenza internazionale dell'Unione Internazionale delle TeleComunicazioni (ITU), la WRC-15, verrà probabilmente assegnata alla telefonia 4G (o LTE) anche la fascia dei 700 MHz (da 50 a 60 UHF), dopo quella già avvenuta degli 800 MHz (da 61 a 69 UHF). I paesi del Nordafrica (ma anche la Francia) stanno spingendo in tal senso. Già oggi le trasmissioni in DVB-T dell'Italia interferiscono con parecchie nazioni costiere, europee e non. I vantaggi dei DVB-T2 per le emittenti sono a parità di potenza trasmessa: 1) ha una copertura dei ripetitori di 160 Km, contro i 67 Km del DVB-T; 2) può essere ricevuto senza squadrettamenti con % di intensità e qualità inferiori rispetto al DVB-T 3) consente di veicolare più emittenti sulla stessa frequenza rispetto al DVB-T. Online, specie all'estero, sono disponibili televisori col decoder DVB-T2 integrato (che è retrocompatibile con il DVB-T).
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