Da detenuto a sviluppatore: la storia di Preston Thorpe, programmatore da una cella del Maine
Preston Thorpe, detenuto da oltre un decennio per reati legati alla droga, lavora oggi come ingegnere software per la startup californiana Turso. Grazie a un programma sperimentale di reinserimento nello Stato del Maine, sviluppa codice open source ogni giorno dalla sua cella, incarnando un raro esempio di riabilitazione digitale.
di Manolo De Agostini pubblicata il 29 Luglio 2025, alle 10:31 nel canale WebPreston Thorpe è oggi un ingegnere software full-time per Turso, una startup con sede a San Francisco specializzata in tecnologie per database distribuiti. Una notizia come tante, se non fosse che il suo lavoro quotidiano viene svolto interamente dalla cella di un carcere nel Maine, dove Thorpe sta scontando una condanna compresa tra 15 e 30 anni per reati di droga.
La sua assunzione da parte di Turso è il risultato di un percorso fuori dall'ordinario, raccontato da Techcrunch. Durante la pandemia, Thorpe ha deciso di rimettersi in gioco: ha iniziato a studiare informatica da remoto, si è iscritto all'Università del Maine e ha persino ricoperto un incarico da professore a contratto. In parallelo, ha contribuito attivamente allo sviluppo di un progetto open source guidato da Turso, distinguendosi per qualità e costanza nel lavoro.

Preston Thorpe
Il CEO dell'azienda, Glauber Costa, ha scoperto il suo status di detenuto consultando il profilo GitHub di Thorpe, dove quest'ultimo ha sempre dichiarato apertamente la sua situazione. Colpito dal talento e dalla storia personale del programmatore, Costa ha deciso di contattarlo direttamente a gennaio 2025. Dopo mesi di dialogo e confronto, l'azienda ha formalizzato l'assunzione a maggio, permettendo a Thorpe di lavorare da remoto tramite un'iniziativa sperimentale promossa dal sistema penitenziario del Maine.
Thorpe vive attualmente nell'"Earned Living Unit" del Mountain View Correctional Facility, una sezione del carcere riservata a detenuti che partecipano a programmi di lavoro e formazione avanzata. Circa il 10% del suo stipendio viene devoluto allo Stato, mentre altre trattenute sono destinate al mantenimento di figli o al risarcimento delle vittime.
Per le autorità locali, questo modello rappresenta una forma innovativa di riabilitazione. Il commissario del Dipartimento delle correzioni del Maine, Randall Liberty, ha sottolineato come casi come quello di Thorpe possano favorire la sicurezza pubblica e contribuire a un reinserimento sostenibile: "Se vi interessa davvero la sicurezza della comunità, se vi interessa essere responsabili dal punto di vista fiscale, questa è la via".
Thorpe, oggi 31enne, racconta la sua trasformazione come una sorta di risveglio: "Mi sento come se mi fossi svegliato da un sogno. Le memorie della mia vita precedente, del perché sono finito in carcere, quasi non mi sembrano reali."
Sebbene manchino ancora diversi anni alla possibilità di uscire e lavorare da un normale ufficio o da casa, il suo esempio mostra che la tecnologia può anche essere uno strumento di redenzione. E forse anche il ponte verso una seconda possibilità.










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