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Old 09-08-2009, 19:12   #1
zerothehero
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A Teheran il processo farsa ai dimostranti

Sul banco degli imputati oltre cento persone, fra di loro l’ex vicepresidente. Rischiano la pena di morte

niformi grigie, qualcuno con il capo chino, la maggior parte con lo sguardo fisso avanti, un centinaio di iraniani sono apparsi in tribunale a Teheran. E’ iniziato ieri il primo processo per le proteste seguite alle elezioni del 12 giugno. E’ nota l’identità di una decina di loro: ex vicepresidenti, ex ministri, giornalisti. Le accuse: atti di vandalismo, legami con gruppi armati dell’opposizione, attentato alla sicurezza nazionale. Rischiano la pena di morte.

Dalle sedie color rosso porpora nell’aula affollata, gli imputati hanno ascoltato la lettura delle accuse da un documento di 15 pagine, secondo il quale i tre principali partiti riformisti avrebbero usato le elezioni per attuare una «rivoluzione di vel*luto » contro il regime (come quella del 1989 in Cecoslovac*chia) come previsto da un pia*no organizzato da oltre un an*no con fondi ricevuti da orga*nizzazioni non governative estere. Secondo l’agenzia di Sta*to Fars , alcuni imputati hanno confessato in aula che la vitto*ria di Ahmadinejad è stata rego*lare, smentendo accuse di bro*gli da loro stessi rivolte e ripetu*te da milioni di iraniani in piaz*za. La prima seduta (non è nota la durata del processo) si è svol*ta a porte chiuse, senza avvoca*ti difensori, in una Corte rivolu*zionaria retta da religiosi. Saleh Nikbakht, avvocato di diversi degli imputati, l’ha saputo dalla tv. E’ corso in tribunale, non l’hanno fatto entrare. Mai la Re*pubblica Islamica aveva proces*sato politici di così alto livello. Un tentativo di chiudere i conti con l’opposizione e di intimidi*re la società civile a pochi gior*ni dalla conferma del presiden*te Ahmadinejad, dicono gli esperti.

L’abiura esemplare è quella del 52enne Mohammad Ali Abtahi, religioso ed ex vicepre*sidente del riformista Khatami dal 1997 al 2005, ora braccio de*stro di Karroubi. Detenuto dal 16 giugno, secondo la moglie ha perso 18 chili. Sul capo man*cava il turbante nero che lo qua*lifica come seyyed, discendente di Maometto. «Ho sbagliato a partecipare alle proteste», ha detto. «Quella delle frodi è una menzogna usata per provocare disordini in modo che l’Iran di*venti come l’Afghanistan e l’Iraq». «Confessione» confer*mata dall’ex vicepresidente Mohsen Safai-Farahani, dagli ex ministri riformisti Mustafa Tajzadeh e Behzad Nabavi. «Gli eventi post-elettorali erano sta*ti pianificati dagli americani da un anno», avrebbe ammesso il sociologo irano-americano Kian Tajbakhsh. Tra gli imputa*ti: i giornalisti Mohammed Atrianfar e Maziar Bahari e il leader del maggiore partito ri*formista Mohsen Mirdamadi.

Osservatori e attivisti consi*derano il processo una farsa. Il leader dell’opposizione Mousa*vi ha smentito i legami con gli stranieri. «Riformisti come Abtahi sono fedeli al cambia*mento nel profondo del loro es*sere », dice al Corriere Azadeh Moaveni , che è stata inviata di Time in Iran e ha scritto Lipsti*ck Jihad e Viaggio di Nozze a Teheran (Newton Compton, in uscita il 6 agosto in Italia). Defi*nisce il processo «una messa in scena con confessioni in stile sovietico» e ricorda il coraggio sempre mostrato da Abtahi: opi*nionista e blogger oltre che poli*tico, rivelò per primo che la giornalista Zahra Kazemi era stata assassinata in prigione nel ’96 e che il regime ha protet*to fuggitivi di Al Qaeda. Quan*do nel 2001 Khatami ammise che gli ultraconservatori aveva*no reso impossibili le riforme sperate, la scrittrice ricorda gli occhi lucidi di Abtahi. Ieri ha ac*cusato Khatami di tradimento per aver appoggiato il cambia*mento. «Questa 'confessione' — dice Moaveni — è una scom*messa cosciente e calcolata per uscire dal carcere e tornare dal*la famiglia».
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Old 09-08-2009, 19:13   #2
zerothehero
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Era gli imputati anche la studentessa francese Clotilde Reiss, "accusata di aver raccolto informazioni, incoraggiato i facinorosi e agito contro la sicurezza nazionale", riferisce l'agenzia di stampa ufficiale iraniana Irna, secondo cui la giovane ha confessato di essere stata presente agli incidenti e ha chiesto scusa per gli "errori" commessi.

Clotilde, 24 anni, ha detto di aver consegnato un rapporto all'ambasciata francese sulle manifestazioni a Isfahan: "Ho scritto un rapporto di una pagina e l'ho consegnato al capo dell'Istituto francese di ricerca in Iran che appartiene al servizio culturale dell'ambasciata di Francia". E ha spiegato di aver partecipato ai disordini "per motivi personali" e che si è trattato di un errore. Il suo avvocato ha chiesto che sia graziata. La Reiss si trova in Iran poiché aveva ottenuto da cinque mesi una borsa di studio come assistente di francese all'Università di Isfahan dopo essersi laureata in Francia in scienze politiche. Lo scorso 1 luglio è stata arrestata all'aeroporto di Teheran mentre stava lasciando il Paese. La sua colpa sarebbe quella di aver inviato a un amico iraniano un'email con fotografie effettuate durante una protesta. La Francia ha respinto le accuse intentate contro Reiss definendole "prive di fondamento" e il presidente Nicolas Sarkozy ha chiesto che venga immediatamente rilasciata.

Alla sbarra, inoltre, un'impiegata dell'ambasciata di Francia, Nazak Ashfar, e un impiegato iraniano dell’ambasciata britannica, Hossein Rasam, accusato di spionaggio. Rasam è uno degli otto dipendenti dell'ambasciata inglese arrestati il 27 giugno e l'unico ancora in carcere. In aula ha riferito che l'ambasciata aveva chiesto ai suoi dipendenti locali di essere presenti alle manifestazioni che hanno seguito le elezioni del 12 giugno e che le informazioni raccolte sulle proteste sono state consegnate agli Usa: "Visto che il governo americano manca di strutture per monitorare gli eventi in Iran e date le strette relazioni tra Washington e Londra, l'ambasciata britannica a Teheran ha inviato a Washington i dettagli raccolti sulle manifestazioni". Rasam si è poi scusato con la nazione iraniana per i suoi "errori" e ha chiesto perdono. Da Londra il governo ritiene la situazione "totalmente inaccettabile e in contraddizione diretta con le assicurazioni che ci sono state più volte date da alti responsabili iraniani".

In aula sono poi comparsi il giornalista persiano Ahmad Zaydabadi ed esponenti di spicco del fronte moderato quali Ali Tajernia, Hedayat Aghàie, Shahab Tabatabaie e Javad Emam.

Gli imputati rischiano dai cinque anni di reclusione sino alla pena di morte, in questo caso se riconosciuti colpevoli di essere "mohareb" (nemici di Dio).

I candidati riformisti Mousavi e Karroubi e l'ex presidente Khatami hanno detto che i processi sono una farsa e di fatto già decisi.

All'esterno del tribuanale la polizia ha represso la protesta dei parenti degli imputati.
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Old 09-08-2009, 19:13   #3
zerothehero
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Lo 007 francese, praticamente nà povera studentessa di scienze politiche. Imho avrebbero accusato di spionaggio anche la mia prof del corso sull'Islam (Fiorani Piacentini Valeria) se si fosse trovata in Iran.

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Ultima modifica di zerothehero : 09-08-2009 alle 19:17.
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Old 09-08-2009, 19:24   #4
zerothehero
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Persino lo pseudoriformista Khatami (che è cmq migliore del Macaco, senza dubbio) ha qualcosa da ridire:

Teheran, 2 ago. - (Adnkronos) - Una "farsa". Cosi' l'ex presidente iraniano Mohammad Khatami ha definito il processo iniziato ieri contro un centinaio di persone coinvolte nelle manifestazioni di protesta delle settimane scorse contro l'esito delle elezioni presidenziali. "Il processo e' una farsa e le confessioni non sono valide - ha denunciato l'ex presidente riformista sul suo web - Quello che definiscono processo e' una violazione della Costituzione...Processi farsa di questo tipo colpiscono direttamente il sistema e danneggeranno ulteriormente la fiducia dell'opinione pubblica".

Continuano le manifestazioni e la repressione
http://shooresh1917.blogspot.com/200...leased-in.html
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Old 09-08-2009, 19:25   #5
gabi.2437
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Vabbè un posto con la condanna a morte per le offese alla divinità che "giustizia" può offrire?
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Old 09-08-2009, 19:33   #6
zerothehero
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Si, ma a breve questi accuseranno alcuni chierici di Qom di essere contro Dio (mohared), perchè hanno messo in dubbio l'elezione di Ahmadinejad contestando l'autorità del Glande Ayatollah (per corrispondenza) Khameini.

Diffile accusare un tipo simile di essere contro Dio (al massimo è control 'uso che ha fatto Khameini del Velayat-e Faqih, una distorsione della tradizione giurispudenziale sciita) .

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Old 10-08-2009, 10:15   #7
zerothehero
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http://www.corriere.it/esteri/09_ago...4f02aabc.shtml
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Old 10-08-2009, 13:11   #8
castexx
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Pena di morte per le proteste...evviva la civiltà!



Ma nessuno può fare niente?
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Old 10-08-2009, 13:14   #9
balint
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