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Polonia, crollo dei post comunisti, al governo va il centro-destra
Lunedì 26 Settembre 2005
Crollo dei post comunisti La Polonia cambia Al governo va il centro-destra- ROMA La Polonia conferma la regola del singolo mandato governativo. Dalla caduta del comunismo, nel 1989, nessun governo è rimasto al potere per due mandati. E così sarà di centro-destra il primo esecutivo della Polonia targata Ue. Gli exit poll (i risultati definitivi si avranno tra domani e mercoledì) non lasciano dubbi: il Pis (Diritto e giustizia), formazione di destra capeggiata dai gemelli Kaczynski (Jaroslaw e Lech) avrebbe ottenuto la maggioranza conquistando poco meno del 29%. Alle sue spalle il Partito centrista “Po” (Piattaforma civica) con il 26,35%. Dall’alleanza di queste due formazioni nascerà il nuovo governo. Impressionante nelle dimensioni il crollo dei post comunisti dell’Sld (Alleanza della sinistra democratica) che avevano conquistato il potere nel 2001. Dal 41% di allora sarebbero scivolati a poco più dell’11%. Spazzati via da scandali di corruzione e dall’incapacità di dare una valida risposta al preoccupante fenomeno della disoccupazione. Altri partiti che dovrebbero portare i propri rappresentanti nella nuova Camera dei deputati (in tutto 460 seggi, 100 quelli dei senatori) in quanto sembrano avere superato la soglia di sbarramento del 5% sono Samoobrona (Autodifesa), Lega delle famiglie polacche (Lpr) e il Partito dei contadini (Psl). Non dovrebbero essere riusciti ad entrare invece Socialdemocrazia polacca (Sdpl) e il Partito democratico (Pd) dell'ex premier Tadeus Mazowiecki. Bassissima l’affluenza alle urne che non avrebbe superato il 39 per cento, con un calo di oltre sette punti percentuali rispetto alle legislative del settembre 2001. Ma cosa devono aspettarsi i polacchi e la stessa Unione europea dalla nascita del nuovo governo di centrodestra? Piattaforma civile, da un lato, intende perseguire una strada di intransigente risanamento dei conti pubblici, tagliando la spesa dello stato e riportando velocemente il rapporto deficit-pil sotto controllo, rispetto al 4,5% che toccherà del 2005, introducendo una tassazione unica del 15% e preparando così la Polonia a entrare nell'euro già nel 2009-2010. Diritto e giustizia, invece, pur senza negare la necessità di riforme, non perde di vista l'elevato tasso di disoccupazione (quasi 20%) e non intende sacrificare la pace sociale all'adozione della moneta unica. Se dovesse prevalere quest'ultima linea, i tempi dell'ingresso in Eurolandia inevitabilmente si allungherebbero. Il prossimo 9 ottobre la Polonia rivivrà un’altra importantissima giornata politica con l’elezione del successore di Aleksander Kwasnienewski alla guida dello Stato. Favorito è il leader di Piattaforma civica, Donald Tusk che i sondaggi danno al 43% rispetto al capo di Diritto e giustizia, il sindaco di Varsavia Lech Kaczynski (31%). R.Rom. (Il Messaggero.it)
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#2 |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2004
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Manco il tempo di raggiungere il pieno sviluppo e già hanno problemi.
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#3 |
Utente sospeso
Iscritto dal: Oct 2002
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dopo quarant'anni di comunismo non ne vogliono + sapere....e come dargli torto
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#4 | ||
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#5 |
Senior Member
Iscritto dal: May 2003
Città: Verona
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...aggiungo una cosa: lì, quelli che non sono stati capaci di dare risposte serie ai problemi della nazione, sono stati "spazzati via", qui in Italia....
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#6 |
Senior Member
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GERMANIA , POLONIA , e chissa' quanti altri ... peccato che noi invece come al solito insisteremo nel farci prendere per i fondelli andando dalla parte opposta ...
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#7 | |
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2001
Messaggi: 1009
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La verità è molto più semplice: hanno malgovernato e si sono fatti travolgere da scandali di corruzione. Comunque, il dato politicamente più rilevante, a mio avviso, è la grandissima astensione dei votanti. Solo il 38% si è recato alle urne, brutto segno, anche per chi ha vinto. |
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#8 |
Bannato
Iscritto dal: Aug 2001
Città: Berghem Haven
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Per chi si dice contento......guardate che ha perso anche Solidarność (qualcuno ha detto Giovanni Paolo II?).....non ha più manco un seggio.
Ultima modifica di lowenz : 27-09-2005 alle 13:17. |
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#9 | |
Bannato
Iscritto dal: Aug 2001
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#10 | |
Senior Member
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Gli altri, chi sarebbero? La Spagna? L'inghilterra? L'Irlanda? Il Portogallo? ![]() Sai qual'è la realtà? E' che se anche in Europa tutti i paesi membri fossero governati dalla dx, noi rimarremmo comunque un caso anomalo, in quanto la nostra, di dx, nulla ha a che spartire con quelle liberali e libertarie del resto d'Europa. La nostra rimarebbe sempre e solo una formazione politica cappeggiata dal maggiore monopolista che si sia mai visto, che il liberismo non sà nemmeno dove sta di casa e che, anzi, ripugna con tutto il proprio essere. P.S.: ah, in Germania, nel complesso, la sx ha raggiunto il 50% dei voti. |
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#11 | |
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#12 | |
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Addio Pierpo, motociclista. Se il cameriere di un locale per me è un idiota, non conosce le regole del locale, tratta bene solo i suoi leccaculo ma va bene al proprietario...cambio locale. |
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#13 | |
Bannato
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Ultima modifica di lowenz : 27-09-2005 alle 13:40. |
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#14 | |
Senior Member
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Vedendo lo sfacelo "walesiano" i polacchi pensavano che con l'altra parte sarebbe cambiato tutto (poveri illusi...si vede che non hanno studiato 50 anni della nostra politica) e hanno cercato ancora i comunisti....che hanno finito per andare a bagno...ed ora ne provano un'altra......tempo qualche altra elezione e si accorgeranno che "Franza o Spagna basta che se magna"
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#15 |
Bannato
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Ma cosa intendono in Polonia con Destra Populista.....che non l'ho ancora ben capito.....a me non suona bene.....per nulla
![]() Ultima modifica di lowenz : 27-09-2005 alle 14:04. |
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#16 | |
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#17 |
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Sempre con riferimento alla Polonia (oltre che all'Italia):
----------------------- Sabato 24 Settembre 2005 Un nuovo decreto sui flussi potrebbe rimediare al “vuoto” di CORRADO GIUSTINIANI ROMA - Non ci sono posti per i lavoratori extracomunitari, e ce ne sono troppi per i neocomunitari. Su 79 mila 500 quote destinate per quest’anno ai paesi entrati nel maggio del 2004 nell’Unione, soltanto 46 mila sono state coperte. E’ la prova definitiva che non c’è stata l’invasione da Est di polacchi, cechi e ungheresi che l’Europa temeva e i vecchi membri dell’Unione avrebbero fatto meglio a liberalizzare subito i movimenti per lavoro dei nuovi cittadini, anziché imporre una fase transitoria di blocchi e contingentamenti da un minimo di 2 anni fino a un massimo di 7. L’idraulico polacco, insomma, se ne è rimasto a casa, come ha mostrato un orgoglioso manifesto-fotografia diffuso dall’ufficio turistico di Varsavia, e affisso a tutte le pareti dell’Europarlamento. Ma se da un lato avanzano 33 mila 500 posti destinati ai neocomunitari e, dall’altro, 160 mila extracomunitari sono rimasti fuori dalla quota ad essi riservata (anche questa di 79 mila 500 posti) perché il governo non decide, con un nuovo decreto flussi, un conguaglio? Secondo la nostra proposta, le quote che così si liberano potrebbero andare a vantaggio esclusivo di lavoro domestico e assistenza alla persona, dal momento che tale comparto prima o poi potrebbe essere liberalizzato. Non è infatti pensabile che una famiglia prenda a scatola chiusa, dall’estero, una persona superfidata che tenga i bambini o assista gli anziani. Per colf e badanti, in realtà, la differenza fra domande pervenute e quote disponibili è più alta: 40 mila 595 unità. Il nuovo decreto flussi, allora, potrebbe destinare 7 mila posti aggiuntivi, oltre a dirottare sulle colf le 33 mila 500 quote non coperte. Varare un altro decreto flussi nello stesso anno solare è possibile, lo contempla l’articolo 3 della legge Bossi-Fini ed è stato già fatto per i lavoratori stagionali. Del resto, la possibilità di ricorrere a conguagli è stata richiamata anche giovedì sera al ministero dell’Interno dalle organizzazioni dei datori di lavoro e dalle parti sociali, convocate da Pisanu per studiare insieme il decreto flussi del prossimo anno. Che i lavoratori dei dieci paesi (in realtà otto, perché per Malta e Cipro non vi sono restrizioni) entrati nel 2004 non abbiano alcuna intenzione di invadere la vecchia Europa a 15, lo prova ampiamente un recente rapporto presentato dall’Ecas, il servizio per l’azione dei cittadini europei, presieduto da Mario Monti. A conti fatti, non più di 200 mila sono arrivati nel Regno Unito, in Irlanda e in Svezia, gli unici tre che hanno aperto da subito i loro confini. Più esattamente, 85 mila sono arrivati in Irlanda, circa 20 mila in Svezia e 105 mila nel Regno Unito (in teoria 175 mila, ma l’Home Office ammette che almeno il 40 per cento di loro era sul territorio inglese già prima del 2004). Secondo un istituto tedesco, anzi, in Inghilterra sono arrivati dall’Est solo in 50 mila, perché vengono calcolati i lavori e non i lavoratori, che potrebbero averne cambiato più d’uno. Tutti gli altri paesi hanno posto o barriere assolute (come ad esempio Francia, Germania e Spagna) o previsto delle quote (come Italia, Austria e Olanda). Lo strano è che, prima dell’ingresso nell’Unione, era stata diffusa una stima tranquillizzante (risultata ora veritiera) in base alla quale solo l’1 per cento della popolazione lavorativa di quei paesi si sarebbe spostata. Sembrava che molte delle vecchie nazioni europee, Italia fra queste, non avrebbero posto alcuna restrizione. Ma alla fine ha vinto la paura. (Il Messaggero.it)
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#19 | |
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Il fatto che nel passato la Polonia sia sparita per tre volte dalle carte geografiche, in seguito alle guerre (in varie epoche la Polonia è stata attaccata praticamente da tutte le nazioni europee, perfino dalla Svezia ![]() Tale cosa è stata anche dimostrata in occasione dell'ultimo referendum sulla costituzione europea, dove l'affluenza è stata bassissima. Quello che è successo è che, dopo il governo di Walesa, la cui popolarità in Polonia è adesso molto ridimensionata, si diffuse un certo malcontento popolare. I ricchi diventavano più ricchi ed i poveri più poveri. L'agricoltura e l'allevamento venivano trascurati dal governo. E la gente si scontrava con gli effetti collaterali del passaggio all'economia di mercato: privatizzazioni, prepensionamenti, disoccupazione. In questo contesto maturò il consenso per Kwasniewski (che a mio parere è stato un buon presidente). Adesso che il benessere è diffuso, dato il potenziale enorme di questa nazione, la gente passa a considerare ipotesi più liberaliste, ed ecco così un consenso per il centrodestra.
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#20 |
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29-SET-05 17:59
POLONIA: FUMATA NERA DA VERTICE PARTITI MAGGIORANZA PER FORMAZIONE GOVERNO Varsavia, 29 set. - (Adnkronos/Dpa) - Fumata nera dal vertice per la formazione del futuro governo polacco. Legge e Giustizia (PiS) e Piattaforma Civica (Op), i due maggiori partiti del centrodestra, non hanno trovato l'intesa di governo. Il vertice, durato circa due ore, e' stato contrassegnato da uno scambio di accuse reciproche. I due partiti sono distanti sulle future linee di politica economica che il governo dovra' adottare. A differenza di Op, il PiS - che ha un programma tipico delle destre sociali europee - non intende tagliare la spesa pubblica. (Tac/Col/Adnkronos)
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