|
|||||||
|
|
|
![]() |
|
|
Strumenti |
|
|
#141 |
|
Member
Iscritto dal: Nov 2006
Messaggi: 201
|
Se non sbaglio Mercoledì Visco riferità in senato con un "corposo dossier" preparato per spiegare la vicenda. Consiglio di tenere viva la discussione fino a quel giorno perchè la replica penso che sarà interessante. Riguardo a Speciale, sono cariche che dipendono dal governo, e fino a quando è così, non mi sembra "un attentato alla democrazia" quello di cambiare uomini ai vertici. Del resto il centrodestra ci aveva messo i suoi, come Speciale, Pollari, etc... Per essere limpido, il centrosinistra deve mettere uomini di chiara e riconosciuta capacità e autorevolezza, e non uomini ricondubili a catene ed intrecci di potere (vedi di nuovo Speciale). Se farà così allora la cosa sarà stata gestita bene.
|
|
|
|
|
|
#142 |
|
Senior Member
Iscritto dal: Jun 2005
Messaggi: 367
|
|
|
|
|
|
|
#143 | |
|
Senior Member
Iscritto dal: Feb 2003
Città: Roma-Napoli
Messaggi: 9270
|
Quote:
__________________
CPU i7 14700 MOBO MSI Z690 Edge RAM Corsair Vengeance PRO SL 32GB, COOLER noctua D14, SSD crucial p5 plus 1TB PSU Corsair RM850, VGAPNY GeForce RTX® 4080 VERTO TV LG OLED65C16LAAUDIO B&W CM5,CMC,CM1, DENON 3313, H/K 650[/size] |
|
|
|
|
|
|
#144 |
|
Member
Iscritto dal: Dec 2000
Messaggi: 260
|
Essere Carlo Bonini pseudonimo di Vincenzo Visco ???
Magari no, ma pare il classico articolo scritto su commissione. Comunque Repubblica, non dimentichiamolo, essere obiettivo e autorevole no come Libero et/aut Ilgiornale... |
|
|
|
|
|
#145 |
|
Bannato
Iscritto dal: May 2007
Messaggi: 0
|
ma guarda guarda come sono scatenati i prodi-boys a difesa della loro cosca di governanti da strapazzo! Ma non avete una faccia?
Pensiamo solo se una cosa del genere l'avesse fatta il precedente Governo... possiamo solo immaginare questi strenui difensori di oggi, cosa sarebbero stati allora.. per tornare a questa ridicola ex-maggioranza, ormai sono senza vergogna! A casa! Avete ricevuto lunedi l'avviso di sfratto, dilettanti allo sbaraglio.. |
|
|
|
|
|
#146 |
|
Member
Iscritto dal: Feb 2007
Messaggi: 206
|
non c'entra la maggioranza. anche l'opposizione fece la stessa cosa. pensiamo all'editto bulgaro, ai tanti processi di Silvio Berlusconi, non è che l'opposizione non l'abbia difeso, scusa.
sono tutti uguali. |
|
|
|
|
|
#147 |
|
Member
Iscritto dal: Nov 2006
Messaggi: 201
|
anonimo "youremailaddress" io non etichetto quelli con cui discuto con "berlusconi-boys" o altre locuzioni, se scrivi per scatenare flame, ti consiglio di impiegare il tuo tempo in qualcosa di più utile.
Detto questo, riguardo la vicenda, la situazione è quella della parola di uno contro quella di un altro, in quanto fino ad ora nessuno ha aperto procedimenti o inchiesti od altro per accertare i fatti. Quindi, sentita la parola di Speciale, io mi riservo di sentire la parola di Visco quando riferirà, se riferirà, per farmi un giudizio personale sulla vicenda. Certo che se è vero, come dice Visco, che quei dirigenti della Gdf che dovevano subire un avvicendamento non avevano niente a che fare con il caso Unipol, la faccenda è una delle tante montature che ultimamente vanno di moda... |
|
|
|
|
|
#148 | |
|
Senior Member
Iscritto dal: Jun 2005
Messaggi: 367
|
Quote:
|
|
|
|
|
|
|
#149 |
|
Junior Member
Iscritto dal: Aug 2006
Città: Piemonte
Messaggi: 1
|
Se uno ha voglia di cercare di ricapitolare tutta la storia e vedere bene come è andata,si legga gli articoli di Carlo Bonini che ricostruiscono la storia fin dal suo inizio.
Carlo Bonini per La Repubblica (2 giugno 2007) http://www.repubblica.it/2007/06/sez...n-rifiuto.html Nell'epilogo, dunque, il generale di fanteria Roberto Speciale da Petraperzia (Enna), "Ciccio il comandante", come ama farsi vezzeggiare dai suoi amici forzisti e di Alleanza nazionale, non batte i tacchi. Nella sua uscita non c'è traccia di uno di quei suoi "Ossequiosamente obbedisco", "Subordinatamente La saluto", con cui per dodici mesi ha omaggiato un nuovo padrone politico cui scavava la fossa. In trenta minuti di colloquio in via XX Settembre, comunica al ministro dell'Economia Padoa-Schioppa, che gliele chiede, che lui alle dimissioni "non ci pensa nemmeno". Si fa mettere alla porta e destituire dal comando con effetto immediato lasciandosi offrire un posticino alla Corte dei conti (che forse accetterà, o forse no). Perché questo contemplava il format che il centro-destra aveva scritto e che con diligenza lui ha interpretato in queste due settimane. L'uscita di scena doveva essere rumorosa. E rumorosa è stata. Perché, da oggi, in un'ultima operazione di "spin", rumore possa chiamare altro rumore ("La destituzione è un golpe". "Un attentato alla Costituzione". "Un'esecuzione gappista") convincendo il Paese di essere rimasto orfano di un generale "spezzaferro", di un "civil servant", che non si è piegato all'arroganza della politica. Roberto Speciale non è stato né l'uno, né l'altro. Roberto Speciale è un fungo cresciuto nel sottobosco in cui, per cinque anni, il centro-destra ha coltivato un disegno di controllo degli apparati che doveva avere nell'intelligence politico-militare, il Sismi di Nicolò Pollari, e nelle Fiamme Gialle, un nuovo potente e pervasivo strumento di controllo e intervento a uso politico. Un grumo di potere non più misterioso almeno da quattro anni. Di cui il governo di centro-sinistra conosceva e conosce uomini e coordinate. Di cui ha fatto le spese (la campagna sul caso Unipol, le intrusioni abusive nelle anagrafi tributarie, il sistema di spionaggio illegale in Telecom). Ma a cui sin qui non ha voluto (o potuto) mettere mano. Per insipienza, per miopia, per divisioni interne. E a cui oggi sacrifica, non a caso, il viceministro Vincenzo Visco (l'unico, a quanto pare, ad aver avvistato per tempo "criticità" che altri non hanno voluto vedere). Eppure, non era necessario un indovino per intuire come sarebbe andata a finire. Per comprendere quale fosse la posta in gioco. Nell'autunno scorso, con l'uscita di Pollari dal Sismi, Speciale perde il suo mentore e rimane unico custode della potente macchina che, nel luglio 2003, gli era stata consegnata con ben altre e per lui più consone mansioni. E' un Carneade, "Ciccio il comandante". E, in quell'estate, quando decidono di nominarlo comandante generale della Finanza, Berlusconi e Tremonti ne ignorano persino l'esistenza. E' Nicolò Pollari, siciliano come Speciale, che garantisce per lui. Che ne sollecita e impone la nomina. E' l'uomo giusto, al posto giusto, al momento giusto, ragiona l'allora direttore del Sismi. E' una muffa degli Stati Maggiori della Difesa che a fatica ha superato l'Accademia militare di Modena. Un burocrate furbissimo con un debole per le belle cose (arredi e orologi), la bella gente, i bei luoghi (Capri). Che in dieci anni (dal 1993 al 2003), da poltrone di nessuna visibilità, ha coltivato una fitta rete di benevolenze. Ha comandato infatti il primo Reparto dello Stato maggiore Esercito e quindi il primo Reparto dello Stato maggiore Difesa, da dove ha controllato "il personale" (avanzamenti e stato giuridico della truppa e dei quadri ufficiali. Per un periodo anche la leva). Nell'estate 2003, Pollari ha bisogno di una testa di legno che governi per conto terzi (per suo conto) la Guardia di Finanza. Il tempo necessario al governo di centro-destra per varare la riforma che (come per l'Arma dei carabinieri) dovrebbe consentire di nominare al comando del corpo un proprio generale. Che prepari cioè a Pollari, generale di corpo d'armata delle Fiamme Gialle, il suo grande rientro quando si tratterà di lasciare il Sismi. E' un piano di cui Pollari si compiace e che Speciale racconta in giro, vantandosene. Pollari dispone. "Ciccio" esegue. Il Sismi si gonfia di ufficiali della Finanza e, va da sé, anche del figlio di Speciale, cui per qualche tempo viene affidato (con esiti disastrosi) il centro di Abu Dhabi. Speciale ridisegna i vertici del Corpo con organigrammi dettati da Pollari e dal suo delfino, il generale Emilio Spaziante, che dalla Lombardia (di cui controlla ogni ufficiale) viene portato a Roma, come capo di Stato Maggiore. Speciale fa e disfa, ritenendo di non dover neppure informare il suo comandante in seconda. Poi, il piano Pollari va a farsi benedire. E con lui la direzione del Sismi e l'osmosi tra la nostra intelligence militare e le Fiamme Gialle. Speciale resta il solo garante, con pieni poteri di comando, di una ragnatela pazientemente tessuta per quattro anni. Di un apparato che è stato il braccio operativo dell'esecutivo di ieri, oggi opposizione. Il tentativo di Visco di cominciare a intaccarne i gangli (Milano) è troppo. Ma è anche una magnifica occasione. L'operazione può cominciare. E Speciale ne conosce l'epilogo. Si aggiusterà la fascia in vita e si farà saltare come un martire nel governo di centro-sinistra. Forse, farà qualcosa di più. Se è vero, come dicono quando ormai è notte, che oggi, da destituito, sederà ai Fori imperiali nel palco autorità della Festa della Repubblica. Se è vero che in queste ore lo accende l'idea di mummificarsi in Viale XXI Aprile ricorrendo a qualche tribunale amministrativo contro la decisione del governo. --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Carlo Bonini per La Repubblica (23 maggio 2007) http://www.repubblica.it/2007/05/sez...-e-guerre.html Sembra una storia limpida, "il caso Visco". Non lo è. Perché monca e sapientemente manipolata. E, come in tutte le storie manipolate, i fatti ne nascondono un'altra. Che racconta le mosse oblique del vertice della Guardia di Finanza e ne svela le ragioni velenose. È notizia di ieri. Il "Giornale", di proprietà della famiglia Berlusconi, "documenta" un brutto affare. In un verbale del 17 luglio 2006, il comandante generale della Finanza, Roberto Speciale, riferisce all'Avvocatura dello Stato di essere stato oggetto di indebite, insistite e minacciose pressioni da parte del viceministro per l'Economia Vincenzo Visco per trasferire quattro alti ufficiali in servizio a Milano. Quattro ufficiali che, in quel momento "lavorano all'inchiesta" che ha tolto serenità ai Ds, "il caso Unipol". La richiesta di trasferimento non ha nessuna apparente motivazione se non quella, "inconfessabile" di punire servitori dello Stato considerati politicamente inaffidabili dai nuovi inquilini di Palazzo Chigi. Il comandante Speciale resiste coraggiosamente all'arroganza del viceministro e la spunta. I quattro ufficiali restano al loro posto. Il fatto non è nuovo (le cronache del luglio 2006 riferirono diffusamente del conflitto tra comandante generale e viceministro), ma il verbale di Speciale offre pathos, sollecita indignazione. Tra il 13 e il 17 luglio 2006, sembra di vederlo, il generale mentre, assediato nel suo ufficio di viale XXI aprile, prova a spiegare a Visco che non può dare corso immediato a trasferimenti imposti del ministro senza violare la legge. Che esistono delle procedure da rispettare e che a quelle lui starà. Sembra di vederlo ancora, ventilare stoicamente le dimissioni il 17 luglio 2006, quando dall'ufficio del viceministro arrivano arroganti minacce. La cronaca del "Giornale" porta la firma di Gianluigi Nuzzi. E il dettaglio non è neutro. Serve a entrare nella storia del "caso Visco", a ricostruirne con esattezza i passaggi. A illuminarne i protagonisti. Nuzzi ha ottime fonti nella Guardia di Finanza. Ha tenuto dei corsi alla scuola della Guardia di Finanza. Nella Guardia di Finanza ha raccolto il brogliaccio di un'intercettazione mai trascritta che, nel gennaio 2006, documenta la ormai celebre conversazione telefonica tra Piero Fassino e Giovanni Consorte ("Abbiamo una banca...") che sprofonda i Ds in uno psicodramma. Ma, soprattutto, Gianluigi Nuzzi ha un amico importante nelle Fiamme Gialle: il generale Emilio Spaziante, che della Guardia di Finanza è stato capo di Stato Maggiore dal luglio 2005 al marzo scorso, quando viene nominato vicedirettore del Cesis (organo di coordinamento dei nosti servizi segreti). Nuzzi e Spaziante si conoscono da tempo e insieme, nel 2004, inciampano in una fuga di notizie per un'indagine sui bilanci dell'Impregilo. Vicenda che appare dimenticata, ma che, nel gennaio 2006, quando si consuma la fuga di notizie su Fassino e Consorte, a molti sembra utile ricordare. Estate 2006, dunque. Visco è appena arrivato all'Economia, il generale Emilio Spaziante è a Roma ormai da un anno quale capo di Stato maggiore. Fino all'anno prima, ha comandato la Regione Lombardia. E la Lombardia e Milano sono da sempre il suo "collegio". Non c'è foglia che si muova nei comandi territoriali che lui non sappia. Quando dunque lascia per il comando a Roma, Spaziante impone quale suo successore un amico fraterno, un compagno di corso: il generale Mario Forchetti. Per Spaziante è una garanzia doppia. Non solo per l'amicizia, ma per il network che li lega. Entrambi sono stati ufficiali del "II Reparto", l'intelligence della Guardia di Finanza, l'occhio e l'orecchio che lavora in perfetta osmosi con il Sismi dell'ex generale di corpo d'armata della Fiamme Gialle Nicolò Pollari e da cui Pollari pesca decine e decine di suoi ex ufficiali. Il Sismi di Pollari - la Guardia di Finanza della Lombardia - il capo di Stato Maggiore Emilio Spaziante. E' un triangolo d'acciaio che ha il suo baricentro a Milano dove, in quei mesi, molto bolle in pentola. Non solo le inchieste sulle scalate bancarie e sul caso Unipol, ma anche le vicende di Telecom, le singolari intrusioni nelle anagrafi tributarie alla ricerca di qualche buona notizia sullo stato dei patrimoni dei leader del centro-sinistra. Epperò, ecco che nel luglio del 2006, il network sembra doversi improvvisamente spezzare. In giugno, il comandante generale della Guardia di Finanza, Roberto Speciale, sollecita il viceministro Visco a dare corso a una cinquantina di avvicendamenti di alti ufficiali stilata nei mesi precedenti. Visco prende tempo e chiede di poter prima compiere un giro di orizzonte. Riunisce i direttori generali delle amministrazioni civili dello Stato, i vertici della Guardia di Finanza, chiedendo che su quella lista di trasferimenti faccia le loro osservazioni non solo il generale Spaziante, ma anche l'allora comandante in seconda Italo Pappa e l'ufficiale che dovrà succedergli, il generale Sergio Favaro. Per quel che ne riferiscono oggi fonti qualificate al ministero dell'Economia, Visco raccoglie da Favaro e Pappa un'opinione condivisa che a Milano e nella Lombradia esista "una criticità". Nessuno aggiunge di più. Ma il network che fa capo a Spaziante non è un segreto per nessuno. Visco chiede dunque al Comandante generale di integrare la lista di trasferimenti già pronta con quattro nomi: il comandante regionale della Lombardia, generale Forchetti; il comandante del Nucleo provinciale Regionale della Lombardia, colonnello Lorusso; il comandante del Nucleo provinciale della polizia tributaria di Milano, colonnello Pomponi; il gruppo dei servizi di polizia giudiziaria, Tomei. I quattro ufficiali da trasferire diventano presto tre (Tomei scompare dall'orizzonte). E il 13 luglio 2006, a leggere il suo verbale pubblicato dal "Giornale", il comandante generale Speciale entra nel suo personale inferno. Curiosamente, però, lo stesso generale omette di riferire cosa accade il 14 di luglio. Con una nota al viceministro Visco, lo informa di aver predisposto l'avvio dei procedimenti di trasferimento. Indica anche a quali nuovi incarichi saranno destinati: Forchetti sarà il nuovo comandante generale della Regione Piemonte; Lorusso il nuovo capo di stato maggiore del comando interregionale di Milano; Pomponi andrà al comando generale a Roma. Passano i giorni e al ministero monta l'irritazione perché non si ha alcun segno che quel che Speciale ha scritto nella sua nota avrà un seguito. Ma lo stallo ha una ragione. Consente di manovrare a chi deve impedire che il triangolo Sismi-Spaziante-Milano si spezzi. Viene costruito un primo falso. Che i tre ufficiali da trasferire paghino il loro coinvolgimento nell'indagine Unipol. In realtà, nessuno di loro vi ha mai messo mano. All'inchiesta (e alle sue intercettazioni) hanno lavorato, a Milano, gli uomini del nucleo di polizia valutaria di Roma. Piuttosto è vero che il brogliaccio dell'intercettazione Consorte (di cui si è avuta "fuga di notizie") è stato redatto nella caserma milanese di via Filzi, sede del nucleo di polizia tributaria (quello comandato da Pomponi). Il resto è un gioco da ragazzi. La notizia dei trasferimenti contesi obbliga l'Avvocatura generale dello Stato ad aprire un fascicolo per conoscere "eventuali addebiti disciplinari" sul conto degli ufficiali in predicato di trasferimento. E il caso viene affidato a Manuela Romei Pasetti, amica di famiglia del generale Spaziante. Che, insieme a Speciale, viene sentito ad horas negli uffici della caserma di via Filzi a Milano. I generali Pappa e Favaro, che pure avrebbero qualcosa da dire, e di diverso, dovranno aspettare settembre e saranno sentiti in Procura. A fine luglio 2006, la partita è chiusa. Spaziante e Speciale hanno vinto. Gli ufficiali da trasferire restano al loro posto. Come i veleni di quella storia. Buoni per essere riproposti ora, che si ricomincia a parlare di un nuovo comandante generale della Guardia di Finanza. --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Carlo Bonini per La Repubblica (28 ottobre 2006) http://www.repubblica.it/2006/10/sez...me-gialle.html In fondo, sono trascorse solo quarantotto ore. Eppure, se si cerca qualche prima risposta su responsabilità e mandanti degli accessi abusivi alla Anagrafe tributaria, al ministero dell'Economia rispondono con la certezza dell'indicativo. Dice una fonte molto qualificata: "Delle 128 intrusioni nella posizione patrimoniale del Presidente del Consiglio e di sua moglie, abbiamo accertato che le più invasive hanno origine lungo l'asse Novara-Milano. Siamo convinti che non sia un caso. Perché in questa, come in altre vicende recenti di spionaggio politico, è proprio tra Novara e Milano che abbiamo visto dietro il lavoro di militari infedeli della Guardia di Finanza la mano o quantomeno l'ombra del Sismi". Il riferimento della fonte di via XX Settembre, così come lo scenario che accredita, non è poi tanto misterioso. A Milano, a quattro mesi dalle elezioni politiche, è in una caserma della Guardia di Finanza che mani ancora ignote sottraggono il brogliaccio della conversazione telefonica intercettata e mai depositata agli atti dell'inchiesta Unipol tra il segretario dei Ds Piero Fassino e Giovanni Consorte perché finisca sulla prima pagina del "Giornale". A Milano, viene mandato a dirigere il centro Sismi Giuseppe Gerli, ex comandante della Guardia di Finanza di Novara, città in cui hanno lavorato fino al giorno del loro arresto (il marzo scorso) due marescialli addetti alla sezione "I" (l'intelligence delle Fiamme Gialle) coinvolti nell'operazione di spionaggio politico ai danni di Piero Marrazzo, candidato del centrosinistra alle elezioni regionali del Lazio. A Milano, il centro Sismi di Gerli lavora con la struttura Telecom di Giuliano Tavaroli e la sua corona di agenzie di investigazione nera in outsourcing (la "Polis" di Cipriani su tutte). Dai terminali degli uffici dell'Agenzia delle entrate di Milano e della tenenza della Guardia di Finanza di Borgomanero (Novara), sono stati abusivamente violati i dati patrimoniali di Romano Prodi e di sua moglie. E dunque: Guardia di Finanza; Sismi; traffico di informazioni riservate da spendere nel mercato del ricatto e dell'intimidazione politica. La sequenza oggi accreditata in via XX settembre è chiara. Così come il dato di fatto che ne è il presupposto: la piena integrazione, in questi ultimi cinque anni, delle reti di informazione e degli uomini dei due apparati (nel Sismi di Pollari sono transitati tra l'ottobre 2001 e oggi, 800 finanzieri). Tra Milano e Novara, le certezze di via XX settembre sulle intrusioni abusive nell'Anagrafe tributaria, incrociano, al momento, il nome e la storia di un finanziere semplice in servizio come piantone all'Intendenza di Borgomanero dal 1998, nonché il lavoro infedele di alcuni impiegati dell'agenzia delle entrate di Milano. Raccontano fonti qualificate della Guardia di Finanza di Novara che il militare, giovedì mattina, abbia manifestato un rumoroso stupore nel leggere l'avviso di garanzia consegnatogli al momento della perquisizione. Parlano di giustificazioni fragili o, quantomeno, non troppo credibili. "Semplice curiosità", avrebbe detto il ragazzo, aggiungendo di "non ricordarla neppure" quell'interrogazione al terminale fatta sul conto di Romano Prodi il 30 settembre 2005. A Milano, le tracce delle violazioni delle banche dati non portano in caserme, ma all'Agenzia delle entrate. A impiegati civili. Per trovare gli altri nove finanzieri indagati in questo affare bisogna bussare ai comandi di Roma, Pisa, Torino, Sassari, alle Intendenze di Castrovillari, Sapri, Asti, Frascati, Larino. Dunque? Una fonte investigativa impegnata in queste ore nel venire a capo della montagna di carte sequestrate nelle oltre 250 perquisizioni di giovedì taglia corto: "Comprendiamo perfettamente la necessità di sapere e di sapere presto. Ma per dare conto dei nessi di questa indagine, dell'esistenza di una rete e della sua ampiezza ci vorrà ancora del tempo". Una circostanza resta fuori di dubbio. Il nesso Sismi-Guardia di Finanza è in queste ore ago della bussola che orienta le mosse del ministero dell'Economia. Nel marzo scorso, quando per la prima volta "Repubblica" lo illuminò nella vicenda dell'arresto dei due marescialli di Novara coinvolti nello spionaggio di Piero Marrazzo, il direttore del Sismi, Nicolò Pollari, presentò le sue dimissioni (respinte) a Palazzo Chigi. Oggi, in forza di quel nesso, si annuncia una resa dei conti dell'autorità politica con il Comando Generale. Per dirne una, il ministero vuole venire a capo dell'opaco meccanismo che, negli ultimi mesi di vita del governo Berlusconi, ha consentito al Comandante generale Roberto Speciale di "mettere in sicurezza" alcuni degli ufficiali chiave che, in questi cinque anni, hanno assicurato piena continuità di lavoro, ascolto e scambio tra le strutture della Finanza e quelle del Sismi. La maggior parte dei generali promossi nelle ultime due valutazioni hanno infatti salito il gradino più alto della loro carriera in forza di una pioggia di "encomi solenni" di cui il ministero non ha trovato traccia pubblica. A cominciare da uno degli ufficiali più vicini al direttore del controspionaggio militare, Walter Cretella Lombardo. Speciale e Pollari lo avevano voluto al comando del II Reparto, il più potente e temuto, perché interfaccia informativo del Sismi e perché collettore delle informazioni raccolte dai comandi territoriali attraverso le "sezioni I". Ebbene, nel 2005, Walter Cretella Lombardo raccoglie ben 10 encomi solenni. Tolte le ferie, più o meno uno ogni trenta giorni. L'1 gennaio di quest'anno viene promosso generale di divisione. Oggi, comanda la scuola di polizia tributaria di Ostia. La struttura attraverso cui tutti i giovani ufficiali devono passare se aspirano a un avanzamento di carriera. La chiusa che governa e seleziona i quadri della Finanza di domani. Ultima modifica di Ominobianco : 02-06-2007 alle 19:10. |
|
|
|
|
|
#150 | |
|
Senior Member
Iscritto dal: Jun 2004
Messaggi: 1364
|
Quote:
|
|
|
|
|
|
|
#151 | |
|
Bannato
Iscritto dal: May 2007
Messaggi: 0
|
Quote:
![]() ma per piacere...
|
|
|
|
|
|
|
#152 |
|
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2000
Città: Augusta
Messaggi: 603
|
non ha importanza il giornale che pubblica ma è importante se ciò che si pubblica corrisponde a verità.
__________________
Impara dagli errori degli altri; non potrai vivere così a lungo per farli tutti tu |
|
|
|
|
|
#153 |
|
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2002
Città: Pelican Bay
Messaggi: 5571
|
avresti dovuto leggere oltre le due righe hai quotato.
__________________
"A pessimist is someone who is waiting for it to rain. But I'm already soaked to the skin." L. Cohen. |
|
|
|
|
|
#154 | ||||
|
Senior Member
Iscritto dal: Feb 2004
Città: Cittadino di un mondo libero dalla spazzatura
Messaggi: 5537
|
Ma quando mai uscirà la verità...
http://www.libertaegiustizia.it/spec...0&id_sezione=5 Quote:
***************************************************** All'anima dell' errore in buona fede... http://www.repubblica.it/2006/a/sezi...s/ansiads.html Quote:
**************************************************** http://www.corriere.it/Primo_Piano/E...laloggia.shtml Quote:
***************************************************** E' colpa del giornalista o della talpa che ha fatto trapelare le intercettazioni? http://www.corriere.it/Primo_Piano/C...giornale.shtml Quote:
__________________
Affari conclusi: topogatto, BoBBazza, skorpion2, Ricky68, aleforumista, antarex, titave, gonfaloniere, Paramir, Liqih, stefocus, biagimax101, Torregiani, cajenna, s5otto, flu, enricobart, Sinclair63, Jeppo71, LucaAL, ercagno, tomejerry1974, oxone, tetsuya31, X1l10on88. Seccature da: diabolikoverclock; danyrace |
||||
|
|
|
|
|
#155 | |
|
Member
Iscritto dal: Dec 2000
Messaggi: 260
|
Quote:
Vedere bene COME E' ANDATA SECONDO CARLO BONINI E "LA REPUBBLICA". Magari ciò che è scritto è pure vero ma non spacciamo per cronaca quella che cronaca non è, dai...
Ultima modifica di ennys : 03-06-2007 alle 01:30. |
|
|
|
|
|
|
#156 |
|
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2003
Città: Trento, Pisa... ultimamente il mio studio...
Messaggi: 4389
|
Di Ness1dorma.
Clone bannato, in ogni caso non è consentito dare del clone ad un altro utente. Nel dubbio si segnala
__________________
"Expedit esse deos, et, ut expedit, esse putemus" (Ovidio) Il mio "TESSORO": SuperMicro 733TQ, SuperMicro X8DAI I5520, 2x Xeon Quad E5620 Westmere, 12x Kingston 4GB DDR3 1333MHz, 4x WD 1Tb 32MB 7.2krpm
|
|
|
|
|
|
#157 |
|
Junior Member
Iscritto dal: Aug 2006
Città: Piemonte
Messaggi: 1
|
Carlo Bonini è un cronista giudiziario che lavora per il Corriere della Sera e la Repubblica e avendo seguito la vicenda fin dal suo inizio non ha fatto altro che raccontarla.
|
|
|
|
|
|
#158 | |
|
Member
Iscritto dal: Dec 2000
Messaggi: 260
|
Quote:
Cronaca e commenti sono due cose che il giornalismo italiano non è mai in grado o non vuole mai separare. |
|
|
|
|
|
|
#159 |
|
Senior Member
Iscritto dal: May 2002
Messaggi: 4001
|
IL COMMENTO
La destra giacobina a passo di carica di EUGENIO SCALFARI cut(troppo lungo) http://www.repubblica.it/2007/06/sez...giacobina.html ... ... ... ... ... ... ... Ma ora risaliamo a quanto è accaduto tra il vice ministro delle Finanze e il generale Speciale. Ecco i fatti nella loro crudezza. 1. Speciale presenta a Visco qualche mese fa un piano di avvicendamenti comprendenti l'intero quadro di comando della G. d. F. Motivazione: è prassi che ogni tre anni gli incarichi siano avvicendati per ragioni di funzionalità. 2. Visco esamina il piano e vede che l'avvicendamento riguarda tutti i comandi salvo quelli di Milano e della Lombardia. Ne chiede ragione. Speciale, in ottemperanza, si impegna a riformulare il piano includendovi i comandi della Lombardia. 3. Visco sa benissimo il motivo dell'esclusione dei generali e dei colonnelli che hanno incarichi dirigenti a Milano: si è formato da anni in quella provincia un gruppo di potere collegato con il comando generale di Roma. Risulta a Visco che quegli ufficiali abbiano "chiuso gli occhi" su gravissime irregolarità verificatesi nel sistema delle intercettazioni telefoniche, avvenute nel corso di scalate finanziarie a banche e a giornali. Alcuni di quei documenti sono stati trafugati e consegnati a giornali di parte per la pubblicazione. In alcuni casi le intercettazioni non sono neppure arrivate all'ufficio del Pubblico Ministero ma trafugate prima e consegnate ai giornali senza che la magistratura inquirente ne avesse preso visione. 4. Passano i giorni e le settimane ma Speciale non consegna il nuovo piano di avvicendamento. 5. Nel frattempo lo stesso Speciale avvisa, all'insaputa di Visco, il procuratore della Repubblica di Milano che i comandi della G. d. F. milanese stanno per essere sostituiti. Il procuratore si preoccupa per i nuclei di polizia giudiziaria che operano ai suoi ordini effettuando inchieste delicate e importanti. Speciale lo invita a mettere per iscritto quelle preoccupazioni. Arriva la lettera del procuratore. Speciale la mostra a Visco. 6. Visco, dopo aver riesaminato la pratica, telefona a Speciale per manifestare la sua sorpresa e il suo malcontento. Speciale mette in vivavoce la telefonata alla presenza di due alti ufficiali che ascoltano la conversazione. 7. Il tribunale di Milano, richiesto di verificare lo stato dei fatti in via di accertamento, esclude che esista alcuna indebita interferenza da parte di Visco. 8. Speciale rende pubblico il conflitto in atto presentandolo come un'interferenza di Visco sull'autonomia della G. d. F. Di qui i seguiti politici che conosciamo e che portano all'autosospensione di Visco dalla delega sulla G. d. F. e alla rimozione di Speciale dal comando generale per rottura del rapporto fiduciario tra lui e il governo. Dove sia in questa arruffata vicenda l'attentato alla Costituzione e alla democrazia denunciato con voce stentorea da Berlusconi e da tutti i suoi alleati, Casini compreso, è un mistero. Il vice ministro delle Finanze aveva - ed ha - il fondato sospetto di gravi irregolarità compiute da alcuni comandi collegati con il comando generale. Rientra pienamente nei suoi poteri stimolare il comando generale ad avvicendare i generali non affidabili. Alla fine, accogliendo le preoccupazioni del procuratore di Milano, lo stesso Visco consente ad escludere i comandi milanesi dall'avvicendamento dei quadri nel resto d'Italia. Tra i dettagli (dettagli?) incredibili c'è quella telefonata messa in vivavoce all'insaputa dell'interlocutore ed ascoltata da due ufficiali di piena fiducia dello Speciale. Basterebbe questo dettaglio a rimuoverlo dal comando. Del resto - e purtroppo - non è la prima volta che il comando generale della G. d. F. dà luogo a gravissimi scandali. Almeno in altre due occasioni dovette intervenire la magistratura penale e fioccarono pesanti condanne di reclusione. Ovviamente ciò non lede il valore e l'affidabilità di quel corpo militare, così come i tanti casi di pedofilia dei preti non vulnerano l'essenza della Chiesa quando predica il Vangelo. Certo ne sporca l'immagine e quindi danneggia fortemente la Chiesa. Così le malefatte di alcuni generali e perfino del comandante generale pro-tempore non inficiano l'essenza d'un corpo chiamato a tutelare le finanze dello Stato ma certamente ne sporcano l'immagine. Quanto a Visco, quando il conflitto si è fatto rovente tracimando nella politica e in Parlamento, ha restituito la delega in attesa che si pronunci la magistratura di Roma che nel frattempo ha aperto un'inchiesta contro ignoti su quel tema. C'è un'orchestrazione sapiente in tutto questo. La ricerca della spallata che tarda a venire. L'uso delle proteste provenienti dai tanti interessi corporativi. I danni gravi dell'eterno litigio all'interno del governo e della coalizione che lo sostiene. Il voto elettorale certamente sfavorevole al centrosinistra specie nel Nord. Il riemergere del massimalismo della Lega e dei falchi berlusconiani. Le rivalità fra i riformisti del centrosinistra per la leadership del Partito democratico. La sinistra radicale imbizzarrita. C'è un paese che non ha più una classe dirigente ma solo veline e velini disposti a tutto pur d'avere due minuti su un telegiornale e un titolo di prima pagina su un quotidiano. Possiamo esser tranquilli in mezzo a questo "tsunami"? Due punti fermi negli ultimi tre giorni ci sono stati. Il primo è la correttezza e la forza di Giorgio Napolitano di fronte agli sguaiati tentativi di coinvolgerlo e il richiamo del Capo dello Stato al principio della divisione dei poteri che rappresenta il cardine dello Stato di diritto e che, in verità, Berlusconi ha calpestato e calpesta da dieci anni a questa parte. Le leggi "ad personam" e la sua prassi di governo lo provano a sufficienza, quale che sia in proposito l'opinione della nuova borghesia sponsorizzata e immaginata da Montezemolo e dal giovane Colaninno. Il secondo punto di tranquillità è venuto dalle Considerazioni finali esposte il 31 maggio dal governatore della Banca d'Italia. Draghi, con una prosa secca quanto lucida e documentata, ha segnalato le luci e le ombre dell'economia italiana distribuendole equamente tra la classe politica, le parti sociali, gli operatori economici. Ha dato a ciascuno il suo, nessuno è stato privato dei riconoscimenti meritati e del fardello di critiche altrettanto dovute. Personalmente temevo che il tecnocrate Draghi si mettesse sulla scia della protesta confindustriale legittima ma sciupata dalla salsa demagogica servita a piene mani nell'Auditorium di Roma e in quello di Santa Margherita. Non è stato così e ne sono ben lieto. Draghi ha reso un servizio al paese, come ha fatto Mario Monti in altre occasioni. Come fece Ciampi nelle varie tappe della sua vita al servizio delle istituzioni. Queste persone ci danno calma e recuperano la morale e la ragione. Seguendo questa traccia si potrà forse costruire uno specchio nuovo e recuperare un'immagine decente di noi stessi e d'un paese deviato dai cattivi esempi a ingrandire il fuscello che sta nell'occhio altrui senza occuparsi della trave che acceca il proprio. (3 giugno 2007) Ultima modifica di marlin : 03-06-2007 alle 11:09. |
|
|
|
|
|
#160 |
|
Senior Member
Iscritto dal: Jun 2004
Messaggi: 1364
|
questo è quanto.
un'altra telekom serbia. berlusconi è un maestro nel minare un governo, la talebanizzazione della politica la chiamerei |
|
|
|
|
| Strumenti | |
|
|
Tutti gli orari sono GMT +1. Ora sono le: 17:10.






















