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Old 18-05-2004, 09:01   #121
ribbaldone
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Originariamente inviato da CYRANO
Si ma se guardate le trasmissioni , almeno cercate di capire quel che dicono
Io ho visto 1 minuto 1 di quel dossier , mentre c'era il "presentatore " che intervistava il giornalista di panorama.

I 70 milioni di morti sono riferiti ai 70 anni di dittatura comunista in Urss.
I morti nei gulag sono stimati in 13 miloni , su 29 milioni di carcerati.
ecco le cifre che mi sembra di aver sentito nel programma.
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Old 18-05-2004, 09:04   #122
ribbaldone
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Originariamente inviato da GioFX
Non è vero che non se ne parla minimamente, se ne parla poco forse anche perchè i libri di storia (almeno quelli sui quali ho studiato io) sono stati scritti quando c'era ancora l'URSS, e poco si sapeva su cifre attendibili.
vero, poi molti professori tengono il libro per diverso tempo senza prendere edizioni nuove o cambiare testo, poi compri un libro usato, poi bene o male si finiva il programma con la fine della 2 guerra mondiale e il dopo si faceva in fretta per via della imminente fine dell'anno scolastico.
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Old 18-05-2004, 09:08   #123
Berserker
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Originariamente inviato da GhePeU
ma non sono sullo stesso piano, è una cosa riconosciuta da tutti; il tasso di mortalità nei gulag peggiori non ha mai superato il 30% e in media era molto più basso. un crimine contro l'umanità, una vergogna da non dimenticare, ma NON una macchina scientifica per lo sterminio come i lager nazisti
Un terzo di quelli che vi entravano non uscivano più. Cosa vuoi che sia?
Però vedo che a volte di distinzioni non ne fai: dal thread La crudeltà dell'uomo [Vicenda Nicholas Berg]:
Quote:
se vi è sfuggito, quell'uomo è morto

morire di botte o morire sgozzato, non è sempre morire?
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Old 18-05-2004, 09:09   #124
ribbaldone
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Originariamente inviato da GhePeU
sssh, adesso ti diranno che stai cercando di distrarre l'attenzione per coprire i crimini del comunismo

nemmeno delle stragi giapponesi nel sud-est asiatico, dell'occupazione della corea, delle decine di migliaia di donne coreane rapite e sfruttate come schiave sessuali per i soldati nipponici, del fatto che in giappone nessuno abbia mai pagato per i crimini di guerra commessi in 50 anni di colonialismo...
tutte le stragi e gli orrori sono tali, solo si era iniziato il topic su i gulag e piu' di metà trade parla di altri campi di concentramento, se questo si fa perchè i gulag non sono scindibili dagli altri orrori commessi da altri regimi mi sta bene, invece sembra che il discorso sia saltato fuori piu' come un paravento, della serie gli altri hanno fatto peggio e questo atteggiamento non mi piace, ci scandalizziamo per qualche decina di iracheni torturati oggi e stiamo a puntualizzare, precisare, cavillare su orrori del passato anzichè prenderne atto, capirne le basi e come si suol dire imparare dagli errori.
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Old 18-05-2004, 09:20   #125
ribbaldone
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un'altra cosa, non mi sembra il caso di accumunare oggi la sinistra con il regime sovietico e la destra con i regimi nazi-fascisti, sicuramente questi regimi fanno parte della nostra storia, ci hanno condizionato, ma voglio sperare che si sia dato un taglio al passato onde evitare di commettere gli stessi errori.
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Old 18-05-2004, 10:14   #126
maxsona
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Originariamente inviato da dibe
beh nei gulag non venivi gassato... se morivi era un effetto collaterale dovuto al clima della siberia, non ad un preciso piano di stalin e soci...

poi il nostro libro titola tra le altre cose "eliminazione dei kulaki in quanto classe", solo che la prof ha saltato quel capitolo... forse le fa male?!
Che cosa cambia ? morire gasato, o morire congelato per le barbariche condizioni di detenzione non è la stessa cosa ?
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Old 18-05-2004, 10:43   #127
Everyman
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Originariamente inviato da aunktintaun
cmq gli ideali comusisti non hanno nulla a che fare con stalin ricordatevelo sempre
Hai detto una cosa che sanno in pochi.

Pochi sanno infatti che gente come stalin non ha applicato i principi comunisti ad uno stato (alla fine era un dittatore) e il comunismo, a livello ideale, e' proprio il contrario di cio' che ha fatto stalin.

Il Nazismo, per esempio, proprio come ideale scritto da Hitler, prevede lo stermino delle cosiddette razze inferiori il tutto a favore della razza ariana.

Sebbene l'ideale comunista non rimane altro che un sogno irrealizzabile, l'ideale nazista ha riprodotto abbastanza fedelmente il suo concetto nella realta'.
E' questa la differenza tra Stalin e Hitler.
Per questo, in tutte le scuole occidentali il Nazifascismo viene considerato, e a ragione, come il punto piu' basso della storia dell'Uomo.

Certo, se guardo a cosa e' successo in Russia mi vengono i brividi (anzi no, mi vien voglia di vomitare!!!)...ma ci tenevo a fare un po' di chiarezza, visto che tali differenze vengono notate poco.

Ciaoooooo
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Old 18-05-2004, 11:53   #128
Tenebra
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Ritorna sempre l'interessante concetto secondo il quale il Comunismo è un ideale perfetto ma mai realizzato pienamente, mentre il Fascismo o il Nazismo sono ideali orrendi e realizzati pienamente.
Nessuno mai prende in considerazione il fatto che, se ogni applicazione pratica del Comunismo è sfociata in dittature, massacri, genocidi e decadenza, qualcosa di molto sbagliato nella teoria ci deve essere... un'applicazione parziale della perfezione porta a benessere, è logicamente incongruo che l'unica applicazione che porti benessere ed effetti positivi sia quella perfetta (ed in quanto tale, irraggiungibile).
Questo ragionamento fa ritenere che il Capitalismo (e vai con gli ideali in -ismo) sia in teoria un ideale molto migliore del Comunismo, perchè le sue innumerevoli applicazioni imperfette hanno portato benessere ad un numero di persone, sia in percentuale che assoluto, molto maggiore di quanto accaduto col Comunismo.
Da ciò possiamo dedurre due casi:

A) Il fatto che il Comunismo sia un "ideale perfetto e migliore degli altri ma sempre applicato male" è una gran palla
B) Il Capitalismo è un ideale, sia pratico che teorico, superiore in tutti gli aspetti al Comunismo.

Quale delle due preferite?
__________________
Corsair 650D + Lamptron FC5 V2, Asrock Z68 Extreme 4 Gen 3, I5 2500k, Thermalright Archon, 2x4gb Corsair DDR3 1600 cas 8, AMD Radeon 7970, Crucial M4 128gb - Schegge Di Nulla
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Old 18-05-2004, 12:02   #129
jumpermax
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Originariamente inviato da Everyman
Hai detto una cosa che sanno in pochi.

Pochi sanno infatti che gente come stalin non ha applicato i principi comunisti ad uno stato (alla fine era un dittatore) e il comunismo, a livello ideale, e' proprio il contrario di cio' che ha fatto stalin.

Il Nazismo, per esempio, proprio come ideale scritto da Hitler, prevede lo stermino delle cosiddette razze inferiori il tutto a favore della razza ariana.

Sebbene l'ideale comunista non rimane altro che un sogno irrealizzabile, l'ideale nazista ha riprodotto abbastanza fedelmente il suo concetto nella realta'.
E' questa la differenza tra Stalin e Hitler.
Per questo, in tutte le scuole occidentali il Nazifascismo viene considerato, e a ragione, come il punto piu' basso della storia dell'Uomo.

Certo, se guardo a cosa e' successo in Russia mi vengono i brividi (anzi no, mi vien voglia di vomitare!!!)...ma ci tenevo a fare un po' di chiarezza, visto che tali differenze vengono notate poco.

Ciaoooooo
sei davvero sicuro che le cose stiano in questo modo?
vallo a spiegare al partito marxista-leninista italiano allora
http://art.supereva.it/pmli.dadacasa...sostalin.htm?p
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Old 18-05-2004, 12:05   #130
Leron
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Originariamente inviato da Tenebra
Ritorna sempre l'interessante concetto secondo il quale il Comunismo è un ideale perfetto ma mai realizzato pienamente, mentre il Fascismo o il Nazismo sono ideali orrendi e realizzati pienamente.
Nessuno mai prende in considerazione il fatto che, se ogni applicazione pratica del Comunismo è sfociata in dittature, massacri, genocidi e decadenza, qualcosa di molto sbagliato nella teoria ci deve essere... un'applicazione parziale della perfezione porta a benessere, è logicamente incongruo che l'unica applicazione che porti benessere ed effetti positivi sia quella perfetta (ed in quanto tale, irraggiungibile).
Questo ragionamento fa ritenere che il Capitalismo (e vai con gli ideali in -ismo) sia in teoria un ideale molto migliore del Comunismo, perchè le sue innumerevoli applicazioni imperfette hanno portato benessere ad un numero di persone, sia in percentuale che assoluto, molto maggiore di quanto accaduto col Comunismo.
Da ciò possiamo dedurre due casi:

A) Il fatto che il Comunismo sia un "ideale perfetto e migliore degli altri ma sempre applicato male" è una gran palla
B) Il Capitalismo è un ideale, sia pratico che teorico, superiore in tutti gli aspetti al Comunismo.

Quale delle due preferite?


nessuna delle due
__________________
http://www.trentografica.itGrafica e Fotografia a Trento
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Old 18-05-2004, 12:09   #131
tatrat4d
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Originariamente inviato da Everyman
Hai detto una cosa che sanno in pochi.

Pochi sanno infatti che gente come stalin non ha applicato i principi comunisti ad uno stato (alla fine era un dittatore) e il comunismo, a livello ideale, e' proprio il contrario di cio' che ha fatto stalin.

Il Nazismo, per esempio, proprio come ideale scritto da Hitler, prevede lo stermino delle cosiddette razze inferiori il tutto a favore della razza ariana.

Sebbene l'ideale comunista non rimane altro che un sogno irrealizzabile, l'ideale nazista ha riprodotto abbastanza fedelmente il suo concetto nella realta'.
E' questa la differenza tra Stalin e Hitler.
Per questo, in tutte le scuole occidentali il Nazifascismo viene considerato, e a ragione, come il punto piu' basso della storia dell'Uomo.

Certo, se guardo a cosa e' successo in Russia mi vengono i brividi (anzi no, mi vien voglia di vomitare!!!)...ma ci tenevo a fare un po' di chiarezza, visto che tali differenze vengono notate poco.

Ciaoooooo
Non sono d'accordo nello scindere l'ideale del comunismo da quello che è stata la sua realizzazione pratica (il socialismo realmente esistente).
Innanzitutto anche nei paesi comunisti si è riusciti a realizzare le condizioni che si erano programmate a livello ideologico, ossia la dittatura del proletariato, l'industrializzazione forzata, la collettivizzazione delle terre, la risoluzione della questione nazionale per trasferire il conflitto sul piano della lotta di classe. E non c'è bisogno di attendere Lenin per trovare affermata l'inevitabilità della violenza per superare lo stadio borghese della civilizzazione. L'ideale comunista come quello nazista non condividevano solo un progetto fuori dalle possibilità dell'uomo, ma anche e soprattutto la legittimazione della violenza politica per la sua realizzazione, che, essendo appunto impossibile, non ha fatto altro che estremizzare la violenza fino a fagocitare lo stesso regime. E a farne le spese sono stati quei gruppi che erano di intralcio a entrambi i programmi, all'omogenizzazione razziale nazista come al superamento della lotta di classe comunista. Poi sono d'accordo che con Stalin la violenza abbia anche assunto la forma di strumento per il consolidamento del potere personale (dalla repressione delle popolazioni transcaucasiche alle grandi purghe), però in tutto il marxismo - leninismo è costante una giustificazione del terrore (proprio come Machiavelli auspicava che il principe fosse disposto a vendere l'anima per il bene dello stato, Dzerzinskj si vantava, suo malgrado, di dover essere terrorista rosso). Un certo parallelismo lo si può anche vedere nel considerare i membri del proprio gruppo come gli eletti che dovevano garantire lo sviluppo dell'umanità.
Infine, non è che con Stalin si sia interrotta questa deviazione da un'ideale puro e immacolato, tutt'altro. E questo non per una naturale malvagità del comunista di turno (comunque spesso presente, almeno nei casi deteriori), ma soprattutto perchè per realizzare l'ideale la violenza era completamente legittimata.
__________________
G.G. "Il tutto è falso"
In letargo intermittente... Comunque vi si legge, ogni tanto ci si desta

Ultima modifica di tatrat4d : 18-05-2004 alle 12:13.
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Old 18-05-2004, 12:14   #132
jumpermax
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Originariamente inviato da Everyman
Hai detto una cosa che sanno in pochi.

Pochi sanno infatti che gente come stalin non ha applicato i principi comunisti ad uno stato (alla fine era un dittatore) e il comunismo, a livello ideale, e' proprio il contrario di cio' che ha fatto stalin.
riquoto e continuo
http://art.supereva.it/pmli.dadacasa...eostalin.htm?p
Quote:
Dopo la prematura morte di Lenin, le cui onoranze funebri paralizzano l'intero paese e coinvolgono una folla sterminata di lavoratori e di popolo, morte avvenuta il 21 gennaio '24 anche per i postumi dell'attentato subito dai socialisti rivoluzionari, per Stalin comincia la fase più difficile, complessa e delicata. Nella specifica realtà russa era risultato incomparabilmente più arduo difendere la rivoluzione che scatenare e vincere l'insurrezione, un po' come se il groviglio di conflitti di classe e il peso delle pressioni internazionali si fossero spostati da prima a dopo la conquista del potere politico. Per di più all'interno del gruppo dirigente del partito e dello stato c'erano individui come Trotzki, Kamenev, Zinoniev e Bucharin che non erano mai stati fino in fondo bolscevichi, si erano lasciati risucchiare dal leninismo piuttosto che impadronirsene, lo avevano subito piuttosto che sceglierlo e sostenerlo con convinzione, non avevano compreso né le novità né il nocciolo della teoria e del metodo leninista e dunque non avevano mai tentato di conformarvi le loro concezioni e la loro condotta.
Ora Stalin è solo a dirigere il partito e lo stato fondati dal grande Lenin. è vero che nell'aprile del '22 era stato lo stesso Lenin a proporlo quale segretario generale del Comitato centrale, ma è anche vero che i nemici interni ed esterni da tempo attendono quest'occasione per tentare di sferrare il colpo del KO e annientare la patria dei Soviet. Per costoro si presenta il momento più propizio per espugnare la fortezza sovietica dall'interno, dopo aver visto fallire ogn'altro tentativo militare, economico, terroristico di distruggerla dall'esterno.
Riesplode furibonda la lotta tra le due linee, quella proletaria e quella borghese, che aveva ininterrottamente attraversato ogni fase dello sviluppo della rivoluzione e della vita stessa del partito bolscevico e che Lenin aveva saputo con intelligenza e intransigenza combattere e vincere, costringendo i nemici a chinare la testa e a ritirarsi. Alla faccia delle calunnie anticomuniste seminate all'unisono dai fascisti, revisionisti e trotzkisti, che presentano le cosiddette "purghe staliniane" come delle oscure e spietate lotte di potere, del potere per il potere, si può invece notare che ogni passaggio cruciale dello sviluppo del socialismo nella patria dei Soviet è stato attraversato da una lotta tra due linee, condotta sempre attraverso un dibattito pubblico, democratico, articolato e vivace, e documentata da una sterminata pubblicistica che ha la sua massima espressione nei discorsi e negli scritti di Stalin. Quando si legge "Trotzkismo o leninismo?" si ha modo di comprendere fino in fondo il contributo teorico e politico dato da Stalin allo smascheramento e alla liquidazione ideologica del trotzkismo, corrente che è stata estromessa dalle file del movimento operaio come in precedenza lo fu grazie a Marx ed Engels l'anarchismo nella Prima internazionale.
Davanti a opere come "Principi" e "Questioni del leninismo" comprendiamo tutta la grandezza di Stalin che ha saputo dare loro un respiro e una valenza generale ed educativa per l'intero movimento operaio internazionale, non accontentandosi di vincere coll'arma tagliente della critica semplicemente quella battaglia. Ecco perché il PMLI le ha indicate tra le cinque opere fondamentali marxiste-leniniste. Analogamente a quanto toccò a Engels dopo la morte di Marx, Stalin individua ed espone i principi del leninismo, ossia quel corpo di idee nuove e originali apportate da Lenin alla dottrina marxista e dimostra in quali campi precisamente le ha dato un nuovo sviluppo, nelle condizioni dell'epoca nuova, l'epoca dell'imperialismo e delle rivoluzioni proletarie.
Stalin non ha mai impedito, soffocato o peggio represso il dissenso e la feconda dialettica delle idee. Tuttavia occorre distinguere tra la dialettica politica, anche aspra, e la sovversione politica controrivoluzionaria, il sabotaggio, il terrorismo e i crimini contro la costruzione del socialismo. La prima a esplodere è la contraddizione col trotzkismo che, rimasta allo stato latente, diventa gradualmente antagonistica per preciso volere della frazione trotzkista, comincia come contraddizione di linea ma ben presto diventa sabotaggio, sovversione, terrore antisovietico. E quanti parlano dei processi contro la cricca trotzkista-buchariniana del 1935-38 come del periodo più buio della repressione stalinista, si guardano bene dal ricordare che la salita di Hitler al potere stringeva l'Urss in un assedio soffocante, il mostro nazifascista si preparava a marce forzate all'aggressione militare della seconda guerra mondiale mentre infiltrava e moltiplicava all'interno l'opera dei suoi agenti segreti che si macchiavano dei peggiori crimini, come l'assassinio politico (quello clamoroso di Kirov, valga per tutti) e il sabotaggio economico contro l'edificazione socialista nell'industria e nell'agricoltura.
Se in Italia nel secondo dopoguerra bastava il generico timore della rivoluzione a indurre la borghesia a tramare colpi di stato, ad armare e organizzare i gladiatori anticomunisti e il terrorismo fascista e brigatista, a uccidere giovani, operai, leader politici e attuare lo stragismo, si può immaginare che cosa ha imbastito in quegli anni l'imperialismo internazionale ai danni del primo stato socialista. Che sarebbe stato dell'Urss se Stalin avesse ceduto al blocco trotzkista-zinovievista nel periodo dell'industrializzazione socialista? O se avesse ceduto alla banda trotzkista-buchariniana nel periodo della collettivizzazione agricola? L'Urss sarebbe rimasta anzitutto un paese agricolo produttore di materie prime e di derrate alimentari, non avrebbe mai raggiunto l'indipendenza economica né un'adeguata capacità di difesa nei confronti dell'imperialismo. La classe dei kulak, i contadini ricchi, sarebbe stata prima lasciata libera di fare il bello e il brutto tempo sottraendo i raccolti alla collettività, speculando sul mercato nero, sabotando le proprietà colcosiane, costringendo i contadini piccoli e medi a distruggere i raccolti e a uccidere il bestiame prima di aderirvi, in una parola a sabotare violentemente la cooperazione e collettivizzazione agricole e infine avrebbe costituito la più importante massa di manovra della controrivoluzione per la restaurazione del capitalismo.
Se errori furono commessi, certo non sono imputabili a Stalin che invece contrastò con decisione sia il sostegno ai kulak, sia le esagerazioni commesse deliberatamente dalla banda trotzkista-buchariniana ai danni dei contadini piccoli e medi. Perché mai Stalin avrebbe dovuto assistere impotente davanti allo scempio che i nemici del popolo volevano fare del socialismo? Non c'è dubbio che senza Stalin queste epiche lotte di linea non sarebbero mai state vinte, come del resto si è visto alla sua morte quando nessuno nel gruppo dirigente del Pcus è stato capace di contrastare e respingere il colpo di stato revisionista kruscioviano, il cammino dell'Unione sovietica si sarebbe interrotto alla morte di Lenin e noi non saremmo qui a discutere della straordinaria influenza da essa esercitata sulla storia del mondo.
Mentre venivano liquidati definitivamente questi nemici del socialismo, l'Urss di Stalin assicurava la massima estensione della democrazia al proletariato e al popolo, sconosciuta nella più democratica delle repubbliche borghesi. Si pensi al movimento di popolo che accompagna la genesi della grande costituzione del '36, durata quasi due anni, la prima nella storia dell'umanità a concludersi solo dopo che il progetto era stato sottoposto all'approvazione dell'intero popolo, studiato, compreso, discusso, corretto, emendato e infine pienamente condiviso. In questo sonoro originale Stalin così si esprimeva: "Le nostre fabbriche lavorano senza capitalisti. Queste vengono mandate avanti dalla classe operaia. Questo è quello che in pratica chiamiamo socialismo. I nostri campi sono lavorati da contadini senza padroni né kulak. Il popolo ne è alla guida. Questo è quello che chiamiamo socialismo quotidiano".
L'incomparabile superiorità del sistema socialista in ogni campo che diventa macroscopica a un qualsiasi raffronto con gli altri paesi capitalistici, accelera i piani di aggressione militare e spinge la Germania hitleriana imperialista a invadere il 22 giugno 1941 e a mettere a ferro e fuoco il giovane stato socialista attraverso 170 divisioni (che diventeranno oltre 250 quando si aggiungeranno le divisioni italiane, rumene, finlandesi, ungheresi, slovacche e spagnola) armate di migliaia di carri armati e aeroplani, violando proditoriamente il patto di non aggressione che l'Urss aveva concluso con la Germania nel '39, dopo aver visto andare per le lunghe i negoziati con i governanti di Inghilterra e Francia per arrivare all'organizzazione comune contro l'aggressore nazifascista, il che nelle loro ciniche intenzioni avrebbe dovuto portare al duplice obiettivo di spingere il mostro nazista a sfinirsi sul fronte orientale prima di affrontarlo sul campo di battaglia e di veder uscire dal conflitto l'Urss ferita mortalmente. Davanti a tanto cinismo l'Urss si vede costretta a firmare un patto di non aggressione con la Germania, il cui espansionismo era stato in precedenza incoraggiato dai governanti europei con la criminale politica del non intervento di Monaco. Nel discorso radiofonico del 3 luglio '41 Stalin si rivolge al paese con queste parole: "Ci si può domandare come è potuto avvenire che il governo sovietico ha acconsentito alla conclusione di un patto di non aggressione con uomini così perfidi, con dei mostri come Hitler e Ribbentrop?... Cosa abbiamo guadagnato noi concludendo con la Germania un patto di non aggressione? Abbiamo assicurato al nostro paese la pace durante un anno e mezzo e la possibilità di preparare le nostre forze a far fronte alla Germania fascista qualora essa si fosse arrischiata, malgrado il patto, ad aggredire il nostro paese".
Il piano Barbarossa di Hitler prevedeva la guerra lampo ma l'Urss non era la Francia conquistata in un mese appena. Dopo aver preso il comando supremo della guerra patriottica antinazifascista, Stalin ordina una ritirata forzata per capovolgere l'impari disparità tra i due eserciti in campo e chiama alla mobilitazione generale: le operazioni dell'Esercito rosso sono combinate alla guerra partigiana nelle retrovie del nemico. Pur col nemico alle porte di Mosca Stalin presiede nella capitale la tradizionale parata celebrativa dell'anniversario della Rivoluzione d'Ottobre. E in questo filmato con sonoro originale del 7 Novembre 1941, Stalin incitava il popolo alla riscossa: "Morte agli occupanti tedeschi lunga vita alla nostra grande madrepatria, alla sua libertà e alla sua indipendenza. Avanti verso la vittoria sotto la bandiera di Lenin e Stalin"
La sanguinosa difesa di Mosca segna la prima grande sconfitta tedesca nella seconda guerra mondiale e poi la battaglia di Stalingrado, la più grandiosa che conosca la storia moderna, punteggiata da atti di eroismo commoventi e leggendari, è il capolavoro di arte militare che capovolge definitivamente le sorti della seconda guerra mondiale. L'illimitata fiducia del popolo russo verso il governo sovietico e nella giustezza della sua politica e il completo appoggio al partito bolscevico e a Stalin "sono stati la forza decisiva che ha assicurato la storica vittoria sul nemico dell'umanità, sul fascismo". "Il popolo sovietico, con la sua lotta piena di abnegazione, ha salvato la civiltà europea dai vandali fascisti".
Lasciando sul campo milioni di martiri, il popolo sovietico paga il prezzo più alto nella guerra al mostro nazifascista, ma sarà l'Esercito Rosso liberatore a entrare per primo a Berlino, issando la bandiera rossa sul Reichstag, dov'è firmata la capitolazione incondizionata delle forze armate hitleriane e a liberare la quasi totalità dei campi di sterminio dove i nazisti avevano deportato comunisti, ebrei e oppositori.
E' Stalin il condottiero di un'impresa storica che ha influito sul destino dell'intera umanità, aprendo nuove concrete possibilità per l'emancipazione della classe operaia e dei popoli oppressi. L'umanità progressiva gli sarà grata in eterno.
Dopo averne esaltato i meriti e la grandezza, fintantoché gli erano obbligati e le loro sorti risultavano intrecciate, gli imperialisti alla Truman e Churchill e i loro manutengoli revisionisti alla Krusciov e Togliatti hanno inventato la calunnia secondo cui nelle conferenze internazionali tra Urss, Usa e Inghilterra, come quella di Yalta, Stalin avrebbe preteso una spartizione dell'Europa di tipo imperialista tra le potenze vincitrici. In realtà le potenze imperialiste rovesciano su Stalin le colpe che sono soltanto loro.
Violando e denunciando fin da subito quegli accordi che le impegnava a impedire il risorgere delle forze dell'aggressione e del fascismo e a mantenere la pace nel mondo senza negare o soffocare l'aspirazione di ciascun popolo a decidere da sé il proprio futuro, sono loro a tornare alla stessa politica verso l'Urss della vigilia della guerra, con la sola differenza che ora hanno a che fare con il campo socialista e la patria dei soviet non è più sola a tenere testa all'imperialismo. Ecco perché, con le armi ancora tiepide e fumanti, già tempestano l'Urss dell'accusa di voler innalzare una cortina di ferro tra Est e Ovest e scatenano la guerra fredda. Una guerra combattuta, in modo cruento, attraverso l'aggressione militare ed economica e, in forma più subdola e penetrante, attraverso il cavallo di Troia del revisionismo moderno all'interno del movimento comunista internazionale, a cui Stalin aveva dedicato tante energie affinché si realizzasse la missione storica della 3a Internazionale, l'Internazionale comunista. Corrotto da una montagna di dollari, il primo a smascherarsi, quale strumento dell'imperialismo, è il rinnegato revisionista Tito che spinge la Jugoslavia a rompere col campo socialista, in ciò sostenuto dietro le quinte dalla cricca togliattiana che peraltro in Italia si guarda bene dal lottare per il socialismo, tradisce la rivoluzione e si identifica definitivamente nel sistema economico e nelle istituzioni borghesi.
Quando il 5 marzo 1953 il popolo sovietico e i popoli del mondo ricevono attoniti la notizia della morte di Stalin, il proletariato internazionale sa di aver perso il grande maestro e condottiero che per un trentennio lo ha educato e diretto e nelle avversità più terribili gli ha dato una fiducia sconfinata nella causa del marxismo-leninismo e del socialismo. Manifestato in un gran numero di commemorazioni pubbliche, un dolore profondo e spontaneo accomuna l'umanità progressiva.
Finché era vivo a Stalin rendevano ipocritamente omaggio personaggi come Krusciov e Togliatti che furono i primi col colpo di stato revisionista sferrato al XX congresso del Pcus nel 1956 a vomitare proprio contro Stalin la loro bile antimarxista-leninista, dopo che per anni ne avevano come serpi in seno esaltato opportunisticamente il pensiero e l'azione. Nelle immagini abbiamo una prova di quanto sfacciato e spregevole sia il tradimento dei due voltagabbana in due discorsi pronunciati rispettivamente nel '36 e nel '38. Krusciov nel 1936 così esaltava Stalin :"La nostra vittoria discende dalla corretta direzione nella lotta del nostro partito leninista-stalinista. Il merito è del nostro capo, il grande compagno Stalin. Sotto la guida del compagno Stalin abbiamo sconfitto le cricche di Trotzki e Zinoviev. Evviva il capo del partito della classe operaia e di tutti i lavoratori, il nostro grande Stalin!"
E Togliatti nel 1938 gli faceva eco: "Compagno Stalin noi salutiamo la forza invincibile del marxismo-leninismo, salutiamo in voi la forza invincibile della classe operaia, la realizzazione dei più alti ideali dell'umanità. Gloria a voi, compagno Stalin."
Quel che era accaduto alla morte di Lenin si ripete dopo la scomparsa di Stalin, solo che questa volta sarà Mao alla testa del Partito comunista cinese a tenere alta la bandiera di Stalin e del marxismo-leninismo, a dare battaglia in difesa del socialismo e a regalarci dopo la Rivoluzione d'Ottobre l'altro capolavoro della Grande Rivoluzione Culturale Proletaria, che diventa il modello della continuazione della rivoluzione sotto la dittatura del proletariato come la prima lo è per la conquista del potere politico. La coerenza di Mao si conferma in queste parole che egli aveva pronunciato quando Stalin era ancora in vita: "Il compagno Stalin è l'educatore e l'amico di tutti i popoli della terra, l'educatore e l'amico del popolo cinese. Gli dobbiamo lo sviluppo della teoria marxista-leninista, nonché un eminente e colossale contributo alla causa del movimento comunista internazionale".
Si consuma così la rottura storica tra marxisti-leninisti e revisionisti moderni, che è all'origine della nascita del nostro amato PMLI, dopo quella tra comunisti e socialdemocratici sancita dalla nascita della 3a Internazionale. Nell'esortarci a "Tenere alta la bandiera rossa di Stalin", il Segretario generale del PMLI compagno Giovanni Scuderi ha spiegato:
"I meriti di Stalin sono incalcolabili, sia in riferimento alla Rivoluzione russa sia in riferimento alla rivoluzione mondiale... Il pensiero e l'opera di Stalin racchiudono una esperienza essenziale della storia del movimento operaio internazionale, della lotta di classe, della lotta tra socialismo e capitalismo e tra marxismo-leninismo e revisionismo... è come se Stalin corrispondesse a un dito di una mano, dove le altre quattro dita sono costituite da Marx, Engels, Lenin e Mao. Se ci privassimo di queste dita la mano perderebbe la sua completezza e l'interezza delle sue funzioni... Stalin è inviso e odiato dalla borghesia, dagli imperialisti e dai fascisti che colgono tutte le occasioni possibili per attaccarlo, calunniarlo e infangarlo. Ciò è del tutto naturale perché costoro hanno ricevuto da Stalin delle sconfitte storiche che non possono cancellare e scordare... Anche i lacchè della borghesia, quali sono i revisionisti, i neorevisionisti, i trotzkisti e gli anarchici ce l'hanno a morte con Stalin perché ancora gli brucia il fatto di essere stati smascherati ideologicamente e sconfitti politicamente da lui... Non c'è dubbio che Stalin abbia commesso degli errori. Alcuni dei quali da egli stesso denunciati successivamente sulla base dell'esperienza e di una analisi marxista-leninista più attenta, accurata e dialettica. Altri suoi errori sono stati rilevati da Mao e da noi marxisti-leninisti italiani condivisi... Per noi è fuor di dubbio che gli errori commessi da Stalin sono unicamente da addebitarsi essenzialmente alla mancanza di esperienza... Commettere degli errori è una cosa del tutto naturale, inerente alla dialettica della conoscenza e dello sviluppo delle cose... In ogni caso gli errori commessi da Stalin non sminuiscono la sua figura, il suo pensiero e la sua opera... I fatti in Urss, in Italia e nel mondo hanno ampiamente dimostrato che seguendo Stalin si avanza speditamente e con sicurezza sulla via dell'Ottobre, del socialismo e dell'emancipazione dell'umanità. Mentre seguendo Bucharin, Trotzki, Krusciov, Breznev, Gorbaciov, Eltsin e quindi Gramsci, Togliatti, Longo, Berlinguer, Natta, Occhetto, D'Alema, Cossutta e Bertinotti, il capitalismo, l'imperialismo e il fascismo hanno completo campo libero e il proletariato rimane subalterno alla borghesia e non riesce a conquistare il potere politico."
Ecco perché noi marxisti-leninisti italiani riaffermiamo: Con Stalin per sempre!
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Old 18-05-2004, 12:19   #133
GioFX
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Comparare Comunismo e Nazismo è sbagliato concettualmente, secondo me. Il Nazismo non è mai stato una ideologia vera e propria, semmai una forma deviata di nazionalismo inteso come costruzione sociale e politica basata sulla purezza di una "razza" e sulla sua supremazia a livello mondiale, partendo dalla prima fase quella della riunificazione dei popoli germanici sotto una stessa nazione, guidata da antichi simboli delle civiltà nordiche rivisitati seconod una logica distorta. In questo senso si può parlare di una sorta di pseudo-religione (la Religione della Scuola di Thule) che partiva appunto dal concetto del nuovo uomo ariano e del suo dominio sulla società e l'economia e che doveva affermarsi tramite l'eliminazione anche fisica del "diverso".

Insomma le similitudini esistono semmai con aspetti dello stalinismo, dal culto della persona alla supremazia del potere accentrato su di essa, al controllo ferreo di tutte le forme di dissidenza politica, ecc. ma poco altro... non per nulla i socialisti ed i comunisti sono stati i primi avversari politici ad essere perseguitati e trucidati dal regime nazista.
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Old 18-05-2004, 12:22   #134
tatrat4d
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.... elogio un po' lungo del glorioso Maresciallo Josif Vissarionowitsch (uomo probo, nessuno lo può negare)


A parte il fatto che se costoro non facessero ridere con le loro carnevalate (www.pmli.it) ci sarebbe seriamente da preocuparsi , è interessante vedere come la purezza dell'ortodossia sia un requisito fondamentale (insieme ad un mucchio di sciocchezze, Trotzky non era bolscevico in fondo ) per innalzare agli altari le gesta del padre di tutti i lavoratori e lavoratrici
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Old 18-05-2004, 12:24   #135
GioFX
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che c'è di sbagliato nel dire che Throzky non era un vero bolscevico?

cmq è facile dire col senno di poi che sarebbe stato meglio Throzky di Stalin... anche il rapporto tra lui e Lenin è in forte dubbio.
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Old 18-05-2004, 12:25   #136
GioFX
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Old 18-05-2004, 12:27   #137
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beh no ma sostenere che il comunismo e lo stalinismo non siano in relazione tra loro mi sembra azzardato... come vedi c'è chi non è d'accordo...
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Old 18-05-2004, 12:32   #138
Everyman
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Comparare Comunismo e Nazismo è sbagliato concettualmente, secondo me. Il Nazismo non è mai stato una ideologia vera e propria, semmai una forma deviata di nazionalismo inteso come costruzione sociale e politica basata sulla purezza di una "razza" e sulla sua supremazia a livello mondiale, partendo dalla prima fase quella della riunificazione dei popoli germanici sotto una stessa nazione, guidata da antichi simboli delle civiltà nordiche rivisitati seconod una logica distorta. In questo senso si può parlare di una sorta di pseudo-religione (la Religione della Scuola di Thule) che partiva appunto dal concetto del nuovo uomo ariano e del suo dominio sulla società e l'economia e che doveva affermarsi tramite l'eliminazione anche fisica del "diverso".

Insomma le similitudini esistono semmai con aspetti dello stalinismo, dal culto della persona alla supremazia del potere accentrato su di essa, al controllo ferreo di tutte le forme di dissidenza politica, ecc. ma poco altro... non per nulla i socialisti ed i comunisti sono stati i primi avversari politici ad essere perseguitati e trucidati dal regime nazista.
I tuoi post, gio, sono sempre molto interessanti...certo, a volte si puo' non condividere sia da parte mia che da parte tua, ma ritengo che tu sia una persona molto colta e, soprattutto, che sa ascoltare.
Qualita' che al giorno d'oggi sento la mancanza.

Il fatto di nazismo inteso come pseudo-religione e', anche questo, molto interessante...diverse sono infatti le testimonianze in cui molti tedeschi, all'epoca, pregavano di fronte alla foto di Hitler nelle loro stesse case.

Mi son sempre domandato cosa pensasse, nel suo intimo, Hitler in fatto di religione cristiana.
Cosa pensasse non lo sapremo mai, ma il fatto e' che, secondo le mie conoscenze, non abbia mai perseguito la chiesa come invece hanno fatto altri.
O mi sbaglio?

Aspetto conferme

Ciaooooooo
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Old 18-05-2004, 12:41   #139
tatrat4d
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Mi son sempre domandato cosa pensasse, nel suo intimo, Hitler in fatto di religione cristiana.
Cosa pensasse non lo sapremo mai, ma il fatto e' che, secondo le mie conoscenze, non abbia mai perseguito la chiesa come invece hanno fatto altri.
O mi sbaglio?

Aspetto conferme

Ciaooooooo
Nel nazismo c'era un richiamo al paganesimo per il semplice fatto che l'epopea ariana da restaurare fosse precristiana. Secondo me tutta la letteratura sulla Thule, il Gral, ecc. sopravvaluta il ruolo dell'esoterismo nel nazismo (era presente solo in alcuni esponenti)
Il ruolo delle chiese cattolica e protestante in Germania fu molto simile a quello che avvenne in Italia con il fascismo, ossia il regime ne sfruttava il potenziale di controllo sociale laddove il partito non arrivava a radicarsi.
Passando ad un aneddoto, c'è il famoso consiglio che Hitler diede a Mussolini: Duce, ma voi che già dovete convivere con il Re, come fate a tollerare l'ingerenza del Vaticano sui vostri affari? Perchè non mandate i Carabinieri a fare saltare qualche papalina poroporata? Poi chiedete scusa e dite che hanno esagerato, tanto quelli saranno già tutti tornati ad Avignone.
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Old 18-05-2004, 13:13   #140
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