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#81 |
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Iscritto dal: Apr 2005
Città: Roma
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non trovo altre parole da MENO MALE ERA ORA!!!!!!!
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#82 | |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2000
Città: Guantanamo Beach
Messaggi: 423
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quindi per eventuale prox elezioni si candideranno da soli? col csx? in ogni caso saranno di disturbo vitale per i berlusconisti (ad esempio la mussolini col suo 2% ha fatto perdere Storace nel lazio ![]()
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È un bene che gli abitanti della nazione non capiscano abbastanza il nostro sistema bancario e monetario, perché se lo facessero, credo che ci sarebbe una rivoluzione prima di domattina. Henry Ford |
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#83 | |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2000
Città: Strada in Chianti, Firenze
Messaggi: 12998
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#84 | |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2000
Città: Guantanamo Beach
Messaggi: 423
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È un bene che gli abitanti della nazione non capiscano abbastanza il nostro sistema bancario e monetario, perché se lo facessero, credo che ci sarebbe una rivoluzione prima di domattina. Henry Ford |
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#85 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2002
Messaggi: 371
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questa è l'unica analisi un pò seria che leggo in questo thread: gli altri post, mi dispiace dirlo, sono solamente o copia-incolla da qualche altro sito o battutine faziose che ognuno scrive a favore della sua parte politica. effettivamente il centrodestra non sta dando una grande immagine di se (io poi non ho ancora capito che cosa vuole effettivamente follini, si degnasse di spiegarlo in parole povere a noi ignorantoni), ma dico: vi siete tutti dimenticati dello spettacolo indegno che ha offerto il centrosinistra negli ultimi anni della passata legislatura? bertinotti che affonda prodi (col tacito consenso di d'alema e marini), d'alema primo ministro senza legittimazione popolare, amato primo ministro addirittura senza che fosse stato nemmeno candidato alle elezioni, rutelli candidato per il suo presunto appeal sull'elettorato femminile! nei paesi seri (e purtroppo l'italia non lo è e credo proprio che non lo sarà mai) un governo in carica governa l'intera legislatura indipendentemente dall'esito delle varie elezioni amministrative, sai che ridere se si fossero dovuti dimettere schroeder, chirac o blair dopo ogni batosta elettorale! ed in ogni caso la coalizione di governo ha sempre ottenuto un 45% di consensi, molto di più di quello su cui possono contare i governi di francia, germania e inghilterra, ma qui in italia c'è sempre qualcuno che crede di essere più furbo e sfruttare qualsiasi occasione per contare di più il fatto è che stare all'opposizione è molto più semplice, non si devono prendere decisioni, non si subiscono pressioni dalle varie lobbies, non ci si deve spartire nessuna poltrona. |
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#86 |
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2001
Messaggi: 1009
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Tutto iniziò con il famoso programma dei 100 giorni, ricordate? Penso che nessuno ormai se lo ricordi. Naturale, del resto, di tutto quel che doveva fare in quei 3 mesi e poco più, a partire dall'eliminazione del conflittone di interessi, non fece nulla.
Oggi assisteremo ai suoi ultimi 100 giorni? Una fine, insomma, alla Napoleone? Potremo finalmente dire anche noi:"ei fu...." (ovviamente politicamente parlando)? ![]() Come al solito, ecco a voi il vostro articolo quotidiano tratto da Repubblica...eh, lo so, ma che ce volete fa, ve tocca ![]() COMMENTO Il crepuscolo del Cavaliere di MASSIMO GIANNINI IMPALLINATO come un qualsiasi governo Forlani, impastoiato nei riti peggiori della Prima Repubblica, Silvio Berlusconi conosce la seconda crisi della sua alterna parabola ultradecennale da presidente del Consiglio. Nel '94 lo affondò Umberto Bossi, urlando contro i "porci democristiani" che osarono minacciare le "pensioni padane", propiziando la lunga e dolorosa traversata nel deserto del governo Dini. Nel 2005 lo affonda il post-democristiano Marco Follini, rompendo con "il fronte del Nord" leghista che ha preso in ostaggio la coalizione, snaturando irreparabilmente il progetto di un centrodestra responsabile e presentabile. Manca il sigillo "tecnico" delle dimissioni del primo ministro. Ma dopo il ritiro della delegazione Udc dal governo, per Berlusconi è già, a tutti gli effetti, crisi politica. Il Cavaliere avrebbe un solo dovere. Recarsi dal Capo dello Stato per riferirgli l'esito negativo del vertice della Cdl, come aveva promesso di fare nell'incontro al Quirinale di tre giorni fa. Rimettere nelle mani di Ciampi il suo mandato. E poi chiedere immediatamente le elezioni anticipate. Sarebbe la soluzione più corretta e lineare sul piano istituzionale. E invece Berlusconi la rifiuta, confermando la sua natura "aliena", al sistema di regole e alla prassi costituzionale: la crisi di governo non è un suo affare personale, che può regolare nei modi e nei tempi che gli convengono di più, come se si trattasse di un consiglio di amministrazione della Fininvest. Ma a questo punto, il voto sarebbe anche la soluzione più sensata e conveniente dal punto di vista politico. Il Cavaliere non può governare senza l'Udc. Non si può illudere nemmeno di tirare a campare con l'appoggio esterno dei centristi. Sarebbe uno stillicidio estenuante per quel che resta della Cdl, e un'agonia insopportabile per il Paese. Senza Udc e Nuovo Psi il perimetro del centrodestra si riduce a 298 seggi alla Camera (rispetto a una maggioranza di 309) e a 140 seggi al Senato (rispetto a una maggioranza di 161). Con le riforme, il Dpef e una Finanziaria delicatissima da varare, in appena 59 giorni utili di lavori parlamentari, il governo sarebbe costretto al Vietnam quotidiano dei franchi tiratori. Pur nel suo incurabile delirio di onnipotenza, anche il premier, almeno di questo, si deve essere convinto. Tenta di recuperare Follini anche a costo di sottostare a quello che gli deve apparire come un "ricatto intollerabile". Ma cerca di farlo a modo suo. Nascondendo la verità, a se stesso e al Paese. Manda Letta sul Colle, e si dichiara pronto ad andarci a sua volta, dimissionario, solo con la soluzione "chiavi in mano" della crisi. Con un Berlusconi-bis che finga di recepire le richieste programmatiche dell'Udc (le stesse scritte inutilmente un anno fa sul famoso "preambolo", che avrebbe dovuto chiudere la verifica). E che finga di esaudire la pretesa di "discontinuità" con correzioni marginali alla squadra di governo. Marco Follini non ci sta. E per ora tiene duro. Gli va dato atto, questa volta, di aver dimostrato coraggio e coerenza. Un "partitino" del 5%, per salvare almeno in apparenza la tradizione dorotea ma più nobile del cattolicesimo democratico, ha fatto saltare gli ingranaggi di quella che fu la felice "fabbrica del consenso" berlusconiana. Il coraggio e la coerenza che invece, ancora una volta, sono mancati a Gianfranco Fini. Ha le stesse perplessità di Follini sulla gestione "padronale" del Polo. Coltiva la stessa idiosincrasia politica rispetto al frontismo dittatoriale dell'asse Forza Italia-Lega. Ma di nuovo si è sfilato dalla resa dei conti. Confermando la cultura gregaria di An. Un "partitone" del 12%, immobile e imprigionato tra il suo passato (che lo risucchia nel gorgo impresentabile della destra sociale post-missina) e il suo presente (che lo costringe a un'adesione puramente utilitaristica alla "catena di comando" del premier). Una forza inutile, che risulta sdoganata per la storia (anche se con tanta, troppa fretta), ma non ancora per la politica. Una forza debole, che non riesce quasi ad esistere se non come sbiadito "correntone" del partito azzurro. Su quali gambe potrà mai camminare allora una maggioranza del genere, quand'anche riuscisse a uscire da questa crisi? È questa la domanda vera, che oggi dovrebbe guidare le scelte del Cavaliere. Molto più che lo spirito di vendetta, sempre più dannoso per il Paese. O il falso mito dell'invincibilità, ormai offuscato da troppe cadute. Quello che è successo ieri, in fondo, era insieme inevitabile e impensabile. Inevitabile, perché il tracollo delle regionali ha solo sancito la fine conclamata di un modello politico, il berlusconismo, che in realtà era in stato comatoso già da un pezzo, e che solo l'irriducibile vocazione al combattimento del Cavaliere e l'ingestibile "vincolo di coalizione" dei suoi alleati tenevano ancora artificialmente in vita. Impensabile perché solo tre anni e mezzo fa questo stesso centrodestra, sotto le insegne trionfali dell'Imprenditore d'Italia, aveva conquistato nel Paese e in Parlamento la più ampia maggioranza della storia repubblicana, e aveva sbaragliato un centrosinistra costretto a vagare tra le macerie post-uliviste. In quel giugno del 2001, nell'opposizione lacerata da una sconfitta rovinosamente subìta e nell'altra metà dell'Italia inebriata dal "sogno azzurro" finalmente compiuto, il dibattito ruotava intorno a un unico dubbio: Berlusconi al governo durerà "solo" dieci anni, oppure andrà avanti per non meno di tre legislature? Non è inutile ricordarlo, nel giorno in cui quella maggioranza si sfascia tra le spinte rivendicative di un'identità irrisolta e quel sogno naufraga sugli scogli di una leadership inaridita. Comunque vada a finire questa crisi, resta un dato politico, che pesa fino quasi a schiantarla sulla biografia berlusconiana: il Cavaliere ha fallito. È costretto a rinunciare alla sua grande ambizione (restare negli annali come il primo premier di un governo durato l'intera legislatura) perché ha dilapidato un patrimonio politico enorme. Ha demeritato per le ragioni esattamente opposte a quelle che Angelo Panebianco gli ha riconosciuto qualche giorno fa sul Corriere della Sera: non ha creato "una destra di governo", non ha "dato a questa destra un'ideologia spendibile contro la sinistra", non ha contrapposto "la visione dinamica e ottimista di chi scommette sul liberalismo economico, sulle virtù dell'individualismo, sulla moralità del profitto, sulla centralità, civile e non solo economica, dell'impresa e del mercato". Con lui è salita alla guida del Paese una destra avventurista e populista, totalmente diversa e "altra" rispetto a tutte le destre al governo in Europa. Con lui, attraverso il patto di ferro con il Senatur, si è affermato un ideologismo socialmente "contundente" e politicamente radicale, nel quale non si può riconoscere quell'area "di mezzo", quell'elettorato moderato senza il quale non si governa un Paese in eterna transizione come l'Italia. Con lui è andato al potere un premier che, attraverso l'esasperazione del suo conflitto di interessi, ha fatto strame del liberalismo economico. Un premier che, attraverso la pubblicizzazione della sua vicenda giudiziaria privata, ha ridotto fin quasi ad annullarla la soglia della moralità del profitto. Un premier che, come ha ripetuto proprio ieri il leader della Confindustria, non si è mai occupato seriamente della "centralità dell'impresa" (se non della sua Mediaset) e non ha mai praticato davvero le virtù del mercato (dove sono le privatizzazioni, dove sono le liberalizzazioni e le riforme degli ordini professionali?). Inchiodato a una formula improduttiva che Luca Lanzalaco (nel suo libro appena uscito dal Mulino, "Le Politiche istituzionali") chiama "riformismo declamatorio", Berlusconi non ha saputo rispondere alla domanda di modernizzazione che arrivava proprio dai suoi elettori. Di fatto, ha tradito il "blocco sociale" che lo aveva mandato a Palazzo Chigi, come ha riconosciuto perfino Sandro Bondi, sul Riformista di ieri. Adesso, per uscire dalla crisi, il Cavaliere potrà anche farsi tentare ancora una volta dalle soluzioni più estreme. Potrà anche ricadere nell'azzardo, in puro stile dannunziano, di cui ieri scriveva Giuliano Ferrara sul Foglio ("c'è un anno di contratto ancora, e via, fino in fondo, fino al fondo"). Potrà anche rinchiudersi un'altra volta in trincea, sfidando tutto e tutti insieme alla Lega e ad An, fino alla fine della legislatura. Da solo, come ha sempre fatto, nella sua visione titanica, messianica e irrimediabilmente egotistica della politica. Ma ormai niente sarà più come prima. "Non vi libererete tanto facilmente di me...", ha tuonato ieri, all'apice della sua rabbia di monarca autocratico e spodestato. Per l'Italia è più una minaccia che una rassicurazione. La metafora è usurata, ma stavolta ci sta tutta: questo non è più Titano, è solo Titanic. (16 aprile 2005) |
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#87 | |
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#88 | |
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#89 | |
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#90 | |
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Inoltre, postare qualche articolo, non mi sembra molto grave ne tantomeno riduttivo, soprattutto se l'articolo è pertinente con l'argomento. "Lui", la puoi definire una buona analisi, per quel che mi riguarda, ma se è così, allora non puoi proprio accusare gli altri di limitarsi semplicemente a fare dei copia incolla. Ciao ![]() |
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#91 | |
Bannato
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#92 | |
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finalmente sono coerenti...
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"I Vitelli dei romani sono belli!" |
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#93 | |
Senior Member
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#94 | |
Senior Member
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Comunque, se è vero quel che si dice in questo articolo del Corriere (link: http://www.corriere.it/Primo_Piano/P...rderami.shtml), si può star tranquilli che nel csx non dovrebbero approdare. Ciò non esclude, tuttavia, l'ipotesi che avanzavo in precedenza con l'amico tatrat4d. Per concludere, sembra che il ministero degli interni (fonte tg2), abbia già messo in moto la macchina elettorale. Se così fosse, quella delle elezioni anticipate sarebbe, più che una ipotesi, una certezza. |
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#95 | |
Senior Member
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#96 |
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Pongo un problema: siamo in un gruppo formato da diverse persone e abbiamo fatto un patto. Ad un certo punto una delle persone di quel gruppo non è d'accordo con le decisioni del gruppo... a me sembra più che legittimo che quella persona decida di uscire dal gruppo. Poi se volete invece di uomini delle pecore che seguono il gregge senza un minimo di critica... inizieremo tutti a fare beeeeeeeeeh
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#97 | |
Senior Member
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#98 | |
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#99 | |
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#100 | |
Senior Member
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