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#61 | |
Senior Member
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Per il resto a te la palla, fammi sapere che ne discutiamo. |
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#62 |
Bannato
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Montezemolo: "Dati pessimi
Ormai siamo in recessione" ROMA - Parametri pessimi e recessione. Anche la Confindustria lancia il suo alarme dopo i dati forniti ieri dall'Istat sul Prodotto interno lordo in calo per due trimestri consecutivi. "Abbiamo parametri negativissimi e tutti si sono accorti di una situazione grave". ha detto il presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, nel suo intervento all'assemblea dell'Ancma. "Siamo di fronte a cifre che fanno vedere un paese in recessione. A forza di calare, infatti, ci si arriva "Alla fine i Nodi arrivano al pettine. Le cifre sono molto vicine ad una vera recessione: a forza di calare ci si arriva". E le cifre tiene a sottolineare il presidente degli industriali "sono com me le analisi cliniche: non sono nè di destra nè di sinistra". Per il leader di Confindustria: "i dati confermano purtroppo tutte le preoccupazione che Confindustria esprime da tempo. Per le imprese è necessario un contesto che consenta di essere più competitive sui mercati internazionali: più produttività, meno burocrazia, una drastica riduzione del cuneo fiscale e contributivo, più ricerca e innovazione". (13 maggio 2005) |
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#63 | |
Senior Member
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La questione della riduzione delle imposte sui redditi più elevati adesso. Data la struttura economica italiana (PMI e popolo delle partite IVA) si può legittimamente presupporre che una buona fetta dei redditi più elevati siano o di imprenditori/piccoli imprenditori o di lavoratori autonomi. Per i primi la probabilità che la maggior disponibilità venga investita o nell'impresa esistente o in nuove attività imprenditoriali non mi pare così remota. Allo stesso modo l'artigiano (ricordiamoci che vige sostanzialmente confusione tra i beni privati e strumentali all'attività) potrà devolvere il risparmio fiscale o in consumi privati o in espansione/aggiornamento dell'attività. Se poi dovesse investire parte dei proventi in Borsa non mi pare che la cosa sia poi così negativa: la ricchezza rientra nel sistema economico e ne beficiano le imprese più meritorie. Inoltre c'è un aspetto da non sottovalutare IMHO: proprio per via della struttura del sistema economico (e di odiosi retaggi culturali) la propensione all'evasione è molto elevata. Se tu tassi al 50% un reddito, finisci col proporre un investimento rischioso (=evadere) che rende il 50%. Riducendo l'aliquota (e contemporaneamente aumenti i controlli) la propensione all'evasione non può che ridursi (rischio di più e ci guadagno di meno) e così, pur riducendo l'aliquota la riduzione del gettito è meno che proporzionale. Come ha detto in più di un'occasione Tremonti: pagare tutti per pagare meno. Aggiungi a questo i benefici in termini di riduzione dell'effetto distorsivo delle imposte conseguenti ad un impianto ispirato al flat tax rate e mi sembra che la scelta abbia delle reali motivazione economiche. Infine in più di un intervento sul forum, hai proposto il tuo odio per la rendita finanziaria auspicando un bel prelievo pesante su questa per incentivare investimenti diretti in attività produttive. Una riflessione: abbiamo una Borsa minuscola, le buone vecchie PMI stanno dimostrando tutto il loro nanismo e per uscirne, IMHO, è necessario incentivare (o almeno non disincentivare) i proventi da dividendi, plusvalenze,... e un periodo di riorganizzazione finanziaria non sarebbe una cattiva idea. Se tu chiudi anche questa via..come può crescere l'ambiente finanziario (polmone necessario per la crescita dell'economia reale)? PS scappo a vedere 8eMezza..parlano della crisi economica ![]()
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Ultima modifica di Zebiwe : 13-05-2005 alle 19:38. |
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#64 |
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Tratto da LaVoce.info
13-05-2005 Un'assunzione di responsabilità Riccardo Faini Vi è un aspetto positivo nel pessimo dato di Pil diffuso ieri dall’Istat: il definitivo tramonto dell’epoca degli ottimismi di facciata e dei tentativi, affannosi, di trovare una giustificazione alla crescente divaricazione fra realtà e annunci. Non preoccupa solo il Pil L’arretramento sostanziale e prolungato dell’economia italiana ha luogo in un contesto in cui l’economia mondiale cresce a ritmi che non hanno precedenti negli ultimi ventisette anni, in cui anche l’economia europea dà segni di ripresa (come dimostrano sia il dato congiunturale di crescita, sia quello tendenziale), in cui persino la Germania, il malato cronico dell’Europa, è cresciuta a tassi nordamericani. Non è più possibile attribuire la performance dell’economia italiana alla cattiva congiuntura mondiale o agli stenti dell’Europa. Il dato di crescita non giunge del tutto inatteso. Diversi indicatori – l’andamento della produzione industriale, il calo delle vendite al dettaglio, la dinamica del fatturato - avevano messo in luce la possibilità di un forte rallentamento dei livelli di attività economica nel corso del primo trimestre. Soprattutto il dato del Pil, pur nella sua negatività, non esaurisce le preoccupazioni. È assai probabile infatti che l’arretramento significativo dei livelli di attività economica finisca per ripercuotersi anche sugli equilibri del mercato del lavoro. La crescita dell’occupazione e il calo della disoccupazione hanno costituito le uniche note luminose in un quadro macroeconomico altrimenti sempre più cupo. Nel passato sono stati fattori decisivi nel mantenere il volume dei redditi familiari, compensando la stagnazione del potere d’acquisto dei salari, e in ultima istanza sostenendo la domanda di consumi. Vi sono però diversi segnali, tutti assai preoccupanti, che la domanda di consumi si vada indebolendo. Il calo del fatturato e della produzione industriale è assai più pronunciato nel settore dei beni di consumo. Le vendite al dettaglio hanno registrato una crescita negativa (in valore!) nei primi due mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un’inversione delle tendenze finora favorevoli dell’occupazione si ripercuoterebbe inevitabilmente sulla dinamica dei consumi privati, perpetuando il momento recessivo. Allo stesso tempo, è vitale per la competitività delle nostre imprese recuperare produttività. Un semplice stimolo dei consumi, spesso invocato, si tradurrebbe altrimenti soprattutto in un aumento delle importazioni con scarsi benefici per la nostra economia. L’aumento di produttività è una condizione essenziale perché le nostre imprese recuperino competitività. In una situazione però in cui la crescita della produzione rimarrà nel migliore dei casi assai modesta, i recuperi di produttività passano inevitabilmente attraverso un ridimensionamento dell’occupazione. Verso un’ulteriore involuzione? Il dato sul Pil e la possibilità che esso preluda a un’ulteriore involuzione della nostra economia pone tutti, senza eccezione, di fronte alle proprie responsabilità. Per l’esecutivo è venuto il momento di tracciare un quadro di politica economica che superi le troppe oscillazioni del passato e dia certezze a imprese e famiglie. Appare sempre più irreale in questo contesto il dibattito su quali sgravi fiscali attuare in una situazione in cui il controllo ancora inadeguato della spesa pubblica, l’esaurirsi delle misure temporanee e le falle preoccupanti del nostro sistema tributario rischiano di riproporre all’attenzione dei mercati il problema della finanza pubblica italiana. Per i sindacati, è doveroso riconoscere che la moderazione salariale, che tanto ha contribuito alla crescita dell’occupazione, non può essere confinata al settore privato. La spesa per i dipendenti pubblici è cresciuta a ritmi estremamente rapidi negli ultimi anni e il suo contenimento deve costituire una priorità della politica fiscale. Per il sistema produttivo è essenziale rendersi conto che la propria sopravvivenza è sempre più affidata alla capacità di innovare e investire e non alla ricerca di rendite di posizione (soprattutto nei servizi) che pesano in maniera intollerabile sull’economia e che il declino del nostro sistema economico tenderà prima o poi a prosciugare. Condizioni essenziali per evitare che il declino si muti in deriva.
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#65 | |
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Allora sul moltiplicatore per qul che vale la mia ipotesi era quella giusta quindi. Adesso siamo d0accordo almeno su di un elemento, cioè se si voleva incrementare il PIL bisognava rettificare i criteri di imposta verso il basso e non vero l'alto, del resto l'operazione di rettifica fiscale operata dal b ha ottenuto esattamente il contrario di quello da te auspicati il PIL è semplicemente crollato sotto l'1 per cento, come volevasi dimostrare. Inoltre anche se sulla curva di Leffer ci si è spostati verso sinistra il gettito non è aumentato per niente, qualche giorno fa il record storico del debito pubblico come sai è stato battuto per sue volte di seguito, come saprai un'operazione del genere fu tentata negli anni ottanta dall'amministrazione Reagan, fallendo penosamente poichè è sempre complicato trovare sulla curva di Leffer il punto di ottimo livello contributivo. Per quanto riguarda la rendita finanaziaria, vedi io non sono contro le operazioni finanziarie assolutamente, in paesi in cui il settore produttivo e ben sviluppato ed efficiente le plusvalenze aiutano ad ottenere rendimenti di scala screscenti più in fretta e quindi sono da benedire. Il problema italiano è che non abbiamo una classa imprenditoriale seria e degna di questo nome, inoltre le pmi non producono in sistemi economici integrati tali da ottenere rendimenti di scala crescenti. Quindi se noi incentiviamo in Italia la rendita finanziaria disincentiveremo l'investimento produttivo tutto qua, allora misure di accorpamento delle pmi, il favorire la nascita di più distretti industriali sono i provvedimenti giusti, se invece punteremeo sulla rendita finanziaria, ci esporremo a ingenti perdite che tra l'altro si sono già verificate, al nascere di bolle speculative e problemi connessi, e ad avere un sistema produttivo poco competitivo. |
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#66 | |||||
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Iscritto dal: Oct 2003
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![]() I motivi della crisi sono sia strutturali che congiunturali. Il motivo per cui non ne usciamo velocemente come ha fatto la D è riconducibile, IMHO, a una sostanziale passività della classe politica. Una volta entrati nell'euro non ci si è preoccupati (dato che l'economia andava) di attuare quelle riforme e liberalizzazioni necessaria per consentire la competitività nel nuovo contesto (basta alta inflazione, basta debito e basta svalutazione competitive). E' il sistema che non funziona (dalla giustizia alla legge fallimentare agli ammortizzatori sociali). Lo vuoi sapere il cancro più grosso per me? Le rendite..ma non quelle finanziarie, quelle di posizione! Ci sono troppi particolarismi che bloccano il sistema (es: la divisione Consob, isvap, Banca d'Italia è ormai inutile e superata dai mercati..non si aggregano perchè le due da eliminare non vogliono perdere il loro orticello; vogliamo parlare della vergogna delle professioni? notai, commercialisti, avvocati e compagnia bella sono peggio di una loggia massonica ormai...). Questi sono i problemi su cui il Governo ha fatto, come è stato detto chiaramente da Brunetta (eurodeputato di FI), un thatcherismo di serie B. Quote:
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#67 |
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Colloquio con il presidente di Confindustria:
sono mesi che proponiamo inutilmente una terapia d'urto "Il premier ci chiede aiuto? Non ci ha mai ascoltato" Montezemolo: situazione drammatica, era meglio il voto di MASSIMO GIANNINI ..... Luca di Montezemolo è pessimista: "Adesso il premier ci viene a parlare di dati preoccupanti? Adesso ci viene a chiedere un aiuto? Sono mesi che gli spieghiamo che la situazione è drammatica. Ma non ci ha voluto ascoltare. Quando un mese fa avevo detto che era meglio tornare a votare, dopo le dimissioni del governo, fui criticato: oggi temo di dover constatare che avevo ragione io...". .... "L'Italia non può continuare così. Il governo non può continuare a far finta che i problemi del nostro Paese siano gli stessi dei nostri partners europei. È vero solo in minima parte...". "Siamo un caso unico in Europa. Ed è inutile che si ripetano le solite grida d'allarme sulla minaccia cinese o su quella indiana. Guardiamo piuttosto alla Gran Bretagna, e allora scopriamo che nella busta paga di un operaio inglese il 'cuneo previdenziale' è almeno dieci volte inferiore a quello di un operaio italiano. Guardiamo alla Francia e alla Germania, e allora scopriamo che solo in quest'ultimo anno il costo del lavoro per unità di prodotto in Italia è raddoppiato rispetto a quello francese e tedesco, e che mentre la nostra produttività è ulteriormente calata, la loro è rimasta stabile o è cresciuta, grazie al mantenimento delle quote di esportazione e alla presenza della grande industria". tratto da http://www.repubblica.it/2005/e/sezi...onteconfi.html
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#68 | |
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Iscritto dal: Apr 2002
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Beh comunque da quando vedo possiamo non concordare su alcuni particolari ma l'analisi mi sembra funzionare da ambo le parti. Però giusto per onore di cronoca volevo fare degli appunti riguardo a certe tue affermazioni, io non ho detto assolutmaente che i problemi economici sono dovuti interamente al'operato del governo, ho semplicemente detto che la riforma fiscale è stata un fallimento nell'incrementare il PIL perchè rivolta vero l'alto e non il basso su questo credo adesso n on ci siano più dubbi o no ? Poi sui problemi strutturali siamo completamente d'accordo. adesso non ricordo in quale thread,ma più volte ho auspicato un sistema più snello se vuoi sapere in che cosa credo si possa concretizzare tutto cioò te lo dico e cioè un sistema giudiziario in cui con le leggittime garanzie di difesa non si debba aspettare tre gradi di giudizio, un sistema economico completamente liberalizzato soprattutto nei mercati stragtegici come energia, sistema bancario, sistema assicurativo, mercato radiotelevisivo e pubblicitario. Una maggiore collaborazione, magari con l'istituzione di centri di ricerca cofinanziati, tra gli atenei e le imprese soprattutto nei settori strategici dell'innovazione. Questo punto è molto importante per la competitività poichè non godendo l'Italia di vantaggi comparati, e avendo pochi distretti industriali l'unica possibilità di sfondare sulle esportazioni è quella di attivare dinamiche sul ciclo del prodotto. Inoltre una riforma profonda degli ordini professionali è indispensabile. Poi abbiamo bisogno di interventi nel sud Italia che attivino politiche di sviluppo, non dimentichiamo che l'Italia corre zoppa sui mercati internazionali. Ma per migliorare lo sviluppo dobbiamo prima ristabilire un sistema di legalità efficiente che oggi purtroppo non c'è. In definitiva noto che partendo da una analisi economica seria non si può non convergere su certi punti e che in questi campi le idee politiche contano davvero poco, come abbiamo dimostrato. Ora senza per questo prevaricare questi concetti bidogna dire che in 5 anni di cose del genere non ne ho viste da questo governo, anzi la direzione della politica economica è stata del tutto inversa, inoltre si è sbagliata doppiamente la politica fiscale, perchè il PIL non è cresciuto e quindi non ci sono stati benefici perchè tagliando verso l'alto non c'è stato l'effetto reddito nè un incremento degli investimenti e infine perchè il taglio è stato fatto in deficit. P.S. studi economia Zebiwe? |
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#69 | |||
Senior Member
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A te non c'è bisogno di chiederlo.. ![]()
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#70 | |
Senior Member
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Comunque tornando al discorso quello che dici su Prodi è probabile, ma da verificare, comunque dal punto di vista economico ti assicuro che criticherò qualsiasi cosa che non mi va, sta di fatto che un governo davvero liberale in questo paese non farebbe che bene, ma purtroppo la destra italiana non è questo e sulla sinistra ho anche io molte riserve soprattutto se andrà al governo con i soliti intenti buonisti. Forse ancora una volta il prblema è politico, pichè la classe politica italiana tutta non credo sia all'altezza del lavoro che c'è da fare, quindi alla fine della biennale ti consiglio di emigrare io farò lo stesso. |
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#71 |
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2003
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![]() C'è di fatto che però la specializzazione ti salva parecchio..mentre io sono un aziendalista più che un economista puro.. ![]() Cmq un appunto: se ti lamenti che la classe dirigente è di scarsa qualità e tu (come molti miei altri conoscenti del resto), che tutti mi pari fuorchè l'ultimo venuto, hai come scopo svolazzare al di fuori dei patrii confini..non è che la situazione possa migliorare.. ![]()
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#72 | |
Bannato
Iscritto dal: Aug 2004
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#73 |
Bannato
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La situazione non è per nulla positiva, come dappertutto, ma mi conforta sapere che abbiamo un uomo capace al timone, che saprà condurci fuori dalla tempesta.
Riguardo agli industriali, vorrei sapere di che cosa si lamentano, visto che sono anni che giocano all'alta finanza, invece di occuparsi di investire e far progredire le loro aziende. |
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#74 | |
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Iscritto dal: Jan 2005
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Tanto poco un uomo si interessa dell'altro, che persino il cristianesimo raccomanda di fare il bene per amore di Dio. (Cesare Pavese) "Sono un liberale di destra, come potrei votare uno come Berlusconi?" Marcello Dell'Utri, fondatore del partito Forza Italia, è stato condannato per mafia. |
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#75 | |
Bannato
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#76 | |
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Concluso ottimi affari con: Simoncino, Devil!, Dive76, Lucadue, luciferme(2), ilcalmo, Rhadamanthis, Guns81(2), oldfield, DARIO-GT(3), remok, asdasdasdasd, kjing, smanet(2), bollit, sdedo71, aje85, overthetop, piripikkio, vash79(2) voodoo13, russo30, nick-86, gwwmas(4) Holy_knight, MM, bebeto, miki66, jemofrà, vasquali, AquilaDelNord, ilaria81, giorgio156c, DonaldDuck, valerio86, Raven, copacabanas, spike69, potoah, shokobuku e molti altri...(credo almeno un 300) |
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#77 | |
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#78 | |
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Kotoshi mo yoroshiku onegai-itashimasu |
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#79 |
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comunque è solo stagnazione,cribbio
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#80 | |
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