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#61 | |
Senior Member
Iscritto dal: May 2001
Città: Milano Tokyo , purtroppo Utente con le palle fracassate
Messaggi: 2371
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Kotoshi mo yoroshiku onegai-itashimasu |
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#62 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2005
Messaggi: 821
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Tanto poco un uomo si interessa dell'altro, che persino il cristianesimo raccomanda di fare il bene per amore di Dio. (Cesare Pavese) "Sono un liberale di destra, come potrei votare uno come Berlusconi?" Marcello Dell'Utri, fondatore del partito Forza Italia, è stato condannato per mafia. |
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#63 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jul 2004
Città: verona
Messaggi: 1467
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Qui sta la differenza. Tu paghi meno il prodotto ma il gusto e' differente. |
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#64 |
Senior Member
Iscritto dal: Jul 2004
Città: verona
Messaggi: 1467
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dimenticavo ... non troverai mai due prodotti , almeno nell'ambiente dolciario , uguali ma con marchi diversi. Non avrebbe senso produrre due prodotti che hanno lo steso costo per sapere di guadagnarci meno. Ecco quindi che almeno nei pandori cominci a trovarci uova piu' scadenti , lievitazioni piu' spinte , margarina piuttosto che burro magari , e robe analoghe. Prodotto ovviamente in catene diverse , con prezzi diversi , marchi diversi e l'unica cosa che li accomuna e' lo stesso stabilimento.
Questo per prendersi anche la fetta di mercato dei consumatori piu' impossibilitati a prendere un prodotto di marca piuttosto che senza. |
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#65 | ||
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2005
Messaggi: 821
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Per la frase che ho sottolineato: non sono mica tanto convinto, altrimenti la storia dei farmaci con identica molecola e dosaggio, con costi differenti anche del 50% come si giustifica? La differenza di prezzo c'è, la differenza sostanziale no, se non per il colore della confezione. Quote:
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Tanto poco un uomo si interessa dell'altro, che persino il cristianesimo raccomanda di fare il bene per amore di Dio. (Cesare Pavese) "Sono un liberale di destra, come potrei votare uno come Berlusconi?" Marcello Dell'Utri, fondatore del partito Forza Italia, è stato condannato per mafia. |
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#66 | |
Senior Member
Iscritto dal: May 2001
Messaggi: 991
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Una centrale del latte che conosco ad esempio imbottiglia in marchi differenti latte diverso, proveniente da aree geografiche diverse. Poi subisce anche trattamenti che lo differenziano, ma la stessa materia prima è diversa. Anche per i pomodori, penso che le tipologie di pomodori siano decisamente superiori al numero di stabilimenti che li inscatolano, giocoforza quindi (ma ripeto è una mia ipotesi) lo stesso stabilimento inscatolerà vari tipi e qualità di materia prima anche in questo settore. Un prodotto che so per certo in molti casi è assolutamente lo stesso (ma proprio lo stesso) è la benzina: dato il sistema di trading istantaneo tra le varie compagnie, quotidianamente cisterne chessò dell'Agip fanno rifornimento alla raffineria Tamoil in provincia di Cremona, mentre cisterne Tamoil (o Q8, etc.) fanno rifornimento ad un'altra raffineria Agip e così via. La benzina che arriva ai distributori in provincia di Cremona quindi a prescindere dalla marca del distributore proviene in massima parte dalla raffineria Tamoil. Fanno eccezione ovviamente le recenti "vpower", "blu diesel" etc che sono prodotti specifici venduti a marchio. |
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#67 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jul 2004
Città: verona
Messaggi: 1467
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altttt ... nella bustina di aulin non ci trovi solo il principio attivo ci trovi anche gli eccipienti , edulcoranti e compagnia bella ... su questo fa la differenza. Poi per quanto riguarda norme igieniche o compagnia bella direi che esistono le certificazioni di qualita' a garantirle superiori al minimo consentito dalla legge. E se prendi una certificazione sei tenuto a rispettarla in ogni catena. OPvvio che anche le certificazioni concorrono all'aumento del prezzo. Ma e' ovvio che sai di mangiare un prodotto finito e confezionato in catene dove potresti operarci. |
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#68 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2005
Messaggi: 821
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#69 | |
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Iscritto dal: Jul 2004
Città: verona
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#70 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2005
Messaggi: 821
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#71 | |
Senior Member
Iscritto dal: May 2000
Città: Vicenza
Messaggi: 19997
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![]() Anzi , potrebbe capitare che una marca più economica , prodotta nello stesso stabilimento di un'altra più costosa , sia basata su " seconde scelte" del prodotto. Questo ovviamente concordato con la marca. Ossia , produttore X vende prodotti di seconda scelta ( ovviamente a normativa di legge ) a prezzo basso quindi il marchio li rivende ad un prezzo più basso rispetto al prodotto di prima scelta. Spesso sono differenze minime , altre volte più sensibili , dipende. Ciaozzz
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#72 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jul 2004
Città: verona
Messaggi: 1467
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be e' ovvio che ci sara' anche una questione di marchio e quindi pubblicita' , ma non e' solo quello ... |
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#73 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jul 2004
Città: verona
Messaggi: 1467
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#74 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2005
Messaggi: 821
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#75 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2005
Messaggi: 821
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Tanto poco un uomo si interessa dell'altro, che persino il cristianesimo raccomanda di fare il bene per amore di Dio. (Cesare Pavese) "Sono un liberale di destra, come potrei votare uno come Berlusconi?" Marcello Dell'Utri, fondatore del partito Forza Italia, è stato condannato per mafia. |
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#76 |
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2001
Città: Lazio Età: 52 ex mod
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Martedì 30 Agosto 2005 Prezzi, dai bar ai jeans una corsa senza freni I listini “impazziti” in 4 anni: +69% il cornetto, +72% i panini, +70% i pantaloni di PIERO CACCIARELLI ROMA - Malgrado le contropartite chieste dalla grande distribuzione, è molto probabile, per non dire sicuro, che il governo e le catene di supermercati trovino l’accordo per bloccare anche quest’autunno un sostanzioso pacchetto di generi di largo consumo. Come accaduto nel 2004, il congelamento dovrebbe funzionare fino a dicembre, ma il ministro delle Attività produttive, Scajola, è favorevole a prolungare la scadenza e forse anche qui un’intesa non sarà difficile, visto che già l’anno scorso vari gruppi avevano deciso autonomamente di rinviare la fine del blocco. Qualcuno ha fermato i listini dei propri prodotti più diffusi addirittura fino al prossimo inverno. C’è da chiedersi, comunque, se e quanto queste operazioni aiutino i bilanci familiari. Che diano una boccata d’ossigeno è indubbio, però le associazioni dei consumatori non s’accontentano. I prezzi sono talmente saliti - fanno presente - che arrestarli ha ben poco effetto. Piuttosto, bisognerebbe diminuirli, almeno del 20-30%, per venire davvero incontro alle famiglie. Anche se l’ipotesi di un calo appare del tutto irrealistica, è anche vero che dall’introduzione dell’euro (gennaio 2002), anzi da prima, la spesa quotidiana e i servizi-base, per non parlare delle bollette di luce e gas, hanno subìto rincari così pesanti che il blocco somiglia molto alla proverbiale chiusura della stalla quando i buoi sono scappati. Un’indagine dell’associazione Adoc ha messo a confronto un paniere di prezzi da gennaio 2001 alla prima metà del 2005. I risultati sono sconcertanti e avvalorano la sensazione che per troppe persone il vivere quotidiano sia diventato un ”lusso”. Nessuna zona del Paese, da Nord a Sud, viene risparmiata dagli aumenti, ma questi sono diseguali e c’è da domandarsi quali giustificazioni abbiano alcune enormi differenze. Per esempio, il biglietto del bus a Roma e Milano è lievitato di circa il 30%, a Palermo del 92,3%. Nella capitale gli affitti (si tratta sempre di cifre medie) segnano un più 93,6%, mentre a Bari stanno ”soltanto” al 78,7%. Gli alimentari hanno guidato la galoppata del carovita: pane più 38,8%, latte 20,4%, uova 56%, pasta 30%, tonno in scatola 28,3%, sale 30,4%. Ma molto peggio è andata con la verdura e la frutta. I carciofi, per esempio, battono ogni primato mostrando un più 206,4%, l’insalata s’impenna del 115,2% e le fragole vanno a più 94%. Meno veloce la bistecca (18,3%), che però già volava a quote assai alte. Di fronte a costi talmente gravosi per mangiare a casa, qualcuno potrebbe pensare che convenga andare al ristorante. Non è così, perché la classica cena fuori è rincarata del 69,4% e pure se ci limitiamo a una capatina in gelateria dovremo rassegnarci a sborsare il 58,4% in più. Perfino il risparmio al bar diventa illusorio: rispetto a quattro anni fa il panino è schizzato su del 72%, il cornetto con il cappuccino del 68,7%, una bottiglietta d’acqua minerale del 96%. Anche l’abbigliamento ha preso la corsa, con prezzi che in certi casi sono quasi raddoppiati. Se una maglietta polo costa il 39% in più, un paio di pantaloni jeans tocca il 70,4% e le scarpe vanno al 93,6%. Forse non a caso, il settore spettacoli, dove il ”consumo” è maggiormente comprimibile, ha moderato il passo: il biglietto del cinema è salito dell’11,8% e l’abbonamento al teatro del 14,8%. Timori particolarmente forti suscita l’abitazione, perché la formidabile crescita dei prezzi d’acquisto ha trascinato in su gli affitti. Il risultato - commenta l’Adoc - è che a Roma un canone medio equivale facilmente alla metà di uno stipendio, mentre negli anni Novanta l’incidenza era limitata a un quarto. Di fronte a questi incrementi-record, non c’è da meravigliarsi se i consumi, soprattutto degli alimentari, siano in caduta libera. Secondo un rapporto Ismea, dal 2000 al 2004 gli italiani hanno mantenuto quasi stabile la spesa complessiva (più 0,4%), ma sono stati costretti a contrarre gli acquisti del 10%. L’istituto punta il dito contro i ricarichi dal produttore al consumatore, che di norma oscillano dal 300 al 400%, ma in qualche caso toccano punte assurde: 1.000% sulle carote. Ecco perché il calo più marcato ha colpito l’ortofrutta, che accusa un meno 17%. (Il Messaggero.it) Mercoledì 31 Agosto 2005 Conviene dal grossista, ma bisogna essere in tanti ROMA - Per difendersi dal carovita c’è un altro sistema: consorziarsi e acquistare in gruppo. Dove? Dal grossista, ai mercati generali o negli spacci aziendali. E perché no, anche dal contadino. Per quest’ultimo caso sarà molto convincente un esempio: dall’allevatore 30 kg di carne costano solo 6 euro al kg, contro i 20-26 del macellaio. Certo, il contadino non taglierà le fettine a macchina, però ci si può attrezzare. D’altra parte i “Gas”, i gruppi di acquisto solidale, nati spontaneamente da consumatori stressati dagli aumenti dei prezzi, stanno avendo successo e crescono sulla spinta degli aumenti. Anche questo fenomeno, come quello dell’acquisto negli spacci aziendali, è più diffuso al Nord e in Emilia Romagna. I Gruppi sono agguerritissimi, pronti a dare l’«assalto» ai mercati all’ingrosso alla ricerca di tutto, comprano ortaggi e frutta a casse, oppure si lanciano sulle maxi-confezioni dei prodotti in scatola. Hanno scoperto che le spese di una famiglia si possono dimezzare, guadagnando anche in termini di qualità. Non solo. Dicono di avere un altro vantaggio: la fatica di fare la spesa viene condivisa e si socializza. (Il Messaggero.it)
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#77 |
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Iscritto dal: Oct 2001
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Mercoledì 31 Agosto 2005
L’INTERVISTA «I veri rincari? Dove non c’è concorrenza» Bordoni (Centromarca): banche, assicurazioni e trasporti corrono, nei supermarket i prezzi calano di JACOPO ORSINI MILANO I prezzi dei prodotti di marca sono già in calo da oltre un anno, un blocco non avrebbe senso. Luigi Bordoni, direttore generale di Centromarca, l’associazione che raggruppa oltre 200 aziende italiane del settore dei beni di largo consumo, è contrario a un nuovo stop ai listini dei supermercati come quello varato l’anno scorso. Bordoni è vero che l’esecutivo sta pensando a un nuovo blocco? «Non ci hanno detto niente, ma le indiscrezioni sono fondate. Nel governo c’è la volontà politica di studiare qualcosa». E voi cosa ne pensate? «Sarebbe assurdo e privo di senso bloccare qualcosa che è già in calo. Nel giugno scorso i prezzi dei prodotti dell’industria di marca sono scesi dello 0,9%, mentre l’inflazione era all’1,8%. E tenga conto che i nostri sono dati oggettivi, certi, non sono statistiche. I calcoli sono fatti sui passaggi dei prodotti alle casse dei supermercati e rilevati con il codice a barre». Ma nel 2004 avete detto sì al blocco. «L’anno scorso, anche se contrarissimi e anche se sapevamo che i nostri prezzi erano in discesa, abbiamo aderito al blocco per cercare di rassicurare e ridare fiducia ai consumatori. Ma avevamo detto che doveva essere straordinario e irripetibile. Il governo non ha fatto niente in settore protetti dove i prezzi corrono più dell’inflazione. E’ incredibile che si ipotizzi un blocco di prezzi che stanno scendendo». L’Istat ha comunicato un rallentamento al 2% dell’inflazione, ma la percezione diffusa è che gli aumenti siano più alti. «Sicuramente c’è un problema di inflazione reale e percepita. Siamo continuamente esposti a costi e voci di spesa, molti dei quali in crescita, che finiamo per generalizzare. Noi denunciamo da tempo che i prezzi di servizi come quelli bancari e assicurativi o dei trasporti o dei pubblici esercizi, siano da tempo in tensione. Questo incide moltissimo sul costo della vita e induce poi a generalizzare». Per voi la colpa dei rincari è solo de gli aumenti dove non c’è concorrenza? «Tutti riconoscono che c’è bisogno di una iniezione di concorrenza in certi settori. Il ministro dell’Economia Siniscalco ci ha detto ripetutamente: dobbiamo intervenire. Ma il governo poi non ha fatto niente». I consumi intanto restano fermi. «Luglio è andato malissimo: nella grande distribuzione, a parità di rete, le vendite sono calate del 3,4% circa rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. E agosto è stato un altro dramma. L’estate fredda si riflette negativamente su tutti i consumi. E per le imprese, se c’è una discesa dei prezzi e dei consumi, è drammatico».
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