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#41 |
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Ricostruzione Abruzzo, l'ennesima beffa del governo Giovedì 13 Agosto 2009 14:24 di Alessandro Ambrosin L'AQUILA - Gli sfollati del terremoto abruzzese del 6 aprile scorso dovranno aspettare ancora prima di avere un tetto sopra la testa. Le promesse del governo avevano dato per certo le consegne prima ad agosto, poi a settembre, poi a novembre, invece a quanto pare bisognerà aspettare fino a fine anno. Il progetto CASE di Cese di Preturo, infatti, uno dei primi cantieri partiti per realizzare le abitazioni ai terremotati rimasti senza casa, consegnerà gli alloggi (circa 4.500 ndr), non prima del 31 dicembre del 2009. E' scritto nero su bianco sui cartelli illustrativi a Cese di Preturo e a Bazzano affissi proprio all'esterno del cantiere. Ma c'è dell'altro. Due giorni fa sono stati resi noti i risultati del censimento partito lo scorso agosto per individuare il fabbisogno abitativo. A conti fatti sarebbero almeno 13mila le famiglie che hanno fatto richiesta di un alloggio perchè le loro case rientrano nella cosiddetta zona rossa o hanno subito dei danni strutturali tali da non poter farvi più rientro. Gli sfollati hanno potuto scegliere tre opzioni: un'abitazione del progetto CASE indicando una preferenza per le 19 aree dove verranno realizzate le palazzine antisismiche, un appartamento in affitto a spese dello stato, oppure una sistemazione autonoma. Insomma secondo la protezione civile la domanda complessiva dovrebbe coprire approssimativamente il fabbisogno di 40mila persone, mentre gli alloggi in costruzione prevedono di accoglierne al massimo 15mila. E poi ci sarà da attendere la consegna che considerando i tempi di consegna potrebbe slittare al 2010. Insomma, i tempi duri per gli sfollati non sono affatto finiti. Anzi, addirittura qualcuno, specie gli anziani esasperati dall'attesa e dalle condizioni nelle quali ormai sono costretti a vivere da mesi, azzardano l'ipotesi che le tante promesse rimarranno tali, e forse non faranno più in tempo a mettere il piede in una vera casa. ![]() |
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#42 |
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e intanto, in quell' dell'Aquila..
salta fuori che:
_____ Sfollato chiede alloggio a Villa Certosa «Il premier l'aveva promesso» Ha la casa inagibile e nella domanda per la sistemazione provvisoria ha indicato le residenze di Berlusconi PESCARA - Tra le domande per la sistemazione in alloggi provvisori presentate dai terremotati aquilani, ve n'è una che indica come destinazione Villa Certosa o Palazzo Grazioli, residenze del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. La richiesta - inviata alla protezione civile e al Comune dell'Aquila - è di un cittadino la cui casa, nella zona rossa del centro storico dell'Aquila, è inagibile. Nel tipo di sistemazione preferita, alla voce «alloggi in affitto», a penna è stato aggiunto «se possibile, a villa Certosa oppure a Palazzo Grazioli». «RICHIESTA LEGITTIMA» - «Non si tratta di una provocazione - ha detto all'Ansa il terremotato aquilano - ma di una richiesta legittima basata sulle dichiarazioni del presidente il quale aveva pubblicamente promesso che avrebbe ospitato nelle sue case alcuni terremotati. In questo modo avrei anche l'occasione di essergli utile con consigli basati sulla mia esperienza di terremotato prima in auto, poi in tenda e infine in due alberghi, e di profondo conoscitore della città». L'uomo, Antonio Bernardini, è segretario generale ed economo del Consorzio di ricerche applicate alla biotecnologia (Crab), ma fu licenziato illegittimamente sei anni fa ed è in attesa che sia dato seguito a due sentenze della magistratura che impongono al Consorzio il suo «reintegro immediato» nelle funzioni e il pagamento delle retribuzioni e dei contributi. Fonte (addirittura) il CDS..online ![]() ![]() ___ E ora vediamo se avrà il coraggio di ritrattare per l'ennesima volta, facendo però stavolta, a mio avviso una stragrandissima figura del menga ![]() ![]() adesso vediamo se lascia villa la certosa con le sue piscine, i suoi teatri, le su staute grche e le escort ![]() ![]() ![]() ![]() |
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#43 | |
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ha detto che davano le case a tutti entro settembre? si sarà sbagliato (o ha detto una bugia così siamo tutti felici) ma lo sanno anche i sassi , anche nel link che hai messo c'è scritto Entro il 15 di settembre daremo i primi appartamenti a tremila persone quel cartello del cantiere che viene usato ancora a sproposito ha una spiegazione logica e tecnica, non è il segnale della presa per il culo ( per il cantiere di bazzano idem, hanno iniziato 20 edifici su 21 al 27/7) spero che funga il link così si può leggere il report sull'avanzamento dei lavori http://www.protezionecivile.it/cms/v...279&dir_pk=187
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#44 | |
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http://tv.repubblica.it/rubriche/yes...ta/35677?video Saranno sufficienti le case previste dal progetto C.A.S.E. ? Come verranno assegnate? Dalle prime stime ci siamo resi conto che le persone senza casa a L'Aquila e provincia sono più di 13mila, e stiamo lavorando su diverse ipotesi per garantire una sistemazione a tutti. Tra le possibilità anche quella di aumentare le abitazioni del progetto C.A.S.E.. L'assegnazione di queste abitazioni sarà a cura del comune secondo criteri di necessità e urgenza e di piena ripresa della vita sociale nell'aquilano. ( http://www.protezionecivile.it/cms/v...5&cms_pk=15861 ) http://www.youtube.com/watch?v=r1DoczG0RiQ |
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#45 |
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wow, ha mentito di 30 gg
![]() icmq oltre aalle c.a.s.e. ( che nel frattempo sono aumentate del 10% ) sono previste altre soluzioni per dare entro fine anno una sistemazione ai terremotati, ovvero i map (2300 entro settembre + quelli ricevuti in donazione) e il fitto pagato dallo stato
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#46 |
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Gli appartamenti non bastano per tutti. Lo si sapeva dall'inizio, ma mi aspettavo di meglio.
Probabilmente i più andranno ad abitare in appartamenti in affitto o continueranno a stare negli alberghi. L'importante, in ogni caso, è evitare le tende... immagino che questo periodo, come quello invernale, saranno una tortura |
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#47 | |||
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A sempre a proposito di soldi: Quote:
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#48 |
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Riparazioni su edifici di tipo B e C: chiarimenti ai Comuni sull’erogazione dei contributi
Una lettera del Coordinatore della Di.Coma.C. Bernardo De Bernardinis chiarisce come verranno erogati i contributi per i lavori di riparazione sugli edifici di tipo B e C. Nella lettera si ribadisce anche che il cittadino non dovrà anticipare le spese per i lavori di riparazione. La comunicazione inviata il 2 agosto ai Prefetti di L’Aquila, Chieti, Pescara e Teramo integra gli indirizzi operativi dell’ordinanza n.3779 pubblicati in G.U. il 27 luglio 2009, in particolare il punto 10 “Documentazione dei lavori eseguiti”. L'erogazione del contributo. L’ordinanza n.3779 del 6 giugno prevede che il 75% del contributo, che deve essere suddiviso in tre rate del 25%, venga erogato durante l’esecuzione dei lavori, e il restante 25% a opere concluse. Le prime tre rate. Per ricevere le prime tre rate sarà necessario presentare le fatture dei lavori eseguiti. Con la documentazione sullo stato di avanzamento dei lavori vanno presentate anche le fatture già pagate, a fronte di una erogazione da parte dello Stato. Sarà comunque compito di ciascun Sindaco decidere, nello specifico, come erogare questa prima parte del contributo; ad esempio il Sindaco potrebbe garantire la prima erogazione del contributo all’apertura del cantiere e al primo approvvigionamento dei materiali da parte dell’impresa esecutrice. La quarta rata. L’ultima rata dovrà quindi essere liquidata entro 30 giorni dalla presentazione dei documenti che dimostrano la conclusione dei lavori. In particolare bisogna consegnare: - la domanda del contributo e relativa comunicazione di accoglimento da parte del Comune; - la comunicazione di inizio dei lavori; - la dichiarazione asseverata del professionista che certifichi la conclusione dei lavori; - i documenti di spesa che comprendono il computo metrico estimativo, le fatture e i documenti che dimostrano il pagamento delle tre rate precedenti; - il rapporto fotografico con le fasi di avanzamento dei lavori. L’attestazione di pagamento dell’ultima fattura dovrà essere consegnata dall’interessato al Comune con la massima urgenza dopo l’effettivo versamento del contributo finale del 25% e, comunque, entro i termini previsti dal contratto sottoscritto con l’impresa, per consentire all’Amministrazione comunale di attivare il processo di rendicontazione secondo i criteri già emanati.
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#49 |
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Ah, dimenticavo che doveva mandarli anche in crociera o al mare...
http://www.libero-news.it/pills/view/12108 |
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#50 |
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#51 | |
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#52 | |
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Non si sono offesi i cittadini europei per questo http://www.youtube.com//watch?v=x7l3B6uUZFo Figurati se si offendono gli italiani.
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![]() Referenti in Compravendite Ognuno sceglie le cause per cui combattere in base alla propria statura. |
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#53 |
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Buone nuove per gli abruzzesi
18-08-09 TERREMOTO: ORDINANZA BERLUSCONI, RISORSE PER ALLOGGI E 20MLN A MONUMENTI (ASCA) - Roma, 18 ago - Risorse per gli interventi di messa in sicurezza dei monumenti colpiti dal sisma ma anche per la riparazione degli immobili di edilizia residenziale pubblica e per quelli concessi in affitto, nonche' facilitazioni per l'accesso ai contributi per gli edifici classificati in categoria B e C. Sono alcune delle principali misure contenute in una nuova ordinanza di protezione civile firmata lo scorso 15 agosto dal Presidente del Consiglio dei Ministri e in via di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. L'ordinanza - fa sapere la Protezione Civile in una nota - prevede che i proprietari di immobili regolarmente affittati al 6 aprile di tipo A, B, C accedano al contributo per la riparazione anche in aggiunta ad altri contributi richiesti per la loro abitazione principale. La condizione, spiega il Dipartimento della Protezione Civile, e' che gli affitti siano rinnovati agli inquilini per altri 4 anni. Cambia, inoltre, la procedura per l'avvio dei lavori nelle case di tipo B e C, con la concessione del contributo provvisorio entro 30 giorni dalla presentazione della domanda e del definitivo entro altri 30 giorni. Altre novita' per chi e' socio di Cooperative edilizie a proprieta' indivise, per gli inquilini ATER, per le domande di riparazione delle parti comuni di tipo A. In particolare, per la ricostruzione o di riparazione degli immobili dell'ATER, Azienda Territoriale Edilizia Residenziale pubblica Regionale, sono previsti 150 milioni di euro, nell'ambito dei finanziamenti previsti dall'articolo 14, comma 1, del decreto-legge n. 39 del 28 aprile 2009, convertito nella legge n. 77 del 24 giugno. L'ordinanza mette infine a disposizione della struttura di supporto del Vice-Commissario per il recupero del patrimonio culturale 20 milioni di euro, nonche' la possibilita' di avvalersi di contributi da parte di sponsor, per completare le attivita' di messa in sicurezza e recupero dei beni di interesse artistico e culturale danneggiato dal sisma. fonte: http://www.asca.it/news-TERREMOTO__O...3140-ATT-.html |
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#54 |
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Il pessimismo della ragione
di Anna Pacifica Colasacco Parliamo di autonomi, siano essi commercianti, imprenditori,artigiani, professionisti. E parliamo di loro a L'Aquila. Immaginate chi, come mio marito e me, quindi parlo di cose che mi constano personalmente,ha perso casa e lavoro. E facciamo il mio caso particolare. Noi avevamo un'attività in pieno centro storico, attività di vecchia data. Diciamo trentennale. Un laboratorio di restauro, un negozio di antiquariato ed una consulenza di arredamento di interni. Occupavamo un minimo di due persone, ma,nei momenti di maggiore lavoro, il numero cresceva. Avevamo avviato da tempo il laboratorio scuola, in concerto con la Provincia de L'Aquila. Formavamo giovani all'arte del restauro. Il 6 aprile tutto questo è finito. Appena ci siamo ripresi dallo chock iniziale, abbiamo realizzato che volevamo restare nella nostra terra ed apportare il nostro contributo alla rinascita. Volevamo attivarci subito, nonostante i mille problemi. Abbiamo quindi cercato un terreno in affitto, per poter reimpiantare, in una struttura in legno, la nostra attività. Tutto era fermo, nessuno fittava. Si aspettava che maturassero i tempi per poter capire quanto, dopo il sisma, i terreni che nessuno voleva in tempi sereni, potessero valere nell'emergenza. Allora abbiamo pensato di comprarlo, il terreno. Abbiamo subito realizzato che ciò che prima costava quattro euro al metroquadro, era di colpo schizzato a venti euro. Ed erano terreni agricoli, sui quali la legge per l'emergenza ci avrebbe consentito di costruire un manufatto mobile, rimovibile dopo trentasei mesi. Abbiamo allora pensato di cercare un terreno in un' area industriale, dove i prezzi avrebbero dovuto essere calmierati dai comuni. Così non era: ciò che prima costava dodici euro al metroquadro, era passato di colpo a quarantacinque euro. Abbiamo allora pensato che sarebbe stato il caso di rivolgerci direttamente ai Comuni. Così abbiamo fatto. La maggior parte dei sindaci ci ha detto che non era il momento: avevano cose ben più urgenti di cui occuparsi. Due, invece, ci hanno ascoltati e ci hanno invitato a far domanda per l'assegnazione di un terreno. Domande e progetti presentati, file ed ore di attesa, a tutt'oggi le nostre istanze giacciono inesplorate. Carta su carta. Ma noi dobbiamo lavorare, dopo quasi cinque mesi durante i quali non abbiamo incassato nulla. La pubblicità di governo strombazza di aver concesso aiuti. Gli aiuti consistono in duemilaquattrocento euro elargiti una tantum dall' Inps. Ci sono poi gli aiuti per la ricostruzione dell'attività. In cosa consistono: si prende la dichiarazione dei redditi del 2008, anno di piena crisi economica, si divide per trecentosessantacinque e si moltiplica per centoventi, pari a quattro mesi di lavoro. Mediamente il compenso si aggira intorno agli ottomila euro. Immaginate di ricostruire un'attività con questa cifra. E, bene inteso, tale danaro non arriverà subito, ma con i tempi biblici della nostra macchina burocratica, resa ancor più farraginosa dalla protezione civile. Ancora non si sa quando e come inoltrare le domande. Nel frattempo, delusi dalle promesse, ci siamo messi alla ricerca di un locale in affitto. Per cento metriquadri i prezzi variano dai milleduecento euro in zone neglette, ai tremila e più in siti più frequentati. Ovvio che bisogna conferire le solite tre mensilità anticipate, quindi provvedere all'adeguamento degli impianti a norma per i laboratori artigianali. Tutto questo senza avere sicurezza alcuna, almeno nel nostro campo, circa l'esito dell'impresa. Si stima, nella migliore delle ipotesi, almeno un anno di attesa, prima che si possa formulare un bilancio. Ora capirete bene che abbiamo le mani legate. Ma non volevamo desistere. Abbiamo quindi pensato, avendo bisogno anche di un tetto sulla testa prima dell'inverno, di cercare una casa in affitto, una casa grande che ci permettesse di ospitare anche l'attività lavorativa. Quello che nei paesini costava duecento euro al mese oggi costa non meno di mille. E sono sistemazioni di fortuna. Se poi il proprietario è privo di scrupoli e si accorge che sei con l'acqua alla gola e alza la posta, lì sei finito. E' quello che è accaduto a noi. Per cui, riassumendo, oggi siamo in queste condizioni: per tentare di tornare a lavorare dovremmo farci carico di un fitto di almeno milleduecento euro mensili, in una zona poco frequentata, e ci occorrono almeno diecimila euro nell'immediato fra anticipo, lavori di adeguamento e trasloco. A questo aggiungiamo almeno seicento euro per il famoso tetto sulla testa, e, ad occhio e croce, arriviamo alla cifra di oltre trentatremila euro per il primo anno del dopo terremoto. Con pochissime prospettive di lavoro e con un aiuto da parte del governo che rappresenta meno di un terzo della spesa e che non si sa quando arriverà. Forse mai. A questo punto, mio marito ed io, come molti altri lavoratori autonomi, ci stiamo chiedendo per quale ragione dovremmo restare qui. E loro, intanto, continuano imperterriti con i cantieri delle C.A.S.E. : tetti sulla testa per pochi e pance vuote per tutti. Noi, al momento, non abbiamo nessuna prospettiva per l'inverno, né abitativa, né lavorativa. Però lui dice che bisogna essere ottimisti, vero? fonte: http://miskappa.blogspot.com/2009/08...a-ragione.html |
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#55 |
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Non gli resta che andare altrove e tornare in seguito.
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A casa ho almeno sette PC, in firma non ci stanno
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#56 |
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Terremoto a L'Aquila, una madre contro i media: il bavaglio tra anziani morti e mutui da pagare
In principio fu MissKappa poi, già in periodo di ricostruzione, arrivò la lettera di Andrea Gattinoni a cui seguirono l'intervento del giornalista televisivo sul campo dal primo giorno del sisma e l'intervista a Mattia Lolli del Comitato 3e32 (lo stesso che creò lo slogan Yes we camp durante il G8). Oggi Loretta Gallorini, collaboratrice dell'Associazione nazionale delle Famiglie Numerose, ci ha segnalato la testimonianza di una mamma raccolta a Fiuggi il 29 luglio scorso. Un pugno allo stomaco che parla degli anziani che si lasciano morire per non essere di peso a nessuno, dei contributi mensili, degli espropri, dei mutui da pagare anche se la casa non esiste più. E ancora di gruppi di 5 persone considerati assembramenti da smantellare, della militarizzazione dei campi e del controllo della Protezione Civile. Ecco la lettera: "Tutto quello che viene trasmesso in televisione o è scritto sui giornali non corrisponde alla realtà. La stampa d'Italia ci appare imbavagliata". Pia é un fiume in piena e snocciola davanti alle famiglie allibite dati e situazioni paradossali: "Il contributo mensile per i single é di 200€, per una famiglia di 4 persone arriva a un massimo di 400€, le famiglie numerose non sono contemplate. Dal 1 gennaio ricominceremo a pagare le tasse e dovremo restituire il 100% di quanto non abbiamo pagato durante la sospensione. E per i mutui, possiamo rinegoziarli ma dobbiamo continuare a pagarli, anche se non abbiamo più la casa. A noi va ancora bene, avevamo solo due anni, ma ci sono famiglie che devono pagare dieci, quindici anni di mutuo per una casa che non hanno più". E poi ci sono gli espropri: per costruire le "piattaforme" (che Pia definisce "loculi", per le loro dimensioni-52m2- inadatte a una famiglia normale, peggio che mai per una numerosa) lo Stato può espropriare a suo piacimento. "Noi rischiamo di vederci espropriare un campo coltivabile che con la mancanza di lavoro che c'è è l'unica speranza di reddito". Servirebbero 13.000 piattaforme, dice Pia, ma ne verranno pronte 508, a novembre. "Non smaltelleranno i campi, ne resteranno 56. Dovremo passare l'inverno nelle tende. E qui la temperatura di notte scende sotto lo 0 già a partire da ferragosto." I campi sono recintati, per sicurezza, certo ma nelle grandi tende, da 6 18 posti letto, la situazione sta diventando invivibile. Nei campi tenda anche incontrarsi in 4, 5 amici diventa "un assembramento", che subito qualcuno viene a sciogliere: "siamo un paese militarizzato. Molti sono stati arrestati per sciacallaggio, mentre semplicemente cercavano di recuparare le loro cose. Non sapevano che dovessero sempre farsi accompagnare." Chi entrerà nelle piattaforme non ne diventerà proprietario, ma dovrà, in un secondo tempo, pagare un "affitto sociale". E a proposito di soldi Pia rivela: "In mano alla popolazione non ne sono arrivati: tutte le iniziative, dagli SMS al 48548, le raccolte fondi, concerti, partite di calcio... tutto viene incamerato dall'organo governativo della Protezione Civile. Il terremoto costa allo Stato 100€ al giorno per persona nelle tende. In albergo ne costa 48€. Una tenda della Protezione Civile costa 8.000€: quando saranno chiusi i campi verranno bruciate. Non è vero che ci sono il 72% di case agibili: hanno dato agibile di tipi1 ad uso abitativo la nostra legnaia... ma in questo modo non avremo diritto ai "loculi". E così hanno risolto il problema di dare una casa per l'inverno a tante famiglie". C'è un' altra tragedia di cui non si parla: la catena di suicidi tra chi vive nelle tende, dove gli uomini si lasciano andare, travolti dall'angoscia di non avere un lavoro, una casa, non sapere quale futuro offrire alle loro famiglie. E gli anziani, che si lasciano morire per non essere di peso: "in un paese con meno di 3000 abitanti ne sono morti 38....". Non è bastato accendere i riflettori del mondo su L'Aquila con il G8 per dare una speranza di futuro alla gente aquilana, anzi: "Per il G8 sono stati spesi quasi 2 miliardi" dice Pia "e i lavori di sgombero e di ricostruzione sono stati sospesi per due mesi, non è stato permesso nemmeno a noi di fare lavori alle nostre case". Paradossi, assurdità, promesse,con la gente privata del lavoro, della casa ma anche della libertà e della dignità personale. "Alle prime scosse, il 6 aprile, con una magnitudo intorno al 4.6 siamo scesi tutti per strada. La gente del nostro vicolo era, molto spaventata, si rivolgeva a noi per sapere come comportarsi. Li abbiamo esortati con tutte le nostre forze a rimanere fuori, in spazi aperti, abbiamo suggerito di prendere e portare con sé coperte, cuscini, medicinali, documenti, vestiti.Noi , come tanti altri, eravamo al corrente di cosa stava succedendo, ormai dal 13 dicembre, in territorio aquilano. Questa è quanto è successo. Il futuro? Non esiste, non esiste nel senso che siamo stati abbandonati. La nostra vita, i nostri affetti non ci sono più. Più volte al giorno amici, conoscenti o sconosciuti che hanno recuperato il mio numero di telefono mi inviano questo messaggio.sono disperata, rivoglio la mia vita. Non rispondo più, non so cosa rispondere. " Fonte: http://politicaesocieta.blogosfere.i...tui-da-pa.html |
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#57 |
Bannato
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no per fare la paternale io ve lo avevo detto che era impossibile 1.per la persona che lo dice 2.per le possibilità che ci stanno 3.gli hanno fregati alla grande perchè le case che faranno non finiranno in mano dei bisognosi vedi dopo quello che succederà.....
Poi, in più forse oggi o ieri in parlamento destra e sinistra stanno per approvare una sanatoria in cui ci dovrebbe essere anche una bella batosta per i terremotati......grande italia....il bel paese di m.... e delle illusioni........non so chi sta peggio, chi ci crede o chi fà finta di niente......lo capirò strada facendo...... |
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#58 |
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RIDICOLI...
Dal terremoto dell'irpinia del 1980 ci sono famiglie in campania che vivono ancora nei container... e non sono poche... |
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#59 | |
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#60 | ||
Bannato
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