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#21 | |
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"Personalmente non ho nulla contro chi crede in un Dio, non importa quale. Sono contrario a chi pretende che il suo Dio sia l’autorità che gli permette di imporre delle restrizioni allo sviluppo e alla gioia dell’umanità" (Alexander S. Neill, «Summerhill», 1960). |
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#22 |
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2006
Città: Trapani (TP)
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Detto con un esempio...
...non ci fossero stati i computer per i videogiochi (giocattoli in scala XXL) non ci sarebbero computer abbastanza evoluti da funzionare milioni di apparecchiature in campo energetico/scientifico/industriale/medicale. L'industria ludica è stata il volano che ha permesso uno sviluppo estremamente rapido delle tecnologie legate ai computer. Qui la cosa è simile, e dovremmo chiederci se i progressi in ambito medico siano spinti più dalle sovvenzioni pubbliche o dalle rino e mastoplastiche...
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A casa ho almeno sette PC, in firma non ci stanno
Ultima modifica di ConteZero : 03-03-2009 alle 10:04. |
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#23 | |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2003
Messaggi: 2150
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Quote:
una non esclude certamente l'altra, si tratta solo di rendere prioritario un aspetto rispetto ad un altro. ragionando in termini di libero mercato, le ricerche e i finanziamenti saranno indirizzate a cio' che il "cliente" vuole. se il cliente e' interessato ad avere un figlio biondo, paghera' per avere il figlio biondo, non per averlo immune dal cancro.
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#24 | |
Bannato
Iscritto dal: Feb 2001
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#25 | ||
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2006
Città: Trapani (TP)
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E'un esempio, ma non è detto che non esista una cosa del genere... e poi ricordiamoci che molte grosse scoperte sono venute per serendipidità. Da wikipedia le scoperte casuali nel campo della medicina... Quote:
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Ultima modifica di ConteZero : 03-03-2009 alle 10:14. |
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#26 |
Senior Member
Iscritto dal: Nov 2006
Messaggi: 1886
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http://www.molecularlab.it/news/view.asp?n=5092
Boom del turismo procreativo Il numero di coppie che va all'estero è in crescita del 200% dopo l'introduzione in Italia della legge 40 Il centro Artes (Assisted Reproduction Tecnique and Endoscopic Surgery) di Torino, una struttura medica specializzata nella diagnosi e nel trattamento della sterilità, nella riproduzione assistita e nella chirurgia endoscopica, ha lanciato l'allarme sul boom di quello che ormai viene definito il "turismo procreativo". Sempre più frequentemente, infatti, le coppie italiane con problemi di sterilità vanno all'estero con la speranza di concepire un figlio tramite tecniche riproduttive, quelle tecniche proibite in Italia dalla legge 40 sulla procreazione assistita del 19 febbraio 2004. I dati vengono dalle ultime ricerche effettuate dall'Osservatorio sul Turismo Procreativo, CECOS e dal Centro Studi Conservazione Ovociti e Sperma umani, Eurispes. Secondo le stime il turismo procreativo è in crescita del 200%: prima della legge 40 erano le coppie che si rivolgevano a centri specialistici all'estero erano 1066 ed oggi sono 4137. La legge 40 stabilisce tra le altre cose, il divieto del congelamento degli embrioni, la fecondazione di un numero illimitato di ovociti, la fecondazione eterologa e la diagnosi preimpianto. Alessandro Di Gregorio, direttore del Centro Artes, specialista in Ostetricia e Ginecologia ed esperto di diagnosi e trattamento della sterilità di coppia, spiega: "si tratta di dati preoccupanti ma è l'inevitabile epilogo di una situazione degenerata alla base. La legge 40 blocca lo sviluppo della medicina ed impedisce alle coppie in difficoltà di sperare ancora. Allora emigrano all'estero, spendendo molti soldi e rischiando di finire in centri poco professionali". Le Nazioni preferite dalle coppie italiane sono la Spagna (60 coppie prima della legge 40, passate poi a 1.365). Il 32% sceglie la Svizzera per la vicinanza e il vantaggio della lingua uguale alla nostra, si recano soprattutto nel Canton Ticino, più raramente nella zona francese e tedesca. In Svizzera non è permessa l'ovodonazione e i donatori di sperma sono sempre meno disponibili perchè vi è l'obbligo della rintracciabilità; rimane però il mito delle cliniche svizzere. Altre mete sono la Francia, a Nizza, dove il numero delle coppie italiane (quasi esclusivamente liguri) è stazionario al 5%; mentre in Belgio le coppie sono passate da 204 a 775 dopo l'approvazione della legge. Un minor numero di coppie di reca in Gran Bretagna, anche a causa del cambio sfavorevole con la sterlina, tuttavia il numero di coppie sono aumentate. Oltreoceano, negli Usa, da sempre si recano alla Cornell University in media 3 coppie italiane al mese. Ad Harvard invece il numero è raddoppiato. In Grecia in un noto centro di Salonicco le coppie italiane, assenti prima della Legge 40, ora sono il 12% del totale. Anche i Paesi dell'Est Europa stanno diventando nuove mete procreative, soprattutto per chi ha minore disponibilità economica. In Repubblica Ceca gli italiani sono aumentati: da 22 a 500 coppie. Il 10% delle coppie va invece in Slovenia soprattutto per la vicina area di Trieste. A Salisburgo, in Austria, si è registrato un aumento del 20% di coppie italiane; qua funziona un nuovo centro che partecipa a un network formato da vari paesi europei e per la diagnosi preimpianto si appoggia ad una struttura di Chicago; qua si attua la fecondazione eterologa (donazione di ovociti e seme). In un ospedale a Istanbul, in Turchia, le coppie italiane sono quasi il 20% del totale e il paese permette la diagnosi preimpianto. Persino a Cipro stanno arrivando le prime coppie italiane. "Il tema della fecondazione assistita rimane escluso dai più importanti confronti politici. Eppure le dimensioni del fenomeno sono importanti - continua Alessandro Di Gregorio - Il registro nazionale ha calcolato all’incirca 30.000 nuove coppie ogni anno che si rivolgono alle tecniche di fecondazione assistita di II livello. Oggi, grazie alla legge 40, almeno 15.000-16.000 coppie si rivolgono all’estero, con una spesa media di 8000 euro per ciclo”. I trattamenti più richiesti dalle coppie italiane sono, al primo posto, le ovodonazioni per 7.000 euro, seguite dalla fecondazione in vitro ed embryo transfer (Fivet). La tecnica Fivet prevede la fecondazione in vitro tramite il contatto tra alcuni ovociti e gli spermatozoi. La legge 40 ha stabilito che non devono essere più di tre e gli embrioni devono essere tutti trasferiti. Una Fivet semplice in Europa costa circa 5.000 euro, negli Usa si arrivano a spenderne 30.000 per una Fivet con donazione. Per quanto riguarda l’inseminazione intracitoplasmatica dello sperma (Icsi), tecnica con la quale lo spermatozoo è iniettato direttamente nell’ovocita sempre in vitro, servono dai 5.500 euro in Europa ai 10.000 negli USA. La diagnosi genetica preimpianto è una tecnica che serve per individuare la presenza di malattie genetiche dell'embrione creato in vitro da coppie a rischio, prima che avvenga l'impianto in utero. I costi vanno dai 1.500 euro in Europa alle 7.500 sterline in Gran Bretagna. In Italia i costi sono paragonabili ma all'estero bisogna aggiungere le spese per i farmaci, il viaggio, il soggiorno, e vari costi per servizi aggiuntivi non necessari e non rischiesti. Di Gregorio conclude: "Succede con la diagnosi preimpianto che spesso viene consigliata senza che le coppie capiscano bene quale sia l’utilità. Il rischio di andare all’estero è che la scelta cada, per chi ha limitazioni economiche, sui centri più economici che non offrono garanzie tecniche e non sono sottoposte a controlli. Ci vorrebbero una volontà e un impegno politico maggiori per modificare una legge del tutto dannosa". Redazione MolecularLab.it (23/04/2007) Ultima modifica di ania : 03-03-2009 alle 11:19. |
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#27 |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2002
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Se capire porta a poter manipolare, ben venga la manipolazione.
Sono millenni che manipoliamo la "natura" in tutti i modi possibili, perchè dovremmo fermarci proprio ora?
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#28 |
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A parte che a quanto pare per il momento si tratta di una scelta fra più embrioni per cui non si tratta di ingegneria genetica, non vedo perchè nel caso sia possibile scegliere fra diversi embrioni sani quello che presenta le caratteristiche migliori, se tanto la scelta va fatta, che la si faccia nel migliore dei modi.
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#29 | |
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In molti casi la fuga dall'Italia è l'unico modo, quindi si affronta la spesa anche se significa fare sacrifici.
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#30 | |
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#31 |
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Inutile che facciate le pulci alla classe dirigente.
Sulla legge 40 c'è stato un referendum. Io sono andato a votare, voi e chi conoscete ?
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#32 | |
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Lo farei assolutamente anche io se necessario. Effetti paradossali d' una cattiva legge IL TURISMO PROCREATIVO Se una legge la si deve giudicare dalle sue implicazioni etico-politiche e dai suoi effetti pratici, quella sulla procreazione assistita andrebbe riformata. E con una certa urgenza. Sotto il profilo pratico, è già partito il treno del «turismo procreativo» dal binario morto degli articoli che: 1) proibiscono il ricorso alla procreazione assistita eterologa, con seme «terzo», ovvero con ovulo «terzo» rispetto alla coppia; 2) vietano il congelamento degli embrioni non utilizzati; 3) limitano a tre gli ovuli da fecondare. Chi può permetterselo economicamente, va all' estero nei Paesi in cui tali impedimenti non ci sono. La procreazione assistita è, da noi, una «cosa da ricchi». Poiché, inoltre, alla sterilità maschile è più facile porre rimedio medicalmente, sono le donne a essere ancor più danneggiate dalla legge. Che assume un carattere ulteriormente discriminatorio. La diseguaglianza delle opportunità fra «chi può» e «chi non può», quando attiene alle sole capacità individuali di spesa del cittadino-consumatore sul mercato di beni e di servizi voluttuari, è una peculiarità fisiologicamente incontestabile delle democrazie liberali e capitalistiche. Nel caso della procreazione assistita, la disuguaglianza delle opportunità finisce, però, con essere politicamente illiberale - perché addirittura sanzionata dalla legge - e moralmente ingiusta, perché non impedisce tanto un consumo, quanto mortifica il soddisfacimento dell' impulso naturale alla maternità (e alla paternità) che un servizio pubblico, quale è la sanità, potrebbe invece soddisfare. Per intenderci: un figlio non è «un consumo». E' una conquista, diventata raggiungibile grazie al progresso scientifico, contro una limitazione della natura. E che la legge non dovrebbe impedire per ragioni attinenti a una concezione pre-politica della convivenza civile. Un altro effetto distorsivo della legge sulla procreazione assistita, con implicazioni etico-politiche e pratiche non meno negativamente rilevanti, è rappresentato dal divieto di utilizzare gli embrioni a scopo scientifico e, di conseguenza, dall' imposizione di impiegare solo, ai fini della ricerca, cellule staminali adulte (prelevate, cioè, da un essere umano). E' già stato rilevato, pressoché dall' intera comunità scientifica nazionale, quanto questa ulteriore limitazione contenuta nella legge danneggi il Paese, collocandolo in fatto e in diritto nella retroguardia dei Paesi più avanzati nello studio della cura di molte affezioni degenerative, dal Parkinson all' Alzheimer al diabete ad altre ancora. Ciò che ci si chiede, in buona sostanza, è se sia lecito continuare a rallentare il cammino della Scienza e i benefici risultati che esso può produrre per gli uomini in carne e ossa, in nome e sulla base, ancora una volta, di una definizione meta-scientifica dell' embrione. Persino riduttivo sembra, a questo punto, continuare a collocare la questione all' interno del tradizionale conflitto fra laicismo e clericalismo. Più pertinente a me pare fare appello a un sano pragmatismo, inteso come il modo di «guardare ai problemi concretamente, sperimentalmente, senza illusioni, con la piena consapevolezza dei limiti della ragione umana (...), della irraggiungibilità della Verità, della conseguente importanza di tenere aperte più strade di indagine (...) e, soprattutto, con la convinzione che la teoria e l' azione sociali sono uno strumento per valorizzare i fini dell' uomo piuttosto che un fine in se stessi» (Richard Posner, giudice americano). postellino@corriere.it Ostellino Piero Pagina 1 (12 maggio 2004) - Corriere della Sera I dati presentati dall'Osservatorio sul turismo procreativo Bimbi in provetta, boom dopo la legge 40 Quadruplicato il numero delle coppie italiane infertili che vanno all'estero. La Spagna è la meta principale Vanno soprattutto in Spagna, perché lì ci sono strutture organizzate con tanto di interpreti al servizio dei pazienti, medici italiani o bilingue. Oppure scelgono il Belgio o la Svizzera. Il dato certo è che negli ultimi tre anni i viaggi delle coppie italiane infertili all'estero in cerca di un bambino «in provetta» si sono quadruplicati, passando da 1.066 a 4.173. Questi i dati presentati a Roma dall'Osservatorio sul turismo procreativo, che hanno confrontato la situazione precedente all'approvazione della legge 40 sulla fecondazione artificiale e quella attuale. Nei 27 centri di 10 Paesi considerati nell'indagine si è rilevato «un aumento significativo della presenza di italiani», afferma Andrea Borini, presidente dell'Osservatorio e dei Cecos (Centro Studi e Conservazione Ovociti e Sperma Umani) Italia. METE - La Spagna, come detto, è la meta più ambita: ai centri spagnoli che si rivolgono ormai oltre 1.300 coppie italiane infertili, incoraggiate da una rete di servizi sempre più efficiente, completa di interpreti e di medici che parlano italiano, e attratte dalla legislazione, che ammette la donazione di ovociti e spermatozoi e alla possibilità di praticare la diagnosi genetica pre-impianto. Numerose anche le coppie che vanno in Belgio (775) e in Svizzera (740). Alti costi e difficoltà linguistiche ostacolano, invece, il turismo procreativo verso la Gran Bretagna e gli Stati Uniti. In aumento anche l'affluenza di coppie italiani verso Austria e Repubblica Ceca, Slovenia e Grecia. Questa la situazione nel dettaglio: - SPAGNA: è la meta preferita dalle coppie italiane, aumentate da 60 a 1.365 in tre anni; nei 7 centri spagnoli di riferimento considerati nell'indagine gli italiani rappresentano fra il 10% e il 50% dei pazienti. Il fenomeno è in deciso aumento, anche grazie all'ottima organizzazione spagnola al servizio del turismo procreativo, con tanto di interpreti al servizio dei pazienti, medici italiani o bilingue. Ad attrarre, secondo l'indagine, sono anche le ampie possibilità previste dalla legge spagnola. Tra queste, la diagnosi pre-impianto e la selezione del sesso del nascituro (quest'ultima, però, consentita solo nel caso di malattie legate ai cromosomi sessuali). Una delle tecniche più richieste dalle coppie italiane è la donazione di ovociti, che prevede un rimborso per le donatrici (spesso studentesse o comunque donne molto giovani) compreso fra 2.000 e 3.000 euro. In Spagna c'è infatti un fiorente mercato di gameti. - BELGIO: ogni anno almeno 775 italiani si rivolgono al Belgio per la fecondazione artificiale e Bruxelles si conferma tra le principali mete in Europa. Ad attrarre è soprattutto la Free University, il maggiore centro europeo specializzato, con 3.500 cicli l'anno. Qui dopo la legge 40 le coppie italiane sono raddoppiate (dal 5 all'11% del totale dei pazienti). La diagnosi pre-impianto è la tecnica più richiesta. - SVIZZERA: alta (almeno 740 coppie) la presenza delle coppie italiane (molte provenienti dalla Lombardia) soprattutto a Lugano. Ad attirare le coppie è la possibilità di congelare gli embrioni, mentre è vietata la donazione di ovuli e la diagnosi pre-impianto è permessa solo sul globulo polare, il corpuscolo che viene espulso dall'ovocita appena fecondato. - GRAN BRETAGNA: alti costi e difficoltà linguistiche sono un deterrente per la coppie italiane, che si rivolgono soprattutto a centri con medici che parlano italiano. Nonostante ciò il numero delle coppie italiane è quadruplicato, passando da 25 a 100, concentrate essenzialmente a Londra. Tra le tecniche più richieste dai pazienti, la diagnosi genetica pre-impianto. - STATI UNITI: come la Gran Bretagna, sono un riferimento solo per chi ha elevate possibilità economiche e conosce la lingua. Le coppie italiane si rivolgono soprattutto alla Cornell University di New York, American Fertility Services e università di Harvard. Ma solo in quest'ultima il numero delle coppie italiane è aumentato, passando dallo 0,5-1% all'1-2% del totale. - AUSTRIA E REPUBBLICA CECA: l'affluenza di italiani è aumentata sensibilmente, passando da 22 a 500 coppie. - - SLOVENIA: serve soprattutto l'area di Trieste. A Lubiana, dopo la legge 40, gli italiani sono diventati il 10% dei pazienti. - GRECIA: le coppie italiane si concentrano a Salonicco e sono attualmente il 12-15% del totale dei pazienti. 30 novembre 2006 http://www.repubblica.it/2009/01/sez...to-censis.html Infertilità, per l'80 per cento la legge 40 è una barriera Ricerca del Censis con la Fondazione Serono: la quasi totalità delle coppie in difficoltà si dice penalizzata dalla normativa. Oltre la metà pronta ad andare all'estero Più svantaggiate le persone che hanno situazione economica e culturale debole La difficoltà di avere figli rimane un tabù: uno su tre non ne parla con nessuno ROMA - In Italia avere un bambino con le tecniche di procreazione assistita è sempre più difficile. La legge 40, che regolamenta la materia da cinque anni, è un ostacolo per la maggior parte delle coppie che cercano di avere un figlio, ma soprattutto per chi deve già affrontare difficoltà economiche ed è meno "attrezzato" culturalmente. E' quello che rileva una ricerca promossa dal Censis insieme alla Fondazione Serono, secondo cui l'80,5% delle coppie italiane con problemi di fertilità si sente sfavorita dalla norma. Ma nel rapporto del Censis emerge anche la permanenza di un tabù sull'infertilità: una coppia su tre non ne parla con nessuno e, quando lo fa, trova scarsa comprensione. Non solo: alcuni si ritrovano a subire pesanti ripercussioni sulla vita sociale e su quella sessuale. Legge-ostacolo. Il rapporto Il desiderio di diventare genitori, problemi e speranze di chi combatte l'infertilità, rileva in modo netto l'inadeguatezza della norma attuale: per il 77,4% delle coppie intervistate la legge 40 di fatto riduce le possibilità di diventare genitori. La ricerca, presentata oggi a Roma, è stata effettuata su 606 coppie prese in carico dai centri di procreazione medicalmente assistita (l'età media degli uomini è pari a 37,7 anni, quella delle donne a 35,3). La normativa è criticata soprattutto perché "si preoccupa troppo degli aspetti etici" (71%), mentre solo il 37,7% pensa che metta al centro la salute delle donne. Il turismo della procreazione. I numeri delle persone che hanno problemi ad avere figli sono in crescita. "L'infertilità è un problema diffuso che in Italia riguarda 1 coppia su 5 di quelle in età fertile", spiega Giovanni Scacchi, presidente della Fondazione Cesare Serono. Di fronte alle difficoltà legali, molti sono disposti a "emigrare" per avere un figlio (il 55,5%). Più bassa ma comunque consistente (32,5%), la percentuale di chi dice di non avere problemi a sottoporsi a fecondazione eterologa (ovvero con seme o ovuli di donatori e donatrici), una tecnica vietata nel nostro Paese. I più svantaggiati. Il 77,4% del campione è convinto che le famiglie con minori possibilità economiche siano le prime vittime della legge. In effetti, i dati mostrano che il tempo che intercorre tra la presa di coscienza del problema e le prime terapie lievita per le coppie meno abbienti e con basso livello di scolarizzazione: in questi casi si arriva a 20,1 mesi, contro gli 8,5 impiegati da persone con un livello culturale più alto. Concetta Vaccaro, responsabile del settore welfare del Censis, spiega: "Il percorso è tendenzialmente più facile per chi ha un livello culturale e socioeconomico più elevato. Queste coppie individuano prima il problema e riescono in tempi brevi ad avviare gli interventi più appropriati, senza perdersi nei meandri di un sistema frammentato e pieno di ostacoli". I centri specialistici. Il quadro italiano si caratterizza per una fortissima presenza del privato (il 55% del totale), specialmente al Centro e al Sud. Il primo medico a cui le coppie fanno riferimento (nel 74,8% dei casi) è il ginecologo, che nella maggioranza dei casi avvia il percorso diagnostico (50% circa dei casi), ma a volte invita alla pazienza (il 23,4% delle coppie ha ricevuto questa indicazione dal primo medico cui si sono rivolte), rallentando quindi il ricorso a terapie specialistiche. Argomento tabù. Il rapporto rivela inoltre che gli italiani patiscono molto a livello psicologico quando non riescono ad avere figli: una coppia su tre non ha confidato a nessuno di soffrire del problema, né di essere in cura; il 20% circa non si sente compreso da amici e parenti; quasi il 30% lamenta un peggioramento della qualità della vita sessuale. La genitorialità mancata congela l'esistenza: l'87,3% vive questa condizione come un disagio, quasi la metà, il 44,5%, soffre per il sentimento di "diversità". Però la speranza è l'ultima a morire: il 65% delle coppie afferma che, se la terapia che sta seguendo non avrà successo, ci riproverà e il 70% è convinto che, prima o poi, riuscirà ad avere un bambino. (11 febbraio 2009) Ultima modifica di ania : 03-03-2009 alle 10:55. |
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#33 |
Senior Member
Iscritto dal: May 2003
Città: Lucca
Messaggi: 14946
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Io faccio le pulci a chi mi pare, visto che sono in un paese libero, se ti senti superiore a qualcuno è un problema tutto tuo.
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焦爾焦 |
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#34 | |
Senior Member
Iscritto dal: Nov 2003
Città: Provincia di Lucca
Messaggi: 3455
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Il volano...
Quote:
Tutto è derivato da altro, con scopi molto meno indirizzati e volti al "benessere" del genere umano. In ogni paese di questo pianeta il vero motore della innovazione in campo quantomeno elettronico viene da tutto ciò che gravita attorno al settore militare (con una infinità di diramazioni). Un piccolo ed "innocuo" processore come una famosa c.p.u della Zilog, venne utilizzato molto prima che negli home computer Sinclair, come unità di controllo di un sistema di navigazione inerziale di una nota famiglia di missili. E questo è solo un esempio. Grazie. Marco71. |
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#35 |
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2002
Città: Germania
Messaggi: 26110
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In tal caso puoi benissimo tornare a vivere nelle caverne evitando accuratamente di manipolare qualunque cosa e procurandoti il cibo cacciando a mani nude.
Mi raccomando: niente frecce, lance, tanto meno coltelli che sono figli di quella aberrante tecnica che tanto ti disgusta.
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Per iniziare a programmare c'è solo Python con questo o quest'altro (più avanzato) libro @LinkedIn Non parlo in alcun modo a nome dell'azienda per la quale lavoro Ho poco tempo per frequentare il forum; eventualmente, contattatemi in PVT o nel mio sito. Fanboys |
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#36 | |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2005
Messaggi: 3759
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Quote:
Il problema è che lo strumento referendario è abusato e la materia, pur essendo inerente l'etica, era anche un po' troppo tecnica. Ma siamo ot e non è il caso di farla lunga.
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Inviato dal mio pollo di gomma™ usando la carrucola |
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#37 |
Bannato
Iscritto dal: Aug 2001
Città: Berghem Haven
Messaggi: 13526
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La colpa è di chi ha chiesto di NON partecipare per NON raggiungere il quorum, pratica ai limiti dell'etico (soprattutto per chi afferma altrove "Dì sì se sì, no se no", BUONGIORNO ETICA!
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#38 | |
Senior Member
Iscritto dal: Nov 2006
Messaggi: 1886
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Quote:
Ma forse non si tratta di una rinuncia, è semplicemente qualcosa che certa gente non ha mai avuto la capacità e/o la volontà di sviluppare. Si manipola e strumentalizza chi si presta a farsi manipolare e strumentalizzare. C'è parecchia gente che proprio non si è nemmeno resa conto di ciò che era in gioco. Ultima modifica di ania : 03-03-2009 alle 13:10. |
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#39 |
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2006
Città: Trapani (TP)
Messaggi: 3098
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Vabé, che certa gente (parlo di S&V) sia priva di morale si sapeva, e lo si deduce dal fatto che sulla legge 40 campavano sullo slogan "sulla vita non si vota" e per il caso Englaro invece si sono messi a fare pressing politico perché passasse una legge il più restrittiva possibile.
Avessero avuto la morale di cui si fanno araldi avrebbero almeno tentato di mantenere una linea d'azione coerente, invece s'attaccano a qualsiasi cosa pur di veder trionfare le proprie ragioni anche a scapito del prossimo. ...manco a farlo apposta l'ex leader di S&V è la Binetti, fiera ostentatrice del "sulla vita non si vota" nel 2004 e fiera sostenitrice del DDL "salva-Eluana" l'altro ieri...
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Ultima modifica di ConteZero : 03-03-2009 alle 13:13. |
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#40 |
Bannato
Iscritto dal: Aug 2006
Città: Paris
Messaggi: 535
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Io non ci vedo nulla di cosi tragico in tutto ciò.
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