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#21 | |
Bannato
Iscritto dal: Feb 2001
Città: outside italy
Messaggi: 1202
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Quote:
Mia madre nel 93 si è sposata con l'uomo con cui conviveva da 21 anni e da cui aveva avuto il secondo figlio. Lo hanno fatto esclusivamente per motivi pratici (es. la reversibilità della pensione). Io ho detto e riaffermo che non capisco nè condivido la scelta di non voler firmare un contratto che vincoli le parti conviventi. Questo soprattutto se si tratta di una relazione che hai scelto per la vita (vicissitudini permettendo) Cioè, non riesco a vedere nessun motivo plausibile per non prendere questo impegno di fronte a se stessi e allo stato, mica ho detto che andrei a prenderli a mazzate in testa ![]() L'unico motivo che posso capire è la mancanza di prospettiva longevità di una relazione. Anche io convivo, del resto. E soprattutto non ho parlato di "giusto o sbagliato" ![]() |
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#22 |
Junior Member
Iscritto dal: Apr 2006
Messaggi: 12
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Per me la famiglia è un gruppo composto da due o più persone che convivono condividendo gioie e dolori della vita, supportandosi l'un con l'altro.
Pezzi di carta, dogmi, regole pseudoperbeniste sono al massimo un volore aggiunto ma MAI una discriminante. Lo stato deve intromettersi con le scelte di una famiglia il meno possibile, figurarsi poi la chiesa ![]()
__________________
L'avversità restituisce agli uomini tutte le virtù che la prosperità toglie loro. |
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#23 | |
Bannato
Iscritto dal: Feb 2001
Città: outside italy
Messaggi: 1202
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Quote:
![]() belle parole ripiene di nulla. Viviamo in una società civile e regolamentata, ogni rapporto fra persone è soggetto a regolamentazioni, scritte in modo più p meno evidente. Il contratto non è per suggellare l'amore, ma per sottoscrivere un IMPEGNO RECIPROCO di fronte alle leggi di uno stato. Cos'è, paura a prendere impegni e sottoscriverli? |
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#24 |
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2004
Messaggi: 1384
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gemma, davvero non riesco a capire come ragioni
saranno liberi di afer quel cavolo che vogliono? o vuoi essere tu a decidere? |
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#25 | |
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2000
Città: Roma
Messaggi: 1587
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Quote:
te vedi il rapporto come un contratto, a me basta la parola della persona con cui sto e a lei basta la mia... questo è il nostro impegno... non abbiamo bisogno che qualcuno ci faccia firmare qualcosa...(ovviamente parlo di matrimoni civili, quelli cattolici neanche li prendo in considerazione vista la stima che ho dei preti e dell'istituzione che rappresentano ![]() nel momento in cui avrò paura (come dici te) di continuare il rapporto, allora avrò sbagliato dall'inizio a prendere quell'impegno e a quel punto non ci saranno pezzi di carta che valgono... quello che mi da fastidio è che chi non vuole i famosi pacs è perchè non accetta il fatto che il matrimonio, per altre persone, non sia l'unica scelta possibile. mi da fastidio, da parte di alcuni, il non voler concedere le libertà individuali... a una persona sposata cosa cambia se io mi sposo o no? cosa gli cambia se ho i suoi stessi diritti con la mia compagna? molti rispondo che loro hannp preso un impegno che io non ho preso... cazzate.... l'unico impegno che conta è quello che siprende con l'altro e poco conta se è stato preso davanti a 300 manichini o da soli nella propria intimità... |
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#26 | |
Bannato
Iscritto dal: Feb 2001
Città: outside italy
Messaggi: 1202
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Quote:
Non credo proprio di aver messo in dubbio la libertà di chicchessia. Ho detto che non lo capisco e non lo condivido, non che dovrebbe essere illegale convivere. Ci mancherebbe altro. Però ancora nessuno mi ha spiegato quale sia il preblema del "regolarizzare" la propria unione. Voglio dire, se uno mi da una macchina, può essere anche la persona più fidata del mondo, ma finchè io non firmo un passaggio di proprietà la macchina di fatto non è mia. Cioè, va bene i sentimenti, ma inclusi nel matrimonio ci sono una miriade di diritti/doveri che le parti si impegnano a mantenere e che possono essere impugnati di fronte alla legge. E sarebbe così anche per i pacs, ritengo: ci dovrebbe comunque essere una "attestazione" scritta dello stato di convivenza/famiglia. Altrimenti sarebbe il caos. Non pensiamo soltanto al fatto del "ci amiamo". Ci sono i diritti/doveri nei confronti dei malati, delle eredità, dei figli... E non c'entrano nulla i matrimoni in pompa magna; anche io non li vedo di buon occhio, ma qui si sta discutendo di altro. Se la cosa non fosse regolamentata cosa accadrebbe? Vivere sotto lo stesso tetto con'un'altra persona per un paio di mesi che diritti darebbe? Insomma, cerchiamo di vedere la cosa sul piano pratico. I sentimentalismi di fronte alla legge valgono ben poco. |
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#27 | |
Bannato
Iscritto dal: Feb 2001
Città: outside italy
Messaggi: 1202
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Quote:
E non mi sembra di essere proprio la persona che non accetta che si possa scegliere altro dal matrimonio. Poi cosa c'entra il non voler concedere libertà scusa? C'è tutta la libertà del mondo, ripeto, anche io convivo. Ma quando arriva il momento che oltre alle libertà si comincia a parlare di diritti come la mettiamo? Non è vero che l'unico impegno che conta è quello che si prende l'uno con l'altro. Questo può essere vero a livello personale, emotivo, sentimentale. Ma non legale. |
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#28 | |
Bannato
Iscritto dal: Feb 2001
Città: outside italy
Messaggi: 1202
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Quote:
mettiamo che la tua compagna fa un incidente, finisce in fin di vita. Chi decide quali cure somministrargli? Chi decide per lei se lei non è in grado? Risposta: il parente LEGALMENTE più prossimo. Che tu ci abbia vissuto insieme per 20 anni ora come ora non ha importanza per la legge. Deciderebbero i genitori. Ma proviamo a vederla al contrario. Io decido di andare a vivere con una persona. Non so se durerà una vita, diciamo che per il momento va. E io non desidero che una persona con la quale sto vivendo da un paio di mesi possa decidere le mie sorti. Se tutto fosse solo in base allo stato di convivenza nel momento in cui si manifesta un problema cosa accadrebbe? Io sono del parere che la convivenza possa essere un ottimo "periodo di prova". Il che significherebbe anche che per convivere non è necessario avere trovato la donna o l'uomo della vita. Più libertà di così! Però una volta che sei certo della tua scelta non vedo perchè non ratificarla legalmente. Una firma di fronte allo stato forse non aggiungerà nulla ad un rapporto di coppia, ma di sicuro nemmeno toglie. O no? |
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#29 | |
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2000
Città: Roma
Messaggi: 1587
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Quote:
era un discorso generale ![]() te ovviamente pensi che sia normale convivere, ma in molti non la pensano così e come in tanti altri campi vogliono imporre quello che è normale per loro. per quanto riguarda il punto di vista legale io credo che una coppia debba sentirsi libera di scegliere per il non matrimonio ma avere gli stessi diritti del matrimonio... per esempio come hai detto te in caso di decisioni importanti in ambito medico... il matrimonio in più implica anche una serie di doveri che magari non tutte le coppie sono disposte ad accettare; ma sono doveri che riguardano due persone, le quali, consenzienti, dovrebbero essere libere di non avere reciprocamente... per esempio: io voglio vivere con la mia compagna e voglio che lei sia a tutti gli effetti la persona "familiare" più vicina a me, sia dal punto di vista affettivo che legale; d'accordo con lei però non voglio che in caso di rottura fossimo costretti a passare anni per un divorzio e a litigare per alimenti e questioni del genere. i pacs in questo caso farebbero al caso nostro, non toglieremmo niente a nessuno, è un accordo tra due persone come c'è già adesso tra persone non sposate ma con dei diritti in più voluti da tutti e due. |
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#30 | |
Bannato
Iscritto dal: Feb 2001
Città: outside italy
Messaggi: 1202
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Quote:
A parte il fatto che i diritti e doveri di un rapporto a volte si possono scegliere, a volte no. poi, punto per punto: "io credo che una coppia debba sentirsi libera di scegliere per il non matrimonio ma avere gli stessi diritti del matrimonio... " io invece no. Si fanno delle scelte, non è che puoi comprarti una bici e pretendere che abbia il motore. Mi sembra veramente arrogante come posizione. "il matrimonio in più implica anche una serie di doveri che magari non tutte le coppie sono disposte ad accettare" Ecco, questo per me è il punto cruciale. Rivendicare i diritti senza essere disposti ad accettare i doveri. Mancanza di responsabilità. "d'accordo con lei però non voglio che in caso di rottura fossimo costretti a passare anni per un divorzio e a litigare per alimenti e questioni del genere" Questa è una assurdità. Se si è d'accordo non si litiga in caso di divorzio, non è la legge che ti fa litigare. Esiste la separazione consensuale. E' in caso di disaccordo che la legge interviene, e in quel caso, se le condizioni non erano chiare e sancite fin dal'inizio si litigherà ancor di più, perchè non vi sarà nulla a cui aggrapparsi per far valere i propri diritti. |
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#31 | |
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2000
Città: Roma
Messaggi: 1587
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Quote:
Non è mancanza di repsonsabilità, se io non accetto dei doveri verso l'altro è solo l'altro che può risentirsene non lo stato e tanto meno un altro cittadino. quindi l'altro è liberissimo di non accettare e pretendere il matrimonio. per te può essere arrogante (anche se non capisco dove sta l'arroganza se entrambi sono d'accordo) ma io la vedo come una possibilità in più, un altro tipo di unione. ti giuro, non capisco dove sta il problema, potrei capire il pretendere uno stato sociale diverso singolarmente, che ne so, il pagamento di tasse o richiedere altri diritti che magari altri non hanno; io invece sto parlando di un "contratto" di unione di due persone, le quali sono le uniche a dover accettare o rifiutare, e lo fanno senza intaccare i diritti degli altri. |
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