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Old 04-12-2004, 14:01   #1
*sasha ITALIA*
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L'Avatar di *sasha ITALIA*
 
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Sorpasso storico dell'Ue agli Usa

ADESSO È QUI L'AMERICA

Sorpasso storico dell'Ue agli Usa

Dopo l'allargamento il prodotto interno lordo dell'Unione Europea ha superato, anche se di poco, quello degli Usa: 10.500 miliardi di dollari contro 10.400 nel 2003. Ma la differenza diventa ancora più chiara se confrontiamo i singoli stati: i primi 12 dell'Ue hanno tutti un pil superiore ai primi 12 degli Usa.

Secondo i dati del dipartimento del Commercio statunitense, la Germania (1.866 miliardi di dollari) è più ricca della California (1.344), la Gran Bretagna (1.400 miliardi) dello stato di New York (appena 799), la Francia (1.300) del Texas (742), l'Italia (1.200) stravince sulla Florida (472), la Spagna (560) batte l'Illinois (467), i Paesi Bassi il New Jersey, la Svezia lo stato di Washington, il Belgio l'Indiana, l'Austria il Minnesota, la Polonia il Colorado, la Danimarca il Connecticut e la Finlandia l'Oregon. Mentre il tredicesimo paese più ricco dell'Ue, la Grecia, ha lo stesso pil del tredicesimo stato Usa, la Carolina del Sud.

http://www.panorama.it/europa/unione...-A020001027245

Dobbiamo però dire che in america sono circa 270 milioni, mentre qui siamo 700!!!

comunque:
*sasha ITALIA* è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 04-12-2004, 16:04   #2
HenryTheFirst
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Messaggi: 3779
Re: Sorpasso storico dell'Ue agli Usa

Quote:
Originariamente inviato da *sasha ITALIA*
Dobbiamo però dire che in america sono circa 270 milioni, mentre qui siamo 700!!!
Hai detto niente
La ricchezza pro capite prodotta in america e più che doppia rispetto a quella UE!
__________________
John Donuts
HenryTheFirst è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 04-12-2004, 21:02   #3
evelon
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Città: Roma
Messaggi: 661
Re: Sorpasso storico dell'Ue agli Usa

Quote:
Originariamente inviato da *sasha ITALIA*
[b]
Dobbiamo però dire che in america sono circa 270 milioni, mentre qui siamo 700!!!
In pratica siamo poveri rispetto a loro.
__________________
I cattivi a volte si riposano, gli imbecilli mai
evelon è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 04-12-2004, 22:15   #4
CYRANO
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L'Avatar di CYRANO
 
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Città: Vicenza
Messaggi: 19994
700 milioni ? ma siete sicuri?
io ero rimasto ai 400 dell'ue dei 15...



Ciaozzz
__________________
FINCHE' C'E' BIRRA C'E' SPERANZA !!!
CYRANO è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 04-12-2004, 22:21   #5
-kurgan-
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L'Avatar di -kurgan-
 
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Messaggi: 740
curiosita'... il giappone come e' messo in questa classifica?

e come reddito pro capite?
-kurgan- è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 04-12-2004, 22:40   #6
lunaticgate
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L'Avatar di lunaticgate
 
Iscritto dal: Feb 2002
Messaggi: 2723
Il prodotto interno lordo giapponese dovrebbe essere intorno ai 3000 miliardi di dollari! Esattamente non lo so devo vedere in giro!
Di una cosa sono sicuro e cioè che nel 2000 il PIL era di 3200 miliardi di dollari.
La popolazione giapponese ammonta a 127 milioni di abitanti!

Leggete quest'articolo che è molto interessante:

I mezzi di disinformazione di massa, tutti presi dal compito di magnificare il modello americano a scapito di quello europeo, continuano a mettere in risalto la grande ripresa dell'economia statunitense contro il ristagno di quella dell'area euro, che sarebbe dovuta alla zavorra dello stato sociale, e dimenticano accuratamente di parlare del ritmo di crescita sempre più celere dell'economia giapponese. Nel 2003 il Pil pro-capite è salito in media del 2,1% negli Stati Uniti e del 2,7 in Giappone; nell'ultimo trimestre dell'anno del 3,3 nel primo e del 3,8% nel secondo rispetto allo stesso periodo del 2002. Ben diversa la solidità delle fondamenta su cui si basa la ripresa nei due Paesi: infatti, negli Stati Uniti l'espansione del Pil nell'ultima parte dello scorso anno è dipesa, oltre che dal ritmo elevato dei consumi privati, dal “boom” della spesa militare in relazione alla “guerra infinita” voluta da Bush (incrementi del 15%) e dall’impennata degli investimenti residenziali (10% circa), mentre gli investimenti in impianti e attrezzature mostrano un tasso di aumento notevolmente inferiore a quello del Pil; in Giappone, invece, dove la fase prolungata di deflazione sembra conclusa, grazie anche alla decisa politica della Banca centrale, il motore della ripresa è molto più solido, perché aumentano fortemente gli investimenti in impianti e attrezzature e le esportazioni di merci e servizi. Il fatto è che il ricupero del Giappone infastidisce gli alfieri del neoliberismo, che avevano a suo tempo interpretato la crisi nipponica come un portato del dirigismo contro la libertà del mercato. La bolla speculativa era stata alimentata dal 1986 al 1989 dai crediti concessi dalle banche con faciloneria per acquisti speculativi in Borsa e sul mercato immobiliare; in particolare, le banche accordavano crediti agli speculatori immobiliari contro pegno di terreni a prezzi fortemente sopravvalutati, con la conseguenza di trovarsi poi, dopo il crollo del prezzo degli immobili, con della carta straccia in cassaforte. I sacerdoti della deregolamentazione avevano così giudicato la recessione seguita alla stretta monetaria intrapresa per riportare la stabilità sui mercati finanziari: «La grande bolla rappresenta il più spettacolare fallimento del governo dell'economia giapponese dopo il 1945... Il Giappone si trova davanti alla prospettiva di una crescita zero o perfino negativa del Pil reale per almeno due anni». (Christopher Wood, The Bubble Economy, Londra, 1992, p. 198). In realtà, il ristagno economico del 1992-1995 fu superato ricorrendo a massicci interventi di sostegno pubblici sfociati in elevati investimenti nelle infrastrutture, cosicché il Pil aumentò del 5% nel 1996. La manovra fiscale di inasprimento delle imposte e di contenimento della spesa, varata all'inizio di aprile del 1997, troncò la ripresa; il Pil rallentò all'1,4% nello stesso anno e diminuì negli anni successivi, inducendo le autorità giapponesi a lanciare nuovi programmi di sostegno della domanda interna, ma l'indecisione del governo a intervenire per sanare la perdurante crisi bancaria rendeva labile la situazione economica del paese. All'indomani dello scoppio della bolla speculativa, le banche che avevano allegramente contribuito con i crediti facili al suo gonfiarsi sono rimaste oberate di crediti inesigibili, a cui sono venuti ad aggiungersi successivamente quelli derivanti dalla crisi finanziaria dei paesi emergenti del Sudest asiatico, che ha colpito in particolare le banche giapponesi, titolari di un terzo dei crediti esteri forniti a quei Paesi; nel complesso, le banche avevano iscritti a bilancio crediti inesigibili per circa 500 miliardi di dollari, che pesavano come macigni sul processo di rilancio dell'economia giapponese. Siccome nei cinque anni seguenti le tanto strombazzate leggi del mercato non riuscivano a sconfiggere la tendenza depressiva, finalmente nel 2003 la Banca del Giappone, gettando alle ortiche la filosofia del non intervento predicata dagli ideologi neoliberisti, ha deciso di spezzare la spirale deflazionistica: essa ha dapprima acquistato azioni per 25 miliardi di dollari, ha poi messo a disposizione altri 10 miliardi per le piccole e medie imprese e a fine maggio ha nazionalizzato la Resona Bank, che si trovava in gravi difficoltà, dimostrando così che la banca centrale non avrebbe più tollerato il fallimento dei grandi istituti di credito. Che orrore per i predicatori delle privatizzazioni! Ma il paragone fra Stati Uniti e Giappone è ancora più sconsolante per gli ideologi neoliberisti: mentre il primo Paese è indebitato fino al collo con il resto del mondo, e dopo vent'anni di crescenti disavanzi nella bilancia delle partite correnti il deficit col dollaro debole è arrivato a 550 miliardi di dollari nel 2003, il secondo è il maggior creditore mondiale e la sua eccedenza corrente con lo yen forte è salita a 123 miliardi lo scorso anno. Naturalmente i nostri propagandisti, ultrà di destra e moderati di sinistra, possono sempre far notare quanto sia più moderno il modello americano, grazie al quale il 10% più ricco della popolazione ha un reddito superiore di 17 volte rispetto al 10% più povero, mentre nell'arretrato Giappone questa differenza è solo di 4,5 volte.

__________________
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Ultima modifica di lunaticgate : 04-12-2004 alle 22:43.
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Old 04-12-2004, 22:47   #7
Dëck†
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Messaggi: 584
Sarà anche una buona notizia, ma sapere che "da solo" il Texas avvicina il prodotto interno lordo della Germania mette i brividi...
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Quant'è bella giovinezza che si fugge tuttavia! Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c'è certezza
La croce nel nick non è una T...è proprio una croce...
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Old 04-12-2004, 23:19   #8
tatrat4d
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Città: Imola
Messaggi: 1126
Senza contare che, visti i tassi di crescita, ci torneranno avanti presto anche in valore assoluto, a meno che non si riesca ad invertire la rotta.
Altrimenti con un po' di allargamenti mirati

http://europa.eu.int/comm/eurostat/
Qua si trovano i dati aggiornati, per chi se li volesse guardare.
__________________
G.G. "Il tutto è falso"
In letargo intermittente... Comunque vi si legge, ogni tanto ci si desta
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Old 04-12-2004, 23:25   #9
Hal2001
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Ma di cosa vi preoccupate.. di questo ritmo fra un paio d'anni potremmo con un sol euro comprare dozzine di dollari..

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"Le statistiche sono come le donne lascive: se riesci a metterci le mani sopra, puoi farci quello che ti pare" Walt Michaels
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Old 05-12-2004, 02:14   #10
IpseDixit
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Quote:
Originariamente inviato da lunaticgate
Il prodotto interno lordo giapponese dovrebbe essere intorno ai 3000 miliardi di dollari! Esattamente non lo so devo vedere in giro!
Di una cosa sono sicuro e cioè che nel 2000 il PIL era di 3200 miliardi di dollari.
La popolazione giapponese ammonta a 127 milioni di abitanti!

Leggete quest'articolo che è molto interessante:

I mezzi di disinformazione di massa, tutti presi dal compito di magnificare il modello americano a scapito di quello europeo, continuano a mettere in risalto la grande ripresa dell'economia statunitense contro il ristagno di quella dell'area euro, che sarebbe dovuta alla zavorra dello stato sociale, e dimenticano accuratamente di parlare del ritmo di crescita sempre più celere dell'economia giapponese. Nel 2003 il Pil pro-capite è salito in media del 2,1% negli Stati Uniti e del 2,7 in Giappone; nell'ultimo trimestre dell'anno del 3,3 nel primo e del 3,8% nel secondo rispetto allo stesso periodo del 2002. Ben diversa la solidità delle fondamenta su cui si basa la ripresa nei due Paesi: infatti, negli Stati Uniti l'espansione del Pil nell'ultima parte dello scorso anno è dipesa, oltre che dal ritmo elevato dei consumi privati, dal “boom” della spesa militare in relazione alla “guerra infinita” voluta da Bush (incrementi del 15%) e dall’impennata degli investimenti residenziali (10% circa), mentre gli investimenti in impianti e attrezzature mostrano un tasso di aumento notevolmente inferiore a quello del Pil; in Giappone, invece, dove la fase prolungata di deflazione sembra conclusa, grazie anche alla decisa politica della Banca centrale, il motore della ripresa è molto più solido, perché aumentano fortemente gli investimenti in impianti e attrezzature e le esportazioni di merci e servizi. Il fatto è che il ricupero del Giappone infastidisce gli alfieri del neoliberismo, che avevano a suo tempo interpretato la crisi nipponica come un portato del dirigismo contro la libertà del mercato. La bolla speculativa era stata alimentata dal 1986 al 1989 dai crediti concessi dalle banche con faciloneria per acquisti speculativi in Borsa e sul mercato immobiliare; in particolare, le banche accordavano crediti agli speculatori immobiliari contro pegno di terreni a prezzi fortemente sopravvalutati, con la conseguenza di trovarsi poi, dopo il crollo del prezzo degli immobili, con della carta straccia in cassaforte. I sacerdoti della deregolamentazione avevano così giudicato la recessione seguita alla stretta monetaria intrapresa per riportare la stabilità sui mercati finanziari: «La grande bolla rappresenta il più spettacolare fallimento del governo dell'economia giapponese dopo il 1945... Il Giappone si trova davanti alla prospettiva di una crescita zero o perfino negativa del Pil reale per almeno due anni». (Christopher Wood, The Bubble Economy, Londra, 1992, p. 198). In realtà, il ristagno economico del 1992-1995 fu superato ricorrendo a massicci interventi di sostegno pubblici sfociati in elevati investimenti nelle infrastrutture, cosicché il Pil aumentò del 5% nel 1996. La manovra fiscale di inasprimento delle imposte e di contenimento della spesa, varata all'inizio di aprile del 1997, troncò la ripresa; il Pil rallentò all'1,4% nello stesso anno e diminuì negli anni successivi, inducendo le autorità giapponesi a lanciare nuovi programmi di sostegno della domanda interna, ma l'indecisione del governo a intervenire per sanare la perdurante crisi bancaria rendeva labile la situazione economica del paese. All'indomani dello scoppio della bolla speculativa, le banche che avevano allegramente contribuito con i crediti facili al suo gonfiarsi sono rimaste oberate di crediti inesigibili, a cui sono venuti ad aggiungersi successivamente quelli derivanti dalla crisi finanziaria dei paesi emergenti del Sudest asiatico, che ha colpito in particolare le banche giapponesi, titolari di un terzo dei crediti esteri forniti a quei Paesi; nel complesso, le banche avevano iscritti a bilancio crediti inesigibili per circa 500 miliardi di dollari, che pesavano come macigni sul processo di rilancio dell'economia giapponese. Siccome nei cinque anni seguenti le tanto strombazzate leggi del mercato non riuscivano a sconfiggere la tendenza depressiva, finalmente nel 2003 la Banca del Giappone, gettando alle ortiche la filosofia del non intervento predicata dagli ideologi neoliberisti, ha deciso di spezzare la spirale deflazionistica: essa ha dapprima acquistato azioni per 25 miliardi di dollari, ha poi messo a disposizione altri 10 miliardi per le piccole e medie imprese e a fine maggio ha nazionalizzato la Resona Bank, che si trovava in gravi difficoltà, dimostrando così che la banca centrale non avrebbe più tollerato il fallimento dei grandi istituti di credito. Che orrore per i predicatori delle privatizzazioni! Ma il paragone fra Stati Uniti e Giappone è ancora più sconsolante per gli ideologi neoliberisti: mentre il primo Paese è indebitato fino al collo con il resto del mondo, e dopo vent'anni di crescenti disavanzi nella bilancia delle partite correnti il deficit col dollaro debole è arrivato a 550 miliardi di dollari nel 2003, il secondo è il maggior creditore mondiale e la sua eccedenza corrente con lo yen forte è salita a 123 miliardi lo scorso anno. Naturalmente i nostri propagandisti, ultrà di destra e moderati di sinistra, possono sempre far notare quanto sia più moderno il modello americano, grazie al quale il 10% più ricco della popolazione ha un reddito superiore di 17 volte rispetto al 10% più povero, mentre nell'arretrato Giappone questa differenza è solo di 4,5 volte.
In effetti pochi anni fa il Giappone era dato da molti economisti come in agonia, ora le cose sembrano leggermente cambiate
IpseDixit è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 05-12-2004, 10:59   #11
dantes76
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L'Avatar di dantes76
 
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Originariamente inviato da Hal2001
Ma di cosa vi preoccupate.. di questo ritmo fra un paio d'anni potremmo con un sol euro comprare dozzine di dollari..

vedi che l euro forte non e' una cosa buona per l economia...

te ricordo che la lira (e la fiat) ce campavano con il marco forte...


pero bello ..l unione europea( italia,germania,francia,..ecc ecc) a stento sorpassano il pil degli usa( california +Michigan+ stato di new york)

ma che vanto...per non parlare del jap...

panorama deve fa vedere il bicchiere sempre mezzo pieno....

io lo vedo vuoto...
__________________
“ Fiat iustitia, et pereat mundus”-המעז מנצח -
dantes76 è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 06-12-2004, 09:14   #12
zakzakit
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Originariamente inviato da CYRANO
700 milioni ? ma siete sicuri?
io ero rimasto ai 400 dell'ue dei 15...



Ciaozzz
Popolazione totale nei paesi dell'Unione Europea (25) al 1° gennaio 2002.

Valori assoluti e percentuali

Unione Europea (25) Popolazione %

Germania 82.440.300 18,2
Francia 59.342.100 13,1
Regno Unito 59.139.900 13,1
Italia 56.993.700 12,6
Spagna 40.850.500 9,0
Polonia 38.632.500 8,5
Paesi Bassi 16.105.300 3,6
Grecia 10.988.000 2,4
Belgio 10.309.700 2,3
Repubblica Ceca 10.206.400 2,3
Portogallo 10.329.300 2,3
Ungheria 10.174.900 2,2
Svezia 8.909.100 2,0
Austria 8.038.900 1,8
Danimarca 5.368.400 1,2
Slovacchia 5.379.000 1,2
Finlandia 5.194.900 1,1
Irlanda 3.899.900 0,9
Lituania 3.475.600 0,8
Lettonia 2.345.800 0,5
Slovenia 1.994.000 0,4
Estonia 1.361.200 0,3
Cipro 705.500 0,2
Lussemburgo 444.100 0,1
Malta 394.600 0,1
Totale 453.023.600 100

Fonte Eurostat
zakzakit è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 06-12-2004, 09:26   #13
zakzakit
Member
 
Iscritto dal: May 2003
Città: Saronno
Messaggi: 161
Total GDP (gross domestic product) 2003 (in milioni di dollari)

Fonte: World Bank

1 United States 10,881,609
2 Japan 4,326,444
3 Germany 2,400,655
4 United Kingdom 1,794,858
5 France 1,747,973 a
6 Italy 1,465,895
7 China 1,409,852
8 Spain 836,100
9 Canada 834,390
10 Mexico 626,080
11 Korea, Rep. 605,331
12 India 598,966
13 Australia 518,382
14 Netherlands 511,556
15 Brazil 492,338
16 Russian Federation 433,491
17 Switzerland 309,465
18 Belgium 302,217
19 Sweden 300,795
20 Austria 251,456
21 Turkey 237,972
22 Norway 221,579
23 Denmark 212,404
24 Poland 209,563
25 Indonesia 208,311
26 Saudi Arabia 188,479
27 Greece 173,045
28 Finland 161,549
29 South Africa 159,886
30 Hong Kong, China 158,596
31 Portugal 149,454
32 Ireland 148,553
33 Thailand 143,163
34 Iran, Islamic Rep. 136,833
35 Argentina 129,735
36 Israel 103,689
37 Malaysia 103,161
38 Singapore 91,342
39 Czech Republic 85,438
40 Venezuela, RB 84,793
41 Hungary 82,805
42 Egypt, Arab Rep. 82,427
43 Philippines 80,574
44 Colombia 77,559
45 New Zealand 76,256
46 Chile 72,416
47 United Arab Emirates 70,960
48 Pakistan 68,815
49 Puerto Rico 67,897
50 Algeria 65,993
51 Peru 61,011
52 Romania 60,358
53 Bangladesh 51,897
54 Nigeria 50,202
55 Ukraine 49,537
56 Morocco 44,491
57 Vietnam 39,157
58 Kuwait 35,369
59 Slovak Republic 31,868
60 Kazakhstan 29,749
61 Croatia 28,322
62 Ecuador 26,913
63 Slovenia 26,284
zakzakit è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
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