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Bannato
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Fahrenheit 9/11
Il documentario in concorso al Festival è un atto d'accusa contro
il presidente Usa e la guerra fatta solo per interessi personali Cannes si blocca per Moore "Fahrenheit", processo a Bush Il regista: "Il presidente è contro i nostri soldati, li ha messi in pericolo solo per riempire le tasche dei suoi amici" CANNES - Al festival è arrivato il giorno di Fahrenheit 9/11. L'atteso documentario di Michael Moore non ha deluso le aspettative ed è stato accolto con entusiasmo alle prime proiezioni. Due ore contro Bush jr e contro la sua guerra strumentale prima in Afghanistan e poi in Iraq: una guerra fatta, secondo il regista, solo per il controllo del petrolio e per interessi personali. Due proiezioni stampa contemporanee non sono bastate a evitare la ressa: una prima mondiale nel Concorso del Festival. Michael Moore, trattato come una star per le strade di Cannes, eletto leader dagli intermittenti che proseguono la loro protesta, festeggiato dai cinefili che affollano il festival, torna nel ruolo di regista e lascia prima parlare il suo film. Poi, alla conferenza stampa, non risparmia accuse al presidente e all'amministrazione. "Bush non ha personalità" ha detto Moore. "Non sostiene i soldati, li disprezza, come tutta la sua squadra" ha aggiunto. "Non bisogna disprezzare dei giovani che hanno accettato di impegnarsi per il nostro paese, è una cosa ignobile sostenere, come ha fatto Bush, che alcuni nostri soldati hanno avuto momenti di debolezza. E' Bush che li ha messi in pericolo solo per riempire le tasche dei suoi amici e benefattori, lui è l'antimilitarista per eccellenza, come Rumsfeld e Cheney". "Indipendentemente da quel che accadrà in Iraq dopo le torture" ha continuato "quando si fa una guerra, si raccoglie quel che si semina e se ci si comporta immoralmente succederanno altri fatti immorali. Bush non è andato in un altro Paese per evitare un olocausto, si è lanciato in una guerra ignobile. Ma, grazie a Dio, le cose in Iraq stanno cambiando, a differenza di quanto accaduto in Vietnam dove ci sono voluti anni". Due anni dopo aver denunciato l'uso delle armi negli Usa nel precedente Bowling for Columbine con cui ha conquistato l'Oscar, dopo il successo del libro Stupid white man "dedicato" al presidente Usa, Moore torna a prendere di mira Bush, in questo documentario sui presunti rapporti tra la Casa Bianca e la famiglia di Osama bin Laden. Il film procede a un ritmo veloce e non fa mistero di essere un documento di propaganda per ridicolizzare il presidente. La macchina da presa indaga sulla reazione degli americani e della Casa Bianca agli attentati dell'11 settembre, per poi spostarsi sui legami tra i Bush e famiglie saudite di rilievo (tra cui, appunto, quella di bin Laden) e approdare al momento più emozionante: il crudo e puro dolore dei familiari dei soldati morti in Iraq. Alternando le dichiarazioni dei soldati in Iraq, che è riuscito a riprendere grazie a una troupe clandestina infiltrata al fronte, che mostrano come ultimamente il morale sia molto meno alto di quanto la propaganda del presidente voglia far intendere, il film si concentra sulla metamorfosi di una donna della provincia americana, Lila Lipscomb. Questa donna all'inizio del film si dichiara una conservatrice democratica, dice di detestare le manifestazioni dei pacifisti ed è fiera che la sua famiglia sia impegnata nell' esercito americano. Poi però uno dei suoi figli muore e il suo giudizio, influenzato dal dolore materno, cambia radicalmente. Lei allora si spinge fino alla Casa Bianca, per chiedere conto a Bush del perché. Il regista offre il suo punto di vista: l'Iraq è il Paese del mondo che offre maggiori possibilità economiche in questo momento, grazie al progetto di ricostruzione cui partecipano multinazionali, alcune delle quali fanno capo alla famiglia Bush e ai suoi ministri. Moore costruisce le sue indagini senza mai abbandonare il sarcasmo, elemento con cui condisce da sempre le sue inchieste, quelle per i suoi show televisivi, per i suoi libri o per il grande schermo. Come quando mostra il presidente americano che se la prende proprio con lui e gli urla: "Impara a comportarti e trovati un lavoro vero". O come quando, davanti al Campidoglio, ferma deputati e senatori per chiedere come mai solo un parlamentare abbia un figlio in Iraq. (17 maggio 2004) Spero di poterlo vedere presto in Italia, anche se a me "non serve" ![]() |
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#2 |
Senior Member
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Sicuramente da vedere ed aggiungo....
essere contro l'amministrazione Bush non vuol dire essere anti-americano ![]()
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#3 | |
Bannato
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#4 |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2003
Città: Raleigh (North Carolina)
Messaggi: 10149
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stimo molto quell'uomo, e' semplicemente magnifico!
bowling a colombuine mi ha fatto capire molte cose sull'amerika e non vedo l'ora di vedere questo nuovo documentario. "io ero il numero 2 perchè ho fatto 20 litri di napalm..." ... mmmm spararti delle seghe no.. eh?
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Piangi e piangerai solo, ridi e il mondo riderà con te. |
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#5 | |
Bannato
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