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Old 17-07-2009, 18:57   #1
F1R3BL4D3
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Birra & home brewing - Discussione ufficiale


La storia

Quote:
Due sono le qualità che hanno da sempre contraddistinto la storia della birra nei secoli: la sua presenza pressoché universale e la sua popolarità in ogni ceto sociale.
Nel primo caso si può infatti affermare che laddove ci sia stata la coltivazione dei cereali, si è verificata anche la produzione della birra.
La seconda asserzione invece è avallata da innumerevoli testimonianze storiche.
Non si sa con esattezza dove sia nata la prima birra: c'è chi parla di Mesopotamia, chi di Egitto, chi di isole Orcadi, chi addirittura di Malta. Ma noi crediamo che ciò non sia importante, poiché è assai verosimile che il fenomeno della fermentazione sia stato scoperto casualmente in diverse parti del mondo più o meno nello stesso periodo.
Differenti però sono stati i modi di sviluppare la bevanda. La Mesopotamia per esempio è stata la terra che per prima ha visto sorgere la professione del birraio, cosa che in altre società meno organizzate sarebbe stata impossibile. Il prodotto delle sue fatiche rappresentava una quota della retribuzione dei lavoratori, che dunque veniva corrisposta in birra.
Ma, si badi bene, non un birra, ma svariate tipologie, poiché già in quel periodo si distinguevano birre scure, chiare, rosse, forti, dolci e aromatiche. Inoltre si usavano nomi diversi per indicare birre prodotte con cereali differenti: le sikaru erano d'orzo, le Kurunnu di spelta.
Pare che fossero addirittura venti le qualità di birra disponibili sul mercato di Babilonia, la più ricca città dell'antica Mesopotamia, anche se quelle più diffuse erano quattro: bi-se-bar, una comune birra d'orzo, bi-gig, una birra scura normale, bi-gig-dug-ga, una birra scura di elevata qualità, e bi-kal, il prodotto migliore. La birra aveva anche un significato religioso e rituale, infatti veniva bevuta durante i funerali per celebrare le virtù del defunto e veniva offerta alla divinità per garantire un tranquillo riposo al trapassato.
Si dice che la dea della vita Ishtar, divinità di primissimo piano nel pantheon assiro-babilonese, traesse la sua potenza dalla birra, che nemmeno il dio del fuoco Nusku poteva estinguere.
Analoga importanza aveva la birra in Antico Egitto.
Fin dall'infanzia si abituavano i sudditi dei faraoni a bere questa bevanda, considerata anche alimento e medicina. I bambini inoltre facevano sacrifici di birra, frutta e focacce al dio della scrittura Thout, mentre bevevano una ciotola di birra, dopo essersene bagnati gli occhi i la bocca che venivano tenuti chiusi.
Anche le donne incinte ricorrevano alla birra per offrire libagioni alla dea Ernenunet, che avrebbe provvisto di abbondante latte le nutrici. Interessante anche l'uso di somministrare ai bambini birra a bassa gradazione o diluita con acqua e miele durante lo svezzamento, quando le madri non avevano latte.
Gli Egizi usavano, come nel caso dei Babilonesi, la birra per scopi propiziatori e sono innumerevoli le divinità che ebbero a che fare con questa bevanda. In una cosa erano diversi Egizi e Babilonesi: per i primi la birra era una vera e propria industria statale, per i secondi invece si trattava di un semplice prodotto artigianale. I faraoni stessi possedevano fabbriche di birra e in un'iscrizione funebre su una tomba reale è stata trovata questa testimonianza: "Io ero uno che produceva orzo". E dall'orzo alla birra il passo era (e continua a essere) assai breve.
Di birra si parla anche nei sacri libri del popolo ebraico, come il biblico Deteronomio e il Talmud e nella festa degli Azzimi, che ricorda la fuga dall'Egitto, si mangia per sette giorni il pane senza lievito e si beveva birra. Inoltre questa bevanda è regina durante l'annuale festività del Purim, considerata la più popolare dagli ebrei.
La Grecia, paese enonico per eccellenza, non produceva birra, però ne consumava parecchia, soprattutto in occasione delle feste in onore di Demetra, dea delle messi, tra le quali ovviamente non poteva mancare l'orzo. Si trattava di prodotti d'importazione, per lo più fenici, ma anche durante lo svolgimento dei giochi olimpici non era ammesso il vino, per cui la bevanda alcolica per eccellenza di questa prima grande manifestazione sportiva, era la birra.
Etruschi e Romani facevano anch'essi parte del "club del vino", ma alcuni ragguardevoli personaggi della loro società diventarono accaniti sostenitori della birra, come ad esempio Agricola, governatore della Britannia, che una volta tornato a Roma nell'83 d. C. si portò tre mastribirrai da Glevum (l'odierna Gloucester) e aprì il primo pub della nostra Penisola.
Tra i cosiddetti popoli barbarici si trovavano i più strenui tracannatori di birra, i Germani e i Celti. I primi organizzavano feste che in realtà erano scuse per sbornie colossali, come ad esempio la Wappentanz, una crudele danza delle spade dedicata al bellicoso dio Thyr, al termine della quale i sopravvissuti si dedicavano ad abbondanti libagioni.
I Celti si erano stanziati principalmente in Gallia e in Britannia, ma la loro straordinaria civiltà, bagnata di birra fin dai primordi, venne sviluppata principalmente nella verde Irlanda. Infatti la nascita del popolo irlandese è dovuta, seconda una birrosa leggenda, ai Fomoriani, creature mostruose dal becco aguzzo e dalle gambe umanoidi, che avevano la potenza e l'immortalità grazie al segreto della fabbricazione della birra, che fu loro sottratto dall'eroe di Mag Meld, una specie di Promoteo irlandese.
Il Medioevo vide la birra protagonista soprattutto per merito dei monasteri, che operarono un decisivo salto di qualità nella produzione della bevanda introducendo anche alcuni nuovi ingredienti, tra i quali il luppolo. A questo proposito va detto che in tempi più remoti per l'aromatizzazione della birra si usavano svariati tipi di erbe, spezie o bacche, oppure si ricorreva addirittura a misture vegetali, la più famosa delle quali era il gruit.
Anche le suore avevano tra i loro compiti manuali quello di fabbricare la birra, che in parte destinavano al consumo dei malati e dei pellegrini. Per rimanere in tema, è stato tramandato che papa Gregorio Magno abbia girato ai poveri una donazione in birra della regina longobarda Teodolinda.
Anche in Gran Bretagna la birra, chiamata ale, venne usata nelle feste come Church-Ale, prodotta dalle massaie inglesi e messa a disposizione delle feste parrocchiali, dove veniva venduta e il ricavato era un contributo per la manutenzione di chiese e conventi britannici. In Inghilterra la birra diventò bevanda nazionale in quanto l'acqua usata per la sua produzione veniva bollita e sterilizzata. Ciò rappresentava un garanzia in un periodo in cui l'acqua era spesso infetta. Soltanto dopo il Rinascimento questa piaga cessò. Una curiosità: in Inghilterra il luppolo venne introdotto assai tardi nella birra nazionale, che continuò a chiamarsi ale, in contrapposizione dei prodotti continentali luppolati, detti beer.
Nei tre secoli dopo la scoperta dell'America in tutta l'Europa andarono sviluppandosi numerose tipologie birrarie, tutte basate sull'unico sistema di fermentazione allora conosciuto, la alta.
Verso la metà del secolo scorso però furono eseguiti studi specifici sul lievito e il loro risultato fu la produzione della birra a bassa fermentazione, che oggi è di gran lunga il più praticato nel mondo. Esso si giova di temperature più basse per fermentare, quindi usa impianti produttivi tecnologicamente assai più avanzati che in passato. Infine viene usato un lievito diverso rispetto alle birre tradizionali, il cosiddetto Saccharomyces carlsbergensis, che prende il nome dalla birreria danese che per prima ne isolò il ceppo.
Oggi, nonostante le birre a bassa fermentazione siano sicuramente le più bevute, va notato che esiste anche una controtendenza di nicchie di mercato che ricercano le birre tradizionali, le cui ricette si perdono nella notte dei tempi.

Fonte: Birra.it
Tipologie

Quote:
Prima di cominciare è necessario spiegare cosa significhi fermentazione alta e fermentazione bassa. Affinchè il mosto si trasformi in birra è fondamentale l'azione dei lieviti: tuttavia è raro che quello naturalmente presente nell'aria sia sufficiente (come accade dove si produce le lambic). Perciò bisogna addizionarli.
Nelle birre ad alta fermentazione si aggiunge il Saccaromyces cerevisiae, meglio noto come lievito di birra (proprio quello che si usa in cucina), che lavora tra i 16 e i 23 gradi: dopo tre o quattro giorni risale in superficie, da cui il nome "alta fermentazione", e viene recuperato. Questo lievito è conosciuto fin dall'antichità. Nelle birre a bassa fermentazione si usa invece il Saccharomyces carlsbergensis, che lavora a temperature più basse, tra i 5 e gli 8 gradi.
A causa della temperatura inferiore questo lievito impiega più tempo a completare il suo lavoro, dopodiché tende a dividersi in due: grossi fiocchi che salgono verso la superficie e cellule di sfaldamento che si depositano sul fondo.
Questo lievito dunque non è recuperabile. Fu scoperto dal danese Jacob Christian Jacobsen, fondatore della Carlsberg, e per questo motivo porta il nome della sua azienda. Non è una differenza da poco, in quanto influenza il risultato: generalmente le birre a bassa fermentazione risultano di aroma più delicato. Inoltre vanno servite a temperature più fresche e richiedono un bicchiere che non disperda gli aromi.

Fonte: Bottega della birra
Tipologie principali

Link utili sugli stili


Il bicchiere

Quote:
Per una buona spillatura è importante che il bicchiere sia ben pulito: se presenta tracce di grasso vedrete la schiuma sparire rapidamente, ma anche tracce di detersivo hanno tale potere; se è stato usato il brillantante e non è stato ben risciacquato esso lascerà il proprio persistente odore sul bicchiere, rovinando gusto e aroma della birra. Ecco dunque come dovrà essere la spillatura: il bicchiere, ben lavato ed accuratamente risciacquato, verrà passato nel bagna-bicchieri per abbassare la temperatura del vetro (evitando uno shock termico alla birra) e per non far aderire la schiuma al bicchiere, affinchè resti compatta a lungo; poi lo si pone inclinato sotto la spina e si apre con decisione il rubinetto. A questo punto ci sono due scuole di pensiero: in Belgio la schiuma viene tagliata con una spatola bagnata passata sull'orlo del bicchiere inclinata di 45°, in altre nazioni come la Germania viene lasciata libera, in modo che la schiuma assuma una forma tondeggiante e compatta. E se invece stiamo per gustare una birra in bottiglia o in lattina? Bisogna tenere il bicchiere leggermente inclinato fino ai 3/4 della sua capienza, dopodiché lo si raddrizza e si versa più velocemente per consentire la formazione di una buna quantità di schiuma. Per le birre in lattina è consigliabile pulire la parte superiore con un panno bagnato (senza sapone, ovviamente) per motivi igienici. Per il resto tutto ciò che è stato detto in questo paragrafo vale anche per le birre in bottiglia o in lattina. Il bicchiere Abbiamo visto quanto è importante che il bicchiere sia ben pulito, non caldo e bagnato per non mortificare una birra, ma è molto importante anche la sua forma, che deve essere quella giusta per esaltarne le caratteristiche. Non pensate nemmeno lontanamente di bere una birra dalla bottiglia: il collo stretto blocca gli aromi e non consente all'anidride carbonica in eccesso di liberarsi, rendendo preponderante il gusto di quest'ultima.
Pertanto il bicchiere è indispensabile, ma quale scegliere? Ogni birra ha il suo, nel quale deve essere servita: spesso c'è un lungo studio dietro la forma di un bicchiere, allo scopo di esaltare certe caratteristiche della birra. Perciò * andrà bevuta preferibilmente nel bicchiere adottato dalla casa produttrice e che ne porta lo stesso marchio, oppure in uno "non marchiato" che presenti caratteristiche il più possibile affini. Vedremo nel capitolo sulla degustazione qual'è il tipo di bicchiere più adatto per ogni tipologia di birra.

Fonte: Bottega della birra
Temperatura di servizio

Quote:
II tipico errore è quello di servire la birra a temperatura di frigo, ossia al massimo sui quattro gradi, dimenticando che il freddo anestetizza le papille gustative e dunque impedisce di percepire gli aromi. Ogni tipologia ha la sua temperatura di servizio, che ali'incirca sale all'aumentare della corposità e dell'alcolicità della birra. Indicativamente queste sono le temperature consigliate: per le chiare leggere come le lager o le pils 5-7 gradi; per le fruttate come le kriek o le framboise, e in genere le birre aromatiche e di medio corpo, 7-9 gradi; bitter ale, brown ale o le stout avranno bisogno di 10 gradi; strong ale, doppelbock e birre bianche necessitano di temperature leggermente superiori, sugli 11 gradi; scotch ale e barley wine necessitano di temperature sui 12-13 gradi, mentre birre particolarmente ricche e forti, come trappiste e abbazia necessitano almeno di temperature da cantina, ossia intorno ai 10 gradi, ma in genere è preferibile servirle a non meno di 14 gradi e non di rado intorno ai 18. La temperatura di servizio infine influisce anche sulla schiuma: se troppo fredda la birra produrrà poca schiuma, mentre una birra a temperatura troppo alta ne produrrà in eccesso.
La degustazione
A questo punto abbiamo dinanzi a noi l'oggetto della degustazione al meglio delle sue possibilità: possiamo dunque passare all'assaggio. In questo capitolo affronteremo ordinatamente tutte le voci presenti nella scheda, in modo da affrontare con la giusta successione la degustazione. Nella prima parte della scheda annoteremo alcune caratteristiche della birra che possiamo trovare sull'etichetta o nella carta delle birre (decisamente rara da trovare in Italia): il nome della birra, la sua classificazione per la legge italiana, la tipologia della birra (anche nota come stile) e il grado alcolico.
La classificazione
In Italia le birre sono suddivise in base al grado saccarometrico, ma in etichetta è riportato il volume alcolico: anche se non è un rapporto matematico, in genere si considera che tre gradi saccarometrici equivalgano ad uno alcolico. Ecco le classi previste dalla legge: Birra analcolica 3-8 gradi saccarometrici (1-2,6% voi) Birra Light 5-11 gradi saccarometrici (2,6-3,6% voi) Birra Normale 11-13 gradi saccarometrici (3,6-4,3% voi) Birra Speciale « 13-15 gradi saccarometrici (4,3-5% voi) Birra Doppio Malto più di 15 gradi saccarometrici (oltre 5% voi)

Fonte: Bottega della birra
Come degustare

Quote:
Esame visivo
La prima fase sarà l'esame visivo, con cui valuteremo tre parametri: colore,
schiuma, aspetto
.

Cominciamo con l'osservare il colore: nelle degustazioni
professionali è misurato secondo una precisa scala di intensità codificata a
livello internazionale dallo Standard reference method (Srm). Per quanto ci riguarda sarà sufficiente annotare il colore. Accanto agli esempi che seguono riporto comunque per completezza i valori Srm. Si va dal paglierino delle lager più comuni (che può virare fino al dorato) al biondo brillante - ma a volte con venature verdognole dovute al luppolo - delle pilsner (2,5-4 Srm) e delle wiezen filtrate dai lieviti (le kristall klar, 3,5-5 Srm), per le quali la tostatura del malto non viene accentuata. Avremo invece ambrato tendente al dorato per le weizen non filtrate chiare, che presentano anche una leggera velatura o torbidità (3-10 Srm); ambrato con tonalità rossastre per alcune doppio malto che subiscono una particolare tostatura (12-30 Srm); ramato in alcune pale ale (6-12 Srm). Le pale ale coprono però un bell'arco di colore, oscillando tra l'ambrato-aranciato delicato di alcune britanniche fino al marrone scuro di certe scotìi ale. Con alcune trappiste e abbazia si comincia a virare decisamente al bruno (15-20 Srm), con colori tipici anche delle doppelbock (12-30) e delle weizen dunkel (17-22). Il culmine dell' "oscurità" (35-70 Srm) viene infine raggiunto con le stout e con alcune porter: si presentano nere, come del resto certe doppelbock italiane.
Osserviamo la schiuma. Può risultare scarsa, evanescente, cremosa, compatta a seconda di come si presenta nel bicchiere. Una schiuma di buon livello sarà compatta e persistente. Anche il suo colore varia profondamente: dal bianco comune all'ambrato, fino al marrone, a causa del malto molto torrefatto, per porter e stout. Occhio alla grana, più o meno grossa. La schiuma dovrebbe formare sulle pareti del bicchiere archetti definiti in gergo "merletti di Bruxelles". Ad esempio per una stout il giudizio potrebbe essere:"fine e cremosa, color nocciola?, in quanto è una schiuma a grana fine, dall'aspetto cremoso e del tipico color nocciola. Invece per una ale potrebbe essere semplicemente "assente". Poi daremo un giudizio complessivo sulla spuma, che sarà un voto a salire da 1 a 5.
L'aspetto, con questo parametro valuteremo la limpidezza, che dipende (se il campione esaminato non ha difetti) dalla tipologia. È normale che le diffusissime pils abbiano, per esempio, un colore giallo dorato più o meno intenso, brillante e luminoso. Ed è altrettanto normale che una weizen e una witbier (o bière bianche) si presentino torbide a causa dei lieviti ancora presenti, non filtrati. Attenzione però alla troppo prolungata esposizione alla luce e all'età, fattori che contribuiscono alla perdita di luminosità anche in birre dall'aspetto tipicamente brillante. Pertanto sulla nostra scheda annoteremo un giudizio qualitativo che potrà essere, ad esempio, limpido, velato, torbido,lattiginoso; di conseguenza daremo un voto che andrà da 1 per una birra opalescente fino ad un 5 per una decisamente limpida.
Intensità olfattivaDopo l'esame visivo passiamo a quello olfattivo. Dovremo valutare intensità olfattiva e finezza olfattiva. Accostiamo il naso al bicchiere e cogliamone l'aroma, cercando di quantificarlo con un voto da 1 a 5. Questo è solo un giudizio quantitativo.

Finezza olfattiva
Ora invece dovremo giudicare la qualità degli aromi percepiti. In generale si parla di aroma luppolato, fruttato, mattato per birre di buona aromaticità, a seconda se una delle componenti (malto o luppolo) prevalga o meno; viceversa per una birra meno interessante si parlerà di erbaceo o floreale. Noteremo anche se l'aroma risulta molto persistente, persistente o sfuggente. Nel complesso, valutate se l'aroma vi sembra penetrante, piacevole, fragrante, speziato e così via. Ecco allora che l'aroma potrà essere piacevole, ma tenue, e svanire rapidamente nelle lager meno speciali; oppure penetrante, persistente e luppolato nelle pilsner; maltato nelle bock e doppelbock; fruttato e fresco nelle weizen e bière bianche; complesso ed equilibrato tra luppolo e malto nelle ale. E così via.
Aroma e gusto aprono poi la strada ai cosiddetti "riconoscimenti": al ritrovare cioè profumi e sapori già sperimentati (di frutta, di fiori, di minerali o di alimenti complessi) nel bouquet proposto da ogni birra. A seconda della miscela dei vari tipi di malto impiegati - non solo l'orzo ma anche il frumento, il riso, l'avena e persino, in un caso rarissimo, la farina di castagne - e del suo grado di tostatura, la birra potrà esprimere note più vegetali e fresche di cereale, fragranti di pane, dolci di biscotto e caramello, amare di caffè o liquirizia. Il luppolo conferisce aromi della famiglia vegetale; a seconda del tipo e dell'utilizzo, potrà essere un vegetale più o meno intenso, più o meno secco e amaro, e virare dall'erba fresca, appena tagliata, al fieno e alle foglie secche.
Il lievito, infine, può non essere particolarmente in evidenza ma ha la capacità di caratterizzare la birra con un odore spesso fresco e leggermente balsamico. Il "naso di pane" è tipico, poi, delle birre di frumento. La complicazione delle componenti secondarie, derivanti dalla fermentazione o dalla maturazione, conferisce alla birra odori e sentori così complessi da mettere a dura prova persino i degustatori professionisti. E se lager e pils, accanto ai classici sentori di orzo, di altri cereali e varietà diverse di luppolo, regalano spesso note floreali e fruttate, con prevalenza di agrumi e mela verde, in una weizen in degustazione sono risultati distinguibili netti profumi di banana.
Percepibili, del resto, anche in una ale inglese, insieme a sentori di malto e zucchero caramellato, ma anche di prugna, mela cotogna, foglia di thè, resina e carruba.
Una doppelbock profumerà spesso di cioccolato, liquirizia, frutta secca.
In alcune trappiste o abbazia, grazie a doppie e triple fermentazioni e alle speziature, ecco note di coriandolo, scorza d'arancia, bergamotto, chiodi di garofano, cannella, vaniglia e noce moscata.
E in super-birre particolarmente alcoliche e complesse potrà capitare di percepire insospettabili (e gradevoli) odori di vernice, cuoio e note medicinali.
La tipologia più difficile e per certi versi selettiva, secondo i critici, è però forse quella aguzza e "fumé" delle lambic, dovuta ai loro potentissimi lieviti autoctoni, capaci di indurre la fermentazione spontanea, seguita da una stagionatura che può durare fino a tre anni.

Esame gustativo
La frizzantezza
Passiamo alla fase più attesa: l'esame gustativo. Mettete in bocca un bel sorso e valutate con la lingua la frizzantezza, dando un giudizio quantitativo con un voto da 1 a 5.

Il corpo
Dopo aver valutato la frizzantezza fate passare la sorsata da una guancia all'altra per valutarne il corpo. Più la birra ci sembra corposa e più il voto sale: quindi parleremo ad esempio di corposo (4), rotondo (3) e morbido o vellutato (2).

L'amaro
II gusto nella birra ha una gamma amplissima, e dipende dagli stili di fabbricazione. Quello spontaneamente e generalmente attribuito a una birra è però l'amaro, più o meno intenso. A conferirlo è il fiore di luppolo, amaricante e aromatico. Anche l'intensità d'amaro nelle birre viene convenzionalmente indicata in una scala: la International bitterness unit (Ibu).
L'amaro è soggettivamente più intenso nelle birre pilsner (30-43 Ibu) e nelle bitter ale (25-30 Ibu). In alcune pilsner tedesche la presenza del luppolo è talmente elevata da conferire alla birra un gusto quasi asciutto, secco. Le lager contengono invece meno luppolo, e l'amaro è attenuato (8-15 Ibu), mentre nelle bock (20-35 Ibu) e nelle ale (25-45 Ibu) l'abbondanza del malto può stemperare la forza amarognola del luppolo - pur presente in discreta quantità - combinandosi in un gusto dolce-amaro tendente all'abboccato, all'amabile o addirittura al dolce (un malt liquor americano può avere anche soli 7 Ibu).
Per i nostri scopi sarà però sufficiente una semplice valutazione quantitativa. In generale, il gusto di una birra può essere dunque amaro (5), amarognolo (4), abboccato (3), amabile (2) o dolce (1).

La persistenza retrolfattiva
A caratterizzare la qualità delle birre che degustate sarà in buona parte la loro persistenza aromatica, la capacità di "durare" delle sensazioni che vi hanno regalato, dopo che avrete ingoiato il sorso tratto dal bicchiere. E sarà facile, con un pò? d'attenzione, distinguere i "finali" speziati, alcolici, decisi di una barley wine o di una trappista dalla leggerezza beverina e amaricata di una lager. Anche in questo caso ci limiteremo ad una valutazione quantitativa: più tempo resisteranno in bocca gusto e aromi della birra più il voto sarà alto.

Il giudizio complessivo
A questo punto sbizzarritevi. Potreste annotare una valutazione globale del gusto della birra, specificando ad esempio se è maltato, amaro, dolce, abboccato luppolato, secco, corposo, speziato fruttato e via dicendo. Cercate soprattutto di tirare le somme riguardo pregi e difetti della birra, eventuali punti di non corrispondenza con la tipologia brassicola cui si riferisce e così via. Insomma date via libera alle vostre impressioni. Non dimenticate infine di scrivere quando e dove avete degustato quella birra: il luogo dove avete bevuto quella birra può influenzare non poco il vostro giudizio. Inoltre, mantenendo un ordine cronologico, avrete in futuro il piacere di osservare l'evoluzione nel tempo della vostra abilità.

Fonte: Bottega della birra
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Home brewing

INTRODUZIONE (tratto dal sito di Davide e Monica Bertinotti)

La birra è una bevanda tradizionalmente realizzata con 4 ingredienti:

Acqua
Malto d'orzo
Luppolo
Lievito

Il malto è ottenuto facendo germinare i grani di orzo ed interrompendo poi la germinazione mediante essicatura. In questa fase i chicchi d'orzo subiscono importanti modificazioni e vengono messe a disposizione numerose sostanze essenziali per la realizzazione della birra.
Il luppolo è una pianta rampicante che cresce nelle zone temperate. Viene utilizzata per la birrificazione la sua infiorescenza che giunge a maturazione attorno alla fine di agosto. Conferisce alla birra, oltre che aromi, anche l'amaro ed è un conservante naturale.
Il lievito è un organismo unicellulare responsabile della fermentazione e principalmente produce, nella sua attività, alcool ed anidride carbonica: è lui che fa la birra!
Il procedimento è abbastanza semplice:
1) il malto d'orzo viene tritato e "cotto" in acqua; a determinate temperature avvengono delle modificazioni chimiche e fisiche dell'impasto: la più importante di queste è la trasformazione dell'amido dell'orzo in zuccheri
2) quando tutti gli amidi sono stati trasformati in zuccheri viene filtrata la parte solida (principalmente le "bucce" dei chicchi d'orzo): si otterrà un liquido zuccherino (mosto)
3) il mosto viene portato ad ebollizione con le infiorescenze di luppolo, acquisendo da queste le caratteristiche aromatiche e di amaro
4) filtrato dal luppolo, il mosto viene raffreddato ad una temperatura adatta alla fermentazione (più o meno temperatura ambiente)
5) viene inserito il lievito che inizia la fermentazione: "mastica" gli zuccheri e produce alcool e anidride carbonica (oltre che alcuni composti aromatici)
6) terminata la fermentazione, il lievito si "addormenta" e deposita sul fondo del fermentatore. La birra viene imbottigliata e lasciata maturare
7) si beve!

link indispensabili

http://www.hobbybirra.com/megafaq/megafaq2_1a.pdf Queste sono le megafaq del gruppo it.hobby.birra è spiegato un pò tutto il necessario per iniziare continuare e finire, ci sono spiegati tutti gli ingredienti necessari, le tecniche e i procedimenti. La lettura non è chiarissima in tutti i passaggi però comunque più che comprensibile
http://www.bertinotti.org/birra_in_casa.pdf Questa guida è tratta in gran parte dalle megafaq, contiene meno cose ma più aggiornate e comprensibili.
http://www.hobbybirra.com/ Sito di riferimento degli homebrewer italiani
http://www.brewery.org/ Sito di riferimento mondiale per gli homebrewer
http://www.fermentobirra.com/homebre...-birra-in-casa Altra guida alla realizzazione della birra fatta in casa (grazie a SuperTux)

Lager (scritto da killercode)
Molti di quelli che si avvicinano all'homebrewing lo fanno per poter ricreare l'intenso gusto e il sublime aroma dell'amata Peroni ().
Purtroppo la creazione di una vera birra lager porta alcuni problemi aggiuntivi rispetto ad una ale (do per scontato che voi sappiate le differenze tra le due famiglie):
1-Lievito, il lievito che trovate nei kit è un lievito ad alta fermentazione (per ale) quindi usandolo non avrete una lager (anche se sul barattolo c'è scritto così)
2-Temperatura, avete presente quando all'inizio de "L'impero colpisce ancora" i ribelli sono su Hoth? Ecco, quella è la temperatura giusta per una lager .

Soluzioni
L'acquisto di un lievito specifico per lager è assolutamente necessario per ottenere la giusta pulizia nel gusto che contraddistingue questo tipo di birre.
I lieviti da lager sono a bassa fermentazione, quindi lavorano a temperature tra gli 8 e i 12 gradi centigradi, questa temperatura va tenuta per tutto il tempo della fermentazione 3-4 settimane (è più lungo del tempo necessario per una ale).
A metà della fase di fermentazione si fa una pausa diacetile, cioè si porta il mosto a 16-17 gradi per 48 ore per ridurre il diacetile che porta a gusti indesiderati.
Finita la fermentazione si mette lo zucchero per la carbonazione, si lascia a 16-17 gradi per due settimane in modo da far sviluppare la CO2 e poi si porta a 0-3 gradi per circa un mese. Quest'ultima è detta fase di lagherizzazione.
Riassumendo:
-Lievito specifico
-Fermentazione 14 giorni a 10°
-Pausa diacetile 48 ore a 17°
-Fine fermentazione (2 settimane o FG raggiunta) a 10°
-Imbottigliamento carbonazione 2 settimane a 17°
-Lagherizzazione 30 giorni a 2°

p.s. le birre chiare da kit vengono in generale male
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Ultima modifica di F1R3BL4D3 : 30-08-2009 alle 16:57.
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Accostamenti fra birre e piatti

in costruzione...
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Iscritto, io e la mia ragazza abbiamo provato a fare una porter partendo da kit (malto luppolato) e non e' venuta niente male. Un po' poco corposa, ma ha una bella schiuma scura abbastanza duratura e un discreta persistenza dell'aroma in bocca.

Da provare!
Poi, se serve, posso raccontare come abbiamo fatto, ma ci sono utenti decisamente piu' esperti ed indicati di me per farlo
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Old 18-07-2009, 10:15   #5
DeMoN3
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sperando che ti sia già preso i post di servizio necessari,m'iscrivo e ne approfitto per farti i complimenti per come stai strutturando la discussione...

controlla la parte relativa alla degustazione,dovresti mettere in grassetto alcune parole che fungono da sottoparagrafo....
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Old 18-07-2009, 10:28   #6
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I post spero che bastino.

Adesso comunque avevo intenzione di rileggere bene tutto per vedere se è tutto ok.

Quote:
Originariamente inviato da Stigmata Guarda i messaggi
Iscritto, io e la mia ragazza abbiamo provato a fare una porter partendo da kit (malto luppolato) e non e' venuta niente male. Un po' poco corposa, ma ha una bella schiuma scura abbastanza duratura e un discreta persistenza dell'aroma in bocca.

Da provare!
Poi, se serve, posso raccontare come abbiamo fatto, ma ci sono utenti decisamente piu' esperti ed indicati di me per farlo
La vostra esperienza può tornare utile per chi è alle prime armi e vuole iniziare dalle preparazioni più semplici. Poi ci sarà la parte "all grain" etc. direi che possano servire entrambe.

Magari ci starebbe bene una FAQ sulla preparazione, con le domande più frequenti o le cose da fare e non fare. In maniera schematica.

Dovrebbe tornare utile, no?
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Ultima modifica di F1R3BL4D3 : 18-07-2009 alle 10:31.
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Old 18-07-2009, 11:33   #7
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Old 18-07-2009, 11:42   #8
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Ho cercato di evidenziare e separare i punti della degustazione, che va benissimo per quello che interessa a noi. E' semplice e facilmente capibile.

Ho aggiunto anche un PDF che mi ha linkato killercode del BJCP (Beer Judge Certification Program) che riguarda gli stili...
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Old 18-07-2009, 13:17   #9
Rainy nights
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Old 18-07-2009, 13:41   #10
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Iscritta mentre mi bevo una weiss...
Quale?? Dai fai una bella recensione anche tu...così possiamo arricchire questo thread no?
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Old 18-07-2009, 13:59   #11
Rainy nights
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Quale?? Dai fai una bella recensione anche tu...così possiamo arricchire questo thread no?
No ma io mi accontento di poco per pranzo, non sono una esperta e bevo birra per piacere. Oggi tornando a casa ho comprato 2 bottiglie di questa perché regalavano il bicchiere ad esempio (quello della foto ):



Poi io la weiss la adoro a priori...
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Old 18-07-2009, 14:07   #12
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No ma io mi accontento di poco per pranzo, non sono una esperta e bevo birra per piacere. Oggi tornando a casa ho comprato 2 bottiglie di questa perché regalavano il bicchiere ad esempio (quello della foto ):



Poi io la weiss la adoro a priori...
Neanche io sono esperto Comunque andava bene anche una piccola considerazione Ma se non ti va è uguale

Goditi le weiss
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Old 18-07-2009, 14:08   #13
DeMoN3
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No ma io mi accontento di poco per pranzo, non sono una esperta e bevo birra per piacere. Oggi tornando a casa ho comprato 2 bottiglie di questa perché regalavano il bicchiere ad esempio (quello della foto ):



Poi io la weiss la adoro a priori...
bel bicchiere!!!sembra quello che danno in bundle con le 4 franziskaner


io sono rimasto innamorato della "blanche de bruxelles"
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Old 18-07-2009, 20:38   #14
TheDonzo
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iscritto, appena assaggio le birre prodotte dai miei amici vi faccio sapere
se vi serve qualche altra parte per la storia (che oggi non faccio in tempo a leggere) o per la produzione normale, posso inviarvi la mia tesina delle superiori

Ultima modifica di TheDonzo : 18-07-2009 alle 20:42.
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Old 18-07-2009, 22:37   #15
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oggi ben 5 birre di alcuni microbirrifici italiani ( non li ho potuti assaggiare tutti e neanche tutte le diciotto birre) però mi sono portato a casa due bicchieri (pagandoli ).

Birrificio Orso Verde, Back door bitter:
4°, real ale, ambrato tendente al rossiccio. Schiuma densa, di buona consistenza e di buona persistenza. Torbida. Frizzantezza appena accentuata con il luppolo si fa sentire ed un gusto fresco. Spillata con pompa manuale.

Birrificio di Montegioco, Runa:
5°, schiuma compatta e non molto persistente. Colore giallo paglierino opalescente e non torbido. Leggermente più frizzante della precedente. Nota di lievito e luppolo sul finale. Rifermentata in bottiglia.

Birrificio Menaresta, Bockstaeledirk:
con farina di Carrube, ambrata tendente al rosso. 6° e limpida. Il Carrube si esalta all'olfatto ma soprattutto al gusto con un po' di luppolato nel finale. Schiuma di buona persistenza.

Birrificio Freccia, Strabionda:
7°, colore giallo paglierino, limpido. Schiuma non troppo persistente con ricordi di una blonde belga. Buon profumo e gusto floreale e fruttato. Speziata. Utilizzato un luppolo inglese ed uno americano.

Birrificio Troll, Daü Season:
3,9°. Birra ispirata al contadino nei campi. Basso grado alcolico ma buon sapore e dissetante. Colore giallo dorato. Sapore di pepe con frizzantezza leggera. Persiste il sapore leggermente pepato e schiuma non molto persistente.

Birrificio Toccalmatto, RudeBoy:
è una IPA da 5,6°. Ambrata scura non limpidissima. Schiuma non persistente. Speziata con sentori di luppolo, caramello e liquirizia. Frizzantezza che non disturba.
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Old 18-07-2009, 23:32   #16
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Complimenti per il thread sta venendo su che una meraviglia Al più presto proverò una Hoegaarden, quindi scriverò le mie impressioni...ciao.
Squisita la Hoegarden, infatti, a proposito di Home Brewing, tra un paio di settimane dovrebbero essere pronte le mie birre di grano. Dal colore sembrano ottime ma la prova decisiva è ovviamente quella del gusto
Ottimo tread, e pensare che un mese fa avevo aperto un tread sull'home brewing e me lo avevano chiuso.
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Old 19-07-2009, 06:27   #17
Darkene
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Ciao ràga, bella discussione.

No so se faccio bene o no, ma vorrei segnalare questa birra, per chi avesse la possibilità di assaggiarla:

Birra Artigianale Conte di Campiglia
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Old 19-07-2009, 09:43   #18
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Poi io la weiss la adoro a priori...
l'ho assaggiata a dublino!l'accostavano bene con la carne e con le verdure mi pare!poi le weiss a me piacciono quindi il mio giudizio non può che essere positivo!!

Ragazzi ma si fa ancora la festa della birra a bolzano??(se qualcuno è di lì)
andai quando ero piccolino con i miei genitori e mi ricordo che era molto bella!

cmq due birre che amo sono:




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Old 19-07-2009, 09:58   #19
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l'ho assaggiata a dublino!l'accostavano bene con la carne e con le verdure mi pare!poi le weiss a me piacciono quindi il mio giudizio non può che essere positivo!!

Ragazzi ma si fa ancora la festa della birra a bolzano??(se qualcuno è di lì)
andai quando ero piccolino con i miei genitori e mi ricordo che era molto bella!

cmq due birre che amo sono:




ma per bere la kwak(ma manco l'altra scherza) e non affogare nella schiuma...bisogna usare una cannuccia O_O ?!?
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Old 19-07-2009, 10:14   #20
The_Fragger
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ma per bere la kwak(ma manco l'altra scherza) e non affogare nella schiuma...bisogna usare una cannuccia O_O ?!?
no i bicchieri sono fatti apposta per far scivolare la birra sotto e la schiuma si porta sopra...alla fine non devi bere mica tutta la schiuma per arrivare alla birra
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