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#1 |
Senior Member
Iscritto dal: Jun 2005
Città: Swords, Dublino
Messaggi: 642
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Rai si accorda con Mediaset durante Governo Berlusconi..
Scandolo! Mi sembra questa sia sfuggita a molti come notizia:
http://www.corriere.it/cronache/07_n...ba99c53b.shtml ecco come Berlusconi fa poilitica per risanare le sue aziende indebitate e affossare la RAI.. La Rai sospende Deborah Bergamini E' direttore del marketing strategico di Viale Mazzini. La Lega: adesso sospendere tutti Il dirigente Rai, Deborah Bergamini, in una immagine del 23 marzo 2006 (Ansa) ROMA - Non si placa la bufera dopo la pubblicazione delle intercettazioni che avrebbero rivelato un presunto accordo tra Rai e Mediaset. La Rai ha temporaneamente sospeso dal suo incarico Deborah Bergamini, la dirigente coinvolta nello scandalo. LA VICENDA - Dalle intercettazioni sono emerse telefonate tra la Bergamini, ex assistente personale di Silvio Berlusconi, e Niccolò Querci, anche lui ex assistente del leader di Forza Italia e all'epoca dei fatti numero tre delle televisioni Mediaset. Secondo numerose intercettazioni - allegate all'inchiesta sul fallimento della "Hdc" e pubblicate da Repubblica - negli anni del governo Berlusconi Rai e Mediaset si sarebbero scambiate informazioni sui palinsesti e avrebbero concordato le strategie informative nel caso dei grandi eventi di cronaca e orchestrato i resoconti della politica. LE REAZIONI - Bergamini - che nei giorni scorsi ha detto in una nota di non essere sorpresa di quanto sta accadendo - è stata difesa da Berlusconi. Il direttore generale della Rai Claudio Cappon la settimana scorsa aveva promesso che l'azienda sarebbe stata determinata nel caso fossero emerse responsabilità di singoli all'interno dell'azienda.. La lettera dell'azienda è giá stata consegnata all'attuale direttore del Marketing Strategico di Viale Mazzini. «SOSPENDERE TUTTI» - Dura e ironica la presa di posizione della Lega, che attraverso il suo capogruppo nella commissione parlamentare di Vigilanza ha esortato la Rai a «completare il lavoro» e a sospendere «tutti i giornalisti che sono stati assunti senza rispondere ad un annuncio sul Corriere della Sera. Poi passi a sospendere tutti gli alti dirigenti, per i quali valga la stessa cosa». Amara la conclusione: «E poi, finalmente, chiuda del tutto l’ente pubblico televisivo che a quel punto sara’ rimasto senza personale». «Alleanza segreta Rai-Mediaset» Viale Mazzini avvia un'indagine Palazzo Chigi: serve riforma. Gentiloni: «Clima collusivo». Il Biscione querela e replica: stupidaggini (Emblema) MILANO - Ancora una volta la pubblicazione di intercettazioni legate ad un'inchiesta giudiziaria scuote il mondo della politica. L'oggetto del contendere, in questo caso, è il sistema dell'informazione. In particolare, una presunta alleanza segreta tra Rai e Mediaset, ovvero aziende che dovrebbero essere in concorrenza tra loro, che invece avrebbero tenuto stretti contatti per concordare i palinsesti e il taglio delle informazioni da dare agli ascoltatori. Tutto questo avveniva tra il 2004 e il 2005. Le intercettazioni, pubblicate da La Repubblica, sono allegate all'inchiesta sul fallimento della Hdc, la società di Luigi Crespi, sondaggista un tempo assai vicino a Silvio Berlusconi. INDAGINE INTERNA - «Accerteremo eventuali responsabilità», ha detto Claudio Petruccioli, presidente del Cda di Viale Mazzini, intervenendo all'assemblea dei giornalisti Rai. Petruccioli ha ribadito quanto già annunciato dal direttore generale Cappon: la Rai si costituirà parte lesa ed è già stata avviata un’indagine interna. Il ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, ha invece precisato: «Non spetta a me giudicare il comportamento di singoli, tanto meno se emerge da intercettazioni telefoniche». Tuttavia per l'esponente del governo «affiora un clima collusivo che non mi pare edificante per il servizio pubblico e per la sua autonomia». «NIENTE STRUMENTALIZZAZIONI» - Più improntata alla cautela la posizione di Mario Landolfi (An), che presiede la commissione di Vigilanza Rai: «La decisione della Rai di aprire un'indagine interna appare adeguata ad accertare eventuali infedeltà aziendali». Però «è utile evitare strumentalizzazioni politiche il cui unico risultato consisterebbe nel rendere ancor più drammatica la già caotica situazione all'interno del servizio pubblico radiotelevisivo». «Mi chiedo cosa facessero a quel tempo il Cda della Rai e il suo presidente - ha invece dichiarato Paolo Brutti, della Sinistra democratica, altro membro della Vigilanza -. E chiederei al governo di avviare una richiesta di danni nei confronti del direttore generale Cattaneo», ha aggiunto il membro della commissione di Vigilanza, Paolo Brutti (Sinistra democratica).. (Ansa) MEDIASET - L'azienda del Biscione ha invece dato mandato ai propri legali di sporgere querela. «Siamo alle stupidaggini: che Rai e Mediaset si facciano concorrenza è sotto gli occhi di tutti. È evidente che, come accade nei giornali, i direttori si chiamino, si consultino», ha detto Gina Nieri, consigliere di amministrazione Mediaset. «Come al solito vengono fuori intercettazioni che non c'entrano niente con l'indagine principale. Dopodiché qualsiasi strumentalizzazione è possibile. Far sembrare che ci siano intese e accordi tra i dirigenti delle due aziende basandosi sui contenuti delle intercettazioni mi sembra una cosa ridicola. Quando ci sono notizie come la morte del Papa o le elezioni amministrative - ha detto ancora Nieri - è normale che ci sia una consultazione. Mi sembra tanto rumore per nulla». LA CLASS ACTION - E di ricorrere alle vie legali ha parlato anche l'Usigrai, il sindacato dei giornalisti della tv pubblica: «Le persone che risulteranno responsabili - si legge in un comunicato - dovranno essere sospese immediatamente dai loro incarichi e siamo pronti a promuovere, nei loro confronti, un’azione legale collettiva», una class action, insomma, come quella che dovrebbe essere consentita dopo l'approvazione della legge Finanziaria (che contiene la norma istitutiva). «SERVIZIO PUBBLICO CALPESTATO» - «Quanto è emerso è di un'enorme gravità - ha poi commentato il segretario del Pd, Walter Veltroni -. Sta emergendo un intreccio e una commistione nei quali il ruolo del servizio pubblico radiotelevisivo è stato calpestato. Tutto questo insieme a comportamenti in contrasto con i principi della libera concorrenza, del mercato e con i doveri che sono propri del servizio pubblico». «Questa vicenda - dice ancora il sindaco di Roma - conferma, inoltre, la necessità di un nuovo assetto del sistema radiotelevisivo e della Rai. È una delle cose più urgenti che devono essere affrontate». Una posizione, questa, che viene rilanciata in serata anche da Palazzo Chigi: fonti vicine alla Presidenza del Consiglio fanno sapere che è necessaria una riforma «vera, autentica e democratica» del sistema radiotelevisivo «per tutelare la libertà di informazione e le regole aziendali e civili». Le stesse fonti aggiungono che «quando il Presidente parla di "riforme necessarie" non si riferisce solo a quelle fondamentali della legge elettorale, delle istituzioni e dei regolamenti, ma anche a tutte le altre decisioni che in passato hanno sollevato più dubbi che certezze». Un chiaro riferimento alla legge Gasparri. Il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, riferendosi alla vicenda ha invece parlato di «una macchia che sfigura il servizio pubblico». DEL NOCE E ROSSELLA- Il direttore di Raiuno, Fabrizio Del Noce, ha detto di considerare «grottesco» parlare di una sua possibile collusione con Mediaset. «Parlano i fatti - ha dichiarato Del Noce -, e i fatti dicono che ho vinto otto stagioni di garanzia consecutive e sono in corsa per vincere la nona. Non ho mai avuto contestazioni nè dalla Commissione di Vigilanza, nè dall'Agcom. Questa è la realtà, il resto sono gossip e illazioni». «Mi sono molto divertito - ha invece detto Carlo Rossella, ora presidente di Medusa, casa di produzione e distribuzione cinematografica di Mediaset e già direttore del Tg5 -. Sono amico di Del Noce da 40 anni, ho parlato con lui di tutto, forse avrò anche accennato alla politica e alle elezioni ma non sono un concertista come mi si vuole far passare». «OPERAZIONE CONTRO BERLUSCONI» - Il capogruppo di Forza Italia al Senato, Renato Schifani, invece, non entra neppure nel contenuto delle intercettazioni: «Quelle pubblicate oggi, con una tempistica quanto mai sospetta - ha evidenziato -, rappresentano la vecchia sterile strumentalizzazione comunista. Tutta l'operazione mediatica scatta solo per accelerare l'iter di una legge che ha il preciso obiettivo di distruggere le aziende del presidente Berlusconi».
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a nessuno interessa?
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