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Intervista a Bertinotti:"Il Governo è fallito"!
"Il progetto del governo è fallito
noi siamo già oltre l'Unione" "Palazzo Chigi ha finito con l'aumentare la distanza dal popolo della sinistra" "Il Cavaliere è un animale politico, è attendibile la sua disponibilità a fare le riforme" "Dobbiamo prenderne atto: questo centrosinistra ha fallito. La grande ambizione con la quale avevamo costruito l'Unione non si è realizzata...". Alle cinque del pomeriggio, nel suo ufficio a Montecitorio, Fausto Bertinotti sorseggia un caffè d'orzo, e traccia un bilancio amaro di questo primo anno e mezzo di governo. È presidente della Camera, ci tiene a mantenere il suo profilo istituzionale, non vuole entrare in campo da giocatore. Ma le sue parole, quelle del vero leader della sinistra radicale, alla vigilia del meeting della Cosa Rossa di sabato prossimo, lasciano un solco profondo nel cammino della legislatura e nel destino delle riforme. Bertinotti non fa previsioni, sulla durata del governo. "Non posso, non voglio", dice. Ma fa un ragionamento politico per molti versi "definitivo", sullo stato della maggioranza. "Voglio premetterlo: non ci deve essere nervosismo, da parte di Prodi. Usciamo da questa prigione mentale: io non so quanto andrà avanti, può anche darsi che duri fino alla fine della legislatura, e non ho nulla in contrario che questo accada. Ma per favore, prendiamo atto di una realtà: in questi ultimi due mesi tutto è cambiato". È nato il Pd, e la Cosa Rossa viaggia verso lidi inesplorati. Nel frattempo, Prodi ha accontentato i "moderati", sia sulla Finanziaria, sia sul Welfare. Per il capo di Rifondazione ce n'è abbastanza per dire che "una stagione si è chiusa". Ora niente sarà più come prima: "Un governo nuovo, riformatore, capace di rappresentare una drastica alternativa a Berlusconi, e di stabilire un rapporto profondo con la società e con i movimenti, a partire dai grandi temi della disuguaglianza, del lavoro, dei diritti delle persone: ecco, questo progetto non si è realizzato. Già questo ha creato un forte disagio a sinistra. Poi si sono verificati fatti che lo hanno acuito. Ne potrei citare centomila...". Risultato: "Abbiamo un governo che sopravvive, fa anche cose difendibili, ma che lentamente ha alimentato le tensioni e accresciuto le distanze dal popolo e dalle forze della sinistra". Questa, per Fausto il Rosso, è "la condizione reale". E forse irreversibile. Bertinotti cita Lenin, e la differenza tra strategia e tattica. "Il grande tema, per la sinistra radicale, è uno solo: l'autonomia. Torna una grande questione, che nacque nel '56, con i fatti di Ungheria, con la rottura nel Pci, con lo scontro Nenni-Togliatti. Lì nasce una grande cultura politica, una storia enorme, Riccardo Lombardi. È l'autonomia di un progetto, che da allora la sinistra ha cancellato, rimosso. Oggi, per la sinistra radicale, il tema si ripropone. Devi vivere nello spazio grande e nel tempo lungo, per creare una grande forza europea per il 21° secolo. Se questa è l'ambizione, allora tutto va ripensato. Essere o meno alleati del Pd, stare o meno dentro questo governo: tutto va riposizionato in chiave strategica". Questo riposizionamento strategico, secondo Bertinotti, è appena iniziato. "Alla fine del percorso - chiarisce il leader - io voglio riconoscere al Pd il diritto a trovarsi gli alleati che vuole, ma voglio garantire a noi il diritto di tornare all'opposizione". Dunque la stagione dell'Unione è al capolinea? "Intellettualmente io sono già proiettato oltre. Ma politicamente ancora no". E qui torna Lenin. Fissata la strategia del tempo lungo, c'è da occuparsi di tattica "hic et nunc", come dice il presidente della Camera. La tattica impone di combattere, ancora, dentro il quadro delle alleanze consolidate, e dentro il perimetro del governo in carica. Ma ad alcune condizioni irrinunciabili: "So bene, e ho persino orrore a pronunciare il termine: "verifica". Ma è chiaro che a gennaio serve un confronto vero, che prende atto del fallimento del progetto iniziale ma che, magari in uno spettro meno largo di obiettivi, rifissa l'agenda su alcune emergenze oggettive. E viene incontro alle domande della società italiana, con scelte che devono avere una chiara leggibilità "di sinistra". So altrettanto bene che queste scelte devono essere assunte dall'intera coalizione. Ma stavolta, davvero hic Rhodus hic salta. Sul Welfare, come si è visto, la sinistra radicale non ha aperto nessuna crisi. Ciò non toglie che il governo ha ormai molto meno credito a sinistra di quanto non lo avesse qualche mese fa...". Bertinotti rinuncia a fare l'elenco delle "centomila cose" su cui il centrosinistra ha rinunciato a imporre la sua visione ("dalla laicità dello Stato alla politica estera"). "Ma se si vuole tentare una nuova fase della vita del governo, vedo due terreni irrinunciabili: i salari e la precarietà". È soprattutto sui primi, che il "padre nobile" del Prc fonda il suo ultimo avviso a Prodi: "Dai sindacalisti a Draghi, tutti dicono che la questione salariale è intollerabile. Ebbene, io mi chiedo: questa denuncia induce il governo a prendere qualche iniziativa, oppure no? Il 65% dei lavoratori italiani è senza contratto: posso sapere se questo per il governo è un problema, oppure no? In Francia Sarkozy ha aperto un confronto molto aspro, lanciando l'abolizione delle 35 ore e dicendo che se lavori di più guadagni di più: posso sapere se in Italia, dai metalmeccanici ai giornalisti, il governo ritiene ancora difendibili i contratti nazionali di categoria, oppure no? Non c'è più la scala mobile, ma intanto i prezzi stanno aumentando in modo esponenziale: tu, governo, non solo non vuoi indicizzazioni, ma con la fissazione dell'inflazione programmata hai contribuito pesantemente a tenere bassi i salari. Dunque c'entri, eccome se c'entri. E allora, in attesa di sapere cosa farai sui prezzi, posso sapere cosa pensi del problema dei salari? E attenzione: qui non basta più ripetere banalmente che "bisogna rinnovare i contratti". Io voglio sapere se il governo ritiene giuste o meno le rivendicazioni. Voglio sapere se ritiene opportuno restituire il fiscal drag, o se invece si vuole assumere la responsabilità di continuare a non farlo. Insomma, io voglio una bussola. Voglio decisioni che rimettano il centrosinistra in sintonia con la parte più sofferente del Paese. Che altro devo dire? Ridateci Donat Cattin...". Dunque, appuntamento a gennaio. Se Prodi non raccoglie, questo invito potrebbe essere davvero l'ultimo. Questione di tattica, che per la Cosa Rossa, prima o poi, dovrà necessariamente coincidere con la strategia. Ma allo stesso modo, per Bertinotti, la tattica offre un'altra formidabile opportunità, stavolta a tutto il sistema politico: il dialogo sulle riforme. Stavolta l'accordo è "una possibilità reale". Nei due poli "si è affermata una larga condivisione su due punti essenziali. Primo: l'attuale sistema istituzionale ed elettorale è un fattore di riproduzione della crisi politica. Dalla Finanziaria al Welfare, tutto dimostra che il bicameralismo perfetto non funziona più. Secondo: la lunga transizione dalla Prima Repubblica è fallita. La barca si è messa in moto nel '93, ma non ha raggiunto l'altra riva, è in mezzo al fiume e va alla deriva con un duplice difetto: le maggioranze coatte (buone per vincere ma non per governare) e il trasformismo endemico. Insomma, questo sistema bipolare è fallito, e tutte le forze politiche hanno capito che se non va in porto una riforma, la crisi istituzionale diventa inevitabile, e travolge tutto. Si apre un panorama da Quarta Repubblica francese". Di qui la convergenza possibile su un nuovo sistema elettorale. "Il sistema proporzionale, con clausola di sbarramento e senza premio di maggioranza, è una soluzione ragionevole", sostiene Bertinotti. "Soprattutto, è coerente con l'evoluzione del quadro politico: il Pd, il Partito del popolo del Cavaliere, la Cosa Rossa, lo spazio al centro. Siamo in una fase costituente di nuove soggettività politiche. La legge elettorale che scegli non è più levatrice del cambiamento, ma è una sua conseguenza. Con il proporzionale torni alla ricostituzione di alcuni fondamenti di democrazia attiva, che sentiamo ormai vacillare. Torni alla radice della Costituzione di 40 anni fa, torni a individuare nei partiti il cardine del sistema. Sei dentro la nervatura della democrazia, che non può non fondarsi sulla rappresentanza". A Rifondazione il ritorno al proporzionale è sempre piaciuto. Normale che il suo leader lo benedica. Meno normale, in questo clima di sospetti, è che benedica anche l'apertura del tavolo con Berlusconi: "Senta, qui bisognerà prima o poi che un certo centrosinistra decida se il Cavaliere è un protagonista della politica italiana, oppure no. Io, che al contrario di Blair considero quanto mai attuale il cleavage destra/sinistra, penso che lo sia. Penso che sia un animale politico, che muove da processi reali di una parte della società, che incorpora l'antipolitica ma dentro una soggettività politica, chiaramente di destra. E penso che Berlusconi abbia preso atto della crisi del sistema e della crisi del centrodestra. Dunque, se rileggo le sue mosse, considero attendibile che anche lui, stavolta, cerchi un accordo per rinnovare il quadro politico-istituzionale". Via libera alle riforme, via libera alla trattativa con il Cavaliere. Anche in questo caso, Prodi non deve innervosirsi. Finalmente è passata l'idea che il dibattito sulla legge elettorale non pregiudica l'esistenza del governo. "Non ci sono due maggioranza diverse, una per il governo, una per la riforma, che si escludono l'una con l'altra". Ma certo, se vuole durare, il Professore deve imprimere una svolta fin dai primi giorni del 2008. In caso contrario, sarà davvero la fine. L'ultima battuta di Fausto dice tutto: "Come vedo Prodi, mi chiede? Con tutto il rispetto, di lui mi viene da dire quello che Flaiano disse di Cardarelli: è il più grande poeta morente...". Visse ancora alcuni anni. Ma gli ultimi furono terribili. Repubblica.it(4 dicembre 2007)
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#2 |
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#3 |
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#4 |
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bertinotti chi??Quello che dice di travaglio "mi fa venire l'orticaria" ? E questo sarebbe un rappresentate del comunismo italico ?
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#5 |
Senior Member
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vai fausto... continua con queste sparate che prima o poi ci riesci, a riconsegnare l'italia in mano al berlusca. complimenti!
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#6 |
Senior Member
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Le prime reazioni di esponenti del Governo
ROMA - Se nell'intervista a Repubblica era stato fin troppo chiaro, quasi brutale, oggi Fausto Bertinotti preferisce tornare nei suoi giudizi sul fallimento dell'Unione usando toni ermetici. "Prodi non è un poeta..." e comunque "è solo una citazione. Il poeta morente era Cardarelli", risponde il presidente della Camera ai giornalisti che gli chiedono di chiarire il suo riferimento a una citazione di Flaiano su "Cardarelli, il più grande poeta morente". Replicando ancora all'osservazione di essere stato forse troppo forte nel suo giudizio sul governo, Bertinotti ha aggiunto: "Ma io sono un uomo forte...naturalmente è ironico". Di certo diverse forze alleate di Rifondazione all'interno dell'Unione hanno ritenuto fuori luogo le parole del presidente di Montecitorio sul "fallimento" del gabinetto Prodi. Secondo il ministro del Lavoro Cesare Damiano, chiamato in causa da Bertinotti per le eccessive concessioni ai centristi nel pacchetto sul Welfare, l'esperienza politica dell'Unione non è stata fallimentare e "il centrosinistra sta attuando il programma dell'unione". "Se la logica è 'tutto e subito' - avverte l'esponente del Pd - nessun governo lo potrà fare". "Soprattutto sui temi sociali - prosegue Damiano - il governo ha portato avanti interventi positivi e importanti" e Rifondazione "dovrebbe andare orgogliosa di questi risultati". Considerazioni simili a quelle espresse da Rosi Bindi. "E' un'affermazione molto forte - dice il ministro per la Famiglia - della quale, penso, il presidente della Camera si assumerà tutte le responsabilità". "Penso - aggiunge la Bindi - che il centrosinistra, anche con l'apporto di Rifondazione, abbia compiuto scelte molto importanti per la vita del Paese. Questo non è un fallimento, ma sono risultati importanti". Critico con Bertinotti anche Clemente Mastella. Ma il leader dell'Udeur non contesta tanto la valutazione sui risultati del governo, quanto l'idea del Prc di chiamare i suoi elettori ad esprimersi con un referendum sulla validità del programma di governo. "Che modo di ragionare è questo? - commenta Mastella - Ora vedo che si va al referendum sul programma di governo. Per me l'esperienza di governo può anche finire prima. Il presidente della Camera dovrebbe dirci se vuol fare come nel '98". E insiste: "Bertinotti è ingiusto con Prodi. Si lamenta? E allora mi lamento anche io perchè la maggioranza a volte è troppo massimalista. La verità è che in una coalizione serve equilibrio". Il Guardasigilli, che ha parlato ai margini di una conferenza stampa a Palazzo Chigi, è entrato anche nel merito delle riforme e del dialogo tra i partiti. Sulla legge elettorale ha detto che bisogna evitare l'egemonia dell'accoppiata Pd-Pdl e ha scomodato la Bibbia per criticare l'ipotesi veltroniana: un testo 'Erode' che "elimina alla nascita i partiti piccoli". "Noi siamo per la governabilità mentre ora ci demonizzano come fossimo una piaga" ha aggiunto, anche se poi ha chiarito che una valutazione sulle proposte presentate sarà fatta alla fine. L'intervista del presidente della Camera non è piaciuta neppure all'Italia dei Valori. "Si potrebbe ragionare a lungo sulle considerazioni espresse da Fausto Bertinotti, e potremmo anche ritrovarci d'accordo con lui su alcuni passaggi - afferma il capogruppo a Montecitorio Massimo Donadi - ma la sua più che un'analisi è un'entrata a gamba tesa nei rapporti tra maggioranza e governo che non si addice a colui che riveste il ruolo di presidente della Camera che per definizione è superpartes". Sottoscrivono invece le affermazioni di Bertinotti le forze dell'opposizione, che le leggono come la conferma della crisi della maggioranza. "Piu' che fallito, potrebbe dirsi a ragione che questo governo è nato morto, travolto in grembo dalle sue contraddizioni politiche d'origine", ironizza il presidente dei senatori di An, Altero Matteoli. Usa l'arma dell'ironia anche Pier Ferdinando Casini. "Con tutto il rispetto per Bertinotti, che il governo Prodi avesse fallito noi lo abbiamo detto da un pezzo - afferma il leader dell'Udc - Lo dicono tutti gli italiani: non c'è un governo così distante dai problemi della gente come quello di Prodi". In vena di sarcasmo, Casini non risparmia però neppure Silvio Berlusconi e i suoi proclami sulle adesioni al nuovo partito. "Il bello delle cifre è che ognuno dà le sue...", commenta l'ex presidente della Camera. Repubblica.it
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#7 |
Bannato
Iscritto dal: Sep 2002
Città: LA CITTA' PLURI-CAMPIONE D'ITALIA!
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La cosa comica è che ne parla cm se lui negli 20 mesi fosse stato in kazakistan.
E' la terza carica istituzionale del paese e ci parla di lontananza degli elettori di sx dalla politica.Io,non i giornalisti prezzolati per carità,gli avrei chiesto dov'era quando mastella mandava gli ispettori a Catanzero.Gli chiederei dov'era quando Di Pietro predicava nel vuoto di un'unione sempre più berlusconizzata. E' in assoluto il personaggio politico che più mi è scaduto da quadno la sx è al governo,non che prima lo venerassi,chiaramente,però mi sembrava uno all'antico,che non si piega;invece,avuta la paltrona,si è zittito come da patti. |
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#8 |
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2006
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appunto
e lui dove era? |
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#9 |
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Iscritto dal: May 2006
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![]() oggi è la seconda carina ... in vena eh ? ![]()
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#10 | |
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#11 |
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Iscritto dal: Jun 2005
Città: Brescia
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la cosa certa è che loro chiunque di quelli si becca 10 /20 mila euro al mese x dire cazzate e fare nulla e gli artigiani che si spaccano 10 ore al gionro x 1 miseria sono li che fanno la fame
ecco la verita cosa volete che gli freghi a quelli dell'italia quando prendono 20 volte il nostro stipendio? vale sempre la legge prima penso a me poi a voi solo che il penso a me non finisce mai |
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#12 |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
Città: Al momento Berlino
Messaggi: 571
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Ma perché al posto di parlare della vita politica Bertinotti (di cui si può discutere in altra sede) non si parla di quanto ha detto?
Secondo me la sua analisi è molto lucida: c'era un programma di coalizione, frutto della mediazione tra le varie forze dell'Unione, che per quanto a tratti vago, delineava alcuni punti chiave inequivocabili. L'ala centrista del governo, puntando sul fatto che per la sinistra un'eventuale uscita dal governo sarebbe stata dannosa sul piano elettorale, ha invece portato avanti delle politiche molto diverse deludendo quegli elettori che avevano votato l'Unione credendo che essa avrebbe fatto anche delle politiche di sinistra. È chiaro che la sinistra non può continuare ad ingoiare rospi, quindi o c'è una svolta nel governo nel segno del rispetto del patto con gli elettori, oppure questa non potrà continuare a sostenerlo. Il governo ha vinto le elezioni sulla base di un programma ben definito, se questo programma non viene rispettato è giusto che vi siano nuove elezioni, con una legge elettorale che altera le percentuali, come quella che ha eletto questo parlamento non ritengo legittimo cambiare maggioranza se non per stabilire una nuova elegge elettorale (mi auguro un proporzionale con un congruo sbarramento nazionale) e tornare alle urne. Ultima modifica di blamecanada : 04-12-2007 alle 18:10. |
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#13 |
Senior Member
Iscritto dal: Jun 2005
Messaggi: 367
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Concordo con blamecanada, però c'è il fatto che il governo è praticamente costretto su ogni ddl a scendere a patti con la peggiore ala centrista, anche singoli senatori come Dini; quindi, se l'azione fosse stata uguale con una maggioranza decente anche al senato, sarei d'accordo con Bertinotti, ma in una situazione così è chiaro che la tendenza al centro è quasi obbligata. Se al senato sei ricattato dai peggiori infiltrati centristi e ogni senatore è determinante, anche volendo, far passare cose di sinistra sul welfare, diritti civili e altro è impossibile; basta che uno non te la vota e ciao. Almeno di non mettere la fiducia e sperare che Mastella, Dini & co ingoino il rospo, ma non so quanto durerebbe il governo in quel modo.
Uscire dal governo? Se cade questo governo, ad esempio sul welfare, .. tornerebbe chi ha votato una legge 30 disastrosa da schiavismo senza nessun limite, almeno adesso qualcosa si è ottenuto; non mi sembra quindi una grandissima idea. Ultima modifica di sander4 : 04-12-2007 alle 18:21. |
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#14 |
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2005
Messaggi: 821
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In Italia è la politica che è fallita. E' la classe dirigente in generale. E' il nostro modello cultural-ruffiano-mafioso e produttivo.
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Tanto poco un uomo si interessa dell'altro, che persino il cristianesimo raccomanda di fare il bene per amore di Dio. (Cesare Pavese) "Sono un liberale di destra, come potrei votare uno come Berlusconi?" Marcello Dell'Utri, fondatore del partito Forza Italia, è stato condannato per mafia. |
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#15 | |
Messaggi: n/a
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Le sue dichiarazioni potrebbero anche essere condivisibili se il governo non fosse ancora in carica. Avrebbe dovuto riflettere di più su quello che ha detto, visto anche che è pur sempre la terza carica dello stato. ![]() |
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#16 | |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
Città: Al momento Berlino
Messaggi: 571
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Da una parte sono infastidito dal governo, dall'altra mi rendo conto della squallida alternativa (la cosa che mi preoccupa di piú è che qualcuno la rimpianga). Certo aumentare le tasse al "ceto medio" per abbassare il cuneo fiscale non è certo stata una mossa intelligente dal punto di vista del consenso. |
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#17 |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
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La politica è lo specchio della società. La classe dirigente c'è perché la maggior parte degl'italiani la accetta perché tutto sommato si rispecchia in essa. Inutile dire "politici ladri" e poi votare partiti pieni di condannati per corruzione, inutile dire che lo Stato chiede troppe tasse quando si è i primi a cercare di truffarlo in vario modo.
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#18 |
Bannato
Iscritto dal: Nov 2007
Messaggi: 16
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dopo una dichiarazione del genere da parte di un alto esponente del "governo" penso non si possa dire piu niente , hanno fallito.
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#19 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2005
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Tanto poco un uomo si interessa dell'altro, che persino il cristianesimo raccomanda di fare il bene per amore di Dio. (Cesare Pavese) "Sono un liberale di destra, come potrei votare uno come Berlusconi?" Marcello Dell'Utri, fondatore del partito Forza Italia, è stato condannato per mafia. |
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#20 |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2006
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eh gia,non ha abolito la proprieta privata,mannaggia.Sara per il prossimo giro.
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