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Usura e racket: Aumenta l'economia sommersa, e lo Stato dov'e?
Contromafie 2006: aumenta l'economia sommersa, e lo Stato dov'e?
... e la mafia non esiste di Michela Bevere 22/11/2006 Usura e racket. Due fattispecie delittuose diverse, ma allo stesso modo economia sommersa, in forte aumento, nel nostro Bel Paese. Anche di questo si è parlato nei tre giorni in cui gli stati generali dell'antimafia, sotto la guida dell'associazione Libera di Don Luigi Ciotti, si sono dati appuntamento a Roma per parlare di due fenomeni, purtroppo, in continua ascesa, e non solo nel sud d'Italia. L'estorsione, considerata una delle più antiche attività della mafia perché legata all'idea del controllo del territorio, consiste, infatti, nel pretendere con violenza o minaccia da un imprenditore o un commerciante il pagamento periodico di una somma di danaro in cambio dell'offerta di 'protezione'. L'usura è invece il prestito di denaro ad interessi altissimi. E sono pochi gli usurai legati alla criminalità organizzata: il fenomeno è in aumento tra i colletti bianchi, come i commercialisti, i bancari, e gli imprenditori o i commercianti che fanno prestiti a dei loro 'amici' in difficoltà. Nella categoria si trova, poi, anche l'usuraio di quartiere, il vicino di casa che investe così il proprio denaro. Proprio il loro esistere 'sommerso' rende difficile stabilire realisticamente la dimensione del fenomeno. Il crollo delle denunce di questi ultimi anni è dovuto, secondo il presidente della Fai (Federazione delle associazioni antiracket e antiusura italiane) Pippo Scandurra, "al permanere di un clima di sfiducia nei confronti dell'azione dello Stato e del venire meno, tranne rare eccezioni, delle collaborazione con le forze dell'ordine". "L'esperienza delle nostre 75 associazioni in Italia - continua - rappresenta un modello vincente, perché la denuncia di uno è la denuncia di tutti. Nessuno è mai stato vittima di minacce o aggressioni". "Evidentemente, però, questo non basta - ribatte così Tano Grasso, presidente onorario della Fai, nonché consulente del sindaco Veltroni per le problematiche legate al tema dell'usura e del racket - sono necessari anche interventi sul territorio, definendo il ruolo degli enti locali, favorendo la crescita dell'associazionismo e del volontariato, e sostenendo con più forza le vittime di usura e racket". E non manca l'attacco all'intervento del premier Romano Prodi il giorno dell'apertura di Libera: "L'aspetto normativo è soltanto un alibi per chi ci governa - spiega Grasso - non possono limitarsi a dire vi facciamo o vi modifichiamo una legge". La grande sfida per il futuro, secondo il presidente onorario della Fai, "è il Consumo Critico lanciato dai ragazzi di 'Addio Pizzo' di Palermo, che sono riusciti a convincere 127 commercianti e 8 mila consumatori a non dare più soldi alla mafia". Questa esperienza sta per decollare anche a Napoli, dove i ragazzi dell'associazione 'Contracamorra' hanno già raccolto l'adesione di 2 mila consumatori. Ma nel capoluogo partenopeo ci sono già 5 associazioni, mentre nel regno di Totò Cuffaro ne dovrebbe nascere una tra poco, che avrà anche il ruolo di coordinamento regionale. A queste si aggiungono quelle di Gela, Termini Imerese e Lamezia Terme. La giornata dedicata al tema "Liberare l'economia" è stata anche un'occasione per fare un bilancio, a sette anni dall'approvazione della legge 44/99 ed a dieci della legge 108/96 delle loro concrete applicazioni e delle aspettative realizzate. E' emersa l'esigenza di creare la figura del tutor per trasformare la lotta al racket e all'usura in un occasione si sviluppo economico, dando assistenza gli imprenditori che vogliono investire nelle zone a rischio. Occorre poi rendere più tempestivo l'aiuto alle vittime, perchè tante volte le prefetture non sono stati disponibili alla collaborazione nell'applicazione della legge 44/99, sottovalutando il ruolo svolto dall'associazionismo. Rimane la questione del Fondo di prevenzione dell'usura e lo stanziamento di fondi per finanziare fondazioni ed associazioni antiusura e confidi. In questi anni migliaia di cittadine e cittadini sono stati salvati dall'usura attraverso queste politiche di prevenzione, ma l'esperienza ha evidenziato come la concessione del mutuo decennale, può essere insufficiente ad assicurare il recupero economico ed imprenditoriale della vittima, tra banche ed imprenditori. Un ulteriore problema è però che dal 2002 il Ministero del Tesoro e delle Finanze non finanzia questo il Fondo di prevenzione dell'usura. Quindi, forze del centrosinistra al lavoro, non deludeteci ancora una volta. http://www.rivistaonline.com/Rivista...i.aspx?id=2975
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