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#1 |
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Margherita, bufera per le tessere del partito inviate per posta
Bufera nella Margherita per le tessere del partito inviate per posta
Sabato, 14 ottobre La vigilia della fase congressuale si fa calda nella Margherita, la gestione del tesseramento diventa oggetto di battaglia politica ed oggi è stato lo stesso Francesco Rutelli, secondo quando apprende Apcom, ad intervenire con decisione sulla questione chiedendo chiarimenti "entro lunedì" in una lettera inviata al responsabile del tesseramento Salvatore Ladu, al responsabile organizzazione Nicodemo Olverio, al tesoriere Luigi Lusi e per conoscenza al coordinatore dell'esecutivo Antonello Soro e al presidente dell'assemblea federale della Margherita Willer Bordon. La questione era oggetto di discussioni da tempo nel partito e anche mercoledì scorso, durante la cena tra i big della Margherita a casa Rutelli, era stata oggetto di un acceso botta e risposta tra Arturo Parisi e Franco Marini: al presidente del Senato che ricordava il 'peso' degli ex popolari tra i tesserati, Parisi aveva replicato spiegando che in molte città "ci sono più tessere che voti...". Quindi, dopo che ieri sera Striscia la notizia' ha rivelato il caso di alcune 'tessere fantasma' ricevute da persone che non le avevano chieste, Rutelli ha ritenuto di dover intervenire e chiedere spiegazioni, come si legge nella missiva. "Con grande clamore - scrive Rutelli - 'Striscia la notizia' ha raccolto le segnalazioni di alcuni cittadini che hanno ricevuto una tessera della Margherita pur non avendo aderito. Noi dobbiamo intervenire con estremo rigore e precisione, poiché siamo chiamati a dare risposte puntuali e rassicuranti all'opinione pubblica". Rutelli, nella lettera al responsabile delle tessere, chiede una verifica dei casi segnalati e una "relazione al più tardi entro lunedì". Scrive il presidente Dl: "Può trattarsi di errori oppure di provocazioni (cosa possibile, visto che abbiamo adottato una procedura di adesione direttamente aperta al pubblico, e che dunque si può prestare a intrusioni per danneggiare il partito) oppure casi di raccolta di adesioni all'insaputa delle persone coinvolte (cosa assai grave e che comporterebbe forse violazioni di legge e violazioni della privicy vista la trasmissione anche di dati anagrafici riservati)". Continua Rutelli, rivolto a Ladu: "Ti chiedo: di accertare la natura dei casi finora segnalati e pervenuti al partito; di trasmettermi entro brevissimo tempo - al più tardi lunedì un a relazione in merito; di procedere subito all'identificazione , nel caso di azioni non corrette, dei nominativi di chi ha trasmesso i dati ( poiché certamente gli indirizzari sono stati a noi inviati da qualche responsabile locale. Sottolineo nuovamente che questi casi vanno affrontati con rigore e puntualità). Ti ringrazio molto e ti saluto con amicizia". La lettera con cui Rutelli chiede chiarimenti sulle 'tessere fantasma' è stata accolta positivamente da Willer Bordon e dall'area parisiana. Secondo quanto si apprende, Bordon avrebbe risposto alla lettera di Rutelli ricordando che la questione era stata più volte sollevata da Arturo Parisi e dai parisiani nei vari organi di partito. Ma Bordon avrebbe chiesto a Rutelli anche di riattivare la 'commissione per il tesseramento', istituita diverso tempo fa proprio per verifcare i meccanismi usati per raccogliere nuove adesioni al partito. "Già altre volte - avrebbe detto Bordon a Rutelli - Parisi ed io ed anche Soro abbiamo fatto notare che in molte zone d'Italia risultano percentuali di adesione alla Margherita del tutto improbabili, quando non irreali, rispetto ai voti ricevuti. Anche a Roma". I parisiani, insomma, vogliono che anche la 'commissione per il tesseramento' venga riconvocata per affrontare la situazione. Ma non sono solo Bordon e i parisiani ad essere in fibrillazione. Anche gli uomini vicini a Rutelli, sia pure a microfoni spenti, spendono parole assai poco gentili nei confronti dei 'mariniani'. "Hanno esagerato - spiega uno dei dirigenti rutelliani - almeno potevano evitare di mandare le tessere a casa delle persone...". Per un altro rutelliano, la lettera del leader a Ladu e Oliverio è "un attacco a Marini. Del resto, si può pensare che il tesseramento sia oggettivamente gonfiato: risultano 450 mila iscritti! Un po' troppi". In questo caso, il dirigente Dl non trae subito conclusioni: "Potrebbero anche essere errori, a livello centrale non si riesce a controllare tutto. Però qualcosa che non va c'è". Qualche ex popolare replica: "Quando il tesseramento è aperto, vuol dire che abbiamo fatto la scelta di non fare un partito di signori delle tessere. E con le procedure aperte ognuno poteva iscriversi direttamentea Roma: su 450 mila potrà anche capitare che qualcuno, magari della Cdl, abbia voluto creare un caso...". I conti però non tornano, perché "è singolare che anziché rivolgersi al partito (i cittadini che hanno ricevuto tessere senza chiederle, ndr), siano andati a 'Striscia la notizia', nonostante nella lettera di iscrizione sia prevista la cancellazione in caso di errori... Non vorrei che qualcuno abbia voluto strumentalizzare". (canisciolti.info)
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#2 |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2005
Città: Napoli
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Ma poi a che pro avrebbero dovuto tesserare fraudolentemente ignare persone? Mica il partito riceve finanziamenti proporzionali agli iscritti?
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#3 | |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2000
Città: Roma
Messaggi: 1784
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Quote:
Si chiama "metodo P2", ovvero iscrivi anche chi non ne sa nulla tanto per far vedere che sei importante e hai tanti iscritti anche tra personaggi di rilievo... ![]()
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La mia config: Asus Z170 Pro gaming, Intel i5 6600k @4.5Ghz, cooler master 212x, corsair vengeance 8Gb ddr4 2133, SSD sandisk ultra II 480Gb, Gainward GTX960 4Gb, Soundblaster Z, DVD-RW, ali Corsair CX750M, Case Thermaltake Suppressor F31 |
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#4 |
Junior Member
Iscritto dal: Jan 2006
Messaggi: 16
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All'interno di un partito ci sono più galli!!
Il gallo che porta più "galline ovaiole" conta di più!! ![]() E' una "pratica" nota in poltica, alcuni ne comprano centinaia a loro spese, e poi le "regalano" alle sedi.(immaginate chi ha più soldi quanto conta!! ) Aloa |
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#5 |
Senior Member
Iscritto dal: Jul 2004
Città: verona
Messaggi: 1467
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la serieta' al governo !
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#7 |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2005
Città: Napoli
Messaggi: 6817
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Voglio vedere gli altri partiti, però, se sono puliti...
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#8 | |
Junior Member
Iscritto dal: Jan 2006
Messaggi: 16
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Quote:
![]() Dopotutto è una "guerra" in famiglia , una questione tutta a porte chiuse!! Il culmine lo si vede quando si deve decidere la "scala" delle liste elettorali:nessuno vuole essere "trombato" ,e allora , ecco uscire le "truppe cammellate" ![]() Aloa |
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#9 |
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2001
Città: Lazio Età: 52 ex mod
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Nella Margherita non si trova l'accordo sul problema del tesseramento
Martedì, 24 ottobre E' sempre braccio di ferro sul tesseramento all'interno della Margherita. La riunione di ieri sera del Comitato per il tesseramento, non ha prodotto nulla di nuovo. Nessuno ha compiuto un passo verso l'altra parte e pertanto alla riunione della direzione di venerdi' prossimo (ore 12 nella sede nazionale della Margherita) si dovrebbe entrare con i rigidi schieramenti di oggi. Di fronte alla richiesta di Rosy Bindi per un azzeramento del tesseramento e di una sua riedizione ex novo, la componente ulivista ha presentato una subordinata che consiste in maggiori verifiche. In sostanza il controllo verrebbe affidato alle federazioni provinciali del partito che le verifiche le dovrebbero fare a livello locale con l'istituzione di appositi comitati. Il tutto in 20-25 giorni, il che comporterebbe uno spostamento del congresso nazionale di primavera (la data non e' stata ancora fissata) al massimo di un mese, ad esempio da aprile a maggio. A questa proposta e' stato risposto di no da parte dei rutelliani e dei mariniani con la motivazione che non c'e' tempo perche' il rischio di uno slittamento del congresso oltre un mese non e' una cosa astratta. E questo mentre e' in gioco l'iter del Partito Democratico con lo svolgimento in parallelo dei congressi di Margherita e Ds. A questo punto, a meno di qualche iniziativa nelle prossime ore, la questione del tesseramento sara' presa in esame dalla direzione del partito alla quale gli ulivisti minacciano di non partecipare, arrivando cosi' ad una contestazione della validita' stessa del tesseramento che sara' la base del congresso nazionale che dovra' dire Si' o No al Partito Democratico. (canisciolti.info)
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#10 | |
Junior Member
Iscritto dal: Aug 2006
Città: Piemonte
Messaggi: 1
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Quote:
Il primo che avvicinandosi la formazione del partito democratico la Margherita vuole contare di più quindi aumenta il numero degli iscritti. Secondo è una pratica utilizzata dai signorotti di partito che iscrivendo più persone accrescono la loro importaza e hanno maggiore rilievo nel partito. |
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#11 |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
Città: Roma
Messaggi: 373
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Io mi sono trovato in una situazione simile con il partito di d'antoni, democrazia europea, andai ad una cena elettorale diversi anni fa, e ad un certo punto passarono con dei moduli a prendere i dati personali ma a soli fini statistici c'era scritto, dopo un mesetto mi arrivo a casa una bella lettera con tanto di tessera e mi ritrovai iscritto a Democrazia Europea e con me anche mio cugino, quale onore, chiamando la sede del partito mi fu detto, "ma non si preoccupi il primo anno è gratis se la tenga poi il prossimo anno se proprio non vuole più far parte del nostro glorioso partito non la rinnova" bha ma che adottano la procedura delle carte di credito?
Si vede che avevano bisogno di tesserati. L'anno appresso per fortuna il partito era già chiuso ma mi arrivo una simpatica lettere che mi diceva che il mio glorioso partito aveva aderito all'UDC, ma andate a cagher. ![]() |
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#12 |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
Città: PD
Messaggi: 11725
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TESSERE AGLI ESTROGENI
Uliwood Party di Marco Travaglio, L'Unità L’indulgenza con cui i partiti alleati e avversari trattano lo scandalo delle tessere gonfiate della Margherita è più che comprensibile: un censimento a tappeto dei tesseramenti ne scoprirebbe di tutti i colori, non solo nei Dl. Ora, se la cosa riguardasse gli affari interni dei partiti, affari loro. Ma il fatto è che ancor oggi i partiti (grazie all’ultima legge elettorale) nominano i parlamentari, oltre ad avere in pugno il governo e gli enti locali, ma anche la Rai, le municipalizzate, le società miste, gli appalti, le Asl, le università, i concorsi pubblici, le consulenze e così via. E allora la selezione delle classi dirigenti dei partiti non è cosa loro, ma cosa nostra. Questa selezione, nella seconda come nella prima Repubblica, si fonda perlopiù sul tesseramento (a parte Forza Italia, che è un partito padronal-dittatoriale): chi ha più tessere più conta. Vince i congressi locali e nazionali. Poi sistema se stesso e gli amici nei posti chiave delle liste elettorali e di tutti i settori della società che i partiti abusivamente controllano. Per avere più tessere i metodi sono due. O si convincono le persone, una per una, a iscriversi e a versare la relativa quota. O si iscrivono persone inconsapevoli (o meglio ancora defunte o inesistenti, così non si lamentano), pagando la tessera al posto loro. Tangentopoli non fu solo una storia di grandi ruberie. Fu anche una storia di furbetti che, per far carriera nei partiti e dunque dappertutto, rubavano per far incetta di tessere fasulle. Mario Chiesa era già ricco di suo. Quando Di Pietro gli domandò che bisogno avesse di prender tangenti nell’ospizio, rispose: «Volevo diventare sindaco di Milano e avevo bisogno di tante tessere del Psi e di tanti soldi per sostenere le campagne elettorali dei leader». Non volendo pagare migliaia di tessere fasulle di tasca sua, taglieggiava gl’imprenditori, che a loro volta scaricavano i costi sui contribuenti. Un giorno il pool di Mani Pulite fece arrestare due signori delle tessere, uno della Dc e uno dei Psi. Quando il pm Davigo andò a interrogarli, quello della Dc disse di quello del Psi: «Avete fatto bene ad arrestarlo: tesserava interi caseggiati, un vero farabutto». «Sì * obiettò Davigo -, ma anche lei tesserava interi caseggiati”. “E’ vero *spiegò quello-, ma lui tesserava i caseggiati che avevo già tesserato io». Anche e soprattutto questo fu Tangentopoli. A parte i ladri per professione o per vocazione, c’erano tanti ladri per necessità: volendo diventare qualcuno, non avevano che da rubare. Nei partiti faceva carriera chi rubava. Chi portava soldi e dunque tessere aveva l’elezione assicurata. Chi portava idee e competenze disturbava: finiva in coda alle liste e, dopo un paio di trombature, cambiava mestiere o, avendone uno, tornava a quello. Per questo rubare per il partito è molto più grave che rubare per sé. Nel 2001 fu arrestato per tangenti Luigi Odasso, direttore forzista dell’ospedale torinese Molinette. Ai giudici fece lo stesso discorso di Chiesa: «Volevo diventare sottosegretario alla Sanità. Ma dovevo scalare il partito a suon di tessere. E per pagarle chiedevo tangenti». Il segretario regionale di FI cadde dalle nuvole: «Scalava il partito e non ce ne siamo accorti». Càpita, se i partiti hanno regole meno rigorose delle bocciofile. Don Luigi Sturzo, negli anni 50, propose di dotarli di personalità giuridica, con rigidi controlli sui bilanci e sul resto, come nelle aziende. Ma lo presero per matto e non se ne fece nulla. Mezzo secolo dopo, siamo daccapo. Un partito spedisce tessere per posta a gente che non le ha mai chieste; in Sicilia gli iscritti sono 800, ma ne risultano 1700 perchè li han segnati due volte; e in 10 comuni della Calabria ha più tesserati che elettori. Anche nei Ds ci furono polemiche, quando si scoprì una moltiplicazione di tessere proprio alla vigilia degli ultimi congressi. Il fenomeno, senza controlli rigorosi (perché, per esempio, non pubblicare su internet gli elenchi completi degli iscritti di tutti i partiti, così che ciascuno possa controllare?), è destinato a moltiplicarsi in vista dell’annunciata fusione Ds-Dl nel Partito Democratico: se l’unità di misura sono le tessere degli iscritti - e non, per esempio, il voto degli elettori - vince chi ne getta sul tavolo una più dell’altro. Come i vitelli agli anabolizzanti, come gli atleti agli steroidi. È il doping della politica, un po’ più grave di quello delle Iene. Chissà se Piercasinando, fautore dell’antidoping obbligatorio, parlava delle tessere agli estrogeni.
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