Garmin Forerunner 620: lo sportwatch per chi vive di corsa

Garmin Forerunner 620: lo sportwatch per chi vive di corsa

Il podista appassionato non vuole più fare a meno di uno smartwatch con il quale poter tenere traccia delle proprie attività di corsa, così da capire quanto e come si è corso. Tra i vari modelli che Garmin propone sul mercato Forerunner 620 spicca per alcune soluzioni tecniche peculiari che ne fanno lo sportwatch più completo per gli appassionati di corsa

di pubblicato il nel canale Periferiche
Garmin
 

Tempo di contatto, cadenza e oscillazione verticale

Una delle principali novità di Forerunner 620 riguarda la possibilità di tenere traccia di quelle che Garmin definisce come metriche di corsa: si tratta della cadenza, del tempo di contatto e dell'oscillazione verticale che caratterizzano un atleta durante l'azione di corsa. Garmin ha reso disponibile il video seguente, con il quale (in lingua inglese) sono molto efficacemente spiegate in cosa consistano queste 3 metriche di corsa e come Forerunner 620 le riporti per ogni uscita effettuata.

In cosa consistono le metriche di corsa?

  • cadenza: è il numero di passi che un'atleta esegue durante l'azione di corsa in un minuto. In genere questa metrica viene riportata con riferimento ad un solo piede (esempio: cadenza 90 passi al minuto con riferimento al piede sinistro) mentre nella reportistica di Garmin Connect Forerunner 620 indica la cadenza combinata di entrambi i piedi (nell'esempio appena citato otteniamo una cadenza complessiva di 180 passi al minuto). Maggiore è la cadenza, a parità di altre caratteristiche, superiore sarà la velocità. La cadenza è un dato che varia molto da atleta ad atleta; quale regola generale segnaliamo che atleti più alti tendono ad avere una cadenza più ridotta rispetto ad atleti più bassi. In generale la stragrande maggioranza degli atleti ha una cadenza compresa tra 150 e 200 passi al minuti, a prescindere dalla loro velocità di corsa, con un compromesso ideale dato da circa 180 passi al minuto.
  • tempo di contatto: è il tempo durante il quale il piede mantiene contatto con il terreno, espresso in millisecondi. Minore questo dato più veloce sarà la nostra azione di corsa, in quanto un tempo di contatto ridotto permette di ottenere una risposta di corsa più rapida. La maggior parte degli atleti ha un tempo di contatto medio compreso tra 190 e 330 millisecondi; gli atleti elite hanno tipicamente un tempo di contatto a terra inferiore a 200 millisecondi.
  • oscillazione verticale: indica lo spostamento verso l'alto del corpo del corridore durante l'azione di corsa. Più contenuta è l'oscillazione verticale più efficiente sarà l'azione di corsa, e quindi tipicamente più veloce, in quanto saranno minimizzati gli spostamenti verticali che non permettono di avanzare ma che sono indispensabili per poter procedere con l'azione di corsa. L'oscillazione verticale media è compresa tra 6 e 13 cm e anche in questo caso è influenzata dall'altezza dell'atleta.

Forerunner 620 riporterà nella nostra sessione i dati delle metriche di corsa a condizione che sia stata indossata la fascia cardio HRM-Run, la quale integra al proprio interno un accelerometro. Questa fascia, come vedremo più in dettaglio in seguito, è indispensabile anche qualora si voglia ottenere il calcolo del VO2 max oltre che la funzionalità di avviso di recupero.

Tramite Garmin Connect, una volta scaricata la traccia del nostro allenamento, potremo analizzare il comportamento di corsa registrato per queste 3 grandezze unitamente a quello del battito cardiaco e, ovviamente, all'altimetria del percorso e alla velocità della nostra azione. Di seguito riportiamo una traccia di esempio: si tratta di una sessione da 17,3 km di lunghezza composta da 3 km iniziali di riscaldamento, una sessione di ripetute 3x3km a 3'57'' al km di passo con recupero tra le serie di 1km corso a ritmo attorno a 4'40'' al km. A seguire 1 km corso a 3'45'' al km, recupero 90' di corsetta blanda e a chiudere defaticamento per circa 1 km. Questo allenamento, complesso per quanto riguarda sia l'intensità di corsa sia i vari passaggi, permette di ben osservare come le 3 grandezze della metrica di corsa tendano a variare in misura sensibile in funzione del passo e di quanto la corsa sia spinta vicino ai nostri limiti.

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L'intensità dell'azione di corsa è ben visibile dall'andamento della frequenza cardiaca: bassa nei primi 3 km di riscaldamento, con un innalzamento in concomitanza con le 3 ripetute da 3 km ciascuna e un calo parziale durante il recupero attivo di 1 km tra le ripetute. Notiamo anche il picco in occasione dell'ultimo km corso a ritmo forte, con il brusco calo nei 90 secondi di corsa blanda e l'andamento nel recupero finale.

Il secondo grafico riporta i dati della cadenza: questa aumenta, come è logico del resto, nel momento in cui si passa all'azione più veloce andando ad avvicinarsi a 200 passi al minuto e scendendo anche sotto quota 180 nelle fasi di recupero.

L'oscillazione verticale è più accentuata nella fase di riscaldamento mentre diminuisce con il velocizzarsi dell'azione di corsa. Anche in questo caso l'accelerare conduce ad un miglioramento dell'azione di corsa, con frequenza incrementata e oscillazione verticale più contenuta.

L'ultimo grafico riporta il tempo di contatto al suolo, che segue dinamiche simili a quelli dell'oscillazione verticale.

I grafici riportano le varie metriche con colorazioni differenti, seguendo in questo una caratteristica propria di Garmin Forerunner 620. E' nello stesso Garmin Connect che scopriamo il perché di questa scala cromatica: viola è quella alla quale corrispondono le prestazioni migliori, seguita dai colori blu, verde, arancio e rosso ai quali corrispondono velocità di corsa per lo specifico atleta che sono più contenute.

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I riferimenti medi sono stati ottenuti da Garmin analizzando il comportamento di diversi corridori, caratterizzati da azione di corsa e prestazioni molto differenti tra di loro. Possiamo sintetizzare affermando che se la nostra colorazione di riferimento sarà di un certo tipo è molto probabile che anche l'indicazione del nostro VO2 max, della quale parliamo in seguito, ricada in quell'intervallo medio.

 
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