Google, i riassunti IA favoriscono i grandi editori: piccole testate in difficoltà

Google, i riassunti IA favoriscono i grandi editori: piccole testate in difficoltà

Un nuovo studio condotto su oltre 75 mila risposte di AI Overviews rivela come alcuni dei grandi editori americani ottengano il 31% delle citazioni totali, mentre solo una risposta su cinque include fonti giornalistiche di minore rilevanza. I primi dieci editori catturano quasi l'80% delle menzioni, creando così un sistema fortemente sbilanciato.

di pubblicata il , alle 09:21 nel canale Web
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Le panoramiche generate dall'intelligenza artificiale di Google (AI Overviews) stanno ridisegnando il panorama dell'informazione digitale, creando però un sistema di citazioni fortemente concentrato che penalizza gli editori di dimensioni ridotte. L'analisi condotta da SE Ranking su 75.550 risposte AI Overviews ha evidenziato come soltanto il 20,85% di queste contenga riferimenti a organi di stampa diretti.

Il fenomeno più rilevante emerso dalla ricerca riguarda la distribuzione delle citazioni: tre testate - BBC, The New York Times e CNN - raccolgono da sole il 31% di tutte le menzioni nei risultati generati dall'intelligenza artificiale. La BBC guida la classifica con l'11,37% delle citazioni totali, un dato particolarmente significativo considerando che lo studio si è concentrato su query provenienti dagli Stati Uniti. La concentrazione diventa ancora più evidente analizzando i numeri complessivi: appena 12 testate, che rappresentano il 40% del campione analizzato, ottengono quasi il 90% delle menzioni disponibili.

Disparità evidenti tra grandi e piccoli editori su AI Overviews: i dati dello studio

Le differenze tra i principali attori del mercato editoriale e quelli minori risultano particolarmente marcate: la ricerca di SE Ranking ha documentato come BBC appaia 195 volte più frequentemente rispetto al Financial Times per le medesime parole chiave. Testate rinomate come Financial Times, MSNBC, Vice, TechCrunch e The New Yorker, considerate nel loro insieme, rappresentano meno dell'1% di tutte le citazioni giornalistiche generate dalle AI Overviews.

Il coefficiente di Gini utilizzato per misurare la disuguaglianza delle citazioni ha registrato un valore di 0,54, dove 0 indica perfetta equità e 1 massima disparità. Il punteggio, in pratica, evidenzia uno squilibrio moderato ma significativo nella distribuzione delle citazioni tra le diverse fonti informative. Google sembra privilegiare fonti considerate più affidabili o pertinenti, creando così un pregiudizio sistematico verso i principali organi di stampa. Lo studio ha analizzato anche la relazione tra citazioni di AI Overviews e posizionamento tradizionale nei risultati di ricerca: il 40% degli URL menzionati nelle panoramiche dell'intelligenza artificiale compare tra i primi dieci risultati di ricerca organici per le stesse parole chiave. Tuttavia, il restante 60% proviene da posizioni inferiori, suggerendo che i sistemi AI valutino fattori diversi rispetto al semplice ranking tradizionale, privilegiando segnali di autorità e qualità dei contenuti.

La gestione dei contenuti a pagamento presenta ulteriori criticità. Tra le risposte AI Overview che rimandano a materiale protetto da paywall, il 69% contiene segmenti copiati di almeno cinque parole, mentre il 2% include porzioni più lunghe di dieci parole. Per editori premium come New York Times e Washington Post, oltre il 96% delle citazioni proviene da contenuti a pagamento, ma solo il 15% delle risposte con segmenti copiati lunghi include un'attribuzione adeguata. Le modalità di citazione seguono pattern specifici, secondo lo studio: quando le AI Overviews includono fonti giornalistiche, la media è di 1,74 citazioni per risposta, ma il 91,35% delle citazioni appare nella sezione dei link anziché nel testo principale delle risposte. Le testate hanno quattro volte più probabilità di essere citate tramite collegamento ipertestuale rispetto alla menzione diretta del nome, anche se oltre il 26% delle menzioni del brand appare senza link, spesso perché le informazioni vengono acquisite attraverso aggregatori piuttosto che dagli editori originali.

La tipologia di query influenza significativamente le possibilità di citazione. Le ricerche relative a notizie hanno una probabilità 2,5 volte maggiore di includere citazioni dei media rispetto a query generiche, con tassi rispettivamente del 20,85% contro l'8,23%. Tale dato suggerisce opportunità specifiche per gli editori che riescono a posizionarsi come fonti di riferimento per argomenti di attualità o breaking news, sebbene la tendenza generale continui a favorire i grandi operatori del settore.

Lo studio conclude suggerendo che "le fonti originali sono marginali nelle risposte dei suggerimenti AI di Google, anche per domande chiaramente correlate alle notizie". Solo il 20,85% delle risposte cita una fonte di notizie e solo lo 0,09% si affida esclusivamente ai media. I suggerimenti, insomma, tendono a favorire contenuti generici e di riferimento rispetto al giornalismo tradizionale. Allo stesso tempo, quando le AIO si affidano ai domini di notizie, questi sono di solito i principali organi di informazione (con la BBC, il New York Times e la CNN che rappresentano il 31% di tutte le citazioni dei media). È interessante notare che, nonostante la maggior parte delle domande siano focalizzate sugli Stati Uniti, i media britannici, in particolare la BBC, sono citati più frequentemente di molte importanti fonti americane.

Lo studio non vuole rappresentare "un verdetto" finale, si legge inoltre nelle conclusioni, anche perché è probabile che Google tenda ad aggiornare costantemente gli algoritmi e quindi i modelli di valutazione cambieranno costantemente nel corso del tempo al fine di favorire un bilanciamento più adeguato fra fonti originali e grandi testate giornalistiche.

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