Stampanti InkJet

In questa guida sono state analizzate le due tecnologie che caratterizzano le attuali InkJet, cioè le tecnologie Bubble Jet e Piezoelettrica; per ognuna di esse si sono curati tutti gli aspetti legati sia alla velocità che alla qualità di stampa senza tralasciare una analisi dei costi, cioè la vera e propria nota dolente per questa tipologia di periferiche
di Luca Ruiu pubblicato il 04 Gennaio 2001 nel canale PerifericheQualità di stampa - definizione
La stampa fotografica ha la necessità di riprodurre sul foglio delle sfumature che siano le più continue possibili per dare quell'effetto realistico alle immagini tipico proprio delle foto; il problema consiste nel fatto che la stampante crea l'immagine sul foglio per punti e può disporre di un numero limitato di colori base da poter combinare e gestire in modo ottimale. I colori base utilizzati sono il ciano, magenta, giallo, nero e bianco, quest'ultimo ottenuto semplicemente lasciando dei punti non colorati sul foglio, anche se le ultime stampanti commercializzate ed ottimizzate per la stampa fotografica hanno visto la presenza di un numero maggiore di colori dai 6, per EPSON, ai 7 per CANON, come appare dalle foto allegate e prelevate dai siti delle rispettive case.
Le variazioni cromatiche tra i colori
chiari e scuri vengono realizzate combinando punti di colore base con punti di colore
nero, oppure punti di colore base con punti lasciati appositamente bianchi, cioè
riducendo la densità dei punti colorati quindi il loro numero per unità di superficie.
L'uso dei punti neri genera però il cosiddetto effetto granulare che si può notare
guardando l'immagine stampata con una lente, così come l'uso dei punti bianchi riduce la
capacità della stampante di definire i dettagli dell'immagine che si sta creando. La
soluzione ottimale per l'aspetto qualitativo in stampe fotografiche è quella di ridurre
la dimensione dei punti e quindi utilizzare testine in grado di generare gocce di
inchiostro sempre più piccole per avere un miglior dettaglio, risoluzione e sfumature, e
cercando di adottare un maggior numero di
colori; è ovvio che entrambi questi aspetti hanno dei limiti fisici non superabili. La
continua ricerca e i continui perfezionamenti delle tecnologie di stampa, hanno
progressivamente portato le maggiori case costruttrici ad individuare quello che possiamo
considerare il miglior compromesso tra i due aspetti prima evidenziati, puntando sulla
riduzione delle dimensioni delle gocce di inchiostro con particolari tecnologie che
andremo poi a descrivere e puntando sulla concentrazione dei punti di colore base nelle
varie zone del foglio per creare l'effetto cromatico di sfumature continue. E' ovvio che
tutto questo è strettamente connesso alla qualità dell'inchiostro (fluidità, tempi di
essiccazione, compatibilità con la tecnologia adottata per la testina di stampa per
ottenere gocce di forma e di dimensioni volute e cosi' via), della testina di stampa, alla
precisione meccanica della movimentazione foglio-testina, alla qualità del software, e
quindi dei driver che gestiscono la periferica e così via. Qui a lato vediamo un
particolare di come viene movimentata la testina di stampa unitamente ai serbatoi di
inchiostro; possiamo notare una cinghia dentata che sposta in direzione orizzontale la
testina e dei supporti cilindrici su cui viene fatto scorrere tutto il supporto
testine-serbatoi. In genere le stampanti hanno due differenti motori, uno movimenta la
testina di stampa e l'altro il foglio, provvedendo al suo caricamento, avanzamento ed
espulsione; ora alcune stampanti sono dotate di ben tre motori per limitare al massimo gli
errori di posizionamento.
Ricapitolando possiamo dire che alla base di tutto il discorso qualitativo ci sono le
tecnologie sviluppate per ridurre le dimensioni delle gocce, il miglioramento
dei materiali di consumo ed infine l'ottimizzazione dei driver di stampa.