iPhone 3G, il telefono della Mela in Italia

Analizziamo il cellulare di Apple che tanto ha fatto scalpore e che finalmente è arrivato in Italia. App Store, iTunes e le novità del firmware 2.0, le funzionalità multi-touch, la navigazione con Safari e le tariffe proposte dai gestori mobili italiani. Scopriamo insieme il telefono della mela mordicchiata
di Andrea Bai , Roberto Colombo pubblicato il 01 Agosto 2008 nel canale AppleAppleiPhone
App Store
Una delle novità più sostanziose introdotte da Apple con la distribuzione del firmware 2.0 per iPhone e con l'immissione in commercio della versione 3G del proprio cellulare è la possibilità per sviluppatori software di terze parti di realizzare le proprie applicazioni per la piattaforma mobile della Mela.
La versione precedente del firmware di iPhone, infatti, non consentiva l'installazione di alcuna applicazione se non ricorrendo a soluzioni non ufficiali e comunque non autorizzate o riconosciute dalla stessa Apple. L'impossibilità di utilizzare software di terze parti su iPhone è stata una una scelta aspramente criticata da parte del pubblico e del mercato, che Apple ha giustificato con la volontà di mantenere il proprio cellulare al sicuro dai tradizionali problemi di sicurezza che possono affliggere i moderni cellulari evoluti.
La riluttanza della Mela nell'aprire indiscriminatamente a terzi le serrature dei propri scrigni è ben nota ed è per tale motivo che la scelta di supportare applicazioni di terzi è stata portata avanti in una maniera piuttosto Apple-style, con il lancio di App Store.
Con iTunes che nel corso del tempo sta assumendo sempre più l'aspetto del "centro nevralgico" per la gestione dei dispositivi mobile di Apple, App Store può essere visto come un piccolo negozio all'interno del grosso "centro commerciale virtuale" che è iTunes Store.
Tramite App Store Apple mette a disposizione del pubblico programmi, utili e meno utili, che gli sviluppatori interessati hanno voluto sviluppare per iPhone e per il "fratello minore" iPod Touch. Forte dell'esperienza e del successo di vendite perpetrati con iTunes Store e i brani musicali, Apple ha approntato un modello di business abbastanza interessante: il prezzo all'utente finale è deciso direttamente dagli sviluppatori, che hanno anche la possibilità di proporre le proprie opere in forma gratuita. Sul prezzo all'utente finale Apple tratterrà una percentuale, mentre il restante arriverà direttamente nelle tasche del produttore.
La proposta di applicazioni presenti su App Store è ad oggi già abbastanza nutrita, considerando il debutto poco più di due settimane fa: si contano infatti più di mille applicazioni, il 30% circa delle quali proposte gratuitamente. Per quanto riguarda le applicazioni distribuite a pagamento, la stragrande maggioranza sono in vendita ad un prezzo tra i 2 e gli 8 euro, mentre si contano sulla punta delle dita quelle commercializzate a cifre più importanti, a partire da 15 euro per spingersi in rarissimi casi sino a 99 euro. Le applicazioni sono scaricabili sia tramite iTunes, sia direttamente dal cellulare: entro i 10MB si potrà scaricarle tramite le reti cellulari, sopra i 10MB solo tramite WiFi.