Tassa di rappresaglia: il decreto Franceschini è legge

Tassa di rappresaglia: il decreto Franceschini è legge

Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale di ieri, entra in vigore il contestatissimo decreto per la determinazione del compenso per la riproduzione privata

di pubblicato il nel canale Telefonia
 

Arrivano le tasse di rappresaglia rimodulate

Alla fine il tanto criticato decreto è arrivato; quello che aumenta o, per dirla come la nota ministeriale, rimodula le tariffe della tassazione di rappresaglia che sarà applicata a ogni dispositivo in grado di registrare o riprodurre contenuti multimediali. Ad onor del vero la rimodulazione è in alcuni casi al ribasso, sebbene su prodotti obsoleti acquistati da sempre meno gente. Arrivano invece nuove categorie merceologiche e aumenti sui prodotti più venduti, come era lecito attendersi e nella misura di cui abbiamo già avuto modo di anticipare in un precedente articolo, Firma al decreto "equo compenso": sempre più #iniquocompenso.

Le nuove tariffe sono apparse proprio questa sera sulla Gazzetta Ufficiale, decretandone così l'entrata in vigore in sostituzione delle normative attualmente vigenti in materia, quelle introdotte dal Decreto Bondi nel corso dell'anno 2009. Quello che troverete nella Gazzetta Ufficiale sono due pagine di preamboli quasi esclusivamente in legalese che non riporteremo, limitandoci ad una analisi semantica di alcuni passi e ovviamente della comparazione fra il nuovo e il vecchio tariffario. In grassetto le parti interessanti.

 Sentite le Associazioni di categoria maggiormente rappresentative dei produttori degli apparecchi e dei supporti, nonche' quelle dei titolari dei diritti e dei consumatori, nell'audizione del 10 gennaio 2014, indetta con nota del 7 gennaio 2014 protocollo n. 169, alle quali e' stato consegnato il parere espresso dal Comitato consultivo permanente per il diritto d'autore per la formulazione di osservazioni da presentare entro il 28 gennaio 2014;

Considerato che le Associazioni presenti hanno formulato osservazioni in sede di audizione, come da verbale del 10 gennaio 2014;

Considerato che entro il termine suddetto sono pervenute osservazioni da parte di AFI, AUDIOCOOP, ANITEC, ANDEC, ALTROCONSUMO, ANICA, CONFCOMMERCIO, CONFINDUSTRIA CULTURA ITALIA, CONFINDUSTRIA DIGITALE, FIMI, NUOVO IMAIE, SCF, UNIVIDEO;

Considerati gli esiti del sondaggio denominato: "Internet e la fruizione delle opere dell'ingegno" promosso dal Ministro dei beni e delle attivita' culturali e del turismo per un approfondimento e per l'aggiornamento delle tariffe, operato su un campione di popolazione di eta' superiore ai 14 anni, su tutto il territorio nazionale, finalizzato ad analizzare le attitudini dei soggetti che realizzano copie private e alla valutazione dei supporti maggiormente utilizzati;

Tenuto conto dell'incidenza delle misure tecnologiche di protezione di cui all'art. 102-quater della legge sul diritto d'autore e della diversa incidenza della copia digitale rispetto alla copia analogica;

Sentite le Associazioni di categoria maggiormente rappresentative dei produttori degli apparecchi e dei supporti, nonche' quelle dei titolari dei diritti e dei consumatori, nell'audizione del 23 aprile 2014, indetta con nota dell'11 aprile 2014, protocollo n. 7347;

Considerato che le Associazioni presenti hanno formulato osservazioni in sede di audizione come da verbale del 23 aprile 2014 e successivamente per iscritto;

Considerato che il Ministro p.t. ha riscontrato la permanenza di una netta distanza tra le parti ed ha ritenuto, pertanto, dirichiedere un nuovo parere al Comitato permanente per il diritto d'autore;

Visto il successivo parere espresso dal Comitato consultivo permanente per il diritto d'autore sull'aggiornamento delle tariffe relative al compenso per la riproduzione privata ad uso personale di fonogrammi e videogrammi, inviato al Ministro dei beni e delle attivita' culturali e del turismo il 10.06.2014, protocollo n. 12087-04.04.33/26.3;

Considerato che l'ampia e approfondita istruttoria svolta, con la partecipazione attiva di tutte le categorie interessate, anche attraverso l'acquisizione di appositi contributi scritti, all'esito delle audizioni del 10 gennaio 2014 e del 23 aprile 2014, soddisfa ampiamente le esigenze partecipative, istruttorie e di contradditorio, definite dalla legge in termini di acquisizione del parere del Comitato consultivo permanente per il diritto d'autore e delle associazioni di categoria maggiormente rappresentative dei produttori degli apparecchi e dei supporti di cui al comma 1 dell'art. 71-septies legge sul diritto d'autore; - prosegue -

Basta leggere con un po' di attenzione per capire qualcosa in più sulla genesi della nuova rimodulazione: si cerca legittimità e giustificazione per pretendere un contributo per la copia privata citando un sondaggio di cui abbiamo già parlato, che trovate qui (PDF). La fonte è autorevole,  il ministero stesso: vi si legge in una slide che fra gli utilizzatori frequenti siano solo il 2,7% degli utenti smartphone e il 6,4% degli utenti tablet a utilizzare questi dispositivi per una copia privata. Tanto basta a emettere sentenze di torto o cinicamente rivolte a far cassa: prendiamo soldi dai prodotti più venduti, non da quelli che ipotizziamo siano i più utilizzati per farsi una copia privata. Ma andiamo oltre.

Viene messa nero su bianco una netta distanza fra le parti: SIAE e artisti da una parte (son quelli che prendono i nostri soldi, spesi magari per una memoria destinata alla macchina fotografica, non c'era da aspettarsi altro), mentre dall'altra la quasi totalità delle associazioni di consumatori, produttori e in generale quelli con un po' di buonsenso. Cosa si fa, di fronte alle divergenze? Si chiede un parere al Comitato permanente per il diritto d'autore, ovviamente (immaginate da che parte può stare?).

Questo ente è un organo consultivo, che ha e ha avuto il compito di provvedere all'inventario della legislazione esistente per realizzare l'adeguamento anche terminologico alle innovazioni tecnologiche. In breve, quello che ha messo le basi a questi decreti. Cosa ha fatto lo staff di Franceschini o lui stesso? Sente i consumatori, sente la SIAE, non ne viene a capo e chiede al miglior amico della SIAE di tirarlo fuori dall'impaccio. Sottile la terminologia "sentite le associazioni di categoria", diverso da "ascoltate", ma questa è una nostra provocazione che però trova fondamento della realtà.  Di seguito quello che ne è scaturito.

 
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