Western Digital WD7500 AAKS Caviar SE16 750GB

Western Digital propone al pubblico il disco rigido modello WD7500AAKS, appartenente alla famiglia Caviar SE16 e con 750 GB di capienza. Costruito con tecnologia PMR, il disco inverte la tendenza che vedeva il calo delle prestazioni I/O al crescere della densità dei dati, come riscontrato nella produzione del recente passato. Si torna a parlare seriamente di prestazioni?
di Alessandro Bordin pubblicato il 26 Luglio 2007 nel canale StorageWestern Digital
Postazione di test - Transfer rate, tempi di accesso
Postazione di test
- Scheda madre Foxconn C55A01 (chipset nVIDIA nForce 680i SLI, Socket 775 LGA)
- Processore Intel Core 2 Extreme X6800 2,93 GHz
- Memoria G.Skill F2-6400CL4D-2GBHK, 2x1 Gbyte
- Alimentatore Enermax Infiniti 720W
- Sistema operativo Windows Vista Ultimate 32bit
Riprendendo il testing dei dischi rigidi abbiamo introdotto Microsoft Vista come sistema operativo, mentre per quanto riguarda gli applicativi utilizzati abbiamo riconfermato il tool HD Tach 3.0.1.0 e IOmeter, ora in versione 2006.07.27 con pattern standard e read_write, descritti in seguito.
La misurazione del transfer rate, avvenuta attraverso il tool HD Tach, ha messo in mostra valori molto elevati, coerenti con l'aumento della densità di dati per piatto. E' infatti facile capire come, a parità di regime di rotazione dei piatti, la testina sia in grado di leggere un quantitativo maggiore di dati direttamente proporzionale alla densità di dati ivi contenuti; logico quindi attendersi un valore elevato con un disco che utilizza la tecnologia Perpendicular Magnetic Recording.
Ridimensionando un po' i valori di HD Tach, solitamente abbastanza "ottimista" e prendendo con le dovute cautele i picchi, è lecito prendere per buono un valore massimo di transfer rate di circa 90 MB al secondo, che scende solo nei settori più interni a circa 50 MB al secondo. Valori molto simili a quelli del modello Raptor WD1500ADFD 150 GB, che fa segnare valori superiori solo nella parte più interna dei piatti (circa 60 MB al secondo).
Ricordiamo in ogni caso che i dati, sicuramente ottimi, sono riferiti ad una lettura sequenziale di dati, ovvero una situazione difficilmente riscontrabile in una situazione reale; il valore è in ogni caso un buon indicatore per rendersi conto dei progressi che i dischi stanno facendo anche in questo ambito. La misurazione della scrittura sequenziale ha fatto segnare valori simili a quelli di lettura, anche se torneremo sull'argomento nell'analisi dei tet I/Ometer.
Il tempo di accesso medio ai dati misurato è stato di 13,7 millisecondi, un dato tutto sommato buono considerando l'elevata densità di dati e le dimensioni dei piatti che contraddistingono i dischi desktop da 3,5 pollici. E' bene ricordare infatti che il tempo di accesso medio ai dati avviene facendo una media dei tempi che impiega la testina nello spostarsi fra due informazioni archiviate i modo causale sui piatti. I dischi SCSI sono contraddistinti da valori molto bassi anche in considerazione del fatto che i piatti sono molto più piccoli di diametro (minimizzando quindi le distanze fra due dati presi a caso), oltre ovviamente a girare a regimi di rotazione molto più elevati.