Analisi della tecnologia LightScribe di Hewlett Packard

Analisi della tecnologia LightScribe di Hewlett Packard

Approfittiamo della presenza nel nostro laboratorio del masterizzatore DVD Hewlett Packard-LiteOn dvd640i per analizzare più da vicino la tecnologia LightScribe, ovvero l'ultima novità in fatto di personalizzazione dei supporti ottici, ora davvero in grado di offrire ottimi risultati

di pubblicato il nel canale Storage
 

Introduzione

In attesa che il settore delle periferiche ottiche esca dalla stagnazione in cui versa da tempo, aspettando sviluppi sugli standard Blu-Ray e HD-DVD, ecco diffondersi un po' a macchia d'olio i masterizzatori compatibili con la tecnologia LightScribe, sviluppata e brevettata da Hewlett Packard. L'annuncio di qualche mese fa fu accolto con una certa freddezza da parte del pubblico, forse perché erroneamente associato alla DiscT@2 (si pronuncia tatoo, tatuaggio) introdotto da Yamaha con il masterizzatore CRW-F1 e caratterizzato dal modesto successo.

Possiamo dire in breve che la tecnologia LightScribe, come il DiscT@2, costituisce un valore aggiunto al supporto e non è per nulla coinvolta nel processo di masterizzazione del materiale che poi sarà contenuto nel CD o nel DVD. LightScribe si prefigge di abbellire e personalizzare i supporti, questa volta sulla faccia opposta a quella dei dati, a differenza del DiscT@2 che sfrutta le zone non scritte del supporto.

Rimandiamo alle conclusioni le considerazioni sull'utilità pratica di LightScribe, decisamente meno frivola di quanto possa sembrare a prima vista. In questo articolo non analizzeremo le prestazioni del masterizzatore dvd640i, rimandando l'analisi ad una comparativa di prossima pubblicazione, ma cercheremo di approfondire la conoscenze della tecnologia LightScribe, sia dal punto di vista teorico che pratico.

 
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