Apple Mac mini, il frutto del peccato

E' sempre difficile valutare a poche settimane dal lancio un prodotto nuovo, specie se nasce con grandi ambizioni di mercato e con marchio Apple. Il successo dei lettori iPod è lì a testimoniare come un prodotto possa trasformarsi da semplice accessorio ad instant classic dal successo planetario, sotto la spinta dell' iTunes Music Store e di altri fattori che francamente sfuggono, probabilmente anche ad Apple stessa (iPod è ben più datato del suo successo, giunto postumo rispetto al lancio del primo modello).

Apple, sicura dei propri mezzi e del marchio forte come non mai, oltre che simbolo di esclusività e design, sceglie forse il momento migliore per presentare il proprio Mac mini, computer di ridottissime dimensioni dal prezzo d'attacco: 499 euro in versione base. Non è la prima volta di Apple nel settore dei computer da tavolo di dimensioni ridotte: il modello Cube, che ha visto i natali nel 1999, provò a percorrere tale strada con scarsissimo successo, schiacciato da un prezzo di acquisto oggettivamente elevato, dallo scarso appeal del marchio in quel periodo e soprattutto dalla mancanza di quella spinta garantita dalla grande onda che è il fenomeno iPod, che ha permesso a molta gente di conoscere e apprezzare il marchio Apple.

E' nostra convinzione che il modello Mac mini, che non nasce per soddisfare esigenze prestazionali, sia ben chiaro, costituisca una sorta di cavallo di Troia, offerto al'utenza x86 e iPod+x86 per indurre al grande passo che porta a Mac OS X. Il modello nasce per avvicinare dunque non di certo l'utenza Mac consolidata, ma nuovi clienti, al quale si offre la possibilità di acquistare un Mac ad un prezzo che non ammette scuse, con un corredo software di pregio, a partire dal sistema operativo e da iLife '05 in cui Apple crede molto, con ottime ragioni.