TikTok porta Trump in tribunale: "azione pretestuosa di una retorica anti-cinese"

TikTok e ByteDance si rivolgono al sistema giudiziario: l'ordine esecutivo emesso dall'amministrazione Trump sarebbe infondato e pretestuoso e noncurante di alcune limitazioni che si applicano alle comunicazioni e alla trasmissione di materiale informativo
di Andrea Bai pubblicata il 25 Agosto 2020, alle 12:01 nel canale WebTikTok
Dopo le anticipazioni circolate nei giorni scorsi, arriva la conferma: TikTok e ByteDance hanno ufficialmente depositato un'azione legale presso il tribunale federale del distretto centrale della California sostenendo che le azioni del Presidente Donald Trump per bandire l'app dal territorio statunitense o obbligare la vendita ad una realtà USA non sono fondate su fatti ma fanno parte di una campagna politica "anti-cinese".
Nella documentazione depositata TikTok sostiene che l'ordine esecutivo emesso da Trump "non è fondato su vere e proprie preoccupazioni per la sicurezza nazionale". La società argomenta poi che "Esperti indipendenti di sicurezza nazionale e di sicurezza delle informazioni hanno criticato la natura politica di questo ordine esecutivo e hanno espresso forti dubbi sul fatto che l'obiettivo di preservare la sicurezza nazionale sia autentico".
L'azione legale intentata da TikTok ha lo scopo di impedire al Presidente e al Dipartimento del Commercio di bandire l'app, sostenendo che l'ordine emanato sulla base dell'International Emergency Economic Powers Act (di seguito IEEPA) è un "pretesto per promuovere una più ampia campagna di retorica anti-cinese del presidente nel periodo precedente le elezioni americane".
Si legge, in particolare, nella documentazione depositata da TikTok:
"Gli ex presidenti hanno usato questo potere in modo responsabile per proteggere il Paese da reali minacce estere [...] Tramite questo ordine esecutivo, invece, il presidente Trump cerca di utilizzare l'IEEPA contro TikTok, una società statunitense con sede a Los Angeles e con centinaia di dipendenti statunitensi: per distruggere una comunità online in cui milioni di americani si sono riuniti per esprimersi, condividere contenuti video e stabilire una connessione tra loro. L'ordine impone queste restrizioni nonostante le limitazioni espresse nell'IEEPA che impediscono ad azioni esecutive di limitare comunicazioni personali o la trasmissione di materiale informativo".
La società ha poi pubblicato un esteso comunicato stampa dove espone le proprie argomentazioni che l'hanno portata ad intraprendere la via legale. "Per essere chiari, preferiremmo di gran lunga un confronto costruttivo invece di un contenzioso. Ma con un ordine esecutivo che minaccia di bandire le nostre operazioni statunitensi, eliminando la creazione di 10 mila posti di lavoro e danneggiando irreparabilmente milioni di Americani che usano l'app per intrattenimento, tenersi in contatto e come legittimo sostentamento, vitali specialmente durante la pandemia, non abbiamo semplicemente scelta".
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