Sony Music avverte tutti: non usate la nostra musica per l'intelligenza artificiale

Aziende che addestrano modelli di IA come OpenIA e Google, ma anche le piattaforme di streaming musicale, sono state raggiunte da una lettera di Sony Music che le mette in guardia dall'usare i contenuti dei propri artisti senza accordi di licenza.
di Manolo De Agostini pubblicata il 20 Maggio 2024, alle 09:11 nel canale WebSony
Sony Music ha inviato lettere a centinaia di aziende tecnologiche per metterle in guardia dall'utilizzo dei suoi contenuti senza autorizzazione. A riportarlo è Bloomberg, che ha ottenuto una copia della missiva.
La lettera è stata inviata a più di 700 aziende di AI (come OpenAI, Microsoft, Google, Suno e Udio) e piattaforme di streaming. Sony Music afferma che "l'uso non autorizzato" dei suoi contenuti per i sistemi di intelligenza artificiale impedisce alle sue etichette e agli artisti di avere "il controllo e il compenso" per il proprio lavoro.
Sony Music e i suoi artisti "riconoscono il potenziale significativo e il progresso dell'intelligenza artificiale", ma "l'uso non autorizzato. . . nella formazione, nello sviluppo o nella commercializzazione di sistemi di intelligenza artificiale priva [Sony] del controllo e di un adeguato compenso. [...] Questa lettera serve a mettervi direttamente in guardia e a ribadire che [le etichette Sony] vietano espressamente qualsiasi utilizzo dei [loro] contenuti".
Per quanto concerne le piattaforme di streaming, tra cui Spotify e Apple, Sony Music richiede che adottino misure per proteggere artisti, cantautori e la loro musica da scraping, mining e formazione da parte di sviluppatori di intelligenza artificiale senza consenso o compenso. L'etichetta chiede alle piattaforme di aggiornare i loro termini di servizio, chiarendo che il mining e la formazione sui suoi contenuti non sono consentiti.
In casa Sony hanno il forte sospetto che, come dice un detto, i buoi siano già scappati dalla stalla. "A causa della natura delle vostre operazioni e delle informazioni pubblicate sui vostri sistemi di intelligenza artificiale, abbiamo motivo di credere che voi e/o i vostri affiliati possiate già aver fatto usi non autorizzati [dei contenuti Sony] in relazione alla formazione, allo sviluppo o commercializzazione di sistemi di intelligenza artificiale", recita un passaggio della lettera. Sony Music ha chiesto agli sviluppatori di fornire i dettagli di tutti i contenuti utilizzati.
L'industria musicale sta cercando di arginare l'avanzata "disordinata" dell'intelligenza artificiale, affinché non si violi palesemente il copyright. Nell'ultimo periodo ha fatto rumore lo scontro tra Universal Music Group e TikTok: l'etichetta ha ritirato l'intero roster di artisti dalla piattaforma dopo che le trattative per la concessione delle licenze erano fallite.
Numerosi video virali hanno perso improvvisamente l'accompagnamento musicale con la scomparsa delle canzoni di artisti come Taylor Swift e Ariana Grande dalla piattaforma. L'assenza, però, non è durata a lungo: ad aprile, in vista dell'uscita del suo nuovo album, la musica della Swift è tornata "silenziosamente" su TikTok e, all'inizio di maggio, la situazione si è conclusa con accordo tra le due società.
In una dichiarazione di Ole Obermann, Global Head of Music Business Development di TikTok, si parla esplicitamente di IA: "[…] In particolare, collaboreremo per assicurarci che gli strumenti di intelligenza artificiale siano sviluppati in modo responsabile, per dare vita a una nuova era di creatività musicale e di engagement, proteggendo allo stesso tempo la creatività umana". Inoltre, nella nota si cita più volte la parola "monetizzazione", che è il vero nodo della vicenda in fin dei conti, perché al plagio artistico è collegato un mancato introito per l'etichetta e il cantante.
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