OpenAI accusa il New York Times: "ha imbrogliato per farci causa"

Il quotidiano avrebbe utilizzato dei prompt specifici per indurre il chatbot a rispondere con passaggi letterali: "non è questo il modo in cui le persone reali usano i nostri prodotti" afferma OpenAI
di Andrea Bai pubblicata il 28 Febbraio 2024, alle 12:31 nel canale WebOpenAI
OpenAI ha presentato una mozione legale presso il tribunale distrettuale degli Stati Uniti nel distretto sud di New York chiedendo alla corte di respingere molte delle accuse che il quotidiano New York Times ha mosso nella causa per violazione di copyright: l'azienda sostiene infatti che il quotidiano abbia utilizzato "prompt ingannevoli" per indurre ChatGPT a rispondere con contenuti di proprietà dello stesso New York Times.
Il New York Times ha citato in giudizio OpenAI e Microsoft lo scorso dicembre, affermando che le società hanno proceduto all'addestramento dei loro modelli di intelligenza artificiale sui contenuti di sua proprietà, e che i chatbot potevano riprodurre integralmente questi contenuti.

Secondo quanto affermato da OpenAI, il quotidiano avrebbe sfruttato un bug fornendo direttamente al chatbot una serie di articoli, per indurlo a rispondere con passaggi letterali. "Le persone reali non usano i prodotti OpenAI in questo modo" afferma la società, tra l'altro citando direttamente un articolo del New York Times intitolato "35 Ways Real People Are Using A.I. Just now", pubblicato nel mese di aprile dello scorso anno.
Le argomentazioni di OpenAI erano già state in qualche modo manifestate nella risposta pubblica che la società aveva condiviso a gennaio, dopo l'avvio dell'azione legale da parte del New York Times. Nella mozione legale, però, le accuse di OpenAI si fanno più aspre, arrivando ad affermare addirittura che il New York Times avrebbe espressamente arruolato qualcuno, dietro pagamento, per ingannare il chatbot.
Quella del New York Times non è l'unica causa per violazione di diritto d'autore che OpenAI si trova ad affrontare: c'è in corso un'altra azione legale di una serie di autori, tra cui l'attrice Sarah Silverman, per l'uso di libri a scopo di addestramento. E OpenAI non è la sola realtà nel campo dell'intelligenza artificiale a dover gestire una grana legale: anche Antrhopic e Stability AI stanno gestendo una serie di cause della stessa natura. Si tratta di una fase abbastanza cruciale per il settore dell'IA generativa, dal momento che l'esito dei vari casi potrebbe rappresentare uno snodo cruciale per lo sviluppo del settore.
8 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoalcune IA creeranno
altre IA copieranno e genereranno
altre IA ancora faranno causa a quelle che copieranno e genereranno
e altre IA ancora emetteranno il verdetto legale su chi ha ragione nelle aule dei tribunali
infine...altre IA pubblicheranno le notizie sull´esito delle cause
Benvenuti nel futuro ragazzi. Non e´ meraviglioso tutto questo?
P.S. il mio intervento e´ stato generato e scritto da una IA, la quale si scusa per eventuali errori e incorrettezze
Link ad immagine (click per visualizzarla)
Articoli che verranno letti da altre IA ancora a scopo addestrativo, perché le persone saranno:
-morte di fame se va male
-a spassarsela su qualche spiaggia se va bene
Parli di Apple o di Nintendo?
non fanno più giornalismo, scrivono articoli lunghissimi, verbosissimi, ma privi di contenuti, di dati per far perdere tempo al lettore e tenerlo sul sito.
sono imbarazzanti.
non fanno più giornalismo, scrivono articoli lunghissimi, verbosissimi, ma privi di contenuti, di dati per far perdere tempo al lettore e tenerlo sul sito.
sono imbarazzanti.
Forse dovresti leggere più NYT e meno fake news.
Forse dovresti leggere più NYT e meno fake news.
Infatti, il nyt è una delle (se non la) testate giornalistiche più prestigiose al mondo (seconda solo a certi redattori di hwupgrade
Per esempio nel contestato caso del figlio di biden il pc alla fine è stato affidato ad esperti "forensics" del nyt per cercare di capirne la veridicità, anche se in origine lo scoop proveniva da una testata concorrente.
Venendo all'articolo, sembrano scuse da asilo: ho hai copiato o no, la richiesta fatta apposta per farti uscire allo scoperto è più che legittima. Come se in un interrogatorio uno si lamentasse che il poliziotto lo torchia (a parole, non fisicamente
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