Disney+ sta bloccando la condivisione della password anche negli Stati Uniti. E in Italia?
Il Canada ha aperto il gioco del blocco delle password della nuova politica di Disney+ e ora anche gli Stati Uniti devono obbligatoriamente sottostare a questa nuova situazione. È questione di tempo prima che arrivi anche in Europa e dunque anche in Italia.
di Bruno Mucciarelli pubblicata il 05 Febbraio 2024, alle 08:36 nel canale WebDisney
Il mondo dello streaming online sta attraversando una rivoluzione, e il passato annuncio di Disney di bloccare la condivisione delle password per i suoi servizi di streaming negli Stati Uniti ha un po' scosso il panorama dell'intrattenimento digitale. Dopo aver implementato questa politica restrittiva in Canada, l'attenzione si sposta ora verso gli Stati Uniti, anticipando un'espansione che potrebbe presto coinvolgere l'Europa. Quali le implicazioni di questa mossa da parte di Disney, confrontandola con l'approccio simile adottato da Netflix e come questa decisione potrebbe plasmare il futuro del consumo digitale.
Disney+ come Netflix: niente più condivisione delle password
La marcia di Disney verso la limitazione della condivisione password. Lo scorso settembre, Disney ha iniziato a porre fine alla pratica della condivisione delle password in Canada, e ora questa politica si estende agli Stati Uniti. È solo una questione di tempo prima che raggiunga l'Europa, portando un cambiamento importante nel modo in cui milioni di persone accedono ai servizi di streaming di Disney, tra cui Disney+, Hulu ed ESPN+. Questa decisione segue una tendenza già avviata da altri giganti dello streaming, in particolare Netflix, che ha ottenuto risultati positivi limitando la condivisione delle password.
Netflix è stato uno dei pionieri nel limitare la condivisione delle password, un movimento che ha portato a un aumento significativo degli abbonamenti. Il gigante dello streaming ha introdotto restrizioni chiare, permettendo solo un numero limitato di dispositivi connessi contemporaneamente e spingendo gli utenti a optare per piani più costosi per estendere l'accesso a più schermi. Disney sembra seguire questa strategia, ma con alcune sfumature uniche.
Secondo le condizioni del nuovo accordo di Disney, la politica di limitazione della condivisione delle password si baserà sul concetto di residenza abituale. Gli utenti saranno autorizzati a utilizzare i servizi di streaming solo su dispositivi connessi all'interno della loro residenza abituale, mentre le connessioni registrate al di fuori di questo luogo saranno vietate. Questa mossa potrebbe portare a un'implementazione più rigorosa, con il rischio di blocco dell'account per chiunque violi tali restrizioni. Un punto chiave di questo nuovo accordo è l'analisi dell'uso dell'account da parte di Disney. La società si riserva il diritto di esaminare il comportamento dell'utente, compresi i contenuti visualizzati, per garantire la conformità alle condizioni contrattuali. Questo segna un cambio significativo rispetto ai precedenti termini, dove sebbene la condivisione fosse proibita, la sua attuazione non era stata rigorosamente imposta, almeno in Italia.
Disney, proprietaria di Hulu, ha ulteriormente specificato che nel caso di Hulu, servizio non disponibile in Italia, si prenderà in considerazione anche il modo in cui l'utente utilizza il servizio. Questa analisi comportamentale potrebbe portare a restrizioni aggiuntive o a un monitoraggio più attento dei contenuti visualizzati, aprendo la strada a un controllo più stretto dell'esperienza di streaming.
Dal 1° novembre scorso, la pratica della condivisione degli account Disney+ non è più consentita in Canada, come comunicato dalla società agli abbonati. Questo annuncio fu accompagnato dall'introduzione di nuovi abbonamenti supportati dalla pubblicità, giunti anche in Italia, sottolineando il cambiamento di strategia di Disney nel garantire un'esperienza più personalizzata e controllata per gli utenti. La decisione di Disney di bloccare la condivisione delle password sta cambiando il panorama dello streaming online. Con l'Europa nella mira, è probabile che molte altre regioni seguano questa tendenza, ridefinendo il modo in cui milioni di utenti accedono ai servizi digitali. Resta da vedere se questa mossa si tradurrà in un aumento degli abbonamenti, come è successo per Netflix, o se incontrerà resistenza da parte degli utenti. In ogni caso, il futuro dello streaming sembra destinato a essere modellato da politiche più rigorose e dalla crescente necessità di personalizzare l'esperienza digitale.
29 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoAnche qua bisogna capirne il senso e come lo implementeranno. Se sono in viaggio non lo posso usare? Associare lo streaming ad una casa va contro la natura stessa dello streaming, dove il bello è che lo puoi vedere ovunque.
quella di netflix funziona.. il mio telefono anche all'estero funziona (massimo 3 giorni ho provato) mentre la tv di mio fratello è un po' che ha rimosso la visione tramite il mio account e il telefono di mio nipote ha iniziato questa settimana a dargli l'avviso... volevo provare con mio nipote ieri se basta agganciarsi alla mia wifi per riabilitare la visione ma è malato e non è più passato da casa mia...
se basta agganciarsi alla wifi per qualche minuto per riattivarlo sono poi curioso di vedere quanto tempo me lo fa funzionare prima di darmi l'errore di nuovo...
speriamo disney non faccia cagate nell'attivare la funzione (del tipo che non mi funziona se sono all'estero)...
bio
"Una cosa non la voglio pagare (perche' che non mi posso permettere di spendere 10 euro al mese non e' vero), quindi faccio bene a rubarla e mi vanto pure perche' sono piu' intelligente di quei beoti che osano pagare per avere dei servizi"
Perfetto esempio di pensiero da italiano medio, dove rubare ed evadere e' la normalita' e lo vedono pure al governo che pur di non perdere voti fanno di tutto per cercare di non condannare gli evasori...
E ovviamente i co@@@oni siamo noi che invece paghiamo...
magari... Aumentano i Leechers semmai
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