Cloudflare, nel 2025 un web a due facce: Internet più veloce ma anche meno libera
Il nuovo report "Year in Review 2025" di Cloudflare fotografa un Internet in continua espansione, con connessioni più rapide e cifrate, ma anche più vulnerabile a interventi statali, attacchi e automazione incontrollata
di Andrea Bai pubblicata il 19 Dicembre 2025, alle 12:31 nel canale WebCloudflare
Il sesto rapporto annuale “Year in Review” di Cloudflare, traccia un ritratto di Internet nel 2025, con un esito tra lui e ombre: se da un lato la connettività globale continua a crescere in velocità, sicurezza e integrazione nella vita quotidiana. dall’altro, l’anno ha messo in evidenza quanto fragile possa essere la rete quando si sommano pressioni provenienti da governi, bot e attacchi informatici.
I dati raccolti provengono da Cloudflare Radar e dal resolver DNS pubblico 1.1.1.1: le analisi di Cloudflare, che operando da Content Delivery Network può avere un punto di vista unico ed esclusivo sullo stato della grande rete, mostrano che il traffico Internet globale è aumentato del 19% rispetto all’anno precedente, testimoniando la dipendenza della società da una connessione costante, che abbraccia lavoro, intrattenimento, acquisti e servizi essenziali. Il contesto in cui questa crescita si è concretizzata, però, non è affatto stabile e vede, in parallelo, un aumento delle minacce, dei blackout e dell’automazione aggressiva.

Tra le tendenze più evidenti che emergono dal rapporto c'è quella che Cloudflare definisce senza mezzi termini una guerra dei bot sempre più intensa. Il traffico automatizzato non è certo una novità di questo 2025, ma l'anno che sta volgendo al termine ha mostrato un forte sbilanciamento del campo di battaglia. L’attività del crawler di Google ha superato di gran lunga quella degli altri bot di indicizzazione e intelligenza artificiale, rendendolo la principale fonte di traffico automatizzato sul web.
Questo scenario ha conseguenze dirette sulla distribuzione del potere online: nel momento in cui un solo grande attore, di fatto, ha in mano il traffico automatizzato di Internet, le piccole realtà e i siti indipendenti sono soggette ai suoi umori quando si tratta di visibilità e scoperta di contenuti.
Aumenta il traffico Internet legato all'AI
Nel 2025, senza sorpresa alcuna, cresce anche il traffico legato all'intelligenza artificiale generativa, con ChatGPT che si conferma come il servizio più popolare, anche per via dell'integrazione i vari strumenti di lavoro e applicazioni consumer. Anche questo ha ricadute dirette, lo sappiamo bene, sui "piccoli": i creatori di contenuti e gli editori sono sempre più preoccupati dalla difficoltà di sostenere i tradizionali modelli economici basati sulla pubblicità (lo stesso CEO di Cloudflare si è sempre espresso duramente sull'argomento), mentre i sistemi AI consumano enormi quantità di informazioni, spesso senza alcun tipo di compenso.
Il report annuale di Cloudflare punta i riflettori anche sulla sicurezza, evidenziando come il 52% del traffico Internet "umano" sia protetto da tecnologie di crittografia post-quantistica. Si tratta di un cambiamento importante e significativo per quanto riguarda la protezione dei dati, che è del tutto trasparente all'utente, ma che permette di adottare la corretta postura difensiva in vista dell'avvento di sistemi quantistici capaci di violare la crittografia tradizionale. Il tasso di adozione testimonia che la crittografia post-quantistica non è più ritenuto essere un tema di ricerca accademica, ma un paradigma concreto.
Attacchi DDoS da record, e politicamente motivati
Il 2025 è stato però anche un anno record per quanto riguarda gli attacchi DDoS, con episodi che hanno ridefinito la scala possibile degli attacchi. Alcuni di questi episodi hanno avuto ricadute concrete con interruzioni e disservizi in momenti critici, testimoniando come la società nel suo complesso percepisca la continuità di servizio e l'affidabilità come un diritto acquisito.

Cloudflare rileva inoltre un mutamento nella selezione degli obiettivi da parte degli attaccanti. Il 2025 segna la prima volta in cui il settore più colpito dagli attacchi informatici è stato quello delle organizzazioni non profit e della società civile. Si tratta di realtà che sono dotate spesso di infrastrutture non più al passo coi tempi, e dispongono inoltre di budget limitati, ma custodiscono dati sensibili e svolgono ruoli cruciali in ambiti come assistenza, difesa dei diritti e cooperazione. Un attacco contro una di queste realtà non è mosso da motivi economici, ma dall'obiettivo di esercitare pressione ed intimidazioni e, quindi, controllo.Viene inoltre rilevato che nell'anno in corso circa la metà dei grandi blackout globali di connettività è legata a decisioni di natura governativa. Se da un lato sono diminuite le manomissioni ai cavi sottomarini, dall'altro sono raddoppiati i blackout dovuti a problemi energetici. Nel complesso, quindi, le motivazioni di carattere politico rivestono ruoli chiave nella continuità della connessione, con buona pace del principio e dell'idea di una Internet neutrale e senza confini.










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1 Commenti
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