Apple e crittografia, Londra verso la resa: il governo UK pronto a fare marcia indietro sull'accesso ai dati

Apple e crittografia, Londra verso la resa: il governo UK pronto a fare marcia indietro sull'accesso ai dati

Secondo alcune indiscrezioni di fonti vicine al governo Starmer starebbe considerando di tornare sui propri passi nelle richieste di alleggerire le misure di crittografia di Apple. Lo zampino del vicepresidente USA Vance

di pubblicata il , alle 16:01 nel canale Web
Apple
 

Il governo Starmer si trova nel bel mezzo di una complessa disputa diplomatica e tecnologica con l’amministrazione Trump, a seguito della richiesta britannica di obbligare Apple a fornire accesso ai dati cifrati dei propri clienti. Apple aveva rimosso, a febbraio e solo per gli utenti del Regno Unito, la funzione Advanced Data Protection che garantisce la crittografia end-to-end per i dati salvati su iCloud.

Allora, ma senza nessuna conferma da nessuna delle due parti interessate, circolò l'indiscrezione secondo la quale fu il Ministero dell'Interno britannico ad imporre alla Mela la misura, sulla scorta dell'Investigratory Powers Act.

Due alti funzionari del governo Starmer hanno però rivelato al Financial Times che l'esecutivo starebbe rivalutando la propria posizione a causa della forte opposizione e delle pressioni esercitate dalla leadership statunitense, in particolare dal vicepresidente JD Vance. Secondo fonti interne, “il Ministero dell’Interno dovrà sostanzialmente fare marcia indietro”, dato che la richiesta del Regno Unito rischia di compromettere non solo le relazioni diplomatiche, ma anche collaborazioni tecnologiche e commerciali transatlantiche, in settori strategici come l’intelligenza artificiale e la condivisione dei dati.

L’obbligo imposto ad Apple si concretizza tramite una Technical Capability Notice, prevista dall’Investigatory Powers Act britannico—legge ribattezzata dai critici “snooper’s charter” per il potenziale impattto sulle libertà civili—che consente al governo di richiedere strumenti tecnici per l’accesso alle comunicazioni cifrate. I destinatari di tale notifica sono tenuti al silenzio e non possono informare gli utenti, salvo espressa autorizzazione. L’azione contro Apple ha scatenato il caso giudiziario più clamoroso sulla crittografia degli ultimi dieci anni: la società americana ha ritirato dal mercato britannico il proprio sistema di archiviazione cloud con protezione avanzata e ha avviato un ricorso davanti all’Investigatory Powers Tribunal. Al fianco di Apple nella battaglia legale si è schierata anche WhatsApp, in modo del tutto inedito viste le storiche rivalità nella Silicon Valley.

Il portavoce del governo britannico non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali, mentre le fonti interne evidenziano divisioni profonde tra chi spinge per una linea dura e chi teme il rischio di incrinare ulteriormente i rapporti con gli Stati Uniti. Un ulteriore elemento d’incertezza è dato dalle dichiarazioni di funzionari vicini alla vicenda: “A questo punto il governo non ha ancora fatto retromarcia”, ma “esiste la volontà di evitare tutto ciò che possa essere percepito dalla vicepresidenza USA come una questione di libertà di espressione”. Il presidente Trump, in più dichiarazioni pubbliche, ha espresso nettamente la propria contrarietà, paragonando la richiesta britannica alla censura cinese e ribadendo al primo ministro Starmer: “Non potete farlo”.

Apple, fedele alla propria linea, aveva ribadito: “Non abbiamo mai creato, né mai lo faremo, backdoor o master key per i nostri prodotti”. L’Home Office insiste sul fatto che nel Regno Unito esistono, secondo la versione ufficiale, robuste garanzie e sistemi di verifica indipendente volti a tutelare la privacy, e che questi poteri vengono invocati solo in occasioni eccezionali, legate a crimini gravi come terrorismo e abusi su minori.

Il governo guidato dai laburisti ha intanto temporaneamente rinviato ogni intervento legislativo in materia di intelligenza artificiale, proprio nel tentativo di non alimentare nuove tensioni con gli Stati Uniti. La vicenda dimostra ancora una volta quanto il tema della crittografia, e più in generale della protezione dei dati personali, sia destinato a restare un terreno di scontro centrale nei rapporti tra stati nazionali, colossi della tecnologia e pubblico.

1 Commenti
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UtenteHD22 Luglio 2025, 10:36 #1
Forse fanno dietro front anche perche' avevo letto (da sito cybersecurity dei Red) che forse anche tutta l'Europa vuol fare qualcosa del genere, ok UK e' fuori ma ha comunque ha molto a che fare, quindi magari faranno un tutti insieme che conviene, no?

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