Pirateria dei giornali su Telegram, oltre 200 canali bloccati e due indagati

La Procura di Bari ha aperto un'indagine nei confronti di due ventenni, in Veneto e in Sicilia, che divulgavano giornali, riviste e brani musicali violando il diritto d'autore tramite le chat Telegram. Finora sono stati più di 200 i canali Telegram bloccati.
di Manolo De Agostini pubblicata il 09 Giugno 2020, alle 19:41 nel canale TelefoniaTelegram
L'apice lo si è certamente registrato durante il confinamento forzato a casa per frenare la diffusione del COVID-19, ma il tema della pirateria dei giornali tramite le app di instant messaging come Telegram è rimasto di attualità, tanto che sono stati individuati e bloccati dalla Guardia di Finanza di Bari oltre 200 canali Telegram in cui venivano diffusi illecitamente giornali, riviste e brani musicali. La Guardia di Finanza ha inoltre svolto perquisizioni, individuato e denunciato due persone - in Veneto e in Sicilia - come responsabili dei canali e della diffusione illecita del materiale editoriale e musicale. Si sta inoltre procedendo all'identificazione di ulteriori persone che potrebbero essere coinvolte.
L'operazione #Cheguaio è coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo pugliese: l'indagine è coordinata dal procuratore aggiunto della Procura della Repubblica di Bari, Roberto Rossi, ed è condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari, al comando del colonnello Pierluca Cassano. "L'attività investigativa sviluppatasi con la preziosa collaborazione interistituzionale nonché con il proficuo supporto di Agcom, Fieg, Fpm", evidenzia la Procura "rientra tra i prioritari obiettivi strategici della Guardia di Finanza a tutela della proprietà intellettuale e, nel caso di specie, del diritto d'autore".
"Esprimo il più profondo apprezzamento per l'operazione", ha commentato il presidente della FIEG, Andrea Riffeser Monti. "È fondamentale far comprendere a tutti che i contenuti di qualità prodotti grazie all'investimento di ingenti risorse, economiche e professionali, da parte delle imprese editoriali non possono essere sfruttati liberamente né fruiti al di fuori di ogni contesto di legalità, se non a rischio di possibili sanzioni. Commette un reato chi carica e condivide materiale protetto, commette un reato chi lo riceve e ne usufruisce, commette un reato chi lo inoltra a sua volta, aggravando l'effetto dannoso della illecita circolazione di materiale protetto".
"Auspichiamo che azioni come quella odierna possano aumentare il grado di consapevolezza e di sensibilità in quella vastissima platea di utenti/clienti che alimentano il mercato della pirateria editoriale, spesso ignorando i rischi giudiziari che corrono direttamente e gli ingenti danni economici che provocano all'industria dell'informazione, alla libertà di stampa", conclude Riffeser Monti.
18 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoIo mi chiedo come puoi permetterti di scrivere una cosa del genere, quando un evasore viene condannato cosa pensi? Che non ti senti più ricco? Che non hai servizi migliori? Allora tanto vale rubare? Ma vergognati.
Le sfumature di grigio, queste sconosciute.
no pero, porca paletta,quendo leggo queste notizie io penso sempre la fatto che con tutta l'evasione che c'è, SICURAMENTE, ci sarebbe stato un modo migliore per impiegare quegli uomini e quelle risorse invece che beccare 2 sfigati che scansionavano carta
Penso che loro pensino di sì, altrimenti non lo farebbero.
Credo che usino dei link di affiliazione oppure quelli come rapidshare, megaupload che ogni quantità di file downloadati "guadagni" 2-3 euro.
Alla fine bisogna capire però se ci guadagnano o ci perdono, anche perchè dovranno pure comperarla una copia di questi giornali.
La soluzione mettere una tassa che finanzi giornali al 100%, e metterli gratis sia online che in edicola... ha la tassa poi la facciamo pagare sulla bolletta della luce, tanto sulla bolletta della luce ci sta bene tutto, e la pagano tutti, tranne quelli che si allacciano abusivamente...
Ma manco per il sogno. Già dovrebbero togliere i finanziamenti che danno adesso all'editoria
L'editoria deve essere libera da condizionamenti ed uno dei cardini di questa prassi è proprio evitare le mazzette di stato che potrebbero essere usate come merce di scambio.
Come ogni altro settore esistente, deve ammodernarsi e autoregolare il proprio mercato (se leggi un giornale, tra l'altro, è più pubblicità che altro... spesso gli articoli di dubbia qualità proposti, sono solo un contorno di quest'ultima). Se altrove funziona, non capisco perchè noi dobbiamo essere diversi...
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