Mal di testa da 5G: è la paura del nuovo a generare i sintomi?

Un professore di psicologia spiega perché molte persone pensano che il 5G le faccia stare male. Spesso l'introduzione delle nuove tecnologie genera paure e molte persone si autoconvincono di avere un problema, facendo emergere sintomi reali.
di Manolo De Agostini pubblicata il 07 Giugno 2020, alle 10:01 nel canale TelefoniaGirovagando online, specie su alcuni gruppi, è possibile leggere frasi come "da quando hanno messo quell'antenna ho sempre il mal di testa" o altri problemi come spossatezza, pruriti vari e molto altro ancora. Qualsiasi persona lamenti un qualsivoglia problema va aiutata, cercando l'origine del suo problema e possibilmente una soluzione. Il problema è diverse volte non c'è una causa fisiologica evidente e quindi la "faccenda" si complica, diventando da un caso puramente medico a qualcosa di più, che può coinvolgere anche la psicologia.
Su Engadget il professor Omer van den Bergh, ordinario di psicologia della salute presso l'Università di Lovanio (Leuven) in Belgio, ha spiegato che dietro a quello che appare come un sintomo inspiegabile c'è quella che viene definita "intolleranza ambientale idiopatica", anche detta "sensibilità chimica multipla" o "malattia ambientale".
Il professore fa riferimento un gruppo di sintomi ricorrenti che alcune persone lamentano e che non possono essere attribuiti a un problema medico diagnosticato. "C'è un gruppo di persone che tende ad attribuire questi sintomi a cause ambientali, e in genere si tratta di persone che hanno ciò che definiamo preoccupazioni moderne per la salute". Un tempo molti lamentavano disturbi legati a cose come i profumi e i detergenti per la casa, oggi sul banco degli imputati ci sono le radiazioni elettromagnetiche nell'ambiente. In piena "rivoluzione 5G", l'installazione dei nuovi apparati è spesso additata da diverse persone come la causa diretta dei loro disturbi.
"Tutta la nostra società… sembra presumere che in presenza di un sintomo fisico debba esserci una causa fisiologica", ha affermato il prof. Van den Bergh, sottolineando come proprio la ricerca di una motivazione porti molti ad aggrapparsi a qualsiasi possibile risposta nella speranza di trovare conforto e sollievo. "Se prendiamo, ad esempio, gruppi di attivisti o altri che condividono la convinzione che [la problematica] potrebbe essere causata, diciamo, dalle radiazioni elettromagnetiche, allora diventi selettivamente sensibile a questo tema. Inizi a percepire le correlazioni tra i tuoi sintomi e le fonti di radiazione elettromagnetica".
Gli effetti delle onde elettromagnetiche propagate dalle reti di quinta generazione sono al centro di un dibattito probabilmente senza via d'uscita, nel senso che il più delle volte intavolare discussioni sul tema non porta a nulla, se non a battibecchi. Gli studi svolti finora da enti affidabili, anche indipendenti, non hanno dimostrato alcuna pericolosità da parte del 5G, tanto che recentemente un gruppo "NO5G" olandese ha perso una causa per bloccare l'asta delle frequenze.
Dire "è tutto nella tua testa" a qualcuno che prova un disagio non è la soluzione. "I sintomi sono effettivamente presenti", ha aggiunto il prof. Van den Bergh, spiegando come analisi cerebrali abbiano dimostrato che le persone che segnalano dei sintomi reclutano davvero "aree cerebrali simili o uguali a quelle che si attivano anche quando si hanno sintomi, diciamo, legati all'influenza o a un'altra disfunzione". Il cervello va quindi poi a elaborare quei segnali in modo concreto causando mal di testa, formicolio e altri sintomi.
Come aiutare quindi chi si trova in questa situazione in cui vive sostanzialmente una sorta di "effetto nocebo"? "In questo momento non ci sono prove concrete che queste persone possano essere facilmente curate", ha spiegato il professore, ma in base alla sua esperienza clinica potrebbe essere d'aiuto esporre le persone a esporsi alla presunta fonte del problema, anziché cercare di evitarla. Attualmente sono in sviluppo alcuni protocolli per mettere a punto questo tipo di trattamento.
"Esiste una serie di sintomi inspiegabili dal punto di vista medico nella popolazione e l'attribuzione di tali sintomi cambia con l'introduzione di nuove tecnologie moderne che sollevano preoccupazioni per la salute", ha affermato il prof. Van den Bergh indicando come in passato 3G, Wi-Fi e telecomandi furono additati come causa di sintomatologie da alcune persone. "Nel Medioevo, c'erano sintomi attribuiti alla presenza del vetro, perché era davvero nuovo e non era considerato sicuro da tutte le persone", ha aggiunto. "Le persone tendevano a credere che sarebbero diventate trasparenti".
La novità e probabilmente anche la copertura mediatica generata crea quindi timori e preoccupazioni che sfociano in quanto detto dal professore belga. Il problema va quindi collegato a una sorta di autocondizionamento e alla volontà di trovare un colpevole, qualcosa di naturale nella psiche umana. Una sorta di inganno che alcuni perpetrano al loro stesso cervello, portandolo a manifestare sintomi come se davvero vi fosse qualcosa che interferisce con la normale biologia.
Questo però non significa che bisogna derubricare la questione, è giusto continuare a studiare il tema, sia da un punto di vista tecnico (più studi si fanno sui riflessi sulla salute di una nuova tecnologia, meglio è) che da un punto di vista puramente psicologico / mentale, e tentare di aiutare chi lamenta un qualsiasi tipo di disturbo.
93 Commenti
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"le persone che segnalano dei sintomi ATTIVANO davvero "aree cerebrali simili o uguali a quelle che si attivano anche quando si hanno sintomi"
e comunque, errore a parte, @AA242432 l'articolista riporta le osservazioni
di tal Omer van den Bergh e ci aggiunge le sue opinioni in merito,
giuste o sbagliate che siano, non mi pare un'analisi psicologica
al massimo sfiora la psicodinamica ambientale
Il resto è complottismo da due soldi
Mi immagino un osservatore esterno che mette piede in questo sito di tecnologia...
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