Immuni, Bending Spoons passa la palla a Sogei e PagoPA per manutenzione e sviluppo
Bending Spoons lascia l'onore della manutenzione e dello sviluppo dell'app Immuni a Sogei e PagoPA, con la supervisione del Commissario Straordinario per l'emergenza, del Ministero della Salute e del Ministro dell'Innovazione.
di Manolo De Agostini pubblicata il 13 Ottobre 2020, alle 15:41 nel canale Telefonia
20 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoAssolutamente, io con il mio commento per esempio non intendevo il fatto che l'avrei disinstallata, ma che in mano a quegli incompetenti di Sogei l'app potrebbe pure essere cancellata all'origine, in quanto se gestita da loro risulterà totalmente inutile O comunque risulterà una complicazione, non un qualcosa che possa facilitare la situazione
Sia chiaro non è una consolazione, ma uno spunto per ragionare a cosa si è ridotta quella "innovazione" di cui tutti si riempiono la bocca:
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[*]zero operatività da parte della PA (nonostante i numeri da capogiro in termini di risorse, umane, materiali, liquidità
[*]forniture con gare al ribasso che partono da tariffe (Consip) che per le principali figure professionali senior prevedono un corrispettivo orario inferiore ai minimi tabellari dei CCNL.
Detto in parole povere, il minimo sindacale previsto dai contratti nazionali collettivi è superiore alla cifra di partenza di queste gare al ribasso, cosa che se succedesse nel privato farebbe scoppiare un casino di dimensioni epocali
[*]committenti (PA) che raramente hanno una vaga idea di cosa vogliono ottenere e che raramente capiscono cosa hanno messo nei capitolati di gara, di conseguenza le forniture finiscono nel caos totale proprio perchè basate su presupposti senza capo ne coda
[*]forniture che prevedono SLA insostenibili perfino per i big dell'IT (per capirci gente tipo Google o Facebook) e che quindi vengono bellamente ignorati o usati come pretesto (minacciando penali che non verranno mai applicate perchè ci sono sempre mille aspetti su cui l'ente di turno è stato manchevole...) per tirare ancora di più sui prezzi
[*]gran parte del budget (a volte fino al 90%) allocato su attività evolutive (nuove features, nuove applicazioni, nuovi progetti) che per definizione non sono critiche (in quanto non ancora esistenti), a discapito di attività manutentive e correttive (queste sì estremamente critiche in quanto impattano sui servizi esistenti e utilizzati dal pubblico, la cui interruzione quindi provoca disagi, malfunzionamenti etc etc...).
Su questo il perchè è presto detto, funzionari e dirigenti pubblici pongono obbiettivi per passaggi di ruolo e gratifiche sulle attività evolutive, la manutenzione dell'esistente è dato per scontato nella fornitura e non fa scattare alcun bonus.
[*]le gare hanno requisiti che permettono solo a pochi grandi soggetti di partecipare, soggetti che in genere in Italia hanno solo una struttura commerciale e che quindi si ritrovano a subappaltare con condizioni da strozzino a piccole e medie imprese (la più classica di queste è "io non pago il subfornitore se prima l'ente non ha pagato me" con buona pace del rischio d'impresa )
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Poi ci sarebbero mille altri aspetti, questi sono solo i più macroscopici ma in buona sostanza è questa l'informatica (o l'innovazione se preferite) nella pubblica amministrazione.
Pensateci un attimo e viste queste premesse capirete perchè questo sistema non regge e non può reggere, non perchè Sogei o CNIPA o Agid o altri enti simili siano pieni di cialtroni (che ci sono eh, ma ne più ne meno come in ogni organizzazione di una certa dimensione, pubblica o privata).
La prossima volta che ci sarà qualche articolo scandalistico su qualche mega fornitura da milioni di euro per qualche "sito" pubblico (italia.it docet) sappiate che le condizioni sono queste e quei milioni di euro non bastano nemmeno a pagare uno stipendio da fame agli sviluppatori e sistemisti su cui poggia l'intera fornitura, parlo di un netto mensile paragonabile (con tutto il rispetto) a quello di un garzone che lavora in un panificio.
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THIS!
Sia chiaro non è una consolazione, ma uno spunto per ragionare a cosa si è ridotta quella "innovazione" di cui tutti si riempiono la bocca:
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[*]zero operatività da parte della PA (nonostante i numeri da capogiro in termini di risorse, umane, materiali, liquidità
[*]forniture con gare al ribasso che partono da tariffe (Consip) che per le principali figure professionali senior prevedono un corrispettivo orario inferiore ai minimi tabellari dei CCNL.
Detto in parole povere, il minimo sindacale previsto dai contratti nazionali collettivi è superiore alla cifra di partenza di queste gare al ribasso, cosa che se succedesse nel privato farebbe scoppiare un casino di dimensioni epocali
[*]committenti (PA) che raramente hanno una vaga idea di cosa vogliono ottenere e che raramente capiscono cosa hanno messo nei capitolati di gara, di conseguenza le forniture finiscono nel caos totale proprio perchè basate su presupposti senza capo ne coda
[*]forniture che prevedono SLA insostenibili perfino per i big dell'IT (per capirci gente tipo Google o Facebook) e che quindi vengono bellamente ignorati o usati come pretesto (minacciando penali che non verranno mai applicate perchè ci sono sempre mille aspetti su cui l'ente di turno è stato manchevole...) per tirare ancora di più sui prezzi
[*]gran parte del budget (a volte fino al 90%) allocato su attività evolutive (nuove features, nuove applicazioni, nuovi progetti) che per definizione non sono critiche (in quanto non ancora esistenti), a discapito di attività manutentive e correttive (queste sì estremamente critiche in quanto impattano sui servizi esistenti e utilizzati dal pubblico, la cui interruzione quindi provoca disagi, malfunzionamenti etc etc...).
Su questo il perchè è presto detto, funzionari e dirigenti pubblici pongono obbiettivi per passaggi di ruolo e gratifiche sulle attività evolutive, la manutenzione dell'esistente è dato per scontato nella fornitura e non fa scattare alcun bonus.
[*]le gare hanno requisiti che permettono solo a pochi grandi soggetti di partecipare, soggetti che in genere in Italia hanno solo una struttura commerciale e che quindi si ritrovano a subappaltare con condizioni da strozzino a piccole e medie imprese (la più classica di queste è "io non pago il subfornitore se prima l'ente non ha pagato me" con buona pace del rischio d'impresa )
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Poi ci sarebbero mille altri aspetti, questi sono solo i più macroscopici ma in buona sostanza è questa l'informatica (o l'innovazione se preferite) nella pubblica amministrazione.
Pensateci un attimo e viste queste premesse capirete perchè questo sistema non regge e non può reggere, non perchè Sogei o CNIPA o Agid o altri enti simili siano pieni di cialtroni (che ci sono eh, ma ne più ne meno come in ogni organizzazione di una certa dimensione, pubblica o privata).
La prossima volta che ci sarà qualche articolo scandalistico su qualche mega fornitura da milioni di euro per qualche "sito" pubblico (italia.it docet) sappiate che le condizioni sono queste e quei milioni di euro non bastano nemmeno a pagare uno stipendio da fame agli sviluppatori e sistemisti su cui poggia l'intera fornitura, parlo di un netto mensile paragonabile (con tutto il rispetto) a quello di un garzone che lavora in un panificio.
Applausi (amari) per il post
Sia chiaro non è una consolazione, ma uno spunto per ragionare a cosa si è ridotta quella "innovazione" di cui tutti si riempiono la bocca:
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[*]zero operatività da parte della PA (nonostante i numeri da capogiro in termini di risorse, umane, materiali, liquidità
Purtroppo non e' cosi', si e' arrivati al punto che tante PA, sono costrette ad esternalizzare diversi servizi per l'impossibilita' di gestirli.
Detto in parole povere, il minimo sindacale previsto dai contratti nazionali collettivi è superiore alla cifra di partenza di queste gare al ribasso, cosa che se succedesse nel privato farebbe scoppiare un casino di dimensioni epocali
Mi pare curiosa questa cosa. Il codice degli appalti prevede espressamente che la SA verifichino che il costo del personale non sia inferiore a quello delle tabelle ministeriali. Se fosse un problema a livello consip, non sarebbe poi troppo complesso far saltare il giochino, ho visto ricorsi per monto meno.
La progettazione di servizi e forniture e' troppo spesso sottovalutato, soprattutto nelle piccole PA. Andrebbero adottati dettami piu' stringenti, come per i lavori.
Una volta fatto il pasticcio e' difficile porvi rimedio.
Il rischio d'impresa e' anche in capo al subappaltatore, tanto che il codice degli appalti prevede il pagamento diretto, con alcune eccezioni, non il contrario.
Pensateci un attimo e viste queste premesse capirete perchè questo sistema non regge e non può reggere, non perchè Sogei o CNIPA o Agid o altri enti simili siano pieni di cialtroni (che ci sono eh, ma ne più ne meno come in ogni organizzazione di una certa dimensione, pubblica o privata).
Va anche detto pero' che nell'IT spesso una volta acquisita la commessa, il servizio viene trattato come infungibile perche' i costi ed i disagi per cambiare sono notevoli.
Non vedo come il mio commento ed il successivo sia stato fuori luogo visto che lo stesso AD ha commentato con "Poi torneremo a occuparci del nostro business che ci appassiona molto". Grazie comunque per il tuo.
Dalla mia esperienza non è certo per mancanza di personale.
Nelle grandi città, nelle regioni e negli enti più grandi il personale delle divisioni IT va da qualche centinaio di persone in su.
Nell'ente presso cui lavoro come consulente da parecchi anni i dipendenti dell'ente sono più di 300 e i consulenti meno di una cinquantina, se togliessi i primi si fermerebbero le procedure formali (gare, collaudi etc etc), se togliessi i secondi si fermerebbero i servizi, perchè le persone che mettono mano al codice, ai server, ai servizi sono le seconde (con qualche rarissima eccezione tra i primi).
Mancano le competenze?
Tutti i nuovi assunti da almeno vent'anni hanno una laurea specialistica in informatica o affini.
Manca forse l'esperienza?
Questo è certo, visto che le persone sono assunte dagli enti sulla base di un concorso o di una graduatoria che non ha nulla a che fare con la loro capacità di saper sviluppare, configurare, manutenere sistemi e servizi, anzi le cui prove si concentrano su aspetti formali (come stilare una gara, come reperire finanziamenti etc etc) che dovrebbero essere svolti da personale specializzato in quel campo, non certo in IT.
Ora, gare al ribasso che prevedono come base di partenza 150-160 € a giornata per queste figure, e che vengono assegnate con scontistiche che arrivano anche al 30%, e cui poi devi sommare un markup del 10% applicato dalla vincitrice della gara, mi spieghi come è possibile garantire una paga base da CCNL metalmeccanico o commercio/servizi (i due più gettonati in ambito IT)?
Però non credere che regolamentare in modo stringente possa magicamente migliorare questa condizione (questa ahimè è una delle grandi illusioni del pubblico) perchè ad ogni rigidità nei confronti di un fornitore corrisponde rigidità richiesta anche al committente; e se il committente non è stato zelante a fare la propria parte si crea una crepa nel sistema che invalida le rigidità applicate al fornitore.
E' un po' come il sistema degli SLA che citavo, è inutile inserire livelli di servizio insostenibili ed estremamente rigidi e formali, perchè comunque il committente nel 99,99999% dei casi sarà manchevole di qualcosa, e questa mancanza (che può essere un collaudo non fatto, un sistema di rilevazione degli SLA mancante, una cattiva gestione dei ticket etc etc) rende inapplicabili questi SLA.
Quello che serve imho è deregolamentazione, snellimento delle procedure affiancato a maggiore responsabilizzazione della parte pubblica.
Se la parte pubblica è di fatto intoccabile e tutelata oltre ogni ragione (pensiamo ad es alla sostanziale impossibilità di licenziare un dipendente pubblico ad es) è naturale che non si responsabilizzi e si generi un anello debolissimo in tutta la catena, ma qui entriamo in un altro discorso e non voglio andare eccessivamente OT.
Poi sono assolutamente d'accordo sul fatto che un subfornitore queste cose le sa benissimo prima se lavora per la PA e sono ahimè sostanzialmente la prassi, ma ciò non le giustifica.
Tu hai citato spesso il codice degli appalti, giustissimo per carità, ma proprio quello è un esempio lampante della distanza siderale tra la realtà e i formalismi.
Prendiamo un altro aspetto, credo tutti ricordino la famosa favola per cui gli enti pubblico sarebbero obbligati a saldare le fatture entro 30 gg, giusto?
Ecco peccato che per arrivare ad emettere fattura ci sia tutta una serie di condizioni (collaudo, documentazione etc etc) che di fatto vengono usate per rallentare questo iter, ad es il collaudo viene rimandato mille volte, viene spostato da un funzionario all'altro (magari casualmente in ferie o in malattia per parecchio tempo), si contestano dettagli insignificanti sulla documentazione (una volta ho visto rifiutare parte della documentazione perchè alcune pagine di un pdf erano bitmap e non era stato fatto ocr), il tutto in modo totalmente strumentale perchè finchè il collaudo non è firmato non si può emettere fattura e quindi avviare l'iter infinito dei pagamenti.
Piccola nota di colore, 90% dei servizi va in produzione prima che sia stato firmato il collaudo, perchè andare online è una priorità per l'ente, pagare i fornitori no, e comunque poi chiaramente si pretendono garanzie su questi servizi non collaudati.
Ebbene signori, se voi siete un'impresa in subappalto ad una fornitura pubblica sappiate che a causa di questi trucchetti il pagamento delle fatture verrà fatto ad andar bene dopo un anno dal termine dei lavori, a volte anche un anno e mezzo, non scherzo; ci sono imprese che falliscono se una riba non viene saldata a 90 giorni, qui parliamo di 1-1,5 anni di media.
E sappiamo tutti che cambiare fornitore è la formula perfetta per far saltare tutto, anzitutto perchè ciascun cambio porta con se dei passaggi di consegne (e chiunque ne abbia fatto uno sa benissimo che sono una pura fantasia che esiste nella testa di funzionari e manager, visto che di fatto non è mai esistito a memoria d'uomo un passaggio di consegne che dia a chi subentra le conoscenze per gestire decentemente un servizio), ma poi (ciliegina sulla torta) perchè spesso gli enti pubblici cercano di tagliare il più possibile sui costi di questi passaggi illudendosi di aver risparmiato soldi, salvo poi ritrovarsi i servizi a terra e sla rifiutati o contestati perchè il nuovo fornitore non è stato messo nelle condizioni di proseguire con la fornitura a causa di un passaggio di consegne insufficiente (ricordiamoci che i servizi sono quasi sempre largamente costumizzati).
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Poi magari ci sono eventi stroardinari che spezzano questo ciclo, ad es negli ultimi anni il bando SPC Cloud, con cui sono state buttate quantità esorbitanti di soldi per rifare servizi in cloud che prima magari giravano tali e quali presso i datacenter dei vari enti (io lo considero "l'equivalente IT del terremoto in Irpinia" )
E per rifare in cloud non intendo che un servizio è stato spostato in container, no semplicemente rifatti i servizi da zero ma tali e quali a prima, fatti girare su vm ospitate su AWS, Azure o Openstack di TIM anzichè su istanze Vmware o altro in casa, spendendo cifre astronomiche per i rifacimenti, spendendo cifre astronomiche per il "cloud" (checchè se ne dica ospitare servizi in cloud costa TANTO) e comunque mantenere i datacenter tali e quali a prima, perchè ci sono persone dell'ente dedicate a quello che non sanno come ricollocare (ricordo che non le puoi licenziare) o servizi che non possono essere toccati.
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