Il primo smartphone Ubuntu ufficiale, ma lascia un po' di delusione

BQ Aquaris E4.5 Ubuntu Edition sarà acquistabile in Europa entro la fine settimana. È il primo smartphone con sistema operativo Ubuntu
di Nino Grasso pubblicata il 09 Febbraio 2015, alle 10:21 nel canale TelefoniaUbuntu
Quando Ubuntu per smartphone era stato annunciato nei primi mesi del 2013 avevamo fantasticato su un possibile dispositivo con la celebre distribuzione di Linux. Immaginavamo uno smartphone oltremodo potente, in grado di sostituire all'occorrenza un sistema desktop vero e proprio. La stessa Canonical aveva messo ulteriore sale agli annunci con Ubuntu Edge, un ambizioso progetto su Indiegogo che purtroppo non è riuscito a vedere la luce.
Il primo smartphone Ubuntu arriva a circa due anni dalle prime voci sul sistema operativo e lascia un po' con l'amaro in bocca. Si chiama Aquaris E4.5 Ubuntu Edition ed è prodotto da BQ utilizzando come base l'omonimo smartphone per Android. Sotto la scocca troveremo infatti un modesto processore quad-core di MediaTek con architettura Cortex-A7, 1GB di RAM e 8GB di storage integrato. Si tratta di uno smartphone di fascia medio-bassa proposto ad un prezzo di 170€ circa sul mercato europeo.
Se pensiamo che Ubuntu Edge era stato annunciato un anno e mezzo fa con predisposizione al dual-boot, "almeno 4GB di RAM" e 128GB di storage integrato con lo scopo di dare la possibilità di "convertire un semplice smartphone in un vero e proprio PC desktop", appaiono chiari i motivi della nostra delusione. L'Aquaris E4.5 Ubuntu Edition non è destinato a cambiare i connotati del mercato mobile, né ad infastidire i grossi colossi del settore in alcun modo.
In più, lo smartphone sarà venduto solo all'interno di alcune vendite lampo e solo entro i confini europei attraverso gli accordi maturati con alcuni degli operatori telefonici. Si tratta di una strategia pensata per sondare la richiesta da parte del pubblico, in attesa di approntare un piano di mercato su più ampia scala cercando di coinvolgere anche i paesi più forti. Tuttavia, Ubuntu deve scontrarsi su un mercato già saturo di proposte.
Lo smartphone Ubuntu richiede che le applicazioni vengano sviluppate ad-hoc sulla piattaforma per ottenere i migliori risultati, anche se il supporto ad HTML5 dovrebbe rendere semplice la trasposizione delle app esistenti. Sono pronte per il debutto le applicazioni di Twitter, eBay, Amazon e Yelp, ed in più è già garantito il supporto di Spotify e Dropbox via app di terze parti. Il tutto, però, in un mercato in cui i nomi più forti vantano la compatibilità di oltre un milione di applicazioni diverse.
È una storia che abbiamo già visto di recente con Windows Phone, in cui nemmeno il fortissimo brand di Microsoft è riuscito a raggiungere i risultati di Google e Apple, entrati nel mercato nei periodi più adatti. Ubuntu, tuttavia, non ha mai puntato al record delle quote di mercato, ed è proprio per questo che continuiamo ad aspettarci uno smartphone sullo stile di Edge, progettato soprattutto per solleticare gli appetiti di noi fanatici tecnologici.
21 Commenti
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Una bellissima occasione sprecata.
Mai dire mai comunque.. magari questo è quello che hanno messo insieme come partenza visto che la precedente più ambizionsa startup non è andata in porto.. ma coi ricavi di questo investono nel sistema "vero".
Alla fine un sistema mobile super evoluto capace di trsaformarsi in desktop è un'idea che piace a una bella fettona di utenti!
Una bellissima occasione sprecata.
Mai dire mai comunque.. magari questo è quello che hanno messo insieme come partenza visto che la precedente più ambizionsa startup non è andata in porto.. ma coi ricavi di questo investono nel sistema "vero".
Alla fine un sistema mobile super evoluto capace di trsaformarsi in desktop è un'idea che piace a una bella fettona di utenti!
Capisco l'aspetto geek, quello che capisco meno e cosa serve uno smartphone che faccia da Desktop e perché dovrebbe interessare una bella fetta di utenti? ..lo danno in dotazione con mouse e tastiera?
Immaginati di posare il tuo smartphone sul tavolo la mattina appena arrivi in ufficio, collegarci la micro hdmi del monitor e iniziare a scrivere sulla tua tastiera bluetooth.
Durante il giorno se devi uscire x fare qualche lavoro in esterna stacchi il telefono e te lo porti dietro, poi ritorni in ufficio e hai già tutto li
Alla sera, te ne torni a casa, colleghi il tel alle periferiche di casa e hai di nuovo il tuo pc pronto.
A me una cosa del genere non solo piacerebbe, ma mi sembra l'evoluzione naturale dei notebook
...e se vado in una altra casa o ufficio mi piacerebbe ritrovare la stessa ospitalità!
In questo momento x la maggior parte degli utilizzi il problema non è nemmeno la potenza dello smartphone, ma la batteria.
O si smette tutta sta corsa alla diminuzione dello spessore dei telefoni o un tel di potenza così elevata quando potrà durare dai 3 a i 4 minuti?
Probabilmente io non lo userei in questo modo, ma siamo davvero convinti che così tanta gente abbia bisogno di tutte le risorse dei pc odierni?
La stragrande maggioranza degli utenti (anche in ambito lavorativo) fanno un uso infinitesimale di tutte quelle risorse, pensiamo a ruoli amministrativi, commerciali, management, etc etc...
Poi imho c'è anche bisogno di un competitor "neutrale" nel comparto mobile, mentre ora ci sono tre blocchi proprietari che rappresentano tre differenti società con tre ecosistemi sw e di servizi tra loro indipendenti.
Un sistema operativo aperto e indipendente (il che esclude Android, considerando che ormai la gran parte del core del sistema operativo è proprietario) imho può solo che far bene al comparto, così come l'ha fatto nel mondo dei browser o dei sistemi operativi per pc e server.
In tanti hanno ti hanno risposto le stesse cose che ti avrei detto io!
Vedilo come il primo passo verso una naturale evoluzione dei dispositivi mobile.. diventare un vero e proprio ufficio everywhere, che sia per lavoro o personale il dispositivo è il centro di tutto.. in giro ci sono solo periferiche: tv, tastiere, mouse o schermi.
poi dopodomani tutto Cloud
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