Google batte Oracle: Android fa un uso corretto delle API Java

Google si è appellata al fair use durante il processo contro Oracle per l'uso delle API Java su Android, e la giuria ha creduto all'argomentazione della società
di Nino Grasso pubblicata il 27 Maggio 2016, alle 10:01 nel canale TelefoniaGoogleOracleAndroid
84 Commenti
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"GOOGLE, INC. V. ORACLE AMERICA, INC.
The petition for a writ of certiorari is denied. Justice
Alito took no part in the consideration or decision of this
petition."
Cioè la Corte Suprema ha rifiutato il ricorso di Google. E non è del tutto esatto che questo rifiuto non ha comportato un giudizio nel merito, la Corte Suprema ha seguito le indicazioni del Solicitor General, a cui aveva chiesto un'opinione sul caso. E il Solicitor General è entrato nel merito confermando che le API sono protette da copyright.
Comunque con le API soggette a copyright la situazione è ben più grave della copia di un po' di righe di codice.
Ma, soprattutto, se le API sono soggette a copyright, non si capisce perché Oracle non abbia vinto la causa, considerato che era proprio quello il nocciolo principale della questione. A questo punto vedremo se l'appello ribalterà la sentenza.
Il problema è che noi pensiamo di essere tuttologi, come al solito accade nel forum, me compreso, che in questo giochino del "Sig. tutto so" ci casco anch'io.
E normale quindi che tante volte pensando di sapere ma non sapendo si rimane basiti. Io semplicemente aspetto una qualche spiegazione da parte di qualcuno che ne sa qualcosa davvero.
Ma non credo sia questo il problema. Il punto è che la situazione, in teoria, dovrebbe essere molto "lineare". Se le API sono soggette a copyright ha ragione Oracle, altrimenti Google (e le conseguenze possono essere molto importanti). Invece, sarà che non siamo avvocati, ma a me sembra tutto un po' troppo "nebuloso".
Durano decenni e sono un intrico di situazioni e discorsi al limite del demenziale.
Non esiste una situazione lineare, non si puo applicare la logica di base quando si parla di queste faccende, per questo che non si capisce.
Molti di voi sono abituati a ragionare a schemi, ovvero 2+2=4, e cercano sempre di voler dimostrare tutto in modo scientifico e matematico.
Purtroppo in queste faccende non sempre questo approccio e' quello giusto.
Un processo va vissuto, non ci sono cazzi.
"Google ha però convinto la giuria che la loro implementazione in Android costituiva un uso legittimo del codice"
qui non si tratta di logica booleana applicata alla legge, ma di linguaggio da processo atto a convincere.
No ma guarda che io sono molto elastico eh, i miei nonni hanno dovuto portare avanti 20 anni di causa contro il Comune (poi vinta), quindi so come funzioni.
In questo caso mi sembrava più lineare, ripeto: o le API sono soggette a copyright, o non lo sono (nella parte dichiarativa, ovviamente).
Boh, non ci si capisce mai un ca**o.
Probabilmente argomentando bene, in modo convincete e avendo anche giudici che non sanno nemmeno cosa sia una API.
Ma e' normale che funzioni cosi in un aula:
Le metafore anche durante il processo si sono sprecate: pagare – ad esempio – ogni volta la formula del calcestruzzo, se si deve costruire un palazzo, pare assurdo a tutti; con l’immateriale stringa di codice, invece, non è così. L’uso di questo tipo di analogie che hanno costellato le esposizioni degli avvocati era indicativo di quanto i legali temessero che la giuria non potesse capire i problemi tecnici al centro del caso, ma così non è stato proprio grazie a un lavoro scrupoloso ed attento operato da parte della giuria che forse pur non avendo a priori la base tecnica per comprendere i passaggi pratici del caso, di certo ne ha intuito le implicazioni.
Il giudice che ha presieduto il processo ha una laurea in matematica ed in passato ha programmato, puoi dire di tutto tranne che non sappia cosa sia un'API. Ed a giudicare dalle istruzione che ho linkato prima, ha fatto un buon lavoro per fare capire, al di fuori di metafore campate per aria, la questione ai giurati.
Il codice dichiarativo è coperto da copyright o no?
Se io domani scrivo una libreria, tu puoi copiare gli header tranquillamente, sì o no?
Oppure bisogna discernere caso per caso? E se sì, sulla base di cosa?
Se io domani scrivo una libreria, tu puoi copiare gli header tranquillamente, sì o no?
Oppure bisogna discernere caso per caso? E se sì, sulla base di cosa?
Secondo la Corte d'Appello ed il Solicitor interpellato dalla Corte Suprema, gli header sono coperti da copyright. Si possono copiare in caso di fair use. Un caso costituisce fair use e un altro no sulla base delle norme di legge. Se ti interessa in dettaglio la norma di legge interessata, leggi il pdf delle istruzioni fornite alla giuria che ho linkato: essendo indirizzate alla giuria, oltre al testo letterale della norma contiene delle spiegazioni che rendono comprensibile la norma a un cittadino comune (che non ha una laurea in giurisprudenza).
Mah, continua a sembrarmi una forzatura l'uso del fair use in questo caso. Ripeto, le API non sono cascate dal cielo, quindi perché un'azienda come Google dovrebbe poterle copiare per lucrarci sopra?
Se avessi letto il pdf lo avresti capito, è proprio una delle cose che viene affrontata nelle spiegazioni.
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