Corte UE invalida la direttiva sulla conservazione dei dati su cellulare

Corte UE invalida la direttiva sulla conservazione dei dati su cellulare

La Corte dell'Unione Europea ha invalidato la direttiva sulla conservazione dei dati del 2006 perché viola i diritti fondamentali dei cittadini

di pubblicata il , alle 16:43 nel canale Telefonia
 

La Corte di giustizia dell'Unione Europea ha annullato la direttiva 2006/24/CE attraverso la quale i fornitori di servizi di comunicazioni elettroniche (ad esempio gli operatori telefonici) erano tenuti a conservare alcuni dati degli utenti, come ad esempio l'orario delle singole telefonate ed i numeri telefonici coinvolti.

La direttiva per la conservazione dei dati era stata introdotta a seguito degli attentati terroristici a Londra e Madrid nel 2006, ed ha rappresentato fino ad oggi un utile strumento per le autorità per identificare i responsabili di crimini. Nello specifico, i fornitori potevano disporre dei dati raccolti per un periodo massimo di due anni.

Nonostante la distinzione fra dati personali e non, la Corte dell'UE ritiene che la direttiva, "imponendo la conservazione di tali dati e consentendovi l’accesso alle autorità nazionali competenti, ingerisca in modo particolarmente grave nei diritti fondamentali al rispetto della vita privata e alla protezione dei dati di carattere personale”.

La direttiva della conservazione dei dati è stata posta all'attenzione della Corte di giustizia dell'Unione Europea in seguito alla richiesta della Corte costituzionale austriaca e dell'Alta Corte irlandese. Secondo le autorità citate, la direttiva violava i principi della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea.

Mediante le normative eliminate ieri, ai fornitori veniva permessa la conservazione di alcuni dati delle telefonate dei clienti, ad esclusione dei contenuti, elemento quest'ultimo consentito solo in presenza di un mandato specifico da parte delle autorità giudiziarie. La Corte ha ritenuto che, se opportunamente incrociate, le informazioni conservate avrebbero potuto consentire facilmente l'identificazione degli utenti.

“Possono fornire indicazioni assai precise sulla vita privata dei soggetti i cui dati sono conservati, come le abitudini quotidiane, i luoghi di soggiorno permanente o temporaneo, gli spostamenti giornalieri o di diversa frequenza, le attività svolte, le relazioni sociali e gli ambienti sociali frequentati”, riporta la nota della Corte dell'UE.

I documenti della sentenza possono essere trovati a questo indirizzo.

3 Commenti
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Mparlav09 Aprile 2014, 16:59 #1
A seguito di questa sentenza, l'NSA ha già aumentato la sua capacità di storage per offrire servizio di backup per tutti i Paesi UE che ne faranno richiesta, e non, per un periodo superiore ai due anni
qboy09 Aprile 2014, 17:21 #2
bisogna trovare l'inganno in questa legge..
maxmax8010 Aprile 2014, 02:42 #3
pensando sempre in malafede:
con la scusa di ripulire l' archivio per la gente comune o i presunti terroristi, intanto ripuliscono anche quello degli alti funzionari..

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